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Autore: Swichi_Matiux    04/11/2012    8 recensioni
Rose Weasley e Scorpius Malfoy si odiano. Che novità! Ma grazie a quel genio creativo di Albus Severus Potter - un nome, una garanzia - si ritroveranno coinvolti in una continua serie di scommesse che metterano a repentaglio la loro vita sociale nell'ultimo anno a Hogwarts.
Tra tuffi nel Lago Nero, baci mal interpretati, illegalissime partite di Strip Poker, amici ficcanaso, continui voli dalle scope e Strillettere a ogni ora del giorno, i "nostri eroi" scopriranno di provare qualcosa di inaspettato e... di essere veramente sadici.
Tratto dal primo capitolo:
«Quindi.. ho avuto un’idea: perché non fate un patto, un’alleanza, un lavoro di studio, qualsiasi cosa che incanali la vostra energia negativa e... vi unisca in qualcosa un progetto comune e positivo?» 'Positivo per me e il resto di Hogwarts', avrebbe voluto dire Albus, ma preferì tenerselo per sé e sorridere tanto da slogarsi la mandibola.
Scorpius, appoggiato a braccia conserte allo stipite della porta, sogghignò. «Una serie di scommesse, insomma.»
Albus impallidì e cominciò a gesticolare freneticamente, scuotendo la testa terrorizzato. «No, no! Io non intendevo... Non volevo, voi non–»
«Accetto.» sibilò Rose socchiudendo gli occhi turchesi.
Con la gentile collaborazione di: William Zabini, Christopher Nott, Dominique Weasley, Lorcan&Lysander Scamandro.
E la cortese presenza di: Hugo Weasley (e il resto della famiglia), Lily Luna Potter, Ted Remus Lupin, James Potter, Roxanne&Fred II Weasley, Chad McDonald, Amanda Finnigan, e Draco Lucius Malfoy e consorte.
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Albus Severus Potter, Altro personaggio, Rose Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Punizione doppia per Rose Weasley!
[Come Albus Potter venne rapito per la seconda volta]




