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Autore: xingchan    04/11/2012    1 recensioni
Un drago, un ragazzo ed un demone donna.
La compagnia di Nerima coinvolta in un rito centenario.
In Cina.
Dove nessuno di loro avrebbe voluto tornare.
(Post manga)
Genere: Azione, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Akane Tendo, Nuovo personaggio, Ranma Saotome, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Il Pugnale'
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Le girava la testa. E le faceva male.

Ma che le era successo?

Non ebbe il tempo di spiegarselo quando si rese conto di essere al buio.

Sapeva che era ormai notte, ma era convinta che le strade fossero illuminate almeno fiocamente dai lampioni. Ma ben presto fu consapevole del fatto che era all'interno di una qualche stanza.

Dove e di chi... Non poteva saperlo.

Sicuro. Non tirava un filo di vento e la temperatura era leggermente salita.

Sentiva delle voci. Di donne... ragazze, constatò. Ma non sapeva la direzione da cui provenivano.

Sembravano che la circondassero, sembravano ovunque...

Ma poi si ricordò il motivo del suo smarrimento: quell'uragano, quel vortice... L'aveva risucchiata, trasportandola con sé.

E Ranma…

Quell'imbecille l'aveva umiliata ancora davanti a tutti, finendo con l'insultarla e dicendole chiaramente che non voleva avere niente a che fare con lei.

Ma in fondo che le importava?!

Aprì gli occhi, cercò di chiuderli ed aprirli nuovamente, ma si arrese non appena comprese che non riusciva a vedere le sue piccole mani che ora tastavano il suo delicato viso.

Chissà perchè quella che doveva essere una camera era completamente buia.

Perchè le donne attorno a lei non si erano prese la briga di accendere la luce?

Sentì una sensazione di vuoto.

E paura. Molta paura... Ma le sue riflessioni e le sue incertezze furono interrotte da una voce femminile che prima aveva partecipato al coro di suoni.

-Come ti senti?-.

Akane sapeva di essere inginocchiata, ma la voce proveniva da molto in alto, quindi quella strana signora doveva essere slanciata e dal lento fluire della melodia che usciva dalla sua bocca, chiunque avrebbe potuto dire che era molto dolce e persuasiva, sebbene quella fosse una situazione tutt'altro che serena.

-N-Non lo so... Perchè non riesco a vedere niente?-.

-Perchè abbiamo bisogno di usufruire della scintilla dei tuoi occhi, piccola... E abbiamo bisogno anche di te...-.

-P-Perchè? Che ci faccio io qui? E...- si fermò, scoprendo la realtà dei fatti -tu chi diavolo sei?-.

-Questo non ti riguarda... Non osare rivolgere più tali domande, men che meno al cospetto del nostro signore Ling!-. La voce si stava incrinando, probabilmente per l'irritazione.

La donna cercò di darsi un contegno, dovendo continuare quel colloquio.

-Tu sei un'esperta di arti marziali, vero?- domandò l'altra, come se già sapesse la risposta.

Magari era per assicurarsi di aver acciuffato la persona giusta. -Non mentirci, ragazzina...-.

-Io...sì, lo sono, ma...-.

La donna si allontanò, avanzando verso l'uscita delle segrete.

Akane ebbe un sussulto.

Ling... era un nome... cinese? Allora forse era... in Cina!

C'era solo una persona che aveva sempre questa parola sulle labbra.

Quel ragazzo alto e forte che era sempre al suo fianco... e che desiderava ritornare in Cina con tutto se stesso, beh, almeno finchè tutto quel trambusto con Safulan non aveva interrotto lo scorrere delle loro vite e quelle dei loro pseudo-amici.

Ranma...

Il suo bianco viso fu inumidito da una lacrima amara, che le tagliava il volto come una spada.

Maledizione, non voleva dirgli che lo odiava!

Abbassò il capo, abbracciandosi le ginocchia ed invocando debolmente il suo nome...

Neanch'io voglio più vederti!!

Anche lui, per una volta, era d'accordo con quello che lei gli ha sputato velenosamente in faccia, lanciandogli occhiatacce tali da poter spaventare un demone e farlo urlare di terrore.

Quello scambio di sguardi era stato molto più intenso delle altre volte in cui avevano litigato.

Carico di esasperazione e risentimento.

In ogni caso a lui stava bene, era questo l'importante. Se non altro si sarebbe messa il cuore in pace.

Poteva benissimo incitare la sua testa a pansarla in quella maniera, ma i suoi occhi, non rispondendo più ai comandi dettati dal suo cervello, brillarono di lacrime. Avrebbe voluto alzare lo sguardo, ma poi si ricordò del suo stato, e non potè far altro che accettare la sua... cecità.

Che strano...

Era così lontana da quella realtà, eppure ci era finita dentro senza avere il tempo di focalizzare la situazione.

Che non era nemmeno avvenuta per cause naturali...

