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Autore: Bethtina    05/11/2012    3 recensioni
“E ripeto che dovremmo lasciare le cose come stanno...” .
Vuoto. Solo vuoto. Non c'era nient'altro dentro di me. Le lacrime iniziarono a scendere incontrollate ancora una volta e stavolta non mi preoccupai di nascondere la mia disperazione. Basta fingere, lo avevo fatto per troppo tempo e l'unica cosa che volevo in quel momento era andarmene e rimanere sola, pregando di riuscire a farcela senza di lui anche questa volta.
Iniziai a muovere dei piccoli passi verso l'uscita, passi lenti come se mi avessero abbandonato tutte le forze, ma una volta arrivata di fianco a lui, sul punto di sorpassarlo, lui ,senza muoversi di un millimetro, mi fece fermare improvvisamente con delle semplici parole.
“Sarebbe meglio, ma il fatto è che non voglio farlo. L'unica cosa che voglio adesso è baciarti Charlie perchè anche tu mi sei mancata da morire. Sempre che tu me lo permetta. E ti prego perdonami, perchè hai ragione: Tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata e non voglio lasciarti andare, non un'altra volta.”
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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How do I get better
Once I’ve had the best?

 

 

 

“Ci vediamo domani allora, ciao Charlotte”.Smisi di pulire il bancone e una volta alzato lo sguardo, sorrisi al ragazzo che se ne stava andando.

“Ciao Tom, buona fortuna per il tuo esame”. Si girò sorridendo dolcemente un attimo prima di inciampare nel gradino davanti a sé e poi richiudere goffamente la porta dietro alle sue spalle.

Lo conoscevo ormai da mesi e trovavo adorabile il suo modo di corteggiarmi. Ogni mattina mi raggiungeva al bancone del bar trovando mille scuse pur di parlare con me. Era goffo e impacciato si, ma dopotutto lo trovavo un ragazzo dolce, gentile e di buona compagnia.

“Non ti ha chiesto di uscire nemmeno oggi?” alle mie spalle Alice, non aveva smesso di sogghignare da quando era entrato Tom.

“No cara Alice, proprio come tu, nemmeno oggi, hai finito di pulire”.

La sentì sbuffare mentre si avvicinava ai tavoli urlando nella mia direzione: “Bè è un vero peccato, è così carino”. Sorrisi urlandole a mia volta “ Josh non sarebbe felice di sentir dire queste cose dalla sua ragazza”.

Alice mi rivolse un piccolo sguardo truce, ma poi i suoi vivaci occhi verdi si addolcirono e un sorriso strafottente si fece largo sul suo viso, “se è per questo nemmeno il tuo ragazzo sarebbe felice di sapere che ogni giorno un altro ti fa il filo in modo così spudorato senza che tu dica niente”. Scossi la testa sogghignando, Alice era così, un uragano di vita che nessuno sarebbe mai stato in grado di fermare. Mi chiedevo sempre come una così estroversa ragazza potesse aver scelto me come migliore amica, una ragazza piena di domande, sognatrice e timida.

I miei pensieri furono interrotti dal suono delle campanelle posizionate al di sopra della porta d'ingresso, che fece spazio ad una figura incappucciata e nascosta da un paio di occhiali da sole neri. Sorrisi al nuovo arrivato e mi preparai per una nuova ordinazione.

Il ragazzo si posizionò sullo sgabello esattamente davanti al bancone dove mi trovavo con un espressione seria in volto che non gli si addiceva affatto. Abbassai lo sguardo e ripresi a pulire le tazzine che avevo lasciato nel lavandino tentando di contenere le risate..

“Desidera qualcosa?”. Lo sentì trattenere una piccola risatina e poi avvicinarsi e sporgersi verso di me.

“Che ne dici di un bacio?”Pronunciò quelle parole in un sussurro, facendomi venire i brividi. Alzai il viso verso il suo, notando che la distanza tra questi era minima. Portai le mani sul suo cappuccio sfilandoglielo, liberando i suoi capelli biondi sbarazzini, facendo poi lo stesso con gli occhiali da sole. Una volta posati gli occhiali sul tavolo, puntai decisa i miei occhi blu nei suoi azzurri.

“è questo che dici alle cameriere pur di ottenere un cappuccino gratis?” soffiai sulle sue labbra. Lui non distolse lo sguardo da me, anzi continuò il gioco che avevamo iniziato alzando un piccolo angolo della sua bocca e mostrando quindi il suo sorriso sghembo.

“No, il fatto è che tutte le cameriere potrebbero prepararmi un cappuccino gratis data la mia innata bellezza, ma vedi non vorrei mai ricevere un bacio da nessuna di loro, ad eccezione di te”.

Rimasi un attimo spiazzata dalle sue parole mentre il mio viso iniziava a prendere lo stesso colore della mia camicetta rossa, lui dal canto suo scoppio in una fragorosa risata nel vedermi in quello stato e si avvicinò ancora una volta a me prima di parlare.“ Bè? Che fai ancora li impalata? Tu mi sei mancata e io non vedo l'ora di abbracciarti da almeno un mese, quindi ti prego facciamola finita con questo stupido gioco e vieni qui!”

