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Autore: Hermes    04/11/2012    1 recensioni
Ero una ragazza come le altre, niente di strano in questo.
E come tutte le altre avevo i miei difetti ed i miei pregi.
E so cosa state per chiedermi…no, non mi sono innamorata di lui.
Innamorarsi vuol dire essere legati ad un’altra persona e ciò non è successo.
Mi chiedo solo quali strade abbia intrapreso e basta, non voglio andare oltre.

[Questa storia fa parte della serie 'Steps']
Genere: Science-fiction, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate | Contesto: Universitario
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Steps'
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Life, roll my die
Change this life
You said this movie was mine
But now you go and change your mind
This is my life
so it goes
The Verve ~ So it goes

L. L.
Linds Lagden.
Lagden Linds.
Ecco come si chiamava Mister-Biondo-Marilyn-Zen.
Un nome da cartone animato, davvero.
Qual’era il nome e qual’era il cognome? Bah…
Martedì cercai di non dare nell’occhio su dal mio solito nido d’aquila, ma presi appunti…il punteggio mi serviva! E non c’erano più posti disponibili da nessun'altra parte!
Sì perché avevo appurato anche quello già che ritiravo la lista di dispense per il corso…
A fine lezione del martedì annunciò il capogruppo ed anche un paio di vice del nostro corso…immaginate un po’ quale nome venne fuori fra tanti?
Intanto mercoledì aveva già preso a insegnare come un pazzo assatanato, in quasi quattro anni e mezzo di Università non avevo mai visto una roba del genere. Ecco spiegato perché non gli piaceva essere interrotto mentre faceva lezione…era impossibile arrestarlo.
Parlava e scriveva alla lavagna in contemporanea, roba da perderci la testa nel giro di cinque minuti.
E sembrava che i dati li prendesse tutti dal nulla dato che non aveva alcun libro in mano.
Si sentiva l’aula che come un sol uomo rantolava a quell’assalto furioso…alla faccia del topo assistente, questo ci uccide prima della prossima settimana.
Ciliegina sulla torta a fine lezione ci appuntò tre pagine di esercizi su ciò che aveva spiegato da consegnare sabato mattina e gli argomenti della prossima lezione. Linds-Lager-Lagden, sarà brutto da dire ma…Porco Cane!
Quell’ultima lezione del mercoledì sembrò passare al contagocce, e quando uscii dall’aula mi diressi spedita verso il bar un piano sotto con la seria intenzione di affogarmi nella caffeina finché non fossi andata in overdose…come avrei fatto a superare tre mesi a distanza ravvicinata con quel…quell’affare occhialuto, all’apparenza genio che poteva avere al massimo tre anni più di me?!
Mi aveva appioppato l’intera classe, per non parlare del dover seguire anche lui con il programma del corso, le fotocopie e quant’altro…ma dove cavolo era il professore vero e proprio?! Era partito per le Hawaii in anno sabbatico?
La zona bar era praticamente deserta, colpa dell’orario di fine lezione, tutti gli altri corsi finivano alle sei di sera.
Ordinai un caffè doppio e mi voltai, trovandomi davanti proprio la faccia che contavo di non vedere più per il resto della settimana. Gliel’avrei volentieri staccata a colpi di bisturi!!!
“Ciao, bella tenebrosa…” disse ironico, si era seduto sullo sgabello di fianco, appoggiando il mento alla mano. Ma guardalo! Fresco come una rosa!
Lo ignorai, accettando con un ringraziamento la bevanda calda dal barista.
“Pensi di evitarmi anche all’esame o farai un’eccezione grazie alla tua media?” domandò di nuovo l’altro calmo, gli occhi che brillavano dietro gli occhiali.
Allora Mister Zen aveva dato un’occhiata alla graduatoria…buon per lui…
Continuai stoica ad ignorarlo, rappresentandolo mentalmente come un grasso mini cactus in vaso, cioè quello che sarebbe diventato a forza di starsene sempre seduto alla cattedra.
