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Autore: TimeLady    04/11/2012    0 recensioni
«- Io direi di darcela a gambe... - cominciò Travis prima di cominciare a correre.
Lo seguii, visto che anche il mega scorpione aveva cominciato a inseguirci. Una volta raggiunto lo presi per un polso e ci nascondemmo dietro un pino.
- Ma cosa ti è saltato in mente?! - sibilai.
- Quella roba ci mangia a colazione! - mi sussurrò lui.
- Hai visto cosa ha al collo? -
- Veramente ero più preoccupato per le tenaglie, il pungiglione, gli occhi rossi... -
Gli tirai uno scapellotto per farlo smettere con la sua stupida lista di cose terrificanti.
»
(...)
«All'improvviso un mano si posò sulla mia spalla.
In una frazione di secondo, i riflessi presero il comando e gli tirai una gomitata nello stomaco. Lo sentii gemere dal dolore e dopo averlo buttato a terra con un calcio, gli puntai la spada alla gola.
Lui alzò il volto e mi fece un sorrisino di scherno.
- Ehi, vacci piano con quella. Potresti tagliare la testa a qualcuno! - disse spostando con un dito la spada.
- Travis, che cacchio ci fai qui? - sbuffai abbassando l'arma.
- Veramente io sono Connor - spolverandosi l'armatura.
Lo fissai un attimo e poi giunsi a una conclusione.
- Certo e io sono Michelle Obama -»
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Capitolo quattro



 

