Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold
Segui la storia  |       
Autore: The Cactus Incident    05/11/2012    8 recensioni
Stavo suonando con tutta me stessa per scaricarmi e non pensare a per quale cazzo di motivo non mi parlava se era stato lui a cominciare, quando la mano bianca e ossuta di Jimmy si posò sul mio polso che si muoveva freneticamente.
Alzai di scatto la testa, nervosa e lo trovai a mostrarmi un sorriso tranquillo che contagiava anche quelle iridi così azzurre nascoste dietro gli occhiali.
“Faccio troppo rumore?” “Non abbastanza da coprire quello del tuo cuore che si spezza e sanguina”
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Matthew Shadows, Nuovo personaggio, Un po' tutti, Zacky Vengeance
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
sch chapter 24

E ci siamo! Siamo nel 2007 e tutto verrà spiegato nel chap
Buona lettura v.v




Huntington Beach, 2007

Stacey P.O.V.
“*Like walking into a dream....*”
Perchè mettere la SUA parte vocale della SUA canzone, della SUA band, come sveglia? Si era montato parecchio il mio ragazzo, eh….
“Se non stacchi quel cellulare, giuro che ti estirpo le corde vocali” bofonchiai nel dormiveglia.
“*russata poderosa*”
“Maaaatt…” Silenzio.
“Maaatt….!!”
“Oh….”
“Il teleeeefono…”
“Dì che non ci sono…”
“E’ la sveglia!” Tirò una manata poderosa sul povero touch (come minimo l’aveva crepato) e si voltò di nuovo di faccia nel cuscino, bofonchiando strane cose.
Mi spostai sulla sua schiena e poggiai le labbra sulla sua spalla scoperta, cominciando a parlare.
“Forza, su, ti devi svegliare, oggi avete il primo incontro con Isham per il video….”
“Non ne ho voglia…. ci metteranno una controfigura”
“Seh, o magari Christ” sorrise divertito, aprendo appena un occhio e guardandomi.
“Ce lo vedi? Sarebbe esilarante”
“Mio Dio….. agghiacciante più che esilarante. A questo punto metteteci Michelle al tuo posto e abbiamo risolto”
“Di certo quella ha più palle del nano”
“Quante ne abbia non lo so, ma come le fracassa lei, non ci riesce nessuno”
Mi strinse le braccia in vita e poggiò le labbra dietro al mio orecchio, sorridendo.
“Oh, ma come sei dolce di prima mattina”
“Quasi come il chili piccante che fa Jim”
“Quello è cianuro, non è commestibile” strusciò il naso dietro al mio orecchio e posò di nuovo le labbra sulla mia pelle.
“Beh, credo di dovermi alzare e andare a fare una doccia. Magari mi raso pure” sbuffò distrattamente senza muoversi di un centimetro.
“Magari” Voltò il mio viso verso di sé e presi a passare la mano fra i capelli biondicci e stranamente lunghi o per meglio dire, visibili.
“Non ti piaccio biondiccio e con i capelli?”
“Certo che si, ma meglio rasato” sgranò gli occhi.
“Credo tu sia la prima che lo dice”
“Oh, credo di essere anche l’unica che non ti chiama Boccia, Boccia”
Fece una smorfia.
“A Gates questa pigliata per culo è costata una gamba dolorante e dei lividi su faccia e stomaco”
“Meno male che non sono Gates, allora”
“Eh già, meno male….”
E si tuffò sulle mie labbra, schiacciandomi contro il materasso.
Mi stava mordicchiando il labbro inferiore, quando sembrò decidersi che era ora di darsi una mossa.
“Su, prima sistemiamo e prima torno a casa” Scivolò da sotto le lenzuola e si chiuse nel bagno adiacente alla camera.
Mentre lui stava tre ore a farsi bello, io andai a fare colazione e quando sentii una mezza bestemmia e la porta del bagno sbattere, tornai al piano di sopra e gli diedi il cambio.
Mi stavo insaponando la lunga chioma, mentre canticchiavo (o meglio, storpiavo una canzone) distrattamente, quando quell’energumeno incapace di trovarsi anche i calzini buttò un urlo.
“Styyyy! Dove cazzo sono i diamond theeth?”
“Controllato in bocca!??!?” urlai io, distrattamente.
Aprì la porta del bagno e mi guardò mettendo il broncio.