«Ma... Rose! Non possiamo lasciarlo andare via così, non hai sentito cosa ha detto?»
La ragazza, che dopo l’incontro con Albus aveva continuato a camminare come se niente fosse, ignorò le lamentele di Scorpius e aprì la porta della Biblioteca.
«Rose? Ma mi stai ascoltando? Albus ha minacciato di raccontare tutto ai nostri genitori! Non so se ti ricordi dove eravamo fino a pochi minuti fa, ma non voglio più ripetere un’esperienza del genere» continuò il biondo imperterrito.
Ancora nessun cenno da Rose, sembrava quasi che per lei Scorpius non esistesse.
Il ragazzo cominciò seriamente a sentirsi frustrato, «Rose, Merlino, rispondimi! Dobbiamo andarlo a cercare e implorarlo di non raccontare niente!»
«Signor Malfoy, silenzio! Come si permette di urlare in questo modo in una Biblioteca? Che fine ha fatto l’educazione?» lo riprese proprio in quel momento Madama Pince, sbucata da dietro uno scaffale più silenziosa di un fantasma.
A quelle parole la rossa si lasciò sfuggire un ghignetto e Scorpius arrossì dalla vergogna; come poteva quella megera mettere in discussione la sua perfetta educazione Purosangue? «Mi scusi, io-»
«Sì, sì, certo signor Malfoy. Siete qui per la punizione è esatto?» domandò la donna con un pizzico di malvagità nella voce.
I due ragazzi annuirono senza fiatare.
«Bene. Allora seguitemi cominceremo da questi scaffali» continuò tutta contenta la Pince, scortandoli per l’intricato labirinto di corridoi della Biblioteca, «tutto quello che dovete fare è prendere i libri dallo scaffale, dar loro una ripulita e, prima di rimetterli al loro posto – rigorosamente in ordine alfabetico – stilarne una lista con autore, titolo del tomo e numero di pagine.» Si girò a rivolgere ai due malcapitati un ghigno per niente rassicurante, prima di riprendere la ramanzina: «Così voi ragazzacci imparerete a prendere tutti i libri che volete e poi lasciarmeli sui tavoli, così da farmi perdere ore e ore a ritrovare la loro esatta collocazione!»
Rose si trattenne a fatica dal dirle molto gentilmente che dopo tutto quello era il suo  lavoro – era dall’inizio del Primo Anno che aveva in corso una guerra fredda con la bibliotecaria. Scorpius invece sbuffò rassegnato, seguendo a testa bassa la vecchia. 
«Eccoci arrivati!» annunciò Madama Pince, lasciandoli davanti a un enorme scaffale. «Buon lavoro» augurò sogghignante prima di andarsene.
«Una volta o l’altra ti mando una maledizione altro che “buon lavoro”, maledetta rospa!» borbottò Rose indispettita, iniziando a togliere i libri dallo scaffale con il braccio sano. Non avevano neanche la bacchetta per aiutarsi. Ovviamente, con quella non sarebbe stata una vera e propria punizione, dato che, tenendo conto delle abilità della rossa in Incantesimi, la magia avrebbe fatto tutto al posto suo.
«Non ho capito perché abbiamo permesso ad Albus di andarsene chissà dove dopo che ci aveva minacciato!» sbottò Scorpius, dopo qualche minuto passato a osservare Rose che faticosamente sbatteva tomi polverosi su un tavolo lì vicino, lasciandosi cadere a peso morto su una sedia. 
«Perché» sibilò Rose istericamente, «siamo finiti in una maledetta punizione senza fine per colpa di questa assurdità di scommesse e il minimo che possiamo fare ora per rimediare e non farci espellere una buona volta dalla McGranitt è rigare dritto, chiaro? Quindi se inseguivamo quell’infame di mio cugino magari finivamo per cacciarci in qualche altro guaio»
«Questa assurdità delle scommesse?» le fece il verso Scorpius come se non avesse sentito tutto il resto del discorso, iniziando a innervosirsi a sua volta. «Sembra quasi che tu non fossi d’accordo quando abbiamo iniziato!»
«Io ho provato a smettere.» replicò la rossa seccata. «Quando hai provato ad annegarmi nel Lago Nero ghiacciato questo inverno»
«Ma alla fine non l’hai fatto, mi sembra» replicò immediatamente il ragazzo, incrociando le braccia al petto. 
«Non importa,» si indignò la rossa, ormai al limite della pazienza e delle risposte, «ciò non lo rende meno stupido. E adesso alzati, comincia a scontare la punizione e smettila di lamentarti.»
«Sai cosa ti dico?» replicò Scorpius, decisamente stanco del caratteraccio della ragazza, alzandosi in piedi con aria infastidita. «Se hai proprio tanta voglia di fare questo strazio di lavoro per la McGranitt mentre Al va a spifferare tutto ai nostri genitori, be’, fattelo da sola!»
Rose rimase a boccheggiare senza parole, rossa in volto. 
«Anzi... dato che siamo in tema di stupidaggini» calcò la mano il biondo, sogghignando, «scommetto che non hai mai scontato la mia parte di punizione al posto mio
Dopo un minuto di silenzio attonito, Rose sbottò un: «Bene» decisamente isterico.
«Bene» la seguì a ruota Scorpius, ritornando a sedersi con un tonfo sulla sedia.
 

***

 
Poco prima...
 
