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Autore: RomanticGiuls    04/11/2012    6 recensioni
Si diede della stupida tante volte, fino a perdere il conto. Ma nel suo cuore lei sapeva che quella notte era stata diversa da tutte le altre passate con lui, tra un tour e l'altro. Ma quando lui la chiamava lei si dava sempre disponibile, annullava appuntamenti, uscite e tutto il resto solo per poter passare una notte con lui.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Le dita di Robin strinsero ancora una volta le candide lenzuola del letto. Un letto grande e ora così vuoto.
Annusò a pieni polmoni il cuscino al suo fianco mentre con lo sguardo e con le dita seguiva il profilo delle pieghe lasciate su di esso.
Lasciate da lui.
Lo sapeva, sapeva benissimo a ciò che andava incontro. Lo sapeva ma non aveva fatto niente per evitarlo. Forse nella speranza che tutto alla fine andasse per il meglio, o forse non ci aveva mai creduto ma ciò che lui poteva darle a lei interessava sul serio.
Lui ovviamente era scomparso, come ogni mattina in cui si risvegliava nel letto caldo, pieno di amore.
Robin si tirò a fatica a sedere. Si guardò attorno ancora leggermente frastornata. Frastornata da una notte passata a fare l’amore, insieme. Ma per lui era solo una questione di sesso. Tornato a casa da un tour voleva vederla per “recuperare” il tempo perso e lei accorreva non appena la voce roca del ragazzo risuonava al telefono, “ Vengo da te tra quindici minuti.”
E lei disdiva qualsiasi tipo d’impegno, un’uscita con un amica, un serata al cinema o un giro in centro.
Lei disdiva tutto e si faceva trovare a casa pronta per lui, pronta a dargli qualsiasi cosa di cui avesse bisogno.
Oramai erano due anni che andava avanti in quel modo e Harry ogni volta che tornava si comportava nello stesso identico modo ogni volta.
Ma quella notte era stata in un certo senso diversa. Lui era stato meno rude, meno prepotente e violento.
In compenso la mattina era di nuovo sparito, come da copione, mentre lei sperava di trovarlo ancora li a conferma che quella notte era stata diversa anche per lui.
Si passò la mano sugli occhi arrossati e che bruciavano. Si diede della stupida. Si era innamorata di Harry Styles ed era il più grande sbaglio che potesse fare. Stupida, stupida e ancora stupida.
 
Si alzò dal letto infilandosi una maglia sformata che le copriva tutto e spalancò la porta che dava sulle scale. Stupida, stupida.
Fece un altro gradino.
“Senti, tu sai chi sono io, vero? E dimmi, non ti piacerebbe passare una notte che difficilmente scorderai con me?”
“Tu sei Harry Styles, e si. Vorrei passare la notte con te.”
Un gradino. Stupida.
“Senti ma noi cosa siamo?”
“Noi non siamo niente. Noi andiamo a letto e basta.”
Un altro gradino. Cretina.
“Ci rivedremo?”
“Magari quando torno dal tour, per un altro incontro di questo tipo…”
“Allora a presto Harry.”
“A presto…”
“Robin…”
Arrivata al fondo della scala si era insultata trenta volte, una per ogni gradino.
Un rumore proveniente dalla cucina la fece sobbalzare. Un ladro che viene a rubare a casa di una stupida. Un tipo furbo, decisamente.
 
Arrancò verso la cucina tenendo in mano una statuetta di Buddha come arma da usare in caso di necessità. Ma a chi la voleva dare a bere. Probabilmente se l’avesse lanciata avrebbe mancato chiunque.
Ma quando si trovò davanti quello spettacolo scoppiò quasi a piangere.
 