“Ah ah ah, simpatica come un calcio in culo”
“Se è ben centrato, decisamente” sorrise e scosse la testa, poi provò a tornare serio.
“Dai, dove sono i diamond theeth?”
“Uhm… l’ultima volta che ho visto quella dentiera erano nella tua valigia. Probabilmente saranno nell’armadietto del bagno”
Aprì il mobiletto e ne tirò fuori l’astuccio di quell’apparecchio riuscito male.
“Ma che ci devi fare? Non è solo un incontro?”
“Li preparo per domani. Mi è arrivato un messaggio di Larry, cominciamo le riprese verso le sei del mattino”
Speravo si scocciasse presto di quei cosi, perché erano dannatamente orrendi. Sembrava quel personaggio di un vecchio film di 007 che spezzava le catene con i denti.
Davvero poco carino.
“Grazie, cara” e dopo avermi buttato un’occhiata compiaciuta, chiuse la porta e se ne tornò giù.
Finii di lavarmi, mi vestii e quando tornai al piano di sotto era ancora lì. Seduto che armeggiava col cellulare, il solito zaino buttato davanti ai piedi.
“Allora? Non vai?”
“Tu non vieni?” chiese da dietro i Ray Ban, il cappellino da basket girato di lato.
Si, di lato, non dietro.
“Uhm…. no, ho da fare in negozio”
“Ma domani per le riprese ci sarai?”
“Credo di si, almeno un po’” fece una smorfia.
Mi avvicinai e posai le labbra sulle sue, provando a sciogliergli il broncio. Un po’ ci riuscii.
“Dai, non fare così” dissi e lui sbuffò.
“Perché ti ostini a lavorare, non l’ho capito”
“Perché adoro il mio lavoro e non ci tengo a fare la mantenuta” aggrottò le labbra e lo baciai ancora.
“Se fai quelle smorfie non hai le fossette” rise divertito, contagiando anche me e poi si allontanò.
“Beh, allora ci vediamo. Sul frigo ti ho lasciato l’indirizzo di dove dovremmo fare le riprese. Eventuali cambi saranno comunicati” disse facendo una voce cretina. Afferrò lo zaino, le chiavi della macchina e uscì.
Sorseggiai con tutta calma il mio caffè, e poi afferrai borsa e cellulare e andai al mio negozio.
Su una delle piazze più belle di Huntington, vicino alla spiaggia, c’era il mio studio di Tattoo.
L’insegna “Ink Shadows Tattoo” Era bella grande e tetra, visibile anche dalla spiaggia.
Erano già tre anni che il mio studio aveva aperto e stava andando a gonfie vele. Oltre a me c’erano altri tre tatuatori e un altro piercer.
Mi costa ammetterlo, ma il fatto che Matt fosse il mio ragazzo aveva fatto sì che i clienti fossero molti già dall’inizio, anche se chiedevano tutti death bat, pezzi di canzoni e la sigla A7X scritta ovunque.
Ad un certo punto mi era venuta voglia di attaccare un cartello con su scritto “Qui non facciamo Death bat o altri tatuaggi inerenti ai sevenfold”, ma poi avevo desistito.
Insomma, sarebbe stato da stronzi, visto che io per prima avevo la frase iniziale di “Seize The Day” tatuata sul costato, a destra.
Qualche minuto dopo arrivarono anche i miei dipendenti e i primi clienti. Chi aveva prenotato, chi doveva prenotare e chi sperava in un buco libero per farsi fare un tatuaggio.
Siamo in California, gente, se i tatuaggi non li mostrate qui, non li mostrate da nessuna parte.

Margareth P.O.V.
“*riff iniziale di Sweet Child O’ Mine*”
Tirai una manata sul cellulare e affondai di nuovo la faccia nel cuscino.
Erano le due del mattino, dovevo essere sul set prima delle quattro per rifinire gli ultimi dettagli prima che arrivassero gli artisti per le sei e non avevo proprio voglia di alzarmi da quel letto. Ero reduce dal jetlag con il Galles e non avevo nemmeno avuto il tempo di riprendermi che ero dovuta tornare sul campo.
Avevo passato tutta la settimana precedente a lavorare e organizzare tutto, mentre i due giorni prima per sistemare tutto nella location. Oggi bisognava rifinire gli ultimi dettagli e cominciare le riprese.