«Oh. Santo. Merlino.»
«È stato tremendo!»
Chris aprì la porta del bagno e aspettò che Will fosse entrato per chiudersela dietro con un colpo secco. Entrambi avevano le guance paonazze e gli occhi più o meno strabuzzati dall’imbarazzo. 
«Dimmi – ti prego, Chris – dimmi che tuo padre non ha fatto una battuta sull’andare e il venire davanti al mio, perché penso potrei morire» esclamò Will, con la voce più acuta del solito dall’agitazione. 
«Oh Morgana, Will, mi dispiace da morire!» sospirò Chris, abbattuto e pieno di sensi di colpa. «Speravo che mio papà si sarebbe comportato come una persona dotata di senno almeno stavolta, ma evidentemente non sa cosa vuol dire!»
William, accorgendosi che il suo migliore amico era decisamente sconfortato per quella storia, cercò di rassicurarlo: «Chris, non è colpa tua! Merlino, siamo entrambi vittime del pessimo senso dell’umorismo e, per nostra sfortuna, dell’ottimo intuito di Theodore!»
Rimasero per un attimo fermi a guardarsi negli occhi, cercando di sbollire l’imbarazzo. 
«Bene, credo che non potrò più venire a casa tua senza rischiare l’autocombustione» commentò Will esasperato. Poi, notando la reazione di Chris – che si era messo a boccheggiare, cercando di trattenere le risate – si corresse sconvolto: «Oh no, non intendevo quello- Merlino! Non potrò più... giungere e fermarmi in pianta stabile per alcuni giorni a casa tua!»
Di solito William era addirittura il più malizioso dei due, ma la situazione era troppo strana e delicata in quel momento e il ragazzo si sentiva troppo in imbarazzo per capire il divertimento dell’altro.
«Credo che adesso mi si aprirà un mondo di doppi sensi» scherzò Chris. «Grazie mille papà.»
Anche a Will scappò una risata, nonostante tutto, e l’amico lo seguì a ruota, sollevato che la questione si fosse “risolta”.
«Be’, direi che ha preso bene questa cosa...» considerò infine Will, meditabondo. 
«Ma questa cosa... cosa?» chiese con esitazione Chris, gli occhi leggermente assottigliati come se non riuscisse sul serio a capire dove l’amico volesse arrivare.
«Che siamo...» gay avrebbe voluto continuare William. Ma se Chris non lo fosse stato realmente? Magari lui la considerava come un divertimento tra amici – esattamente come tutto era iniziato. Lo scambiarsi baci, abbracci e un altro tipo decisamente poco casto di effusioni che era arrivato dopo qualche tempo era solo un modo diverso di divertirsi senza doversi procurare la rogna di una ragazza sempre incollata dietro e faceva comunque parte della loro amicizia, seppur non fosse un tipo di relazione molto comune. 
Will si fermò a pensare. 
Agli occhi di tutti, sembravano solo un’affiatata coppia di amici: l’indivisibile duo Zabini&Nott. Agli occhi di chi li conosceva meglio – a conti fatti solo Scorpius, Albus e Rose –, però, erano sicuramente una coppia a tutti gli effetti. 
Will invece non sapeva come classificare il proprio rapporto con Christopher ed era abbastanza sicuro che fosse lo stesso per l’amico. Era esattamente al confine tra amicizia e qualcos’altro, di molto più profondo e complesso. 
Quindi, alla fine, cos’erano sul serio?
«Ah... Che... ehm... ce la facciamo tra noi» cercò di prenderla alla larga William, gesticolando piuttosto esplicitamente. 
Calò un imbarazzante silenzio. 
Da una parte Chris sembrava quasi deluso dalla sua risposta, come se si fosse aspettato qualcosa di più, come se non avesse dato il giusto valore a ciò che condividevano; dall’altra pareva quasi sollevato che il problema fosse stato schivato così facilmente, come se entrambi non fossero ancora pronti ad affrontarlo.
«Penso che se ci muoviamo, siamo ancora in tempo per salutare i nostri» suggerì Christopher, sorridendo per rompere la tensione e sbloccare la situazione.
«Già» concordò frettolosamente Will. «M-meglio sbrigarsi.»
Uscirono dal bagno ancora più rossi in volto di quando erano entrati. La consapevolezza che presto qualcosa sarebbe cambiato aleggiava tra di loro, più consistente che mai.
 

