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Autore: SoleStelle    05/11/2012    1 recensioni
Questa storia è la terza e ultima parte della serie "Incubo..favola..realtà."
avrà 15 capitoli totali anche se due (prologo ed epilogo) saranno brevi, come sempre..
I protagonisti sono sempre loro: Sara e Riccardo.
Affronteranno, anche questa volta, tante avventure e tanti problemi ma per sapere cosa succederà dovrete leggere.
Dal testo:
[...] era un piccolo atto di protesta e lui me lo voleva negare già dal viaggio di nozze..
Siamo sicuri che questo matrimonio non fosse stato un errore? [...]

Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Incubo..favola..realtà.'
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Mi guardai intorno mentre Noah guidava, ma non riuscii a capire dove fossimo, vidi solo strade e campi..
Percepii la macchina rallentare drasticamente e, guardando fuori dal finestrino, vidi il paesaggio cambiare radicalmente. Passammo dalle strade, parzialmente asfaltate, affiancate dai campi aridi ad una distesa di sabbia bianchissima.
Dovunque guardassi vedevo sabbia bianca. Aguzzai la vista in cerca di un particolare e sentii Riccardo ridere. Mi sporsi in avanti per avere una visuale ancora migliore che quella che avevo dal finestrino posteriore ma mi sentii tirare indietro.
“buona” disse, abbracciandomi. Mi liberai e mi risporsi in avanti mentre lui continuò a ridere. Vidi che rideva anche l’autista e guardai male Riccardo. “si, sa che non deve dirti dove siamo” rispose, capendo cosa significasse la mia occhiataccia. Mi imbronciai.
“non vale” dissi mentre mi riappoggiai al sedile.
“capirai quando vedrai le case” disse. Mi accucciai nel suo abbraccio e lasciai che mi coccolasse fino a quando non sentii la macchina spegnersi. Scattai seduta e scesi dalla macchina senza aspettare che nessuno mi aprisse la portiera.
Vidi l’autista guardarmi dubbioso e subito dopo sentii Riccardo ridere alle mie spalle.
Lo sentii abbracciarmi e lo lasciai fare, incapace di distogliere lo sguardo da quel panorama incredibile..
Sabbia bianchissima e mare cristallino. Sembrava quasi l’acqua della piscina di casa mia tanto era limpida!
Mi guardai intorno e notai una passerella che collegava delle capanne moderne. Vidi l’autista scaricare i nostri bagagli e portarli dentro ad una delle capanne.
Le contai.. ce n’erano cinque e noi saremmo stati nella terza.
Mi tolsi i sandali e, senza curarmi di raccoglierli corsi in quella casa-capanna.
Si entrava direttamente nella cucina. Voltando a destra si entrava nella camera da letto e, sempre sulla destra, si accedeva al bagno.
Il bagno aveva una piccola finestra dal vetro oscurato e la camera aveva una grande finestra. Entrambe le tende erano fatte di paglia intrecciata e dalla fitta trama non entrava nemmeno un raggio si sole. Dovetti scostare la tenda per notare che la finestra della camera affacciava direttamente sul mare.
Tornai in cucina. Tre piccole finestre erano posizionate vicino ai fornelli, scostai le tende e ammirai il mare.
Andai poi dalla piccola porta, che chiudeva la serie di finestre, e l’aprii. Trovai un piccolo balconcino con un tavolino in legno, più piccolo di quello che si trovava in cucina ma lavorato e decorato nello stesso modo. Alla sinistra del balconcino, vicino alla porta, c’era una scaletta che finiva direttamente in acqua. Vidi, con la coda dell’occhio, Riccardo appoggiare la mia borsa e i miei sandali sul tavolino.
Poi, in un attimo, sentii le sue mani sui miei fianchi e subito dopo mi ritrovai in acqua.
Riemersi e lo trovai appoggiato alla ringhiera del balconcino mentre rideva.
“davvero simpatico amore” dissi risalendo lungo la scaletta.
“non puoi certamente dire che sia fredda” disse, seguendomi con lo sguardo. Gli arrivai di fronte e fui affiancata da Noah.
“so, I’ve finished here, if you haven't nothing else to do, I’ll go” disse.
“you can go Noah, it's not a problem” rispose Riccardo.
“ok, see you in two weeks” disse Noah, per poi andarsene.
“two weeks” ripetei.
“guarda che puoi parlare anche in italiano” disse, prendendomi in giro. Lo guardai male.
“amore” sussurrai avvicinandomi, il più sensualmente possibile. Gli saltai in braccio e strizzai capelli e vestiti addosso a lui, che mi rimise subito giù.
“certo che sei bastarda quando ti ci metti” disse togliendosi la maglietta bagnata di dosso. Lo ammirai..
Due settimane..
Non sarebbero bastate.. non se faceva certe cose..
Lo guardai appoggiare la maglietta ad una sedia e lo affiancai facendo altrettanto  con i miei vestiti. Entrai in casa e sganciai il reggiseno. Mi affacciai con solo la testa fuori e glielo lanciai addosso mentre tornai a camminare verso la camera da letto.
Due secondi.
Bastarono due secondi per sentire la sua mano che afferrava il mio braccio. Mi voltai, assecondandolo e gli legai le braccia al collo mentre mi sollevò. Gli legai le gambe alla vita e lo baciai fino a quando non lo sentii appoggiarmi sul letto. Lo liberai e mi spostai verso l’interno del letto. Gli afferrai il braccio e me lo tirai dietro.
Si appoggiò sopra di me, stando attento a non pesarmi e riprese a baciarmi..
Tutti dicevano che il nostro matrimonio era stato un errore e, devo ammetterlo, a furia di sentirmelo dire avevo iniziato a pensarlo anche io.. ma era in momenti come quello in cui capivo che avevano pienamente torto e il nostro matrimonio non poteva essere più giusto!
 
 
 
 
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Note dell’Autrice:
vi ho spaventate per caso?
Eppure dovreste conoscermi oramai..
anche questa volta, per chi non se la cavasse con l’inglese, posterò la traduzione:

 
“so, I’ve finished here, if you haven't nothing else to do, I’ll go” “io qui avrei finito, se non avete altro, andrei”
“you can go Noah, it's not a problem” “può andare Noah, non si preoccupi”
“ok, see you in two weeks” “ok, ci vediamo tra due settimane”
“two weeks” “due settimane”
   
 
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