Non me lo feci ripetere due volte e gli gettai le braccia al collo. Mi era mancato così tanto. Mi era mancato tutto di lui, i suoi occhi, la sua risata, i suoi abbracci... Ci staccammo dopo svariati e infiniti secondi solo per dare una piega migliore a quel momento magico dove c'eravamo solo io e lui. Si chino' verso di me per poggiare delicatamente le sue labbra sulle mie che ormai da giorni aspettavano con ansia quel semplice contatto.

“Ciao Niall,come va?” Una sorridente Alice si avvicinò a noi, dando una calorosa pacca sulla spalla al mio ragazzo.

“Ciao Alice, allora ti è piaciuta la sorpresa di Josh?”.

Josh era il fidanzato di Alice, nonché il batterista della band di Niall. Inizialmente Alice moriva dalla voglia di conoscere Harry e sia io che Niall tentammo invano di farli mettere insieme. Il problema era che non erano fatti per stare insieme per via dei loro caratteri fin troppo simili e quindi avevano finito per diventare inevitabilmente grandi amici. Alla fine però durante la festa di compleanno del mio irlandese a cui erano stati invitati tutti, Alice e Josh si incontrarono e dopo mesi di corteggiamento da parte di lui, finalmente lei accettò di uscire. Se prima era diffidente dal prendere seriamente quella storia, il giorno esatto della loro prima uscita, lei dovette ricredersi, dato che tornò a casa dicendo di aver trovato l'uomo della sua vita.

“A dire il vero non c'è stata nessuna sorpresa. Lo avevo avvisato che i miei turni erano cambiati e che il giovedì finisco il turno un'ora prima, ma quando mai quella testa vuota mi ascolta! Quindi l'ho trovato fuori sul pianerottolo con un mazzo di fiori tra le gambe mentre cercava le chiavi sotto lo zerbino”. Sia io che Niall ridemmo di gusto immaginando il povero Josh sorpreso di trovare Alice ad osservarlo dietro di lui. Mi piacevano come coppia, si amavano e nonostante la diversità sapevano completarsi a vicenda.

Una volta che Alice, se ne fu andata lasciandoci finalmente soli, sommersi Niall di domande. Dopotutto lui faceva parte di una delle band più famose del momento e aveva l'occasione di viaggiare in ogni parte del mondo e io adoravo ascoltare le sue storie. Sarei stata ore ed ore li ferma immobile ad ascoltarlo senza mai fiatare. Se c'era una cosa positiva di me era proprio quella: ero una brava ascoltatrice.

“Non mi va di parlare di lavoro, voglio passare una giornata solo con te, l'altro giorno c'è stato il nostro secondo anniversario e non abbiamo potuto festeggiare, quindi voglio rimediare. Indovina dove ti porto?”

“Non saprei, dammi un indizio”dissi perplessa.

“Ci siamo stati due anni fa” esclamò lui entusiasta.

Aggrottai la fronte, continuando a non capire ma non feci in tempo a fiatare che lui mi prese la giacca e me la lanciò dritta in faccia.

Iniziai a infilarmela puntandolo con sguardo omicida.“Scusa, ma ti sembra il..”

“Non rovinare tutto, hai la giornata libera non ti preoccupare. Vedrai ti piacerà”. Disse guardandomi con occhi da cerbiatto che, lo sapeva, avevano il potere di farmi sciogliere immediatamente.

E detto questo mi trascinò con se fuori dal locale senza nemmeno darmi il tempo di salutare la mia amica che nel frattempo osservava la scena da lontano sorridendo divertita verso la nostra direzione.

Il posto era vicino al bar, infatti ci arrivammo dopo una camminata di dieci minuti. Ricordavo quel parco, era pieno di bellissimi ricordi. Era diventato il mio posto preferito ed era li che mi rifugiavo ogni volta quando stavo male o semplicemente quando mi mancava Niall. Era il nostro posto. Era li che lui mi aveva baciata per la prima volta. Era li che tutto era cominciato.