***

 
«Merlino, potresti almeno spolverare i libri che ti appoggio vicino!» esclamò Rose esasperata, dopo sicuramente più di un ora che tentava di fare tutto il lavoro con un braccio solo, facendo più volte cadere i tomi per terra.
Scorpius non voleva cedere e andare ad aiutarla – anche se doveva ammettere che vederla in quelle condizioni lo straziava – perché lei non l’avrebbe mai fatto per lui, e il ragazzo non voleva sembrare il pappamolla della situazione, voleva che lei capisse che non poteva fare come le pareva e piaceva tutte le volte  e passarla liscia. «No che non posso, altrimenti dove andrebbe a finire la scommessa?» le rispose quindi in tono ovvio, stravaccandosi meglio sulla sedia e appoggiando i piedi sul tavolo proprio vicino alla pila di libri che la rossa aveva appena finito di accatastare.
«Ma ho un braccio fuori uso» si lamentò lei con una voce implorante che Scorpius non le aveva mai sentito usare. Sperò vivamente che non fosse capace di incantarlo come le sirene, semplicemente parlando in quel modo.
«E io ho una caviglia dolorante, ma non mi pare che tu mi abbia mai aspettato in corridoio»
La ragazza gli lanciò un’occhiata disgustata e poi dichiarò lapidaria: «Sei senza cuore»
«No, tesoro, sono un Serpeverde» ghignò il biondo in risposta.
«Malfoy, non mi chiamare tesoro o ti strappo la lingua»
«Ormai puoi anche chiamarmi Scorpius, sai? Non mi offendo mica»
Rose sbuffò divertita, rigirando la risposta: «Non è certo per offenderti che ti chiamo per cognome, solo che non mi piace chiamare per nome le persone che non conosco o che non mi stanno simpatiche»
Scorpius sentì un colpo al cuore, ma non seppe dire se fosse una cosa positiva o meno: in fondo tutti quelli che lo chiamavano per cognome lo facevano apposta per offenderlo e quindi era una cosa bella che lei non la pensasse così, ma Rose aveva quindi insinuato di non conoscerlo? Dopo quasi un anno passato a stretto contatto? Ovviamente questa era la soluzione migliore, non voleva considerare l’idea di starle antipatico. «E io a quale delle due categorie corrispondo?» le domandò con voce strozzata.
La rossa incassò appena la testa tra le spalle, arrossendo leggermente. Fortunatamente era rivolta verso lo scaffale e quindi girata nel verso opposto rispetto al ragazzo. «Perché ti interessa Malfoy?»
«Perché mi sembra strano che tu dica di non conoscermi dopo tutto quello che abbiamo passato insieme – probabilmente sai più cose di me di Al! – e poi perché per un mese abbiamo molto altro tempo da passare chiusi qui dentro, dunque perché non parlare di qualcosa?»
«Magari allora appartieni all’altra categoria» borbottò Rose, sbattendo un altro paio di volumi sulla tavolata, facendo alzare una nuvola di polvere.
Scorpius deglutì un doloroso groppo di saliva: questo rendeva tutto molto più difficile. «E perché?»
«Cosa perché?» domandò la ragazza aggrottando la fronte.
«Perché ti sto antipatico?»
«Ma che domanda è?» esclamò Rose strabuzzando gli occhi, quasi divertita. «Non ci sopportiamo da sempre! Ti devo per caso ricordare i nostri epici incontri, anzi scontri, nei corridoi? Siamo diventati famosi per il nostro odio reciproco, perché lo vieni a chiedere a me ora
«Perché io non ti odio, Rose»
Rose si bloccò di colpo, boccheggiando senza parole: come si rispondeva ad un affermazione così inaspettata e diretta?
Proprio in quel momento comparve all’improvviso Madama Pince, silenziosa come sempre, «Bene ragazzi, penso che per oggi le due ore obbligatorie siano concluse. Siete liberi di andare» annunciò loro, con voce atona.
La ragazza rimase qualche altro istante in silenzio e fissare gli occhi grigi di Scorpius, prima di voltarsi e scattare come un fulmine tra i corridoi labirintici della Biblioteca.
Il biondo sospirò avvilito: come gli era venuto in mente di dire una cosa del genere?
 

