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Autore: violetsugarplum    05/11/2012    5 recensioni
[Future!Fic] Blaine ha sessantotto anni quando decide di non voler più essere un peso per la famiglia e vede in Villa Liberty il luogo adatto in cui trascorrere gli ultimi momenti della sua esistenza. Non sa ancora che questa sua scelta cambierà la vita di molte persone, soprattutto quella di una sua vecchia conoscenza.
Genere: Angst, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe | Coppie: Blaine/Sebastian
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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5
. Voglio vederti felice


“Oggi viene mia figlia, la mia Virginie.”

Quella mattina Blaine si sentiva particolarmente di buon umore e continuò a sbirciare fuori dalla finestra trattenendo leggermente la tenda tra le dita. Finalmente il sole era rispuntato dopo i temporali del giorno prima e l’erba non sembrava tanto bagnata; magari avrebbe potuto portare Virginie e suo marito a fare una passeggiata nel bellissimo giardino.

Annie, in piedi accanto a lui, gli fece un sorriso vacuo.

“Anche la mia mamma e il mio papà vengono oggi”, disse passandosi le dita tra i lunghi capelli e fissando un punto non ben definito oltre la finestra.

“Beh, sì. Oggi è il giorno di visite. Sei contenta, Annie?”

Ma la ragazza si era già seduta sul divano tenendo in mano il suo libro, osservata attentamente da Ralph vicino al tavolo.

Blaine continuò a guardare fuori cercando di ascoltare il canto degli usignoli, anch’essi felici della bella giornata soleggiata.

“Come sono oggi? Intonati? Hai altri suggerimenti da dargli?”

Sebastian era arrivato dietro di lui accompagnato dal suo bastone bianco e ridacchiava per la battuta appena fatta. Blaine rise a sua volta, spostandosi di lato per fargli spazio davanti alla finestra.

“Non sono male, sicuramente meglio dell’altro giorno. Ma come sapevi che ero qui a guardare fuori?”

“Oh, ho sentito il tuo profumo.”

Blaine sentì subito le guance scaldarsi, preso da uno strano imbarazzo.

Davvero?

“No, me l’ha detto Rose,” Sebastian trattenne un’altra risata. “Stavo scherzando.”

“Molto divertente, sul serio.” commentò Blaine fingendosi offeso, vergognandosi un po' di essere ancora rosso in volto.

Sebastian scostò ancora di più la tenda e fece un grosso sospiro.

“Allora oggi viene tua figlia?”

“Sì, vengono lei e suo marito Zach. Non vedo l’ora di vederla.”

“Lui no?”

“Come posso voler vedere qualcuno che mi ha rubato la mia bambina!?”, esclamò Blaine con aria divertita.

Ridacchiarono entrambi mentre si sedettero sul divano, mettendosi l'uno accanto all'altro come al solito. Blaine notò che Sebastian quel giorno era più rilassato e loquace e ricollegò questo cambiamento al discorso avvenuto il giorno precedente. Sicuramente non era diventato il suo migliore amico, ma era decisamente un passo in avanti. C'erano ancora così tante cose da raccontarsi e Sebastian sembrava ben disposto a farlo, avendo abbandonato l'aria perennemente corrucciata.

“Me la descrivi?”, chiese all'improvviso Sebastian.

Blaine chiuse per un attimo gli occhi, cercando di trovare le parole adatte per rendere giustizia alla bellezza della figlia.

“È alta, molto più alta di me. Ha preso da mio marito, per fortuna. Però ha i miei lineamenti. Capelli scuri un po’ mossi e due grandi occhi ambrati, simili ai miei, che diventano color del caramello quando mi dice le bugie. Credimi, durante il periodo ribelle dell’adolescenza ho iniziato a notare tutte le sfumature. C'era quella volta in cui è tornata a casa un'ora dopo l'orario stabilito e continuava a giurarmi che era stata da una sua amica quando sapevo benissimo che era da-“

“Deve essere proprio una bella ragazza.”  

“Oh beh, lo è”, ammise Blaine orgoglioso.