  La mia squadra di ricerca era formata da Mel, Malcom, Liz e Will figli di Atena, Kayla e Ridge figli di Apollo, Sarah e Daphne figlie di Demetra e Erick figlio di Dioniso.
L'andamento non procedeva molto bene, anche se tutti si impegnavano al massimo.
Appena Quintus aveva assegnato le squadre, erano tutti partiti in quarta alla ricerca del figlio di Poseidone, tanto importante quanto il campo stesso.
Noi ci eravamo diviso i compiti, o meglio, ognuno faceva quello che sapeva fare meglio.
Melissa e le sue sorelle parlavano con le driadi chiedendo informazioni; Malcom e i figli di Atena stavano cercando di ripercorrere i movimenti di mio cugino e della sua fiamma; i due figli di Apollo andavano in esplorazione davanti a noi; Erick cercava di tirare sul il morale della squadra con qualche battuta e io mi giravo io pollici non sapendo cosa fare.
Non che non volessi fare niente, per carità! Semplicemente era una situazione che non avevo mai incontrato prima d’ora.
Dopo qualche minuto passato a fare niente , cominciai a guardarmi intorno cercando qualche segno di loro e siccome tutti credevano che fossero gravementi feriti (viva la positività!) cercavo principalmente tracce di sangue.
Chiesi al permesso a Malcom, che era il capo della situazione, di fare un giro intorno al campo base della nostra squadra, che consisteva in una piccola radura con al centro un masso dalla superfice piatta che i figli di Atena adoparavno come piano di lavoro. Dopo milioni di raccomandazioni, compresa quella di urlare in caso di pericolo (ma per chi mi aveva presa?! So difendermi io!), mi allontanai correndo.
Per lo più andavo a naso, dove mi diceva l'istinto cercando di trovare (anche per sbaglio) qualche segno che mi facesse capire la loro presenza.
All'improvviso un mano si posò sulla mia spalla.
In una frazione di secondo, i riflessi presero il comando e gli tirai una gomitata nello stomaco. Lo sentii gemere dal dolore e dopo averlo buttato a terra con un calcio, gli puntai la spada alla gola.
Lui alzò il volto e mi fece un sorrisino di scherno.
- Ehi, vacci piano con quella. Potresti tagliare la testa a qualcuno! - disse spostando con un dito la spada.
- Travis, che cacchio ci fai qui? - sbuffai abbassando l'arma e aiutandolo ad alzarsi.
- Veramente io sono Connor - disse spolverandosi l'armatura.
Lo fissai un attimo e poi giunsi a una conclusione.
- Certo e io sono Michelle Obama. Guarda che ti riconosco - gli dissi tirandogli piano un sberla sulla testa.
- Ma come hai fatto?! -
- Tu hai gli occhi più chiari di quelli di tuo fatello - spiegai alzando le spalle - In ogni caso ti ho chiesto cosa ci fai qui -
- Ti ho visto da sopra quell'albero e volevo farti uno scherzetto - disse indicando un albero al nostro fianco.
- E, di grazia, cosa ci facevi su quell'albero? -
- Cercavo Acquaman e la Secchia -
- Mio cugino e la sua fiamma? - chiesi per averne la conferma definitiva.
- Esattamente - rispose appoggiandosi all'albero - Ma a quanto pare non li trova nessuno -
Mi appoggiai anche io e sbuffai, girandomi a guardarlo.
- Di questo passo lo troveremo già morto -
- Sempre che non siano in un luogo appartato a fare altro - sghignazzò lui.
- Travis! - urlai scioccata tirandogli una manata in pancia per fargli smettere di dire sciocchezze. Smorzò la risata e si piegò in due.
- Ouch! -
- Scusa, pensavo di avertelo dato più piano - dissi seriamente spiaciuta. Mi fece segno di non preoccuparsi e si tirò su.
- E poi che ne sappiamo noi? Potrebbe essere davvero come ho detto io - si fermò un attimo e assunse l'aria da superiore. - Dopo tutti sono soli soletti -
- Oh, ma certo! - esclamai staccandomi dall'albero e mettendomi davanti a lui - È come dire che una persona che passerebbe di qui potesse pensare che io e te non stessimo cercando mio cugino ma facendo altro - sbottai.
Travis sussurrò qualcosa che io non riuscii a sentire, ma mi sembrava una risposta alla mia affermazione.
- Cosa? - chiesi gentilemente.
- Niente - disse alzando le mani al cielo come segno di innocenza.
- Potresti dirmi cosa hai detto? - richiesi avvicinadomi a lui con le braccia incrociate.
Mi fissò un attimo e poi cedette.
- Ho detto che fa più caldo dell'estate scorsa -
Se pensava di fregarmi dicendo una cavolata del genere si sbagliava proprio.
- Già, e io sono stupida - replicai prendedolo in giro
- Per favore - lo supplicai facendo il labbruccio. Mi guardò un attimo negli occhi e poi scosse la testa. Lasciai cadere le braccia lungo i fianchi, sconfitta.
- Cattivo - sussurrai facendo una faccia offesa e girandomi di schiena.
- Tanto non te lo dico - disse raggiungendomi - E ora andiamo a cercare quell'idiota di tuo cugino - concluse mettendo una mano sulla mia schiena e spingendomi delicatamente verso destra. Allungai il passo e lui mi raggiunse. Camminai ancora più veloce e ancora una volta mi affiancò. Voleva la guerra? E guerra fu, ma sfruttando l'occasione a mio vantaggio.
- Propongo una gara -
- Che tipo di gara? - chiese lui sempre al mio fianco. - Se io riesco a trovare mio cugino, tu mi dici che cosa hai detto prima - spiegai continuando a mantenere la mia andatura.
- Ma se lo trovo prima io, tu dovrai esaudire un mio desiderio - disse lui porgendomi la mano per stringere il patto.
