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Autore: _Kappa_    04/11/2012    2 recensioni
- Ma è illegale!-
- Certo, perché scappare di casa, prendere un aereo e andare in Amazzonia da soli, a 13 anni, secondo te è legale? -
- No, ma.. -
- Appunto -
Genere: Fantasy, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Driiiiiinn!!
Aprii un occhio. Poi l'altro. E subito li richiusi. 
Odiavo il lunedì. Specialmente il lunedì mattina quando suona la sveglia.
Scesi dal letto, inciampando e rischiando di rompermi l'osso del collo.
Sbadigliando e trascinando i piedi, mi infilai in bagno e mi specchiai.
Occhi scuri e arrossati, capelli castani, ricci e corti e - ovviamente - arruffati, occhiaie..
Che bello il proprio riflesso alle sei di mattina!

L'aria era gelata, l'erba scricchiolava sotto i piedi. Il vialetto era ricoperto da un sottile strato di neve ghiacciata su cui scivolai qualcosa come sei volte, mentre il vento trovava il modo di infilarsi nei vestiti nonostante avessi più strati di una cipolla. Grazie tante, inverno!
Mi sedetti sul muretto gelato aspettando "quei tre disgraziati" 
Un quarto d'ora dopo, vidi tre figure arrancare a fatica in mezzo alla neve.
La ragazza al centro era alta, con dei bellissimi capelli biondi, lunghi e lisci, che le invidiavo tantissimo. 
Il suo nome era Sara. Poteva essere sprezzante e altezzosa, sapeva esattamente quali tasti toccare per ferire chi se lo meritava, e non si vergognava a usare la gente, tuttavia non ho mai conosciuto qualcuno di altrettanto disponibile con chi si guadagnava il suo rispetto.
Al suo fianco c'era Theo, il mio migliore amico. Era un ragazzo alto, con occhi e capelli nerissimi e l'accento meridionale, che io adoravo. Era il sarcasmo fatto ragazzo.
L'ultimo ragazzo del gruppo era alto, aveva i capelli talmente biondi da sembrare bianchi e gli occhiali che gli scivolavano sul naso.
Era definito "secchione" da chiunque lo conoscesse, e sinceramente non potevo dire di non trovarmi d'accordo.
Non la finiva mai di parlare, ma quel cicaleccio era un perfetto sottofondo per le mie conversazioni con Sara.
Vedevo i tre avvicinarsi senza sapere se mettermi a ridere o a urlare.
- Ciao Giu - fece Theo
- NON chiamarmi in quel modo! -
- Va bene Giuliettuccia mia -
- Che ti ha fatto di male il mio nome? -
- Basta litigare, voi due - intervenne Sara
- Già, piuttosto chiedetemi scusa, voi tre!-
- Perché, quanto tempo ci hai aspettato questa mattina?-
- Un po'.. magari domani metteteci una mezz'oretta, rischiate di non battere il record dell'anno scorso -
Al scoppiò a ridere. - Dai, andiamo - disse poi - se ci mettiamo ancora un po', la campanella suona e..-
- una nota potrebbe comportare una macchia indelebile sul tuo curriculum scolastico - concludemmo io e Sara in coro.

Dopo una bella scarpinata in mezzo alla neve, arrivammo a scuola. O meglio, al punto in cui avrebbe dovuto esserci la scuola.
Invece c'era una foresta. 
- Dammi un pizzicotto, sto ancora dormendo. -
- Ok -
- AHIA! Non dicevo su serio! -
- Ragazzi.. -
- Oddio, che è successo? -
- Ragazzi..-
- A saperlo.. -
- Ragazzi! -
- Cosa c'è, Al? -
- Guardate in alto. -
Eseguimmo. C'era una specie di insegna, e una scritta

Se volete salvare il mondo, evitando che diventi una foresta, andate nelle Foresta.

- Adesso è tutto molto più chiaro - disse Theo.
- Io invece un' idea temo di averla.- balbettò Al
- Ossia? -
- Guarda come è scritto "Foresta". Con la maiuscola. -
- Quindi? Non mi risulta che esista una foresta chiamata "Foresta" - obbiettò Sara.
- Credo che intenda.. la foresta Amazzonica. -
Con un tonfo, Sara svenne e cadde nella neve.
  
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