Presi un respiro profondo, mi ricordai di chi avrei dovuto incontrare quel giorno e mi misi a sedere goffamente sul letto.
Pochi secondi dopo suonò il cellulare.
“Buon giorno tesoro! Il sole non brilla in cielo, gli uccellini dormono come il resto dello Stato e se non porti subito qui il tuo bel culo, per sederti avrai bisogno di un cuscino!”
Sapevo che scherzava, perchè altrimenti lo avrei già ucciso di botte.
“Wayne, ficcati una mazza in culo”
“Forza dolcezza! Ho fatto bene a chiamarti?”
“Probabile”
Wayne Isham (si, il regista) era il mio capo. Io ero la sua scenografa e, per questo video, anche sceneggiatrice.
“Dai, che oggi ci sarà da divertirsi”
“Uhm, lo spero” e richiusi il telefono.
Qualche secondo dopo, mentre sceglievo cosa mettere dopo la doccia, il cellulare squillò ancora.
“Wayne, che cazzo, ho capit…!”
“No tesoro, hai sbagliato” disse il mio ragazzo dall’altro capo del telefono, divertito.
Trevor, si, lo stesso Trevor mezzo punk del tour.
Ci eravamo rincontrati qualcosa come due anni dopo il nostro primo incontro, quando io mi ero trasferita a San Diego e adesso stavamo insieme da parecchio. Da qualche mese viveva con me nel mio appartamento.
Lui insegnava all’università (il professore più giovane che avessero mai avuto lì) e si occupava del mio cane quando io non c’ero (ovvero spessissimo).
Non aveva più la cresta e nemmeno il piercing al labbro, ma i tatuaggi erano rimasti.
“Scusa Trev, ma quel cretino di Wayne…”
“Si, non ti preoccupare. Volevo solo sapere come andava. Sei già lì?”
“No, dovrei esserci fra quasi due ore. Ma tu sei ancora sveglio?”
“Si, volevo sentirti…” disse mezzo imbarazzato e io sorrisi dolcemente.
“Dai vai a dormire, poi come ci vai in università?”
“Amore, siamo alle prime ore di sabato”
“Ah… davvero?” chiesi stranita.
“Eh si”
“Uhm… bene!” rise divertito.
“Vabbè dai, ti lascio andare”
“Dai, tranquillo. Non dai fastidio, tu”
Sorrise divertito e sentii il nostro cane che abbaiava in sottofondo.
“Tutto bene con Harry?”
Harry, il mio cane era un Labrador nero di quattro anni che sulla fronte aveva una macchia bianca che sembrava una saetta. Come Harry Potter in pratica.
“Si, fa un po’ il depresso perchè non lo coccolo…”
“Una carezzina ogni tanto non sarebbe poi tanto male”
“Uhm, sarà….. beh, io devo andare. Il nostro letto freddo e vuoto mi attende”
“Pensa che sono solo a una cinquantina di chilometri, fra al massimo quattro giorni sarò da te”
“Non ti occupi anche del montaggio?” chiese sorpreso.
“No, sta volta no, non credo che potrei farcela e poi devo finire di lavorare ad un progetto”
“Uh, ok. Beh, adesso vai, forza, e fai vedere chi sei e quanto vali, tesoro. Bye bye”
“Ciao Broccolo” e richiusi il telefono.
Dopo una bella doccia, mi vestii come mio solito per il set (un paio di short verde militare un tantino larghi, tenuti su da un cinturone, una canotta bianca e una felpa nera per il freddo mattutino, Pass al collo, converse), mi truccai di nero come sempre, piastrai per bene i capelli sistemando il mio taglio che non arrivava alle spalle, più lungo avanti e più corto dietro, con un grosso frangettone sulla fronte che arrivava quasi sugli occhi, i capelli bordeaux scuro con sfumature nere.
Afferrai tutte le mie scartoffie, il pc, buttai tutto nella mia borsa a tracolla e chiamai un taxi per farmi portare al luogo dell’incontro.
Avremmo realizzato il video di una band parecchio nota che non aveva la più pallida idea che ci fossi io dietro tutto quello.
Loro non sapevano di me, che ero stata io a presentare i progetti per il nuovo palco e che il loro manager mi aveva comunicato le loro richieste, per permettermi di modificarlo secondo i loro gusti.