“Anche tu eri bello. Ricordo ancora quando ti ho visto per la prima volta, là appoggiato alla porta della sala comune della scuola. Avevo preso una cotta mostruosa per te. Eri così bello e bravo a cantare. Mi piaceva molto la tua voce... e tutto il resto.”

Blaine arrossì violentemente sentendosi subito a disagio, ricordando molto il ragazzino timido con cui Sebastian era solito flirtare senza pudore perfino davanti al suo fidanzato. Però Blaine non gli aveva mai sentito dire quelle parole; credeva che fosse attratto da lui per un motivo soltanto -e solo il pensiero imbarazzante gli fece distogliere lo sguardo.

"G-grazie", rispose balbettando. "Anche tu lo eri."  Il suo carattere non gli permetteva mai di accettare un complimento senza ricambiare.

Sebastian fece un sorriso malizioso, uno dei tanti che gli riservava al liceo, ma non aggiunse altro.

Continuarono a chiacchierare e punzecchiarsi amichevolmente fino a quando le infermiere non li avvisarono che li avrebbero riaccompagnati nelle loro stanze per il pranzo.

"Allora... Beh, divertiti con la tua famiglia." disse Sebastian alzandosi dal divano.

Blaine si mise in piedi a sua volta e lo guardò come se volesse aggiungere altro. Chiedergli 'vuoi conoscerli?' sarebbe stato tanto semplice quanto complicato. E le cose tra loro erano già abbastanza difficili. Inoltre Blaine era sicuro che Sebastian avrebbe rifiutato l'invito.


 


Blaine stava riposando sul letto quando sentì bussare alla porta. Una voce familiare lo stava chiamando e ridestandolo lentamente.

"Papà? Sono io, stavi dormendo?"

Virginie entrò nella stanza con un gran sorriso e un piccolo pacco tra le mani. Blaine la vide osservare attenta tutta la camera, soffermandosi in particolare sull'anta dell'armadio tappezzata di cartoncini colorati e, sempre con il sorriso sulle labbra, lo aiutò a mettersi seduto per poi abbracciarlo forte.

"Ciao, papà."

"Tesoro, ciao", Blaine la guardò sedersi accanto a lui e le spostò amorevolmente una ciocca di capelli che le era scivolata sulla fronte.

"Come stai?"

"Bene, sto davvero bene."

Gli occhi di Virginie scrutarono il volto di Blaine cercando di capire se stesse mentendo, ma si addolcirono quando lui continuò a parlare.

"Ma sei venuta da sola? Mi avevi detto che saresti venuta con-"

"Zach è al lavoro. Deve fare un po' di straordinari perché..." non riuscì a terminare la frase perché Blaine la interruppe.

"Avete bisogno di soldi? Sei stata licenziata? Posso aiutarvi, lo sai."

"Non è niente di tutto questo, papà. È tutto ok. E poi i tuoi soldi ti serviranno quando deciderai finalmente di tornare a casa."

Blaine sbuffò facendo una smorfia e Virginie non potè trattenere una piccola risata.

"Lo so, papà, lo so. Su, raccontami cosa fai di bello e come sono i tuoi compagni."

Blaine iniziò a spiegare le attività che aveva fatto i giorni precedenti, soffermandosi in una descrizione piuttosto particolareggiata del giardino e del fiore che aveva raccolto dopo che Ralph era caduto sul suo cespuglio.

"Dovevi vedere quant'era mortificato, poverino! E poi ho preso questo fiore, l'ho annusato e sono sicuro di non aver mai sentito un profumo così buono. È piaciuto anche a Sebastian ed è tutto dire!" disse facendo un gran sorriso in direzione della figlia.

"E chi è Sebastian?", chiese Virginie incuriosita dallo strano sbriluccichio negli occhi del padre. Non lo vedeva così genuinamente divertito e sereno da molto tempo.

"Sebastian... Sebastian Smythe è uno degli ospiti", affermò Blaine senza smettere di sorridere. "È un gran brontolone e non gli va mai bene niente, ma è quello con cui passo più tempo insieme. La cosa buffa è che è stato un mio vecchio compagno di scuola al liceo... Beh, non proprio un mio compagno perché ha iniziato a frequentare la Dalton l'anno dopo il mio trasferimento... Però lo conoscevo già da prima."