“Ascolta Miss-non-importa-quanto-parli-tanto-non-ti-ascolto sono venuto a proporti una tregua…” soffiò sulla tazza di caffè poi ne bevve un lungo sorso, dovevo ammettere che un po’ m’aveva incuriosita “Sei entrata nella mia aula solo per raggiungere le ore ed il punteggio necessario a dare la laurea…questo mi è stato chiaro fin dall’inizio. L’ho fatto anch’io più di una volta. Non capisco però perché hai scelto proprio Fisica 2…i biologi non hanno abbastanza materia cerebrale da arrivare indenni all’esame!” e ridacchiò, come il migliore stronzo della sua categoria!
Questa la chiamava tregua?! Dare dei dementi ad un’intera legione di gente che faceva la mia futura professione?
Ingiusto il fatto di non poterlo mandare a fare in culo senza che la media venisse seriamente compromessa…ma era pur sempre un assistente!
“Lei non ha nessun diritto sulle mie scelte e non siete il docente di quel corso ma solo l’assistente.” frustai seccata, senza neanche guardarlo.
“Sono un professore…” replicò con lo stesso tono. Mi voltai incredula, incontrando i suoi occhi neri ridotti a fessura…occazzo!
Probabilmente mi ero appena giocata l’unico modo per strappargli un voto accettabile.
Beh…ormai è tardi Michelle…vai fino in fondo già che ci sei!
“Credo di vederci male…” mormorai fra me e me poi sorrisi freddamente “I docenti non dovrebbero essere tutte stempiate, palle di lardo?”
“Esistono eccezioni alla regola…” ammise bonario, con un sorriso, almeno sembrava possedere un po’ di senso dell’umorismo “Non hai ancora risposto alla mia domanda.”
Difficile da sviare, pure! Una vera punizione divina allora!
“Mi avvalgo della facoltà di non rispondere, prof.” dissi con il mio miglior tono d’avvocato.
“Obiezione accolta, per ora…” rispose, facendo segno di volere un’altra tazza “Chiamami Linds.”
Alzai un sopracciglio…non era poco professionale? Ed era quello il suo nome?
“And your name is, bella donzella?” continuò lui, con l’aria di uno che ha tutto il tempo del mondo.
“Michelle.” risposi di malavoglia, non mi piaceva l’idea che mi desse del tu ma neanche comprendevo come il mio caffè doppio fosse diventato un pretesto per attaccare bottone…
Michelle, ma belle…these are words that go together well.” canticchiò lui sottovoce con un sorrisetto divertito e gli occhi chiusi, la tazza all’altezza del naso “Sont les motes qui vont très bien ensemble…
Oh…mi mancava un professore di fisica sui trenta, platinato, rompicoglioni, con l’Alzheimer e una seria passione per i Beatles!
Per oggi ne ho davvero abbastanza…se continuo su questa lunghezza d’onda potrei aver bisogno di uno psicologo e la prossima volta che ho voglia di un caffè vado da Starbucks, dall’altra parte della città!
Lascio alcune monete sul bancone e mi alzo, con l’improvvisa voglia di chiudere quella conversazione al più presto. Nessuno mi pagava gli straordinari per rimanere lì in sua compagnia in fondo.
“Non ti sarai offesa, vero?” dice senza muovere un muscolo dalla sua posizione, mi guarda serio.
“Avrei preferito non sentire la sua versione…ha distrutto il pop.” constatai, in piedi, lontana di alcuni passi.
“Ti piace il genere?”
“No.”
“Allora avremo qualcosa sul quale andare d’accordo in futuro…” le sue labbra si sono piegate in un ghigno. La smorfia lo ha trasformato in un bambino cattivo.
“Cosa starebbe cercando di dirmi?” domando diretta, incerta se avvicinarmi o rimanere dove sono. Quel sorrisetto non mi piace…e siamo praticamente da soli!
Se non mettiamo in conto il barista di spalle che fa finta di asciugare tazzine ma dorme con gli occhi aperti.
“Dipende da cosa passa per la tua intelligente testolina, ma belle…” ha finito il secondo caffè e mi ha raggiunto, avvicinandosi più del dovuto.
“Michelle…” mormora candido afferrandomi il mento con due dita e fissandomi negli occhi “Sotto la tua patina di acido c’è qualcosa che brilla. Scommetto che non sei mai riuscita a divertirti davvero…nemmeno a letto.”
Ferma ferma FERMA! Frenate i cavalli!
Sono solo io o l’avete sentito anche voi?!