Esplose di rabbia, scattando in piedi e cominciando a lanciare calci e pugni a vuoto. Avrebbe imparato a non usare più gli occhi e ad affinare gli altri sensi, ma...quella donna le aveva riferito che sarebbe stata posta innanzi ad un certo Ling il mattino seguente.

Non sapeva cosa la aspettava, ma cominciò a sentire una tensione...malefica, dura, insopportabile.

Sicuramente non voleva arrendersi... a nessuno... Nemmeno se questo Ling avesse tentato di ricattarla, torturarla o ucciderla.

Dopotutto le è stata tolta la vista, non la forza... E chi poteva dire se sarebbe stata capace di praticare le arti marziali anche così com'era?!

Voleva giocarsi quella carta, e lo avrebbe fatto non appena le si fosse presentata l'occasione giusta.

Doveva avere la determinazione giusta per fronteggiare i suoi problemi da sola. In quel momento non poteva contare su nessun altro al di fuori di se stessa.

Il sole era già sul punto di svegliarsi, ma la ragazza non riuscì ad accorgersene...

La sua cella fu aperta da uomini in divisa azzurra dai sapori medioevali che sogghignavano apertamente alla vista della ragazza.

La presero per le braccia molto bruscamente, non curandosi del fatto che fosse una donna, per lo più non vedente.

Dopo aver percorso un lungo corridoio, arrivarono all'ombra di un padiglione color pesca, dove li aspettavano delle giovani più o meno della sua età, tutte con una tunica cinese verde, delle spade al loro fianco e un'altra custodia di cuoio contenente coltelli ed ogni sorta di machete e pugnali.

-Lasciatela a noi... Fra non molto sarà pronta per essere presentata a lui...-.

Lui chi? Ah, già... Akane se n'era quasi dimenticata: di questo tanto famoso Ling...

Le donne la spinsero verso l'interno della struttura, certamente molto più tranquilla delle prigioni sotterranee, dove era stata costretta per una notte intera. Le mani lievi ed esperte delle ragazze intorno a lei si mossero all'ordine della voce che la notte prima le aveva parlato, spogliandola completamente. Akane se ne rese pienamente conto e cominciò pudicamente a coprirsi il seno e le parti intime.

Si sentiva sola e vulnerabile.

Le fanciulle attorno a lei prendevano tempo, lasciandola scoperta per lunghi minuti. Si passò le braccia con le mani per arrivare alle spalle, formando una croce sul suo petto. Germì sulla presa che aveva assunto, facendo sbiancare le nocche per lo sforzo.

Le voci intanto confabulavano fra loro, finchè non si decisero sull'abito da farle indossare: un vestito tradizionale cinese verde, lungo fino ai piedi, con le maniche lunghissime che si allargavano man mano che il tessuto raggiungeva l'estremità e che le risaltavano di molto i fianchi ed il seno. Le calzature, nere, erano molto simili a quelle di Ranma.

Le acconciarono i capelli con dei fiori rossi, che le circondavano le tempie e come ultima cosa, le poggiarono sulle spalle una tunica anch'essa verde, uguale alla loro, fatta eccezione per le armi.

-Ora non dovrai parlare, fino a che non sarai interpellata. Il signore non accetta che una donna faccia di testa sua...-.

Akane non rispose, ma cominciava ad accigliarsi sempre di più. E a prepararsi per ogni evenienza.

E che cavolo, aveva sempre fatto di testa sua!

Entrarono in una reggia, piena di splendidi colori ed ogni genere di profumo, come incensi e spezie. Le pareti, i tendaggi e l'arredamento non sfiguravano affato l'armonia cromatica che si era installata lì.

Lei non poteva vedere il luogo intorno a sé, ma ne percepiva la solenne sontuosità, tanto da farla indietreggiare di qualche passo dal punto in cui l'avevano fatta fermare. Davanti aveva un giovane uomo, di bell'aspetto, vestito di seta scura, con capelli lunghi raccolti da un'alta coda. Era invaso da un gruppetto di ragazze, che ridevano in modo infantile non appena lui sussurrava qualcosa all'orecchio di qualcuna di loro.

Doveva essere un piccolo harem, peccato che non era del tutto sicura.

Ling, scrutando la ragazza, chiese: -è lei?-.

-Sì, mio signore-.

Il giovane si alzò e si diresse verso Akane. -Andrà bene per Yang, non vi pare?- disse, mentre le sollevava la testa premendo sul suo mento. Akane sentì il suo respiro sulla pelle. Si fece coraggio e chiese impavidamente, con accento sprezzante: -Chi sarebbe questo Yang?-

Lui le gridò in faccia. -Sta zitta!-.

-DOVE DIAVOLO MI TROVO?-. Ora Akane stava quasi urlando.

-Sulle sponde della Cina orientale...se ti interessa tanto... Ed ora non aprire più bocca... o ti ritroverai in un campo militare a dover raccogliere le tue braccia e le tue gambe...-.

La guardò negli occhi e, scorgendovi ancora le iridi e le pupille, tuonò verso le donne: -Perchè ha ancora i suoi occhi!! Maledizione, vi avevo ordinato di sottrarglieli!!!!!!-.