Harry con indosso un grembiule e un mestolo in mano le sorrise dolcemente.
“Buongiorno.”
Robin sorrise di rimando e per poco non si strozzò e poi si avvicinò al bancone. Pancake.
Harry si rigirò verso il piano dove stava mettendo con cura i dolci nel piatto. Robin si tirò da sola un pizzicotto.
“Ahia.”
“Cosa c’è?” chiese preoccupato Harry voltandosi di scatto.
“Ni – niente. Volevo vedere se stavo sognando.” Arrossì di botto, sentendosi una stupida.
“Sei proprio buffa.”
Si sarebbe calata dentro una fossa per la vergogna. Il riccio davanti a lei le mise davanti un piatto fumante.
Quattro pancake uno sull’altro fumavano nel piatto di fronte. Harry si sedette nella sedia di fronte alla sua.
“Su, dai! Assaggia.”
Robin mise in bocca un pezzo del primo, assoporandolo a fondo.
“E’ davvero buono!”
“Bingo!” esultò Harry battendo le mani come un bambino. “Sapevo che ti sarebbero piaciuti!”
“No, in realtà scherzavo. Non mi piacciono per niente.”
“Ma che…?” Harry si rabbuiò e mise su il broncio ma uno sguardo verso Robin e il sorriso ricomparve. “Su, continua a mangiare.”
Quando finì il primo pancake, inforchettando il secondo con la forchetta toccò qualcosa che fece tintinnare il metallo.
“Cos’è stato?” chiese allarmata lei. Harry la incitò a mangiare ancora e quando scostò il pancake davanti a lei si trovò la sorpresa più bella del mondo.
“Harry è… un, un anello?” chiese strabuzzando gli occhi e iniziando a sudare terribilmente.
Il ragazzo sorrise poi prese tra le mani il piccolo oggetto e glielo porse.
“Io dovrei dirti una cosa…. Io credo….” Lei lo interruppe e lui si preoccupò. “Ti prego, lasciami continuare…”
“Ok” annuì lei cercando di riprendere a respirare normalmente.
“Lo so. Io sono un completo stupido, che ti ha usata senza ritegno per tanto tempo, ma ogni volta che ripartivo un pezzo di me rimaneva qui, nel letto in cui ti lasciavo.
Oggi sono esattamente due anni che ci conosciamo e l’altro giorno quando stavo tornando ero agitatissimo, ma forse perché avevo appena realizzato di amarti.”
Robin deglutì rumorosamente.
“Tu cosa?” chiese lei viola dall’imbarazzo a Harry, altrettanto imbarazzato per lo sforzo appena fatto nel dichiararsi.
“Io ti amo Robin. E questo anello è il simbolo del mio impegno con te. Ti prometto che d’ora in poi sarà diverso. Ci stai?”
“Se ci sto….” Lei sembrava pensarci su e Harry stava morendo, gli si stava contorcendo lo stomaco e le mani gli sudavano, “si signor Styles, ci sto.”
Lui superò velocemente il bancone e dopo averle infilato la strinse a se e la baciò come mai aveva fatto prima. La baciò amandola fino in fondo.
 
 
Quando Robin aprii gli occhi il sole caldo di un luglio qualunque filtrava dalle tende del soggiorno. Il profumo di incenso aleggiava in tutta la casa e lei posò la mano sul suo ventre teso.
“Ro questo odore mi sta intasando la testa.”
“Quando la smetterai di chiamarmi Ro? E questo non è ODORE, ma profumo…” sottolineò lanciando un occhiataccio verso la persona appena entrata nella sala.
“Ok, tutto quello che vuoi… Ro!” le rispose Harry lanciandole un sorriso furbo e prendendo posto accanto a lei.
“Idiota!” lo rimbeccò di rimando lanciandogli contro un cuscino del divano.
“Tesoro smettila… ti ricordi cosa ti ha detto il medico? Non devi in alcun modo affaticarti…” la rimproverò lui.
Robin sorrise beandosi delle mille attenzioni che le riservava di continuo, soprattutto durante questa lunga pausa che Harry si era preso dal tour, in vista del grande evento.
Il giorno in cui i piccoli William e Erin sarebbero venuti al mondo era ormai alle porte.
“Ti amo…” disse Harry in sussurro avvicinando le labbra a quelle rosse di Robin. “Anzi, mi correggo… vi amo” aggiunse poi posando una mano sul pancione dove ricevette un colpo in risposta.
“Questi due sono già scalmanati e ancora devono nascere…” disse Robin sorridendo.
“Saranno bellissimi, come te.” Harry le passò una mano sul viso arrossato. “Ti amo Robin e mi dispiace di averti fatto soffrire tanto in passato. Ma ora non ti lascerò più, questa è una promessa.”
Robin strinse tra le dita quelle di Harry, che sembravano essere state create apposta per incastrarsi tra le sue.

 
   
 
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