Sapevo che stavano registrando un nuovo album che sarebbe uscito fra due mesi, anticipato dal video che ci accingevamo a girare. Il demo della canzone che mi avevano dato per fare sceneggiatura e scenografia era eccezionale, ma non li sentivo da una vita…
Chissà se mi avrebbero riconosciuto da subito….
Dehehehe, sarebbe stato divertente. Magari potevo chiedere a Wayne di non dire fin da subito chi fossi, così mi sarei divertita un po’……
La macchina arrivò in poco tempo, pagai e andai tranquilla, mostrando il pass agli addetti alla sicurezza in modo da poter passare e andare sul set senza problemi. A quanto sapevo, Wayne aveva discusso il giorno prima con i cinque che erano stati entusiasti delle nostre idee e che avremmo cominciato a girare subito il video.
Assonnata e morta di fame, andai alla postazione di Wayne per ricevere ordini da dare.
“Oh, Sweet Kitty è arrivata!” Ancora dovevo capire perchè mi chiamasse così, ma vabbè… poteva andarmi peggio. Ormai però sul set, ero Kitty.
“Sweet Kitty qui per voi! Che mi tocca fare?”
“Tutto, come al solito. Supervisiona la scena principale e poi le altre per le scene singole”
“Le candele sono arrivate?”
“Si, chiedono disposizioni per posizionarle. Anche il teschio c’è” disse tirandomelo in mano. Lo guardai, gli feci una carezzina e lo lanciai di nuovo al regista.
“Bene. La ragazza?”
“Quella domani”
“Oh, ok. Come stanno al trucco?”
“Myriam è pronta, anche ai costumi è tutto pronto, devono solo arrivare i ragazzi. Se vuoi andare a controllare. I ragni?”
“Kate mi ha chiamato, ha detto che le tarantole oggi non potranno essere qui. Quindi per prima cosa ci conviene fare la scena principale sullo sfondo scuro. Ma siamo sicuri che Jim lo farà? Da che lo conosco io è sempre stato più aracnofobico di Paris Hilton” scrollò le spalle.
“Ha detto che ci sarebbe stato, male che và potremmo fare a cambio con Brian” scrollai le spalle, guardando le foto fatte per provare la luce. “Vedremo. Vado a dare un’occhiata”
Mollai la felpa sulla mia sedia (si, di quelle che si vedono nei film, con su scritto il nome. Sulla mia quei bastardi avevano scritto Kitty), misi le cuffie e andai a posizionarmi davanti al palco allestito per la scena.

Era un’ora e mezza che davo ordini per sistemare le varie cose sul “palco” quando fui avvertita dell’arrivo della band, ma non me ne occupai più di tanto: ci avrei pensato dopo.
“Ryan, più a destra. No, a destra…. Ho detto a destra! Ryan l’altra destra!” e finalmente quel citrullo capì dove posizionare quell’affare con le chitarre di Brian.
“Bene, ecco, quello dall’altro lato. Così, bravo. Vedo che almeno hai capito qual è la sinistra. Facciamo progressi Ryan” Mi voltai verso l’assistente di Wayne.
“Dov’è il tecnico della batteria? Non ditemi che alla fine deve montarla Rev, andiamo….” il tipo annuì e sgommò via.
“Bene Ryan, non è difficile. I pezzi della batteria portali lì e non rompere niente! Quella batteria costa più della nuova versione del tuo cervello. Se trovo un solo graffio la farò detrarre dalla tua paga”
Mi abbassai le cuffie sul collo e andai a versarmi un caffè. Stavo spillando dall’enorme caraffa, pensando seriamente di andare a controllare com’erano messi al trucco e di dover mangiare qualcosa prima di svenire, quando mi arrivò una figura di fianco.
Alzai a malapena lo sguardo e mi trovai Synyster Gates con un sorriso che era tutto un programma.
Mi sorpresi di una cosa: era bello. Era diventato dannatamente bello e sexy. L’avevo già notato dalle foto, ma dal vivo…. wow.
Gli occhi scuri, segnati da una perfetta linea di eye-liner, le braccia completamente tatuate e non più a macchie come un tempo. I lineamenti del viso si erano induriti e definiti mostrando gli zigomi sporgenti e le labbra sottili piegate nel solito sorrisetto strafottente, solo più… consapevole.
Adesso aveva il piercing al naso e aveva anche tinto i capelli definitivamente di nero, sparati per aria con precisione millimetrica.
Sicuri che fosse lo stesso coglione che avevo mollato ad Huntington qualche anno prima?