Okay…ditelo che è una candid camera a mie spese…
Com’è possibile che Linds abbia la cattedra di Fisica 2…inizio a chiedermi con quali requisiti vengano scelti i candidati! Quando mai un professore flirta con uno studente?!
Il tasto di pausa si libera con un secco click!
“Porco!” biascico disgustata liberandomi, cosa ne sa lui della mia vita sotto le lenzuola?
“Grazie, ma belle…forse potrei aiutarti, sembri così frustrata…” continua con finto tono preoccupato, osservandomi clinico ed annuendo saccente “Sì…credo proprio di avere la giusta cura per te!”
Gli punto contro un indice, ancora sconcertata “Non osare avvicinarti! Adesso ne ho abbastanza!”
“Avevo appena cominciato…”
“Appunto!”
Prendo le scale mentre lo sento ridere e scendo di sotto, mettendo più distanza possibile fra me e Linds il più in fretta possibile. Sto prendendo in considerazione di trasferirmi…almeno non dovrò stare con quel pazzo tre giorni di fila alla settimana nella stessa aula.
Sai già che non lo farai Michelle, nemmeno con un fucile puntato alla tempia. Lo sa anche lui.
Non ero arrivata fino lì per cadere al primo ostacolo davanti alla mia strada.
Per un problema ci sono sempre molte soluzioni…anche se in questo momento non ne vedi una.
“Hey! Hey! Ferma!” mi voltai, pronta a mollare un calcio dove non batte il sole a quel maiale calzato e vestito ma ci trovai solo una ragazza bionda dall’aspetto familiare.
“Mamma mia…cammini davvero veloce! Uff…” poi mi tese una mano “Piacere, sono Barbara.”
“Piacere…ti ho già vista da qualche parte?” domandai cortese.
“Siamo nel corso assieme del Professor Lagden.”
Certo che sei proprio scema, Michelle…manco li guardi in faccia i tuoi compagni di tortura…
“Oh…scusa, mi sono appena giocata una figuraccia…” mi gratto la testa imbarazzata.
“Non preoccuparti…mi chiedevo, vuoi unirti a noi? Pensavamo di andare in pizzeria e vedere come siamo messi in Fisica, Lagden sembra un mostro e vogliamo correre un po’ ai ripari.”
“Beh ecco…” balbettai imbarazzata.
Mi sarebbe piaciuto…fare nuove conoscenze, magari sparare qualche insulto alle spalle del topo ma…
Michelle le tue finanze sono già praticamente in rosso…e stasera sei di turno al ristorante!
“Oggi lavoro, mi dispiace…ma grazie lo stesso.” rispondo con amarezza.
“Ah…bè allora sarà per un’altra volta.” Barbara sorride un po’ scocciata e se ne va, rifacendo le scale.
Una spostata…ecco cosa sono. Vita sociale inclusa.
E ringraziamo l’esimio Linds Lagden per quest’inizio settimana…e adesso da dove cavolo lo recupero il tempo per i suoi esercizi?!

Cause? Life don't need no cause
When my feelings fall
You showed me things I didn't wanna see
I don't believe that love is free
The Verve ~ So it goes

~~~

Ahem...cambio di rating per parolacce e frasi non troppo velate! xD
Avete conosciuto Linds...come vi sembra? =) Premetto che sono molto attaccata a questo pazzo...LoL

Dritte del capitolo:
- Linds canticchia una canzone dei Beatles che si chiama appunto Michelle, potete ascoltarla qui;
- Quando scrivo la mia mente è molto cinematografica, ho sempre paura di non descrivere in maniera particolareggiata la fisionomia dei personaggi per il solo fatto che li vedo dentro la mia testa, quindi ecco a voi un'abbozzo più o meno veritiero di Linds (il topo non è così figo, ma ci si avvicina! Immaginatelo solo con l'aria un po' più scavata) e Michelle. Li trovate a questo link;
- La canzone firmata The Verve di questo capitolo la potete ascoltare qui: The Verve ~ So it goes.

Si ringrazia petitecherie per aver recensito il primo capitolo! Spero di non averti fatto attendere troppo! xD
Non esitate a farmi sapere cosa ne pensate o correggere i miei errori, io sono qui! *L'autrice saltella*
Al prossimo!
Hermes

  
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