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Autore: Beapot    04/11/2012    6 recensioni
Raccolta di diversi momenti della vita di Charlie, dall'infanzia alla vecchiaia, ognuno scandito dalla presenza (o dall'assenza) di uno schiaffo.
#1 - "Era allora che aveva ricevuto il primo schiaffo della sua vita - il più doloroso, perché poi l'espressione sconvolta e addolorata di Molly lo aveva colpito più delle cinque dita di lei sul proprio viso."
#2 - "Il secondo schiaffo lo ricorda ancora oggi con una fitta di dolore e vergogna: fu l'unico a nascere dalle sue mani [...]"
#3 - "Il terzo schiaffo non lo riguardava nemmeno direttamente, eppure era stato capace di riscuoterlo dal torpore in cui era scivolato in quegli ultimi anni."
#4 - "Il quarto schiaffo Charlie non lo avrebbe mai ricevuto, ma continuava a immaginare come sarebbe stato."

[Sesta classificata al "Dieci decimi di contest" - indetto da ferao sul forum di EFP]
Genere: Angst, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Charlie Weasley | Coppie: Charlie/Ninfadora
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Titolo: Tutti i suoi schiaffi
Autore: Beapot (EFP ed eventuale banner), PotionFang (forum)
Personaggi: Charlie Weasley, altri accennati.
Genere: Malinconico e altri.
Rating: Giallo
Avvertimenti: Raccolta di storie di parole comprese tra le 250 e le 300
Pacchetto e indicazioni scelte: Volpe - Genere, parola, Canzone, Personaggio, Lunghezza, Contesto.
Limitazioni scelte: Non usare nessuno dei personaggi in lista.
Introduzione: raccolta di diversi momenti della vita di Charlie, dall'infanzia alla vecchiaia, ognuno scandito dalla presenza (o dall'assenza) di uno schiaffo.
Note dell'autore: per evitare eventuali spoiler sulla raccolta ho pensato di mettere le NdA alla fine, quindi ci rivediamo più giù :)

 

Tutti i suoi schiaffi

 

#1

La guerra era una cosa brutta, e chiunque facesse del male agli altri meritava di soffrire allo stesso modo.
Questo era il pensiero di bambino ingenuo che aveva Charlie a soli otto anni - quando una guerra folle e violenta attaccava nel buio e uccideva ogni speranza - ed era il pensiero di chi non aveva mai conosciuto l'odio ma era cresciuto al calore degli abbracci di chi lo avrebbe sempre amato.
Quelle erano state le parole che, senza capire davvero, si era lasciato sfuggire davanti alla lapide bianca di Gideon e Fabian Prewett in una mattina d'autunno del 1981.
Era allora che aveva ricevuto il primo schiaffo della sua vita - il più doloroso, perché poi l'espressione sconvolta e addolorata di Molly lo aveva colpito più delle cinque dita di lei sul proprio viso.
Solo dopo capì di aver sbagliato, perché loro avevano combattuto anche per lui, per un futuro in cui nessuno dovesse più avere paura; negli occhi di sua madre lesse la sofferenza per quella perdita ingiusta e improvvisa, e si ritrovò a immaginare la propria vita senza Bill o i piccoli Percy, Fred e George.
Fu in quel momento che seppe di essersi meritato quello schiaffo, e allora aveva bisbigliato un mortificato “Scusa, mamma.” prima di scappare lontano a scontare da solo la sua pena.
Faceva sempre così, Charlie, quando sentiva di meritare una punizione: si allontanava da tutti e si rannicchiava sotto l'albero più grande del giardino, quello più alto e resistente, sperando di diventare anche lui come quel tronco, un giorno.
Forte e saggio, pronto a dare riparo e conforto a chi ne avesse avuto bisogno.

 

[273 parole – OpenOffice]


*

#2

Il secondo schiaffo lo ricorda ancora oggi con una fitta di dolore e vergogna: fu l'unico a nascere dalle sue mani e a morire sul viso di uno dei suoi fratelli, e l'unico per cui non avrebbe potuto più chiedere scusa.

“Bill, tesoro, non dovevi!” aveva esclamato Molly, indossando la collana che il maggiore dei suoi figli le aveva portato dall'Egitto: sicuramente doveva valere molti Galeoni - molti di più di quelli che la famiglia Weasley poteva permettersi di spendere in quel momento, almeno - e lei non aveva trattenuto l'emozione.
“Oh, invece hai fatto benissimo.” aveva detto George con un sorriso entusiasta, ammirando il kit da manutenzione per manici di scopa che il fratello gli aveva regalato.
“Sì, Bill, non fare come Charlie che tiene tutto per sé, continua pure così che a noi non dispiace!” aveva detto Fred, annuendo alle parole del gemello con l'unico intento di strappare un'altra risata a tutta la famiglia, ma non aveva nemmeno finito la frase che la mano di Charlie - già ruvida e callosa - lo aveva colpito con forza.
La verità era che lui avrebbe voluto vedere i sorrisi della sua famiglia accendersi per un suo successo invece che per quelli di Bill, avrebbe voluto ripagarli per tutti i sacrifici che avevano fatto per permettergli di inseguire i suoi sogni fino in Romania, ma il lavoro non andava bene - o forse era lui a non andare bene - e le parole di Fred avevano riaperto la vecchia ferita infertagli anni prima dai sensi di colpa; Charlie lo aveva colpito per scacciarli, ottenendo solo di vederli moltiplicarsi.
Quando poi fuggì per rifugiarsi di nuovo sotto il grande albero di cui, da bambino, avrebbe voluto eguagliare la forza, si rese conto che quello era diventato ancora più irraggiungibile.