“Tu devi essere la famosa Sweet Kitty” fece con voce languida, una voce che a me non aveva mai rivolto, sapendo che ero io.
Come non detto: poteva anche esser diventato sexy, famoso e pluripremiato, ma era lo stesso coglione di un tempo. Ok, che ero un pò più tatuata, che avevo del tutto cambiato i capelli e che in quel momento avevo degli enormi occhiali da sole, ma dai…..
“Si sono io” risposi tranquilla, provando anche a camuffare leggermente la voce, utilizzando un tono leggermente più alto del mio di solito. Dai, vediamo fin quando avrebbe retto.
“Di Sweet però non hai molto….” si morse un labbro, con fare provocante…. minchia se se la credeva!
“Infatti è sarcastico. Tu sei?” dissi rivolgendogli un mezzo sorriso. Fece un sorrisetto beffardo e si avvicinò un po’.
“Come se non lo sapessi….” Presi un sorso dal bicchiere e lo guardai, mentre provava spudoratamente a rimorchiarmi. Sembravo davvero una facile?
“E invece…… di certo non sei un fattorino. Non sei quello che deve portare i regni, vero?”
“No, decisamente no, ma ho un camerino tutto mio che per te è aperto. Quando vuoi….”
Continuava a fare quella faccia da piacione e a lanciarmi quegli sguardi languidi. Ma davvero gi bastava così poco per farle cadere ai suoi piedi?
“Beh, magari potrei passare a farti un saluto….. e portarti una delle sciarpe di nonna Haner” sorrise, poi capì il senso delle mie parole e si raggelò, sbiancando.
“Cos…” mentre chiedeva mi alzai gli occhiali e li poggiai sulla testa, sorridendogli apertamente.
“Andiamo, Gates, non ci stai a far entrare nel tuo camerino una vecchia amica?” la faccia da piacione sparì, lasciando spazio ad un sorriso vero che gli illuminò tutto il viso come un bambino a Natale.
“Meeg! Cristo santo sei tuuuu!” Mi strinse forte fra le braccia e mi sollevò da terra, continuando ad abbracciarmi e baciarmi la testa.
Quando mi rimise giù mi prese la testa fra le mani, come per controllare che fosse vera, la faccia ancora completamente allucinata.
“Ahahaha! Si, sono io, visto?”
“Mio Dio sono così felice! Ohh vieni qua!!” e mi abbracciò di nuovo, spingendomi contro il suo petto.
“Anche tu mi sei mancato…Dai, però così mi uccidi!”
“Che diamine fai qui?!?!”
“Lavoro! Sono la vostra scenografa, baby”
“Sei una merda, sei sparita!” mi accusò, allontanandosi di poco.
“Non mi pare che tu ti sia fatto sentire”
“Ero impegnato!”
“Perché secondo te io me la gratto? Chi è che ha disegnato il tuo nuovo superfighissimo palco, eh? Eh?”
“Vuoi dire che sei stata tu?! Mio dio è fottutamente stupendo! Ci entreranno le spogliarelliste?” chiese elettrizzato e io feci una smorfia.
“Questo non lo voglio sapere e non sono affari miei. Io ho realizzato quello che mi avevano chiesto, e ho apportato le modifiche richieste. Se ci vuoi le spogliarelliste, piazzale sugli amplificatori” Mi sorrise  e poi mi abbracciò ancora.
“Oh, non puoi capire quanto sia felice di rivederti…”
“Oh anche tu… mi sei mancato!” dissi abbracciandolo quando qualcuno che si schiariva la voce c’interruppe.
Mi voltai distrattamente e….. No. No, vi prego. Ancora lei!
“Michelle!” dissi sorridendo, facendo finta di essere felice di rivederla.
“Margareth?” chiese lei scrutandomi da dietro un frangettone biondo perfetto e… rughe? Quella donna della mia stessa età aveva delle rughe attorno alla bocca? Oh, Dio.
“Si! Ti trovo bene!” Bugia!
“Grazie, ma tu sei davvero fantastica! Questo colore ti sta benissimo”
“Ah, grazie, anche tu stai bene bionda” Meglio non aggiungere delle rughe, eh.
“Che c’è Mich?” chiese Gates, incrociando le braccia e la ragazza gli sorrise appena.