***

 
Will e Chris, dopo essere usciti a tutta velocità dal bagno, erano tornati nell’ufficio della Preside per salutare i genitori prima che questi ripartissero. Christopher soprattutto avrebbe voluto parlare con il proprio padre per chiarire la situazione – ovviamente non aveva intenzione di dirgli la verità su lui e William, ma non voleva neanche che si facesse strane idee, come quelle che probabilmente già gli erano venute in mente data l’originalità dei doppi sensi – ma sfortunatamente al loro arrivo se ne erano già andati tutti.
«Maledizione, adesso come facciamo con mio papà?» sbottò Chris sbattendosi la porta della camera alle spalle, scocciato di non essere riuscito a risolvere il problema-padre con una semplice e costruttiva chiacchierata faccia a faccia.
Will lo squadrò pensoso per qualche istante, «Beh,» azzardò, «potresti scrivergli una lettera. Speriamo solo che nel frattempo non si faccia sfuggire nessun altro commento e gli altri non chiedano spiegazioni sui suoi interventi mentre erano qui ad Hogwarts»
«Ti ho mai detto che sei un genio? Non ci avevo pensato!» esclamò Chris, rianimato dall’avere qualcosa da fare, stritolando in un breve abbraccio William e poi fiondandosi verso la scrivania alla ricerca di carta e penna. «Spero solo che quel catorcio pennuto di un gufo che mi ritrovo non ci metta un’eternità a consegnarla»
Will rimase a fissarlo mordicchiare assorto il cappuccio della penna babbana di Albus, prima di scivolare silenziosamente fuori dalla camera, per lasciare all’altro il proprio spazio e per cercare una persona.
 
Christopher non si accorse nemmeno quando William uscì dalla camera, troppo assorto a pensare a cosa poter scrivere al proprio padre per rimproverarlo e nello stesso tempo non fargli capire come stavano veramente la cose.

Caro papà,
Ti sto scrivendo per... no, okay, saltiamo gli inutili convenevoli da primino che scrive la sua prima lettera da Hogwarts, dato che oltre tutto ci siamo visti poche ore fa, e passiamo al sodo: ma che cazzo ti salta in mente? Comportarti in quel modo davanti alla Prreside? Perché non riesci ad essere una persona una po’ più matura e seria, non hai più diciassette anni, Merlino benedetto! Comunque non è questo il motivo principale per cui ti scrivo. Sono talmente arrabbiato che vorrei mandarti una Strillettera ma, sai com’è, tra noi l’adulto sei tu – in teoria. Ma sto divagando un’altra volta. Chi ti ha detto che io e...,perché pensi che noi..., perché cavolo credi che Will..., come diavolo ti sei permesso di fare doppi sensi su di me e William? Ma ti sei bevuto il cervello?! Lui è il mio migliore amico: tu hai le visioni! Ti rendi almeno conto di quanto tu mi abbia fatto imbarazzare?
Non so veramente cosa ti passi per la testa a volte; dire quelle cose, davanti a Daphne e Blaise poi! Basta, sono ancora sconvolto.
Vedi di mandarmi al più presto delle scuse decenti o te lo sogni che ti parlo quando torno a casa dopo i Mago. Ah, e ringraziami di non star meditando di mandarti al reparto psichiatrico del San Mungo, perché sono un bravo figlio.
 
Mise giù la penna soddisfatto: chiaro e conciso, non lasciava dubbi. Forse un po’ esagerato e melodrammatico in certi punti, ma con il padre che si ritrovava bisognava calcare un po’ la mano.

Perfetto, ora bisogna semplicemente trovare quella palla di piume e il gioco è fatto.
 