Lo fissai un po'. Avrebbe potuto chiedermi qualsiasi tipo di cosa, anche la più assurda, ma tanto valeva accettare.
Gli strinsi la mano.
- La caccia é iniziata - dissi con un sorrisino mentre mi allontanavo da lui camminando all'indietro.
- E io vincerò - disse di risposta addentrandosi nel bosco e scomparendo dalla mia vista.
Cominciai a correre. Dovevo assolutamente vincere.
Vagai per il bosco per qualche minuto senza una meta precisa, guardando dappertutto, quando mi ritrovai alla radura del nostro punto d'incontro.
C'era solo Will, figlio di Atena, seduto che disegnava schemi di chimica per terra.
- Ehi Will! - esclamai raggiungendolo.
- Ciao Elle! - disse lui con un sorriso alzando la testa.
- Novità? -
- Neanche una. Sembrano essere svaniti nel nulla -
Bene, avevo ancora una possibilità di ritrovarli.
Elencai a mente i posti dove ero già stata: pino di Talia, la parte vicino alla spiaggia e tutta la parte vicino al ruscello delle neidi. A quanto pareva mi mancava solo il pugno di Zeus, che mi avevano descritto come un grosso masso che assomigliava a un pugno e che segnava il limite del campo.
- Vado a vedere verso il pugno di Zeus - decretai alzandomi.
- La squadra di Clarisse sta andando lì in questo momento - mi informò Will. - Magari li incontro a metà strada. A dopo! -
- Ciao -
E cominciai a inoltrarmi nel bosco verso il pugno di Zeus. Lasciata la radura, cominciai a correre per arrivare prima. Saltati un po' di tronchi di vecchi alberi malati e schivato i cespugli di fragole, andai rovinosamente a sbattere contro qualcosa che veniva dalla mia destra a tutta velocitá. Mi trovai sdraita a terra con la testa che pulsava in un modo pazzesco. Mettendomi seduta e tenendomi la testa tra le mani, aprii gli occhi per vedere cosa fosse stata quella forza oscura che mi aveva travolto. Una ragazza dai capelli scuri e tutti impolverati stava farneticando qualcosa sulle mutande di Ermes.
- Mel! Ma che cacchio stai dicendo? - esclamai riconoscendola e raggiungendola.
- Ciao Gina! Mi daresti una pizza? - disse lei con gli occhi chiusi la voce sognante dopo avermi sentito.
- Meeel, sveglia! - urlai schiaffeggiandola per farla ritornare in se.
- Deve mangiare più cereali! - urlò mettendosi a sedere di scatto.
La guardi con una faccia interrogativa siccome non avevo capito cosa centrassero i cereali. Lei, dal canto suo, mi squadrò un attimo e poi le si illuminarono gli occhi come se mi avesse appena riconosciuta.
- Ehi Elle! Che ci fai qui? -
- Stavo andando al Pugno di Zeus quando mi hai travolta -
- Ah -
- E tu che stavi facendo? -
- Dovevo portare un messaggio a Will che ora non mi ricordo - cominciò lei. Dopo pochi secondi si battè una mano sulla fronte. - Ma certo! Dovevo dirgli che Clarisse ha trovato Percy e Annabeth al Pugno di Zeus -
Per tutti gli Dei.
Avevo perso e dovevo solo sperare che Travis non fosse con quel gruppo, perchè in tal caso avrei dovuto fare quello che voleva lui.
- Grazie Mel - ringraziai alzandomi e correndo all'impazzata verso il luogo del ritrovamento.
Ti prego fai che lui non l'abbia trovato prima di me, pensai. Poco dopo avevo raggiunto il luogo del ritrovamento, dove si era già accumulata un gran folla. Cercai di scorgere Travis in mezzo a quel caos, ma di lui neanche l'ombra. Mi feci largo tra la folla, sgomitando un po' le persone, e raggiunsi il centro dove Chirone parlava fitto fitto con Clarisse mentre Percy e Annabeth avevano gli occhi spalancati con una faccia del tutto sconvolta e spaesata.
- Elle - mi salutò Chirone appena mi rivolse uno sguardo - Vai a parlare con Percy, che sembra un po' spaesato - mi consigliò mettendomi un mano sulla spalle e spingendomi verso la loro direzione. Lo salutai con un sorriso poco prima che tornasse a parlare con una Clarisse molto preoccupata.
- Ehi Percy - lo chiamai.
- Ehi - disse lui di rimando. La ragazza bionda, che a quanto pare si chiamava Annabeth, mi gurdò con una punta di disprezzo nello sguardo.
- E lei chi è, Percy? - chiese a mio cugino che la guardò con sguardo adorante.
Innamorato perso di lei.
- Lei è Elle, figlia di Zeus, appena arrivata al campo - le spiegò sorridendomi.
Lei parve addolcirsi e mi porse un mano, che strinsi. - Piacere, Annabeth figlia di Atena -
Le sorrise e poi passai lo sguardo sui loro volti.
- Chirone mi ha mandato qui perchè a quanto pare siete un po' spaesati - spiegai - Quindi, chi mi racconta il ritrovamento? -
Mi sedetti per terra, seguita a ruota dagli altri, mentre la folla di diradava a poco a poco esortata dai capocabina.
- Te lo racconterei io. Ma a quanto pare dobbiamo andare - disse Percy indicando con un dito Chirone, che ci faceva segno di seguirlo. Ci alzammo e lo  raggiungemmo mentre Percy lo tempestava di domande su un certo labirinto.
Bello,ora c'era pure un labirinto in tutto quel casino. Probabilmente mancava un castello infestato dai fantasmi dell'Opera.
- Che labitinto? - chiesi dopo un po', curiosa di scoprire di cosa si discuteva.
- Te lo spiegheremo all'assemblea dei Capocabina - mi rispose Clarisse, insolitamente gentile nella risposta forse per la preoccupazione che si sentiva nella sua voce.