“Cosa? Oh no, niente. Wayne ha detto che mancava poco alla registrazione”
“Veramente manca più di mezz’ora” La corressi io controllando sulla cartellina che avevo in mano e che stavamo rispettando a pieno regime.
La ragazza sorrise “Come non detto” e si dileguò. Appena sparì mi voltai guardando Gates con una smorfia. Lui sorrise e si versò del caffè.
“Cosa?”
“Stai ancora con quella?” scrollò le spalle.
“In un certo senso”
“Che senso?”
“Che ufficialmente sto con lei, ma poi, non le sono fedele. In verità non le sono per niente fedele, proprio zero”
“Già, l’avevo notato…. Mi fai quasi schifo, sai Bri?” lui scrollò le spalle e si versò un bicchiere di caffè.
“Non mi pare sia una novità”
“Già… Comunque, parlando di lavoro, per questa ripresa qua usa la chitarra nera e dì a Zack di prendere la rossa. Ah! E sappi una cosa” gli puntai un dito sul petto. “Prova a fare quelle mosse da gay che sembra sul punto di pisciarsi sotto che fai di solito sul palco e ti tiro un calcio in culo che non ti siedi fino all’uscita del tuo prossimo album” Mi guardò un tantino preoccupato e forse spaventato, poi sorrise e mi abbracciò.
“Non sei cambiata per niente. E’ una cosa che apprezzo” mi disse tranquillo in un orecchio e io ricambiai l’abbraccio. Aveva un buon odore, come sempre.
“Una delle mie poche qualità. Tu mi sembri un tantino diverso, ti sei montato, dì la verità”
“Un po’, lo ammetto, ma basta spegnere i riflettori che torno quello di sempre” disse tranquillo, dandomi davvero l’impressione del ragazzo poco tatuato che avevo lasciato in tour con una band non proprio ben assortita, ma con tanta passione e talento. Sospirai sul suo petto e poi mi allontanai.
“Si, ok, io apprezzo anche la professionalità. Chiaro?” Mi fece il saluto militare portandosi la mano alla tempia.
“Si signore!”
“Bravo soldato! Riposo” e scoppiammo a ridere.
Dopo un po’ dovetti lasciarlo perchè era arrivato il tipo con i piccioni bianchi ammaestrati (si, niente colombe: erano finite).
Stavo controllando lo stato del corridoio in cui avremmo girato la scena di Matt, quando mi sentii chiamare.
“Meg!” Mi voltai e sorrisi apertamente al ragazzone altissimo che mi veniva in contro.
“Jimbo bello!”
“Tu! Quando Brian me l’ha detto non ci potevo credere!” mi arrivò davanti e mi abbracciò. “Oh, sei una figa assurda. Che ti hanno fatto?” gli tirai uno schiaffo su una spalla.
“Jim cazzo quanto sei ingrassato” constatai osservandolo e affondando un dito nella sua pancia. Lui mi liquidò con un gesto della mano.
“Tutti muscoli”
“Seh, credici” scostai lo sguardo sulla figura al suo fianco, parecchio più bassa. Aveva i capelli neri tirati indietro col gel, una camicia azzurra col papillon nero e teneva le mani nelle tasche di dietro del pantalone, un tantino imbarazzato.
“Ciao Zack” lo salutai tranquilla.
“Hey Meg” disse sorridendomi, leggermente imbarazzato ma io mi avvicinai a lui, assestandogli un paio di pacche su una spalla e lui sembrò sciogliersi un po’.
“Hai tolto il septum?” constatai tranquilla.
“Si, aveva cominciato a darmi su i nervi. Comunque questo look è fantastico!”
“Visto? Tutto merito mio…. e della hair stilist”
“Come te la passi?”
“Alla grande, sto lavorando un sacco”
“Larry mi ha detto del palco, complimenti!” si complimentò Jim.
“Palco?” Chiese Zack un tantino spaesato.
“Si, il vostro nuovo palco, l’ho disegnato io” Zack si tirò una manata in faccia.
“Vuoi dire che sei tu lo scenografo a cui ho rotto le palle per un mese con le continue modifiche?” chiese imbarazzato e io scoppiai a ridere.
“Ahahah! Si, proprio io”
“Cristo scusami!”
“No dai, perché? Se non andava, non andava”

Stacey P.O.V.
Stavo sistemando le ultime sfumature di un ala di un’aquila, quando mi vibrò il telefono. Lo feci prendere all’apprendista e gli chiesi di aprire il messaggio e mettermelo davanti al naso. Era di Matt.