 

[300 parole – OpenOffice]

 

*

#3

Il terzo schiaffo non lo riguardava nemmeno direttamente, eppure era stato capace di riscuoterlo dal torpore in cui era scivolato in quegli ultimi anni.

“Dora, lasciami spiegare, non è quello che intendevo!”
La musica gli riempiva le orecchie, il buonumore si diffondeva tra gli invitati, e il Vino Elfico gli aveva già impastato la bocca, ma quando Charlie riconobbe la voce di Remus Lupin si nascose per ascoltare la discussione, sapendo che c'era un'unica persona a cui potesse rivolgersi con quel diminutivo.
“Oh, no. Invece è proprio così.” sentì Tonks ribattere, e quasi riuscì ad immaginarsi la sua espressione furente, con le braccia incrociate e le labbra strette.
“Non essere sciocca e lasciami spiegare, non capisci...”
Charlie sapeva quello che sarebbe successo un istante prima che un sonoro schiaffo interrompesse le parole di Lupin: nessuno aveva mai dato a Ninfadora Tonks della sciocca accusandola di non capire qualcosa e poi ne era uscito indenne. Lui lo sapeva per esperienza personale dopotutto, quindi la sua reazione non lo sorprese.
A meravigliarlo fu invece la sensazione di ritrovata speranza che lo invase quando Tonks si allontanò a grandi passi, lasciando il marito a massaggiarsi la guancia dolente.
A quel punto, se avesse voluto spiegarsi, Remus avrebbe dovuto fermarla e imporle con decisione di restare ad ascoltarlo, ma Charlie stesso ci aveva messo anni per riuscire a capire come prenderla e lui non aveva ancora avuto il tempo di farlo.
Forse fu la consapevolezza che, volente o nolente, Tonks era rimasta la stessa nonostante il tempo e le crepe nel loro rapporto a farglielo capire, o forse fu vederla andare a rifugiarsi sotto il suo albero, ma fu allora che Charlie si rese conto di non aver mai smesso di amarla.

 

[290 parole - OpenOffice]
 

*

#4

Il quarto schiaffo Charlie non lo avrebbe mai ricevuto, ma continuava a immaginare come sarebbe stato.
Avrebbe assomigliato a quello dato a Remus, mosso dalla rabbia e dall'orgoglio, oppure sarebbe nato dalla delusione per quello che lui aveva fatto della propria vita, venendo meno a tutte le promesse che si erano scambiati da ragazzi? Si erano guardati negli occhi e si erano detti che avrebbero inseguito la felicità ad ogni costo, che non si sarebbero lasciati fermare dalle difficoltà della vita e dei cambiamenti, e che sarebbero sempre stati l'uno al fianco dell'altra.
Adesso invece Charlie sedeva da solo ai piedi dell'albero alla Tana, ormai più vecchio e più fragile di come lo ricordava, e cercava di immaginare la sua reazione mentre le confessava che aveva voltato le spalle alla donna che lo amava da una vita, semplicemente perché quella donna non era lei e non lo sarebbe mai stata.
Sedeva nello stesso posto in cui, troppi anni prima, si erano fatti quelle promesse, e pensava a come le aveva infrante tutte.
Pensava a quando si abbracciavano e si consolavano, sempre con la paura di oltrepassare il limite e di rovinare tutto, ricordava le risate e i litigi stupidi, e sentiva un nodo allo stomaco che non se ne era mai andato.
Pensava all'ultima volta che l'aveva vista, fiera e coraggiosa poco prima che una maledizione spegnesse i suoi occhi, o a quando l'aveva riconosciuta nello sguardo di Teddy Lupin che aspettava Victoire all'altare.
Charlie sedeva e pensava a lei, a quello che erano stati e a ciò che non sarebbero mai diventati, e si accorse che nemmeno il vecchio albero avrebbe più potuto proteggerlo come un tempo.

 

[278 parole – OpenOffice]


 


NdA: questa storia si è classificata sesta e ha vinto il premio "Raccolta: per l'originalità del filo conduttore della sua raccolta" al "Dieci decimi di contest" indetto da ferao sul forum di EFP, il giudizio è qui.
Qui di seguito trovate alcune note di chiarimento di ogni singola flash ^^

#1: la storia è ambientata durante l'infanzia di Charlie; ho letto (non mi ricordo dove, ahimè, e non ho salvato il link) che Gideon e Fabian Prewett sono morti nell'autunno del 1981, qualche settimana prima che Voldemort sparisse.

#2ambientata quando Charlie e Bill sono entrambi usciti da Hogwarts e si sono trasferiti per lavoro. Ho immaginato un'occasione in cui la famiglia si riunisse e in cui Charlie si sentisse in qualche modo 'inferiore' rispetto al fratello maggiore, cosa che giustificherebbe la sua reazione esagerata al commento di Fred.
#3: Charlie e Tonks hanno la stessa età e hanno frequentato entrambi Hogwarts, quindi ho immaginato che si conoscessero e avessero avuto, almeno in passato, un rapporto un po' speciale. La storia è ambientata al matrimonio di Bill, Tonks e Remus stanno già insieme e discutono per un motivo che non ho voluto approfondire – non è quello il centro della storia, ecco – e Charlie assiste per caso al loro “scontro”.
#4Quest'ultimo brano è ambientato dopo l'Epilogo (spero di averlo sottolineato con il fatto che Charlie ha assistito al matrimonio di Teddy e Victoire, che quindi sono cresciuti); da quel che sappiamo Charlie non si è mai sposato, e ho immaginato che non fosse perché non aveva avuto la possibilità (la donna che lo ama da tutta la vita è senza nome e senza volto, ma c'è – perché diciamocelo, Charlie in fondo è un figo XD) ma perché fosse convinto che l'unica donna in grado di completarlo fosse Tonks, anche se non si erano mai promessi niente del genere.

 
   
 
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