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Autore: frodina178    24/06/2004    2 recensioni
Quando si compie un gesto estremo,non si uccide solamente se stessi.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non lasciarmi correre,ti supplico,fermami,prendimi la mano e tirami verso di te.La puoi vedere,lo so che puoi vedere la disperazione nei miei occhi,nel mio sguardo quando tacitamente ti imploro di perdonarmi.Ma tu non puoi o,forse,non vuoi;la tua vendetta è lasciarmi correre,premettere alla mia anima di diventare lentamente un cadavere.Io continuo a camminare in linea retta,senza fermarmi o indugiare,verso quella che inequivocabilmente rappresenta la mia fine,la morte della mia esistenza,e tu mi guardi.Ogni tanto sorridi,quasi a farmi forza a continuare,mi sproni a portare avanti il mio interminabile martirio,alzi una mano a salutarmi,quasi a farmi sentire che sei vicino,per prolungare quella tortura.Non mi permetti di voltarmi verso di te,non vuoi che veda le tua lacrime,ma io so che sono e questa è l'unica cosa che mi rischiara per un attimo,mi fa tornare a respirare.Non provo fame o sete,non potrei acquietarle e quindi mi impongo l'insensibilità,la stessa che leggo nei tuoi sguardi,fuggenti e penetranti,che mi trapassano la carne.Mi accusano giustamente e ingiustamente,senza darmi quella tregua che ormai ho smesso di invocare,lasciandomi trasportare passivamente dal corso degli eventi,che mi scorrono veloci davanti,mentre io resto ferma,a guardare.

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Esci dalla porta,sbattendola violentemente alle tue spalle,lasciandomi da sola,a sprofondare nel pavimento freddo,che sembra riscldarsi sotto al mio terrore.Non avresti dovuto vedere,non rientrava nei piani,sapevo che sarebbe stato troppo.Non avrei voluto caricarti di questo,era la mia disperazione e non avevo il diritto di renderti compagno.Ma è successo,e mi faccio schifo a piangere,a piangere per me stessa mentre tu sei scappato da quella che,ai tuoi occhi,si è rivelata una tua colpa.E ti ripeto col pensiero che non lo è,sei estraneo;da quando sei entrato con irruenza nella mia vita non ho fatto altro che mentirti,mentirti nella verità.Piccoli segni,impercettibili indizi che non hai mai voluto capire.

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La strada comincia a scendere,la pendenza sembra uniforme,ma sotto i piedi nudi posso accorgermi che,lentamente,declina.Non so quando finirà,ma spero presto,spero in una fine che tu non possa vedere.Sarebbe il mio ultimo gesto di umanità,privarti di quell'angoscia che stai cercando di non far trafelare,ma che io so esistere dentro di te.Ho smesso di sperare in un tuo tocco,in un tuo portarmi via.Ho scoperto ormai tutte le mie debolezze,e tu ne approfitti,violentandomi nei punti più sensibili e freschi.Ma lo sai che ne sono rimasti pochi,li hai uccisi,quelli che non ero riuscita da sola.

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Il sangue prende a scendere più copiosamente,ma non me ne preoccupo,so che quella non sarà la fine,sarebbe troppo giusto.E non può essere così,me ne convinco.Non ho sentito i tuoi passi tornare indietro,non ho sentito quell'odore di marjuana quando ti sei abbassato a sollevarmi,non ho sentito che mi appoggiavi delicatamente sul sedile della tua automobile.
"Bisogna chiamare i suoi genitori" -sento una voce sussurrata accanto a me,una voce nuova che non ho mai sentito prima.
"Sono separati,il padre non so dove vive,la madre è in vacanza"
"Ha un recapito?"
"No"
E allora capisco,comincio a realizzare la stanza bianca attorno a me.L'ho fatto di nuovo,questa volta da vigliacca,questa volta da ipocrita.La mia ennesima promessa andata in frantumi.


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Ho ancora la forza per un'ultima supplica:vattene,non guardarmi.Non lacerare la mia dignità,quell'ultima briciola che ancora è rimasta.Mi rendo conto presto che lo sforzo è inutile,e non te ne faccio una colpa:so quello che hai dovuto sopportare,conosco l'irruenza con cui la mia meschinità si è appropriata del cuore,senza preavviso.Conosco la sensazione di tradimento che mi ha deformato la faccia,e forse ha fatto più male a te che a me.Accetto la vendetta,e forse l'ho sperata,un'estrema punizione potrà permettermi di esalare un ultimo respiro puro,non impedito dalle esalazioni della vergogna.E' tutto questo che chiedo allora,ormai mi ha abbandonato la speranza della tua indulgenza,e mi ritrovo a pensare di non desiderarla.

Ho provato a privarmi della vita, del dono che non ho capito essere solo ed esclusivamente mio.Ma nel mio gesto meschino non ti ho calcolato,non ho preso in considerazione che,anche tu,fai parte della mia esistenza.
Tentando di uccidermi ho violentato anche te.
Scusami,non era nelle mie intenzioni.Prenditi il sapore della vendetta,non mi tocca,perché so di meritarlo.




  
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