- Quindi sarei la Capocabina della casa di Zeus? - chiesi sbalordita e sorpresa per la tanta responsabilità che mi avevano dato.
- Esatto - mi rispose Annabeth prendendomi per una spalla e trascinandomi verso il campo.
Ora dovevo solo capire in cosa consistesse la riunione. Se era una cosa simile ai dibattiti a scuola allora ero un frana. Diciamo che solitamente mi incavolavo a metà seduta e uscivo dalla sala incazzata nera e non mi facevo vedere per un paio di ore per sbollire la rabbia. Arrivammo di fianco alla Casa Grande, dove tutti quelli dentro si accalcarono alle finestre per vedere dove eravamo diretti. Alcuni scuotevano la testa preoccupati e altri si allontanavano dalle finestre vedendo lo sguardo preoccupato di Clarisse.
Sembrava una specie di presagio negativo e cominciavo a spaventarmi anche io da quella situazione.
Chirone ci fece entrare in un capanno che si rivelò una palestra con un tavolo da ping-pong. Tutto intorno al tavolo c'erano delle sedie bianche di plastica, la maggior parte rotte. I ragazzi presero posto, probabilmente quelli dove si sedevano sempre. Io mi adagiai sull'unica sedia rimasta, nonchè quella più lontana da tutti e sull'angolino. Di fianco a me avevo Malcom e una bellissima ragazza bionda che si presentò come Silena Beauregard, figlia di Afrodite. Per il resto riconobbi solo Katie Gardner figlia di Demetra (solo perchè me l'aveva presentata Mel), Charlie Beckendorf figlio di Efesto, che era stato così gentile da spiegarmi come mantenere splendente la spada, Clarisse La Rue e Pollux figlio di Dioniso, che poco prima dell'allenamento era stato chiamato a gran voce dalle figlie di Afrodite (in effetti era davvero un bel ragazzo).
Clarisse prese in mano la situazione.
- Bene pivelli. A quanto apre abbiamo trovato l’ingresso del Labirinto -
- Che labirinto? - chiedemme all’unisono io e Percy.
- Il Labirinto di Dedalo - rispose Malcom.
- Quello del Minotauro? - chiese Percy anticipandomi.
- Esatto e... - riprese Malcom, ma subito ri-interrotto da Percy.
- Ma non era Creta? -
- PORCA SFINGE! MI FAI FINIRE PRISSY?! - sbraitò Clarisse di scatto alzandosi e mostrando un pugno a mio cugino che non si spostò di un centimetro, mentre a me faceva paura.
Tanta paura.
Sperai vivamente di non ritrovarmela mai contro.
- Lascia parlare me, Clarisse - sentenziò Malcom, tirando per una spalla la ragazza e facendola risedere sulla sua sedia.
- Come stavo dicendo, il Labirinto si sposta esattamente come succede con l’Olimpo. Ora si estende sotto gli Stati Uniti -
- E ti può portare ovunque. A meno che tu non ti perda - concluse Annabeth.
- E questo casa centra con noi? - chiesi parlando per la prima volta da quando era iniziata la riunione.
- Perché abbiamo appena scoperto come mai Luke ha inviato delle pattuglie nel Labirinto - rispose Clarisse.
- Per entrare nel Campo Mezzosangue... - disse a bassa voce Chalie Berckendorf.
- Sappiamo che sta cercando il Filo di Arianna - continuò Annabeth - Dovremmo trovarlo prima di lui -
- Io là dentro non ci torno! - urlò Clarisse - E’ una cosa che non vorrei consigliare a nessuno. Neanche al mio peggior nemico - finì sussurrando mentre si stringeva nelle spalle.
Doveva essere un posto veramente terribile per piegare un animo forte come quello di una figlia di Ares.
- Annabeth, credo che tu debba andare a interpellare l’Oracolo - sentenziò Chirone raggiungendo la ragazza bionda a cui brillavano gli occhi per la notizia.
Percy invece sembrava preoccupato per quello che stava per accadere.
La bionda filò immediatamente fuori dalla stanza e corse fino alla Casa Grande sotto lo sguardo sbalordito di tutti i presenti.
L’assemblea fu sciolta ma nessuno volle andare nella propria cabina e si appostarono tutti davanti alla Casa Grande, compresa ma, ad aspettare che Annabeth facesse ritorno.
Passarono un paio di minuti e la tensione era alle stelle.
Io, che non avevo ancora capito chi fosse questo Oracolo, cercai inutilmente di chiedere in giro ma mi liquidarno tutti con un gesto della mano.
Ma vi pare possibile? Che nervoso quando nessuno mi rispondeva!
Rassegnata mi sedetti sul prato e cominciai a stappare i fili d’erba più lunghi, aspettando che succedesse qualcosa.
All’improvviso una luce verde espolose dalla soffitta della struttura .
Mi alzai di scatto, esattamente come i presenti.
La luce verdognola rimase per un po’ per poi cominciare ad affievolirsi, sparendo totalmente.
Passarono altri minuti e Annabeth uscì finalmente da lì.
Tutti la accerchiarono eccitati dalla risposta che la ragazza stava per dare alla nostra muta domanda.
- Ho un impresa - disse la bionda con aria solenne - E so già chi portare -
 
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Saaaaalve pipooool!
Vi sono mancata? No, questo è certo.
In ogni caso (e come ogni volta) mi scuso più umilmente di quanto si scuserebbe la persona più umile di questo mondo per l’enorme, che dico!, ginormico ritardo nella pubblicazione.
Diciamo che la scuola mi ha riempito di impegni e non trovavo mai il tempo per scrivere :\
 
Comunque spero di scrivere presto il prossimo chapter(?)
 
Baci baci ciurma!
 
P.S. Grazie a tutti quelli che hanno messo la storia nelle seguite, ricordate e preferite :33
  

  
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