***

 
Per Albus era stata una giornata stressante. E non era ancora finita.
L’unica cosa che ancora gli aveva impedito di affogarsi in una tazza di caffè – cosa che su di lui poteva avere spiacevolissimi effetti – era l’uscita a Hogsmeade. Per questo si era avviato verso la cittadina magica quasi con le ali ai piedi, proprio lui che era pigro come un bradipo: una volta là avrebbe incontrato Dominique con gli inseparabili Lysander e Lorcan e Alice, la figlia di Neville Paciock.
Finalmente avrebbe potuto passare un pomeriggio in tranquillità e dimenticarsi per un po’ di Rose, Scorpius e tutti i problemi che si trascinavano sempre dietro.
Era triste di aver minacciato sua cugina e il suo migliore amico, ma davvero non ne poteva più! Se quei due avevano deciso di corteggiarsi, che imparassero a farlo come due persone normali, e non gettandosi in laghi ghiacciati e affrontando avventure al limite del mortale! Chiedere un appuntamento faceva improvvisamente schifo?! Bah, forse era passato di moda e lui non lo sapeva – al momento non si interessava alle questioni di cuore personali, aveva cose più importanti su cui incentrare la propria attenzione – o forse c’entrava il fatto che Rose e Scorpius non fossero due persone normali...

No, basta, devo smettere di pensarci per un po’ o mi si fonde il cervello! Adesso vado e passo un pomeriggio con i miei- AAAAAAH!

«AAAAAAAH!»
In preda al panico, Albus cominciò a divincolarsi, mentre veniva trascinato in un vicoletto buio.
«Hmp! MMH!» cercò di urlare, una callosa mano premuta sulla bocca.
«Sta’ zitto, lagna!» sibilò irritato il suo aggressore, dandogli l’ennesimo strattone.
Albus, riconoscendo la voce, prima strabuzzò gli occhi e cercò di scalciare più forte, poi assottigliò lo sguardo in una smorfia rabbiosa e senza il minimo ripensamento azzannò il palmo sopra le sue labbra.
«Ma che diamine fai?»
«Lasciami in pace, bruto!»
«Fermo qui, marmocchio!»
«Aspetta che lo dica a pa-»
«Maledetto moccioso!»
Nel vicoletto risuonarono i rumori di una brevissima colluttazione e poi ritornò il silenzio.
«Merlino benedetto, sei più fastidioso di una scopa nel cu-»
«Detto da te non è credibile!»
«Sta’ zitto, brutto figlio di- No. Non lo dirò.»
«Ottima scelta. Anche perché sarei andato a riferirlo immediatamente alla mamma, sommando il fatto che MI HAI APPENA SEQUESTRATO!»
«Stupido Serpeverde ricattatore» borbottò James Potter, in tutto il suo splendore di “Auror (più o meno) in incognito”. «Se avevi capito che ero io, perché hai continuato a dimenarti e mi hai morso?!»
«Mi stavi RAPENDO!» sbottò il junior Potter scandalizzato. «E ora cosa vuoi, comunque?»
«Sono qui per Rose.»

Maledizione, mai un attimo di pace.

«Io non ne posso più! Ma cosa credete?! Che io sia il baby-sitter di quei due? La loro agenzia matrimoniale? Io non-»
«Ehi-ehi-ehi-ehi!» lo bloccò James, agitando le mani davanti. «Calmati, piattola! Nessuno ha voglia di sentire i tuoi scleri da donnetta in crisi pre-mestraule, ok? Dacci un taglio.»
Albus fulminò il fratello con lo sguardo ma si zittì. In fondo aveva sproloquiato abbastanza contro i suoi due migliori amici.
«Stamattina zio Ron è venuto a pranzare da noi. È stato tre-men-do. Ha raccontato a Ma’ e Pa’ per filo e per segno quello che è successo stamattina» raccontò James, rabbrividendo al ricordo dello zio arrabbiato. «Insomma, Rosie e quello snob di Malfuretto non si sono mai cagati troppo e adesso combinano tutti questi casini insieme?»
Mentre il fratello parlava, ad Albus venne in mente un’idea.
Aveva promesso a quei due cretini – e in parte anche a se stesso, per evitare di avere ulteriori crisi isteriche durante la fine di quell’anno – che avrebbe preso dei provvedimenti riguardo le loro scommesse da scavezzacollo. Ma sapeva perfettamente che dirlo ai loro genitori sarebbe stato troppo cattivo, anche per lui.
Ma James... era esattamente al confine. Non un genitore, ma comunque un maggiorenne. Non un adolescente ma comunque un ragazzo. Non una minaccia di morte ma nemmeno una speranza di sopravvivenza.
«Vedi... Io so una cosa a proposito...» cominciò sibillino Albus. «Ma devo essere sicuro di potermi fidare.»
«Certo che ti puoi fidare: sono tuo fratello!»
Albus gli scoccò un’occhiataccia, alzando le sopracciglia, alquanto scettico. «Questo non è credibile, dopo che mi hai rapito!»
«Pignolo» borbottò il quasi-Auror.
«Quello che sto per dirti probabilmente ti farò esplodere una vena, capisci? Devi giurarmi che manterrai la calma e non agirai d’impulso come il tuo stupido istinto Grifondoro ti urla in quella tua testolina»
«Va bene» sbottò il maggiore, sbuffando. Non sopportava quando Albus faceva la ragazzina misteriosa: era peggio di Lily quando ci si metteva. «E ora spara!»
Albus si avvicinò al fratello. «Vedi, Rose e Scorpius sono-»
«Jamie!»
«Teddy?!»
«Albus!»
«Teddy?!»
«A-Albus? ... Ma cosa...? JAMES.»
«Non ho fatto niente di male!»
«Avevamo concordato che non saresti intervenuto!» lo rimproverò Teddy, incrociando le braccia al petto con aria intimidatoria.
«Ehm... ops?» gli rispose James, stringendosi nelle spalle e regalandogli un falsissimo sorriso innocente.