Non posso far a meno di scoppiare dalla gioia ogni volta che ripenso a quel giorno di due anni fa, quel giorno in cui lui entrò nel bar per sfuggire ai paparazzi che non gli lasciavano tregua. Era all'inizio del suo successo, ma da subito lui e la band di cui faceva parte, erano diventati amati da tutti in Inghilterra. La storia del loro gruppo aveva affascinato anche me,tanto da non farmi perdere nemmeno una puntata di x-factor. Ricordo di averlo aiutato ad uscire dal bar quel giorno senza farsi vedere, mostrandogli l'uscita secondaria del locale,accorgendomi solo dopo di chi avevo davanti e quindi perdendo l'occasione di fare una foto o semplicemente di chiedere un autografo. La settimana seguente però, con mia grande sorpresa, ritornò al bar per ringraziarmi e con naturalezza e nessun imbarazzo iniziammo a parlare del più e del meno. Da quel giorno per tutti gli altri giorni che seguirono ogni mattina si presentava da me con la scusa che il mio cappuccino fosse il migliore che avesse mai assaggiato, e di certo io non mi lamentavo. Piano piano nei suoi confronti stava nascendo qualcosa di forte che ovviamente non avevo intenzione di rivelare a nessuno per non sembrare troppo banale, chi volevo prendere in giro lui era una star in debutto, cosa ci avrebbe mai trovato in me. Poi però, un giorno si decise a chiedermi di uscire e dato che il bar chiudeva un po' prima del solito, ne approfittammo per fare una piccola passeggiata. Camminammo fino allo stesso parco in cui ci trovavamo adesso fino ad arrivare nello stesso esatto punto in cui ci eravamo fermati in quel momento. Ricordo ancora l'agitazione che provavo, e per questo non la smettevo di parlare e ridere nervosamente. E poi ad un tratto le cose cambiarono per entrambi con un semplice e dolce gesto. Io stavo parlando del più e del meno, nonostante mi fossi accorta del suo sguardo puntato sul mio profilo. Poi,senza preoccuparsi di avermi interrotto, disse: “Vorrei baciarti Charlie, posso?E non mi dire che i baci non si chiedono ma si danno perchè io sono un gentiluomo e ti rispetto.” Ero rimasta spiazzata da quelle parole ed fu in quel preciso momento che capì cosa volessi davvero. Come mi diceva Alice, dovevo lasciar perdere tutte le paranoie che avevo,quali il successo, le fan psicopatiche, e ascoltare semplicemente il mio cuore. Lui era ciò che volevo e quindi non mi pentii di annuire per poi lasciarmi cullare da quelle piacevoli emozioni che solo i baci di Niall sapevano dare.

Una leggera brezza mi scompigliò i capelli riportandomi alla realtà e realizzai che erano passati due meravigliosi anni da quel giorno e che i ricordi erano ancora vividi in me.

“Lo sapevo che ti saresti ricordata. Guarda che lo so che ora stai pensando a quello che è successo qui due anni fa.”

“Che posso dire, se non che Ti amo?”. Niall mi guardò sorpreso, stupito dal mio comportamento, come d'altronde feci io. Non ero mai riuscita a pronunciare quelle parole con naturalezza, senza arrossire o iniziare a balbettare. Lasciò la presa sulla mia mano, per poi prendere delicatamente il mio viso tra le sue.

“Ti amo anche io Charlie e non smetterò mai di ripetertelo.” Chiusi gli occhi per assaporare meglio il contatto con le sue labbra, dolci e calde come ogni volta che incontravano le mie. Senza smettere di baciarmi, mi alzò delicatamente da terra e iniziò a girare velocemente su se stesso facendomi sorridere sulle sue labbra,seguita successivamente da lui. Eh si, era davvero una fantastica giornata!

 

Due mesi dopo.

 

Non potevo crederci. Erano arrivati addirittura a quel punto. Avevo sempre odiato i fotografi ad eccezione di quelli che si occupavano di fare foto artistiche naturalmente, ma purtoppo da quel giorno avevo un vero motivo per parlare di odio. Erano due anni che vivevo con il peso del successo di Niall. Non gliene facevo una colpa, dopotutto ero stata io a decidere di stare con lui e ne avevo accettato le conseguenze ma non pensavo che si sarebbe arrivati a così tanto. Pensavo che forse se non mi fossi fatta vedere troppo la loro attenzione sarebbe rimasta su Niall e invece ogni volta che uscivamo le nostre foto finivano inevitabilmente sul giornale, e non era facile per me che ero abituata ad essere invisibile, anche se con il tempo ci avevi fatto l'abitudine. Le minacce di morte delle Fans erano all'ordine del giorno e anche se non lo davo a vedere ogni volta che leggevo le loro cattiverie ci rimanevo male. Alice e Niall mi dicevano di stare tranquilla e di non ascoltarle e io sorridevo ogni volta rispondendo che non c'erano problemi quando in realtà ogni giudizio mi faceva morire dentro per via della mia stupida insicurezza.

Le ultime settimane però furono le peggiori. Niall era impegnato quasi ogni giorno e raramente riuscivamo a vederci. Per di più lui era tornato in Irlanda a trovare la sua famiglia e prendersi una piccola pausa, e nonostante fossi contenta che li avesse l'occasione di rivedere i parenti, questo rendeva il tempo per vederci ancora minore. Come se non bastasse i giornali continuavano a parlare di una possibile relazione tra lui e una ragazza del posto facendo ovviamente scatenare litigi tra di noi nonostante le sue continue rassicurazioni riguardanti quella storia.

Alla fine la situazione si era un po' calmata. Ma questo prima di quello stupidissimo giorno. I giornali non facevano altro che parlare della festa in discoteca a cui avevo partecipato con Niall qualche giorno prima. Sulla prima pagina c'era la mia figura con le gambe aperte, intenta a scendere dalla macchina, che mostrava involontariamente la biancheria intima sotto il vestito. Non ce la feci, una volta visto il giornale corsi a casa e mi buttai sul letto a piangere. Odiavo essere al centro dell'attenzione, figurarsi in quel modo. Non mi lasciavano mai in pace e ogni volta finiva tutto cosi. Una nuova succulente storia per i giornalisti e lacrime amare per la sottoscritta.

