Grief.
Decifrare i miei pensieri è sempre stata un’impresa ardua per tutti. Tutti, meno l’Oscuro Signore.
Lui è l’unico a trovare davvero affascinante il dolore, ad accorgersi delle lievi sfumature nelle urla, nei gemiti, nei singhiozzi, nelle smorfie dei visi deturpati dalla sofferenza.
Mi reputo una persona genuina. E il dolore è l’emozione più autentica che esiste.
Quella manica di patetici incappucciati mi teme, mi affibbia l’appellativo di folle.
Io trovo che i matti siano loro: incapaci di apprezzare a fondo quel che fanno. Far soffrire è una mansione, per me è una missione: bisogna epurare il mondo dai sentimenti obsoleti.
Come accennato nell'introduzione, questa roba è sorta in me vedendo per l'ennesima volta 'Harry Potter and the Order of Phoenix'. Dopo essermi (come da copione) esaltata per l'evasione da Azkaban di Bellatrix e dopo aver pianto (ancora una volta come da copione) per la morte di Sirius, mi son fatta due domande sulla nostra mangiamorte preferita, chiedendomi cosa celasse realmente la sua follia -più e più volte sottolineata nei libri della Rowling. Ecco spiegata questa drabble di 100 parole spaccate. :) spero apprezzerete, è stata scritta di getto e senza particolari pretese. Saluti!