Di male in peggio, pensò Albus scoraggiato, ora sono due le persone a cui dovrò spiegare con diplomazia questa storia.

«Bene, che ne dite se vi racconto tutto davanti ad un bel boccale di Burrobirra?» propose Al, ormai arresosi alla presenza inaspettata di Ted Lupin.
 

Una decina di minuti dopo...
 
«Allora Teddy, cosa ci fai qui a Hogsmeade?» domandò Albus, cercando di intavolare una discussione civile prima di sganciare la bomba su Rose e Scorpius.
James alzò gli occhi al cielo, ma non osò chiedere di cambiare argomento perché sapeva quanto il Teddy amasse parlare del proprio lavoro.
Infatti al ragazzo si illuminarono gli occhi, «Beh Albie, da quando sono stato assunto da Madama McClan ho una certa idea che mi frulla in testa, e ora che sono il suo “braccio destro” e che mi ha già detto che quando andrà in pensione – non che io voglia che se ne vada, per Nimue no, ma lei non sta certo ringiovanendo e un po’ di riposo le farebbe bene – mi lascerà il negozio, ho deciso di cominciare ad attuarla. Vorrei riuscire a creare una catena di negozi Madama McClan: abiti per tutte le occasioni e riuscire ad esportarla per tutto il Mondo Magico, non solo a Londra! Per questo vorrei cominciare da Hogsmeade, però non vorrei entrare in concorrenza diretta con Stratchy&Sons, anche perché adoro quel negozio.Tu che ne pensi?»
«Ehm... penso che sia un’idea fantastica Teddy! Vedrai che-»
«Scusate se interrompo le vostre adorabili chiacchiere» si intromise James, approfittando del fatto che stesse parlando il fratello, «ma io sarei venuto qui per un grave problema chiamato “zio Ron arrabbiato” e vorrei conoscerne la causa, se possibile.»
Albus sbiancò: aveva sperato che con il passare dei minuti, James si dimenticasse del vero motivo per cui l’aveva inizialmente sequestrato.

Perché si deve dimostrare sveglio e attento proprio in questa situazione? Maledetto corso Auror che gli ha migliorato la concentrazione.

«Ecco... è una storia un po’ lunga...»
«Abbiamo tutto il tempo» lo incalzò James, al limite della pazienza.
Al face un respiro profondo e lanciò un’occhiata alle facce piene di attesa e malcelata curiosità di fronte a lui prima di cominciare a raccontare. «Okay, sono sicuro che troverete questa storia assurda, ma dovrete credermi perché siete già al corrente di molti avvenimenti che sono accaduti, anche se ancora non sapete da cosa sono collegati. Bene, tutto è cominciato all’inizio di quest’anno...»
 