Ad un tratto il campanello di casa mia suonò e sentì mia madre parlare amichevolmente con la persona appena entrata.

“Ciao Niall, vieni entra pure, è di sopra. Calmala tu, io non riesco a parlarci”.

Senti i passi affrettati sulle scale, che rallentavano piano piano mentre arrivavano alla mia porta.

Bussò leggermente alla porta e non ricevendo risposta continuò con più insistenza.

“Charlie, apri. Lo so che ci sei”.

Silenzio.

“Parliamone, per favore. Aprimi.” Pronunciò l'ultima parola con più dolcezza e nel suo tono non c'era affatto rabbia ma comprensione, per il mio stupido comportamento. Scivolai piano giù dal letto e girai la chiave nella serratura senza preoccuparmi di aprire la porta, continuando invece la mia camminata verso il letto che non avevo lasciato da almeno un paio d'ore.

Niall si avvicinò lentamente e senza dire niente mi prese tra le braccia e iniziò a cullarmi. Io cercai di trattenermi, ma ero troppo debole e vulnerabile con lui, e immediatamente scoppiai a piangere, lasciando cadere tutte le lacrime che mi erano rimaste sulla sua camici azzurra che profumava di buono, di fresco.

“Mi dispiace”.

“Non è colpa tua, è loro”. Le parole mi uscivano strozzate per via dei continui singhiozzi dovuti al mio pianto da bambina immatura. “Sono sempre pronti a giudicarmi e mi puntano i loro stupidi obbiettivi fin sotto i vestiti. E come se non bastasse hanno dato un altro motivo alle tue fans di insultarmi e darmi della puttana. Li odio, li odio tutti.” Iniziai a dimenarmi tra le sue braccia, ma lui non aveva intenzione di lasciare la presa, anzi mi strinse più forte a sé e iniziò ad accarezzarmi la schiena tentando di calmarmi.

Dopo un'ora passata così, uniti in quell'abbraccio che sapeva si salato per via di tutte quelle lacrime, Niall era riuscito finalmente a calmarmi e a convincermi a riposare.

“Io devo andare adesso, ci vediamo domani”. Si chinò a baciarmi dolcemente la fronte e prima di cadere in sonno profondo, notai una cosa che mai era successa. Non mi guardava. Non mi guardava come era solito fare quando stavo male, non cercava i miei occhi per rassicurarmi con i suoi. Il suo sguardo non aveva incontrato il mio, ma io lo vedevo, vedevo gli occhi spenti con cui se ne stava andando, lasciandomi li da sola con la sgradevole sensazione che presto sarebbe successo qualcosa di più grave.

 

 

Mi piaceva l'autunno. Le foglie degli alberi diventavano rosse, gialle e marroni, dando vita a un bellissimo gioco di colori che sapevano scaldare il cuore. Un leggero venticello mi scompigliò i capelli e accarezzò il mio viso pallido, facendomi venire i brividi al solo tocco.

Ero in anticipo lo sapevo. Ma lui non sarebbe arrivato tardi. Stava per succedere qualcosa, lo avevo capito dalla freddezza del suo messaggio, e non ero sicura di essere pronta.

Una testa bionda si fece largo tra la piccola folla radunata vicino alla fontana, e velocemente si avvicinò alla panchina su cui ero seduta da più di un quarto d'ora.

Non mi salutò come faceva di solito, ma si sedette semplicemente di fianco a me mantenendo le distanze. Iniziò a torturarsi le mani, puntando però lo sguardo su un gruppo di bambini davanti a noi, intenti a dar da mangiare ai piccioni.

Silenzio. Quel silenzio imbarazzante che non osi riempire per via della delicatezza della situazione. Quel silenzio che però decisi di rompere per porre fine a una preoccupazione durata giorni e giorni.

“Hai detto che dovevamo parlare”. Iniziai a soffiare nervosamente su una ciocca di capelli neri che mi ricadeva sul viso pizzicandomi il naso, ma che non dava segni di volersi spostare. Alla fine avvicinai velocemente una mano ad essa per spostarla dietro all'orecchio, sperando che Niall non notasse il leggero tremolio che l'aveva accompagnata in quel gesto nervoso e carico di tensione.

“Credo che sia meglio finirla qui Charlie”. Le aveva sussurrate quelle parole, eppure erano arrivate dritte al cuore con un colpo secco. Un rumore. Il rumore di qualcosa che si spezza. Strano come delle semplici parole possano provocare sensazioni cosi dolorose. Sospirai. In fondo era la cosa migliore e io lo sapevo. Lo sapevo da giorni ormai. Ma lui ancora non mi guardava e io volevo i suoi occhi su di me. Gli stessi occhi che sapevano sempre rassicurarmi e guardarmi con sincerità.

Presi coraggio e mi girai verso di lui che a quanto pare trovava veramente interessante quel gruppo di ragazzini.

“Guardami Niall”.

Lui parve impallidire improvvisamente a quella mia strana richiesta. Poi piano piano si girò verso di me, posando finalmente quel mare così azzurro su di me.