La donna più anziana non si scompose: -L'abbiamo già fatto... Non vede? Sono opachi, ormai...-.

-Uhm...sì, lo vedo...-.

Aveva un certo astio nel constatare che coloro che gli erano attorno a volte avevano ragione, a svantaggio delle sue parole. Le si avvicinò pericolosamente al viso, guardandola per alcuni istanti che la ragazza avrebbe accorciato ben volentieri.

-Yang non avrà nulla in contrario se...- accennò, volendo insinuare il proposito di renderla sua, lambendole il braccio. Akane cominciò a ringhiare.

-Ci saranno altri momenti per soddisfare i propri piaceri-.

Lo sguardo di Ling si spostò per osservare la donna, poi si riposizionò sulle labbra di lei. La lasciò andare violentemente e si rimise a sedere con le altre ragazze. Continuando a fissarla, la bombardò di domande che la fecero innervosire.

-Qual è il tuo nome?-. Akane esitò un attimo. Era sicuro che dirgli la verità l'avrebbe messa in pasticci molto più grandi di quelli in cui era già fino al collo.

Ma non si fece intimorire.

-Akane... Tendo-.

-E dimmi, sei unita ad un uomo?-.

La giovane ebbe un istante di smarrimento e si fece rossa di rabbia. Ma chi era lui per voler sapere questi dettagli della sua vita?

-Questo non ti riguarda!-.

Ling rise, accennando alle ragazze dietro Akane di lasciarli continuare quella singolare conversazione, dato che aveva iniziato ad intimare alla giovane di non usare determinati toni con quell'uomo.

-Non volevo intromettermi nei tuoi affari, Akane Tendo- rimandò Ling, portandosi i gomiti sulle ginocchia, sporgendosi verso di lei. -Ma queste informazioni mi sono necessarie per liberarti- disse, cercando di rabbonirla.

-Non sono legata a nessuno!- rispose, ma il suo cuore la stava seriamente ammonendo su questo punto... Anche se non aveva ben compreso dove volevano arrivare davvero i suoi rapitori, cosa intendessero in realtà...

-La ragazza è vergine!- esclamò divertito il ragazzo. -Questo renderà tutto più semplice... o difficile?-. Ordinò ai soldati di chiuderla ancora una volta in cella, ma Akane voleva saperne di più.

-Aspettate! A cosa puntate esattamente?-.

-Non ti è dato saperlo...per ora... Portatela via...-. Ma prima che sentisse le mani di quegli uomini toccarle i polsi, lei puntò l'indice della mano destra su Ling. Sapeva che era proprio davanti a sé. -Io ti sfido, Ling! in un combattimento di arti marziali! Se vincerò, mi comunicherai tutte le informazioni che sai e mi lascerai andare...-.

-E se perdi...ti concederai a me... Rimanendo qui come mia concubina... Naturalmente dovrai fare una commissione prima, ma poi ne riparleremo.-.

Il tono disgustoso del giovane non ammetteva repliche.

Akane ingoiò l'amaro che aveva assunto a quelle parole, accettandole come se fossero le più naturali per quell'individuo.

Che montato presuntuoso!

Ma chi era lui per avere così tanto potere su di lei da dirle tutte quelle cose!

-Accetto le tue condizioni! Non mi tiro indietro per qualche provocazione di troppo!-.

-Bene, bene... Credevo che rifiutassi, dopo la tua riflessione silenziosa- la provocò, aggiungendoci una voce loquace. -Anche perchè se non rispetti i patti, sarai condannata a morte! Anche se... questo lo decideranno altri...-. Sfoggiò un sorriso malefico, che fortunatamente la ragazza non vide.

Mah, probabilmente era una fortuna nella sfortuna. Se fosse ancora capace di vedere lo avrebbe già scaraventato verso il lato opposto della sala, infischiandosene delle buone nmaniere!

-Non sperarci così tanto... Riuscirò a batterti, Ling!-.

E un ennesimo sorriso brutale si dipinse sul volto del ragazzo.

 

 

 

 

 

 

 

Wof!! E con questo siamo a due!! :D

Durante l'ampliamento ho pensato ad altri particolari che... arriveranno dopo! ^-^

Per la donna che parla con Akane mi sono ispirata a Kagura di Inuyasha, che vorrei sia nelle stesse condizioni della Kagura vera (anche se non ha questo nome e non c'è nessun mezzodemone che ha il suo controllo mediante il cuore! :P).

Ringrazio davvero tutti quanti, a tutti coloro che mi avevano recensita in quella cancellata e a chi mi segue, a chi mi ha messa fra gli autori preferiti, a chi mi ha recensita finora e in particolare a ran_ko e Arglist, che nonostante sia votato al fandom di FMA ha letto qualcosa di mio anche nella sezione di Ranma! Arigatou!!!

Beh, spero vada abbastanza bene! E se così non fosse, scusate per gli errori!

A voi l'ardua sentenza!! X'D

   
 
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