***

 
Stranamente, durante quasi tutta la narrazione da parte di Albus delle varie vicissitudini che Rose e Scorpius avevano vissuto durante l’anno, James e Teddy erano stati in silenzio, lasciandosi sfuggire solo qualche sporadico commento – forse complici le occhiate assassine che il più giovane indirizzava loro quando tentavano di aprire bocca.
Quando finalmente aveva concluso il proprio monologo né lui né Teddy erano riusciti a trattenere James che, tra urla di alto tradimento, di compromissione della virtù di una ragazza innocente – ovviamente riferito alla partita di Strip Poker – e improperi vari, era riuscito a farsi cacciare da I Tre Manici di Scopa.
Ora Albus, tornando a scuola da solo da Hogsmeade dopo aver lasciato Dominique, Lysander, Lorcan e Alice – che si erano attardati da Mielandia – si sentiva più leggero.
Certo, temeva per il futuro di Rose – e soprattutto di Scorpius ora che James era al corrente della situazione –, ma almeno non era più l’unico a dover sopportare il peso del silenzio; in questo frangente non voleva nemmeno contare Will e Chris dato quanto si erano lasciati coinvolgere. Inoltre sapeva che suo fratello stava tramando qualcosa per riuscire a tenere lontana la cugina preferita dalle grinfie del giovane Malfoy, ma sperava solo che non si lasciasse sfuggire nulla davanti ai genitori: quello si sarebbe stato un bel guaio. Anche perché probabilmente sarebbe stato tirato in mezzo in veste di complice e Albus non aveva la minima intenzione di avere problemi per una faccenda che aveva scoraggiato sin dall’inizio.
Il ragazzo sospirò e si strinse un po’ più stretto nella giacca: nonostante fosse primavera in Scozia la sera scendeva abbastanza presto e il venticello era ancora piuttosto freddo. Fortunatamente il castello era ormai vicino e Albus non vedeva l’ora di potersi fare una bella doccia calda e rilassante prima di correre in Sala Grande.

Ma ovviamente quando mai qualcosa va come voglio io?

Infatti, appena superò il muro che lo divideva dalla Sala Comune Serpeverde, fu accoltò da un’esclamazione sollevata del tutto inaspettata.
«Oh Al, eccoti! È tutto il giorno che ti cerco»
Albus sollevò un sopracciglio, interrogativo. «Will?»
«Che stupido che sono, neanche mi sono ricordato che oggi c’era l’uscita a Hogsmeade. Perché è lì che sei stato, giusto? Merlino, all’inizio credevo ti avessero rapito!» continuò William leggermente agitato.

Mai paragone fu più azzeccato...

«Sì, Will, sono stato al villaggio. Ma tu perché mi cercavi? È successo qualcosa?»
Albus cominciava a sentirsi leggermente in apprensione: William non perdeva mai la calma o mostrava segni di cedimento se non accadeva qualcosa di veramente grave.
Will si torturò le mani, abbassando lo sguardo. «Ecco io... avrei bisogno di parlare di un mio problema con qualcuno e-» si bloccò, come se pronunciare quelle parole gli costasse immensamente «avrei bisogno del tuo aiuto»
 
 

N / A:
Hello everybody!
Ebbene sì, non siamo morte per vostra sfortuna... abbiamo solo avuto un momento di piena: pensate a qualsiasi cosa negativa... è successa xD
Bene, a parte tutto ci dispiace tantissimo per questo ritardo e speriamo che riusciate veramente a perdonarci, perché è solo grazie a voi e al vostro sostegno che questa storia va avanti ♥
Detto questo vorremmo dirvi che in caso di altri ritardi et similia i giorni in cui posteremo saranno il Mercoledì e (come al solito) la Domenica.
Ora dobbiamo proprio lasciarvi per finire di studiare Greco, Fisica, Filosofia, Dante e Algebra per domani!
Augurateci un grande “in bocca al lupo” perché ci si prospetta una settimana terrificante nella quale l’unico raggio di sole saranno i vostri commenti :)
Un bacione grandissimo!
 
Swichi e Matiux
  
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