“Voglio dirti che va bene così. Lo capisco, è la cosa migliore. Negli ultimi tempi le cose sono peggiorate talmente tanto da non poterci passare sopra senza prestarvi attenzione. Non voglio diventare un peso per te. Devi essere libero di vivere il tuo successo senza niente che ti blocchi. E quindi va bene.” Trattenni a stento il magone che mi si era formato in gola, spostai e chiusi gli occhi per trattenere le lacrime. Non dovevo piangere, non li. Non ancora una volta davanti a lui.

Niall però mi prese il mento con le dita e mi girò verso di se per riprendere il contatto tra i nostri sguardi che io qualche secondo prima avevo interrotto.

“Non sei un peso per me Charlie. Non lo sei mai stato. Io ti amo, e odio vederti star male ogni volta per qualcosa che dicono in giro su di me. Odio vederti star male per ogni stupido giudizio, perchè so quanto ti faccio star male nonostante tu dica che va tutto bene. Ma più di tutto odio saperti nel tuo letto a piangere, senza che io possa far niente per farti stare meglio perchè sono dall'altra parte del mondo. Hai bisogno di trovare qualcosa di migliore. Qualcosa di migliore di me, qualcosa che renda la tua vita migliore.”

Feci per aprir bocca, ma le parole non uscirono. Forse aveva ragione. Anche lui aveva bisogno di qualcosa di migliore. Tutto sarebbe finito. Niente più litigate, problemi e giudizi, niente di niente. E anche se non avrei avuto il mio lieto fine, tutto sarebbe finito e forse le cose sarebbero andate meglio per entrambi.

Niall si alzò dalla panca, si chinò verso di me lasciandomi un lieve bacio all'angolo della bocca, per poi sparire per sempre dalla mia, ormai insulsa vita.

 

 

Sei mesi dopo.

 

“CHARLIEEEEEEEEEE”.

La tazzina che tenevo in mano cadde a terra, rompendosi in tanti piccoli pezzi che di li a poco avrei dovuto ripulire io per colpa di quella stupida della mia migliore amica.

“Cosa c'è da urlare Alice?”

La ragazza si avvicinò pericolosamente a me, segno che qualcosa di terribile le stava ronzando nel suo malefico cervello.

“Sabato prossimo usciamo e non dirmi che hai da fare perchè lo so che passi tutti i sabati sera a guardare film strappalacrime e ad ingozzarti di cioccolata”. Feci per aprir bocca e contestare, ma con sguardo truce lei mise fine o meglio non fece nemmeno iniziare il mio tentativo di contestazione.

“Josh ha quattro ingressi per un nuovo locale e pensavo che tu potevi venire insieme a Tom”.

Nel sentire il nome di Josh il mio cuore iniziò a prendere a battere velocemente. Josh, significava Niall. Alice sembrò capire il motivo del mio improvviso silenzio e si affrettò ad assicurarmi che a quella festa Niall non avrebbe preso parte.

“Non ti preoccupare. Comunque non so se sia il caso..Io e Tom siamo usciti solo una volta sola e lo sai quanto lui sia timido...”

“Appunto perchè c'è stato solo un appuntamento bisogna farlo un po' sbloccare e dargli un'altra occasione”.

“Ma non ho niente da mettere e...”. Non riuscì a terminare la frase che Alice mi piantò davanti agli occhi i due biglietti per la festa.

“Il tuo vecchio vestito blu andrà benissimo. Tieni. Ci vediamo sabato a quest'ora e a quest'indirizzo”. Detto questo mi salutò velocemente, mentre prendeva la sua giacca e si precipitava fuori dal locale.

Una festa. Forse mi avrebbe fatto bene dopotutto. Dovevo distrarmi e quale occasione migliore per farlo? Erano passati sei mesi ormai, dovevo lasciarmi tutto alle spalle anche se faceva ancora male. Tom si era deciso a chiedermi di uscire finalmente e io, non sentendomela di rifiutare, avevo subito accettato per evitare di ferirlo. Niall era stato chiaro : dovevo cercare qualcosa di migliore, e Tom forse lo era, dovevo solo dargli una chance. Lui era diverso da quello stupido irlandese e questa era la sua carta vincente.

 

Musica alta, gente ubriaca già dalle nove di sera e puzza di fumo mista a sudore dappertutto. Una festa fantastica aveva detto Alice. A me sembrava la solita stupida discoteca piena di gente che per una sera voleva apparire diversa da quello che era mascherandosi da persone perfette. Esattamente ciò che nessuno di noi è.

Tom non mi aveva accompagnata, inventandosi la scusa di un impegno con i suoi compagni di università, nonostante sapessi esattamente che il vero motivo della sua assenza era la sua poca profonda stima per questi tipi di feste.

Era ormai un'ora buona che stavo seduta davanti al bar sorseggiando il mio drink. Alice e Josh erano andati in giro a salutare gente lasciandomi in compagnia di un ragazzo che non la smetteva di vantarsi del suo nuovo album fotografico per un catalogo di moda di un piccolo negozio. Però poi lo avevo lasciato li a parlare con altri del suo grande successo, mentendo sul fatto di aver visto una mia cara vecchia amica proprio al bancone del bar.

La mia serata si prospettava interessante. Noia, noia e ancora noia.

