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Autore: Evaney Alelyade Eve    04/11/2012    1 recensioni
E' ambientata dopo l'arrivo dei due in Purgatorio! In attesa dell'ottava ci intratteniamo con (im)probabili situations!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nel futuro
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Awakening.


Era come vivere in un sogno nebuloso, in un universo dove l'unico colore esistente era il rosso, dove l'unico sentimento che si potesse provare era la rabbia.
Dean aveva sempre pensato che la rabbia fosse calda, anzi, che fosse incandescente come il sole, che riscaldasse l'animo e lo portasse ad esplodere come una stella, invece si era sbagliato: quell'universo era freddo, oscuro e faceva paura. Era buio e non vedeva nulla, si sentiva intorpidito, ed era incatenato.
Si rese subito conto che le catene che gli stringevano i polsi erano catene di rabbia. Era arrabbiato con Castiel, con tutto il mondo e con se stesso.
"Dean"
Era un suono flebile, pieno di stanchezza e paura, dolore e rimorso. Una supplica per lui, un pianto spezzato e soffocato da urla selvagge, crudeli, affilate come lame.
Urla blasfeme pronunciate con la sua voce distorta e crudele.
"Dean, ti prego"
Una preghiera, uno spiffero di un'anima morente sotto colpi mortali inferti da una creatura letale.
Colpi inferti con le sue mani sporche di sangue e piene di piume.

Dean si rese conto che lo stava uccidendo. Stava uccidendo Castiel con le sue stesse mani, e poco importava che non avesse più il controllo del suo corpo. Quando tutto quello sarebbe finito le sue mani sarebbero rimaste sporche di sangue, cazzo, del suo sangue in eterno.
Era arrabbiato con Castiel, l'aveva persino odiato ma non aveva mai desiderato fargli del male. Mai, nemmeno per un attimo, nemmeno quando l'aveva tradito o l'aveva lasciato solo nel bosco. Mai.
Castiel era rimasto accanto a lui in momenti impensabili, aveva abbandonato i fratelli e tutto il suo mondo per lui, l'aveva salvato dalla perdizione, l'aveva marchiato, diamine, c'era ancora la cicatrice sulla sua spalla, e lui lo stava massacrando. Lo stava uccidendo, e tutto perchè aveva permesso a quella puttana di entrare in lui, di soggiogarlo, di prendere il sopravvento e soprattutto di sporcare l'impronta.
Dean non era arrabbiato, no, lui era dannatamente debole. Castiel era stato forte un sacco di volte per lui, e lui non sapeva esserlo almeno una volta per salvargli il culo? Non sopportava  di guardare dritto in quegli occhi blu, attraverso una patina di rosso, e vederlo implodere per il dolore, un dolore che doveva essere così grande da non poter essere espresso con il corpo. Dean doffriva nel vedere come lo stava cercando, annegando in quel dannato rosso scarlatto, per salvarlo.
Anche in una situazione del genere l'ultimo pensiero di Cas era sempre lui.
Alla fine Cas non gli dava mai scuse per rimanere arrabbiato. Sarebbe stato più facile odiarlo, ed invece quello stupido essere eterno e piumoso smontava in lui ogni sentimento avverso che fosse ocn uno sguardo, o una parola  - il suo nome - o un gesto del genere.
Dean lo odiava. Sì, odiava Castiel perchè lo amava in una maniera totale, in una maniera così assurda che a volte lo spaventata, gli faceva venire voglia di scappare e non voltarsi mai indietro.
Odiava il modo in cui Castiel lo amava, perchè non era mai stato amato in quel modo: considerato come la cosa più preziosa al mondo; adorato come se fosse stato la cosa più bella del mondo e non solo. Amato come aveva amato suo Padre, prima che questi lo abbandonasse.
Non era sicuro di poter reggere tutto quell'amore, non era sicuro che il suo, in cambio, potesse bastare per ricompensare quell'angelo del Signore che oramai era diventato semplicemente e in modo spaventosamente familiare Cas.


All'improvviso si rese conto che le sue mani erano libere: le catene si erano dissolte, nel momento stesso in cui si era ricordato che tutta la rabbia che aveva provato nei confronti di Cas  era scaturita da ben altro; tutto svanì perchè si era reso conto che dietro alla rabbia c'era altro, dietro l'odio un sentimento più vasto e più forte.

" La rabbia che proviamo dinanzi ad un tradimento, è direttamente proporzionale all'amore che si prova per chi ci ha tradito"

Missouri gliel'aveva spiegato una volta, quando, dopo che John aveva lasciato lui e Sam lì, per l'ennesima caccia al mostro, aveva chiesto alla donna perchè per le persone fosse così difficile perdonare. Quella volta non aveva capito cosa Missouri volesse dire.

"Un giorno capirai, Dean."

 Finalmente Dean aveva capito, e risvegliarsi, riprendere il controllo di se stesso fu la cosa più naturale del mondo.
Prendere la stessa lancia con la quale aveva trafitto quasi a morte Castiel, e conficcarla in quel fumo scarlatto che era uscito dalla sua bocca, lasciandogli una scia incandescente lungo la gola, fu il vero e proprio risveglio.
Sentire il proprio corpo, i tendini, i muscoli, il cuore, il sangue, l'aria e i polmoni...era tornato.
- Dean..? -  la voce di  Castiele ra un sussurro roco,  così doloroso a sentirsi che Dean sentì chiaramente il proprio cuore spezzarsi.
- Cas! - esclamò, inginocchiandosi subito accanto al suo angelo, contemplando inorridito i suoi vestiti sporchi di sangue, gli occhi liquidi e sbiaditi, le piume di una luce fioca, opaca tutt'intorno. Le ali dispiegate ed imbrattate di sangue distese ai lati del corpo.
Le ali. Le vere ali di Castiel.
Erano sporche di sangue ma non avevano ugualmente perso la loro magnificenza.
Erano troppo belle, troppo reali, troppo pure perchè la loro vista fosse concessa ad uno come lui. Dean non resse l'emozione, non potè sopportare tutto quello, perchè non lo meritava, perchè Castiel era in fin di vita per colpa sua, perchè l'aveva odiato con ostinazione  quando in realtà non provava altro che amore , perchè era indegno di uno spettacolo di tale portata.
Per tutti quei motivi ed altri ancora, Dean pianse.






























 

   
 
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