-Vedi di raggiungerci appena puoi, perché c’è una sorpresa- Uhm.
Finito il tatuaggio che stavo facendo, lasciai i ragazzi in negozio e a bordo della mia auto andai alla location, una sorta di capannone abbandonato. Nel parcheggio trovai Matt che mi evitò problemi con la security e mi aprì lo sportello una volta parcheggiato.
“Allora, che succede di così sconvolgente?”
“Eeeh, entra e lo saprai” disse tranquillo mentre io richiudevo l’auto col telecomando. Entrammo e in un angolo stavano posizionando un pannello bianco, Jim che gironzolava da quelle parti.
C’era una ragazza di spalle che dettava ordini mentre mangiava una ciambella.
“Ryan e porca puttana ma lo sai come si usa un cacciavite? Ma hai un arachide al posto del cervello o cosa?”
Si voltò verso un tipo al suo fianco.
“Nick, prendi nota: se questo coglione lo prendete pure al prossimo video, io me ne vado, intesi?” Il tipo annuì e io mi avvicinai alla tipa alquanto sclerotica.
“Puzzolina morta!” Lei si voltò e sorrise apertamente.
“La mia bestiaccia indefinita!” disse venendo ad abbracciarmi.
“Ahaha! Sei davvero stressata!”
“Nah, gente che dovrebbe stare a casa e non fare lavori che non gli si addicono. Ma tu? Sei una figa!”
“Oh grazie. Anche tu stai davvero bene”
“Dai, andiamo a bere qualcosa”
Ci avvicinammo ad un tavolo pieno di bottiglie e lei prese un bicchiere di caffé e un’altra enorme ciambella ricoperta di zucchero.
“Vuoi qualcosa? Prendi pure, tanto paga tuo marito” disse facendomi la linguaccia e mostrando il piercing che le avevo fatto io stessa, qualche anno prima. Era stata la prima a fidarsi dopo il corso da piercer.
“Ragazzo Meg ragazzo, adesso non esageriamo. Comunque, non mi avevi detto che eri tu a lavorare per il video” scrollò le spalle, addentando la ciambella e scoprendo che era ripiena di cioccolata.
A differenza dei ragazzi, io e Meg ci sentivamo ed era capitato anche di vederci spesso, sfortunatamente mentre la band era in tour.
“Non credo ti faccia bene mangiare questo schifo” dissi arricciando il naso.
“Lo so, ma ho bisogno di zuccheri, sono due mesi che non torno a casa e mi faccio una dormita come si deve. Stamattina mi sono svegliata alle due per essere qui in tempo per preparare tutto”
“Diamine!” dissi sorpresa, versandomi del caffé.
“Eh si, cazzo. E’ un lavoro che non ha orari. Una volta dovevamo girare un cazzo di video al tramonto, ci sono voluti due mesi per completarlo! Ti rendi conto? Due mesi, ogni giorno all’alba e al tramonto e puntualmente quella zoccola non si presentava nemmeno!” scossi la testa distrattamente.
“Allora, che ti sono sembrati i ragazzi?”
“Sono cambiati una cifra! No, in effetti Matt è uguale a prima, tranne per il piercing al labbro. Detesto quella ferraglia che mette in bocca”
“A chi lo dici, ma che ci vuoi fare, ha di queste fisse…. e gli altri? Zack? Brian?”
“Zack è diventato più bello di quanto fosse una volta. E’ venuto a trovarlo la sua ragazza, visto che c’è anche lei nel video, per il costume. Stanno davvero bene insieme e poi lei è dolcissima”
“Si, Gena è davvero fantastica ed è una parrucchiera eccezionale. L’hai messa in guardia?” chiesi scherzosamente e lei rise.
“In effetti ci avevo pensato, ma poi ho preferito farmi gli affari miei… non si sa mai. Jim è ingrassato, dobbiamo metterlo a regime, diamine” disse convinta, scuotendo la testa, il naso sporco di zucchero. “Christ è il solito nano insolente e… nano”
“Hai il naso sporco”
“Oh grazie” si ripulì e poi continuò.
“E Brian…..” fece un mezzo sospiro, guardando distrattamente il bruno, parecchi metri più vanti che urlava in una videocamera con un bicchiere di carta in mano.
“Brian?”