“Una ragazza così carina non dovrebbe starsene tutta sola”.

Quel tono lo conoscevo talmente bene che non mi servì nemmeno guardare la persona che aveva parlato. Mi girai e subito mi gettai tra le sue braccia.

“Liaam, oddio da quanto non ci vediamo?”

Anche se sorpreso dal mio comportamento, Liam rispose immediatamente al mio abbraccio cullandomi dolcemente a destra e a sinistra.

“Un sacco, ci sei mancata pulce”.

“Anche voi, tanto. Ma dove sono gli altri?”. Non feci in tempo a finir di parlare che due mani mi coprirono gli occhi e lasciarono spazio a profumo di tabacco.

“Indovina chi sono?”

“Mmm...voce calda e sensuale. Sicuramente sei quel figo di Zayn”.

Mi girai sorridendo una volta che le sue mani lasciarono la presa dal mio viso, e subito gettai le braccia al collo del ragazzo. Dietro di lui vidi Harry e Louis, e infatti, mi ci fiondai poco dopo , stringendoli in una caloroso abbraccio.

“Mi siete mancati ragazzi”.

“Anche tu nanetta. Era da un sacco che non ti offendevo più.” disse Harry con la sua solita voce roca, spettinandomi amichevolmente i capelli.

Mi erano mancati davvero quei quattro ragazzi, con cui avevo stretto un rapporto da subito speciale. Niall me li aveva presentati dopo aver ufficializzato la nostra relazione. Anche se loro sapevano già quasi tutto di me dato che, a sentir loro, il biondo non faceva altro che parlare di me continuamente. Mi accolsero subito tra di loro e capì immediatamente perchè Niall era felice di vivere un' esperienza così grande insieme a quei quattro ragazzi. Nonostante tutte le cose che si dicevano in giro, erano persone davvero fantastiche, in grado di metterti subito a tuo agio.

Iniziammo a chiacchierare del più e del meno di tutto quello che era successo durante questi sei mesi e grazie a loro la noia e i pensieri negativi abbandonarono la mia testa. Ero intenda nell'osservarli parlare amichevolmente con me quando mi accorsi che stava succedendo qualcosa. Loro erano qui. E Niall?Era con loro?. Non feci in tempo a realizzare ciò che stava succedendo, che improvvisamente, nell'esatto momento in cui la musica si fermò lasciando spazio alle voci e agli schiamazzi delle persone presenti,una voce alle che mai avrei potuto dimenticare, mi fece sobbalzare.

“Ciao Charlotte”.

Mi girai lentamente ritrovandomi ancora una volta immersa in quel mare così perfetto che erano i suoi occhi, facendo cadere tutti i muri che in quei mesi mi ero costruita intorno al cuore.

 

I ragazzi smisero immediatamente di parlare tra di loro e ci puntarono gli occhi addosso. Il mio corpo cadde in completo silenzio e sembrò che tutto si fosse fermato intorno a me. Tutti stavano ballando ma fu come se ci fossimo solo noi con i nostri sentimenti forse mai dimenticati.

“Niall”. Quel nome. Quanto mi era mancato pronunciarlo ad alta voce, e improvvisamente mi sentìì più leggera come se un enorme peso si fosse levato dal petto. Lui era qui e nonostante mi fossi ripromessa di cambiare le cose, non potei fare a meno di gioire per la sua presenza.

“è bello vederti”. Dovette urlarmi nell'orecchio per via della musica che nel frattempo era ripartita, ma l'unico motivo per cui non riuscì a capire ciò che mi aveva detto era il fatto che non percepì altro se non il suo respiro caldo che mi sfiorò delicatamente.

“Non riesco a sentirti” urlai a mia volta avvicinandomi.

Lui si guardò un attimo intorno, portando il suo sguardo per tutta la sala fino a fermarsi in un punto dietro le mie spalle.

“Vieni con me”. Mi prese la mano e mi trascinò con se facendosi spazio tra la folla. Sul mio viso involontariamente si allargò un enorme sorriso dovuto al semplice tocco della sua mano.

Arrivammo davanti ad una grande porta nera che una volta aperta mostrò una piccola saletta arredata in modo semplice, con dei tavoli posizionati di fronte ad alcuni divanetti di pelle nera.

Liberò la presa dalla mia mano evidentemente in imbarazzo e iniziò a grattarsi la testa in modo nervoso mentre prendeva a gironzolare per la stanza.

Ad un tratto si girò verso di me sorridendo e mi invitò a sedere sul divano accanto a lui. Dal canto mio io rimasi tutto il tempo immobile sulla porta ad osservarlo in ogni minimo movimento. Non era cambiato, rimaneva sempre perfetto a miei occhi ingenui. Vedevo lo stesso ragazzo che anni prima mi aveva rubato il cuore, per poi distruggerlo in mille pezzi.

“Allora come stai?”. Accompagnò quelle parole rivolgendomi un piccolo sorriso che io non riuscì a non ricambiare.

“Sto bene, e tu? I ragazzi mi hanno raccontato del viaggio in Australia.”