"Ah, sì? Però non mi ricordo di lui quando mi raccontavi delle feste di rimpatriate."

Virginie continuò a fissarlo scettica e Blaine temette che pensasse che fosse completamente impazzito e se lo stesse inventando.

"Perché non è mai venuto. Forse non l'hanno nemmeno mai invitato... Sai, abbiamo avuto un po' di problemi e ci siamo poi divisi. L'ho rincontrato solo l'altro giorno, dopo quasi cinquant'anni."

"E non me lo fai conoscere?"

Blaine si aspettava questa domanda. Del resto, se l'era posta anche lui giusto qualche ora prima. Sorrise dolcemente a Virginie, cercando di mascherare la delusione che stava provando.

"Non oggi. La prossima volta, magari? Così c'è anche Zach?"

"Va bene", annuì sempre poco convinta. "Allora, perché non apri il regalo che ti ho portato?"

Virginie si alzò dal letto e gli porse il pacchetto che era rimasto sul comodino. Una volta aperto, Blaine si lasciò scappare un singhiozzo sentendo subito le lacrime pizzicargli gli angoli degli occhi.

"Grazie, tesoro. È... è un regalo bellissimo."

Il pacchetto conteneva una cornice d'argento con una vecchia foto di famiglia che ritraeva Virginie, più o meno intorno ai tre anni, con i capelli mossi tutti spettinati e la frangetta un po' storta, seduta felice tra le gambe di Blaine, che l'abbracciava forte e poggiava la testa sulla spalla del marito, anch'egli sorridente. Era stata scattata in un momento sereno delle loro vite, quando la principale preoccupazione era portare la piccola in orario all'asilo e riuscire a prendere un fine settimana di ferie per poter andare nel cottage in montagna che affittavano per l'occasione.

"Ti piace? È la foto che papà teneva sul suo comodino... Puoi metterla sul tuo, così è un po' come se fossi a casa... Lui mi manca così tanto... Mi mancate, tu e lui. Vorrei che non ci avesse lasciato..."

Blaine strinse immediatamente la mano della figlia e gliela baciò con tenerezza.

"Anch'io lo vorrei tanto. Però sai che sono sicuro che adesso sia in un posto più bello? Con di nuovo i capelli lunghi, le guance piene e rosee e niente più segni di continue punture di aghi troppo grandi sulle braccia. Quando lo sogno, sorride sempre, come in questa foto... Grazie mille per il regalo, Virginie. Grazie."

"Di niente, papà... È che anche se non sei più a casa, voglio vederti felice."

"Oh... Lo sono. Ti giuro che lo sono."

Blaine le sorrise, sapendo di esserlo davvero come non era mai stato da nove anni a quella parte. Virginie non potè fare altro che ricambiare quel sorriso e si alzò dal letto con gli occhi color miele leggermente lucidi.

"Andiamo in salone? Entrando qui ho incontrato due signori che mi hanno detto di essere i genitori di Annie e volevo scambiare con loro due chiacchiere."

'E assicurarti che Sebastian non sia frutto della mia immaginazione', pensò Blaine mentre Virginie gli allungava il bastone, cercando di asciugarsi gli occhi con una manica della camicetta.







'Giorno e buon inizio settimana! :3

Questo è un po' un capitolo filler che anticipa una cosa piuttosto importante, oserei dire la chiara spiegazione di tutta questa storia. Ma al momento
non dico altro e vi lascio con questo, in cui si scopre qualcosa sul marito di Blaine, visto che era un argomento che non avevo ancora toccato e
mi avete fatto un sacco di domande a riguardo :)
Ecco perché ho deciso che questa settimana aggiornerò prima... perché mi sento in colpa! LOL

E grazie, come sempre, per tutto l'ammmore che sto ricevendo. Non riesco nemmeno a dire quanto mi faccia piacere! ♥

-violetsugarplum



  
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