“Brian, non lo so. E’ cambiato”
“E’ passato parecchio dal vostro ultimo incontro?”
“Era il 2004”
“Cazzo! Ci passano due cd. Te lo sei perso nella fase ‘capelli lunghi’ l’avresti sfottuto fino alla morte”
“Oh, ma l’ho fatto! Via messaggio e chiamate, ma l’ho fatto. Comunque non ci stava male…..” Inarcai un sopracciglio scettica. Non poteva dire seriamente…..
No, diceva proprio seriamente.
“Aveva raggiunto e abbondantemente superato i massimi livelli di tamarraggine consentita a un chitarrista, sembrava la Madonna!” dissi io.
“Dai, era affascinante” Il caffé mi andò di traverso.
“Meg che cazzo ti prende? Sei in un periodo di magra con Trevor?”
“No macchè! Con Trev và alla grande, pure se non lo vedo dal vivo da un mese. Dico solo che Brian è diventato un bell’uomo”
Al sopracciglio inarcato aggiunsi gli occhi spalancati e la bocca semi aperta. Non era possibile che Meg stesse facendo dei complimenti ad Haner.
“Che c’è!?!?!” Chiese osservando la mia espressione. Gli presi al testa fra le mani, tastando quell’abominevole calotta cranica.
“Meg cosa ti hanno fatto?!?! Riprenditi Meg, riprenditi! Fatti una scopata e riprenditi! Ti presto M… No, Matt non te lo presto, però riprenditi!” Posò le mani sulle mie, staccandole dalla sua testa.
“JD, respira. Non voglio scoparmi Haner e non mi hanno fatto il lavaggio del cervello. Sto solo constatando che è diventato un bell’uomo, anche se rimase sempre il solito coglione”
“Quindi Haner è sempre un coglione, vero nana?” annuì decisa.
“Sure baby” tirai un respiro di sollievo e mi misi una mano sul petto, consolata che forse da qualche parte c’era ancora la vecchia Meg.
“Oh, grazie a Dio, non sei del tutto ammattita, è già qualcosa” rise divertita e mi diede una pacca su una spalla.
“Su, mettiti comoda da qualche parte, adesso mi tocca sgobbare. Fai la brava, eh ”
“Detto da te….”
“Appunto!” E sgommò via, in una mano ciambella e bicchiere, nell’altra la cartellina mentre urlava “Ryan! Che cazzo fai?!?!” come se fosse la bestemmia peggiore del mondo.
Mi sistemai sulla postazione della regia e dopo aver salutato Wayne mi godetti lo spettacolo dei ragazzi che registravano la scena “bianca”.
Però, era un lavoro affascinante.



Ehm…. Salve! :D
E’ qualcosa come 20 giorni (?) che non mi faccio vedere v.v
Bene così v.v
E con questo capitolo diamo inizio alla terza (ed ultima) parte della storia
Sinceramente non so quanti capitoli saranno, ne ho completati due e ho qualche spezzone
Fra l’altro non so nemmeno la storia come e quando si concluderà :D (amatemi)
So solo che in questa parte, forse, Matt e Sty andranno un po’ da parte e forse ci sarà un nuovo personaggio….
Ho qualche idea, ma non saprei v.v E’ tutto in forse
Sta di fatto che questa sarà la sezione delle rivelazioni, non dico altro v.v
Per i pochi interessati: il mio viaggio in Inghilterra è stato tranquillamente mandato a fanculo dall’istituzione scolastica e quindi fuck ._. (ho una voglia di uccidere che nemmeno immaginate)
Dichiaro amore a quelle sette anime belle che hanno recensito lo scorso capitolo (siete fighe, sul serio <3)
Colgo l’occasione per ringraziare xLumos che è una ragazza fantastica, ma io sono una merda e mi pare di nona verle nemmeno risposto (col tuo messaggio mi hai commosso, davvero e sono io a ringraziare TE e tutti quelli come te che continuano a darmi un motivo per scrivere)
Non mi viene troppo da dire, tranne che il mio belliffffimo Stark dorme qua di fianco e fusa peggio di una motosega v.v
In verità un’ultima domanda, un sondaggio in verità: se pubblicassi qualcosa nella sezione “AvengeRS” qui ci sarebbe qualche anima buona interessata?
Baci baci
The Cactus Incident
  
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Avenged Sevenfold / Vai alla pagina dell'autore: The Cactus Incident