“Si è stato bellissimo. Avevi ragione valeva la pena visitarla.” Recepì quelle parole con amarezza e delusione riportandomi al periodo in cui ancora eravamo felici. Stavamo decidendo la meta per la nostra prima vacanza insieme e cercavo invano di convincerlo che il continente australiano sarebbe stato il posto perfetto per noi. Alla fine non riuscimmo ad organizzare una vacanza abbastanza lunga da poterci andare e rinunciai all'idea con la promessa che un giorno ci saremmo andati.

Il silenzio calò improvvisamente e nessuno dei due parve essere in grado di dire qualcosa ,nonostante le domande fossero tante.

Fu Niall a rompere quell'imbarazzante momento con l'ultima delle domande che mi sarei aspettata di sentire.

“Hai trovato qualcuno?”. Abbassò lo sguardo verso il pavimento non appena pronunciò la frase, forse un po' troppo diretta.

“Sto uscendo con un ragazzo, si chiama Tom. E tu?” Ero molto imbarazzata e mi senti in colpa per quello che gli avevo rivelato ma ormai eravamo in ballo, perciò perchè non chiedere?

Alzò lo sguardo e con serietà mi disse “Con Nessuna. Non c'è mai stata nessun'altra dopo di te.”

Si alzò improvvisamente lasciandomi li a guardare un punto inesistente sulla parete di fronte. Un senso di colpa e di rabbia mi invasi e prima che lui lasciasse la stanza mi girai per fermarlo.

“Non puoi fare così. Non farmene una colpa. Sei stato tu a dirmi di trovare qualcuno di migliore. Io ci sto provando e forse dovresti farlo anche tu.”

Lui sospirò e con un sorriso nervoso alzò il viso verso il soffitto.

“Hai ragione. Non avrei dovuto dirtelo. Dimentica tutto.” Aprì la porta e il fastidioso suono della musica alta arrivò fino al punto dove mi trovavo. Prima di uscire si girò verso di me e con tristezza mi salutò. “Ciao Charlie. Sì felice.”

La porta si chiuse dietro quello che sarebbe stato un addio. Dietro quella persona che fino a poco tempo prima credevo fosse la persona con cui avrei passato il resto della vita.

 

“Eddai Charlie, possiamo parlarne. Ti ho detto che mi dispiace.”

Erano ore che Alice continuava a scusarsi con me. Lasciando da parte il lavoro e talvolta trattando male i clienti che l'assillavano mentre tentava di farmi parlare.

“L'ho fatto per te.” Ammise poi abbassando leggermente il tono di voce.

Non resistetti più. Smisi di lavare le tazze, buttando con troppa forza quella che tenevo tra le mani e mi girai infuriata verso di lei,afferrai il suo braccio e la trascinai nel magazzino sul retro.

Lasciai che chiudesse la porta dietro di sé prima di urlarle in faccia tutta la rabbia che provavo, non solo nei suoi confronti.

“Perchè non mi hai detto che ci sarebbe stato? Lo sai quanta fatica ho fatto per lasciarmelo alle spalle e tu mi combini pure un incontro con lui rovinando tutto il lavoro fatto in questi stupidi mesi.”. Di lì a poco sarei scoppiata, me lo sentivo. Le lacrime raggiunsero i miei occhi minacciose e dovetti strizzargli più volte per fermare il loro percorso.

“Oh ma piantala. Ti senti quando parli? Io sto male e tu devi lasciarmi soffrire in silenzio” disse imitando quella che doveva essere la mia voce da bambina depressa.

“Non sopportavo più di vederti in quello stato. Lo sappiamo tutte e due che nonostante tutte le stronzate che mi racconti ogni giorno, Niall ti manca da morire. E non pensare che non sia così anche per lui, perchè nemmeno Josh sopporta più questa situazione.” Rimasi in silenzio, non sapendo che altro dire per difendermi. Aveva ragione ed era inutile contestare la cosa. Lui mi mancava ma io non volevo ammetterlo.

Mi lasciai cadere a terra, poggiando la schiena sul muro e avvolgendo le ginocchia con le braccia. Le lacrime iniziarono a scendere lentamente bagnando il mio viso. Nascosi la testa in quell'abbraccio con me stessa e mi lasciai cullare dalle braccia di Alice che pochi secondi dopo mi strinsero a sé.

“Voi vi amate Charlie.”, il suo tono di voce nel pronunciare quelle parole si addolcì e la sua mano prese a massaggiarmi delicatamente la schiena.

“ E se vi amate perchè rendere tutto così difficile? Solo se state insieme sarete felici. Non lasciare che tutto vada a rotoli solo perchè tutto ciò che vi circonda non vi viene incontro. Se rimarrete insieme tutto si supererà. Avete lottato per due anni interi e poi un giorno avete deciso che non ce l'avreste fatta. Bè sai che ti dico? Voi ce la farete perchè non potete fare a meno l'una dell'altra. In questi mesi vi siete sempre cercati e controllati a vicenda, perchè continuare a fare tutto segretamente invece di far tornare le cose come prima. Esattamente come quando eravate felici nonostante le difficoltà?”

I singhiozzi non davano segno di voler smettere e istintivamente mi strinsi ancora di più il viso tra le gambe per cercare di fermare quel dolore che scendeva sotto forma di lacrime amare. Alice si fece ancora più vicina per darmi il suo sostegno e sussurrarmi le ultime parole del suo affettuoso discorso: “Charlie non ti permetto di rovinarti la vita. Lui è la cosa migliore che ti sia mai capitata, come tu lo sei per lui.”

Mi bloccai immediatamente e alzai lo sguardo sulla mia amica. Lei mi sorrise dolcemente e gli occhi le si illuminarono come se avesse intuito il motivo della mia reazione a quell' ultima frase.

Come potevo essere stata così stupida? Alice aveva ragione, come sempre d'altronde. Mi ero lasciata influenzare dagli ostacoli che avevamo incontrato e invece di lottare avevo preferito ritirarmi come una vigliacca. La verità è che avevo paura di non essere abbastanza da meritare l'affetto e l'amore di Niall e tutte le stupidate che mi raccontavo ogni giorno erano solo delle scuse per giustificare il mio stupido comportamento. Dovevo sbrigarmi e rimediare finchè potevo.

Sorrisi alla mia migliore amica e l'abbracciai forte. “Grazie, ti voglio bene Alice”

“Che fai ancora qui? Lo trovi a casa zuccona” Mi accarezzò dolcemente la guancia e vi posò un dolce bacio. Mi alzai frettolosamente, raggiungendo di corsa la porta del magazzino. Rischiai di inciampare un paio di volte nel percorso tra il bancone e la porta d'ingresso nel tentativo di mettermi la giacca contemporaneamente mentre a lunghe falciate mi dirigevo fuori dal locale dove tutto era iniziato. Mentre lasciavo che la porta si chiudesse alle mie spalle, per sbaglio andai a sbattere contro qualcuno che era in procinto di entrare.

“Oh mi scusi non...Tom!”.

“C-c-iao Charl-o-otte” fece un respiro profondo prima di continuare. “Sono passato per chiederti di uscire finito il turno...ma hai pianto? È successo qualcosa?” chiese preoccupato.

Io rimasi ferma un attimo con la tentazione di ritornare dentro e accettare l'invito del ragazzo, ma fortunatamente il cuore parve prevalere sulla ragione che però, forse, per la prima volta sembrò essere d'accordo con i sentimenti.

“Mi dispiace”dissi superandolo. Mi stupì quando senti una presa salda stringere con forza sul mio braccio per impedirmi di andare. Quel gesto doveva essergli costato molto e infatti non appena mi girai, il ragazzo abbassò subito lo sguardo imbarazzato, alleggerendo di poco la presa senza tuttavia lasciarla.

“Charlie, mi dici che...”

“Mi dispiace” ripetei senza lasciargli il tempo di finire la frase. Lui parve capire e un velo di tristezza attraversò i suoi occhi castani che senza averne colpa, non potevano competere con gli occhi azzurri di Niall, gli occhi dell'unica persona che volevo al mio fianco per sempre.

Finalmente lasciò andare il mio braccio e prima di correre via sussurai un addio, essendo consapevole che quella sarebbe stata l'ultima volta che lo avrei visto e nonostante il bene che gli volevo, la sofferenza che gli causavo non poteva fargli altro che bene. Lui si che avrebbe dovuto cercare qualcosa di migliore.

 

Quante volte avevo percorso quella strada. Con la differenza che il motivo della mia visita ora era diverso. Nonostante lo avrei trovato sicuramente a casa, non potei fare a meno di correre per assicurarmi di arrivare in tempo e riuscire a cambiare le cose, compreso il mio futuro.

Raggiunsi il palazzo dove viveva insieme agli altri componenti della Band e la fortuna volle che incontrassi un piccolo aiuto all'ingresso.

“Liaaaam, non chiudere, devo passare.”

“Ehi Charlie, che succede?”.

Arrivai affannata davanti a lui e con il fiatone iniziai a supplicarlo.

“Devo entrare, è importante Liam.”

Lui mi guardò perplesso ma lasciando poco dopo sul suo viso spazio ad un sorriso dolce e comprensivo. Si sposto leggermente mentre con la mano teneva aperta la porta per farmi passare.

Lo ringraziai velocemente e mi fiondai sulle scale. Terzo piano a destra. Ancora due rampe di scale e finalmente lo avrei raggiunto.

Una volta finita quella pazza corsa mi fermai un secondo, per riprendere fiato, davanti alla porta di casa sua. Senza pensarci due volte bussai, forse con un po' troppa insistenza, sperando di non trovare dietro quella porta solo delusione.

Sentì dei passi provenire dall'interno e una risata, la sua, rieccheggiare nell'aria,

“Hai dimenticato ancora le chiavi vero Liam?”

La porta si spalancò lasciando posto all'espressione perplessa sul viso di Niall.

“Charlotte, che ci fai qui?” chiese preoccupato.

“Possiamo parlare?”dissi con il fiatone.

“Certo. Vieni entra”. Si spostò permettendomi l'accesso in quello che era stato uno dei tanti posti dove più passavamo il tempo insieme. Ci divertivamo così noi, bastava un film, tanta roba da mangiare e un pomeriggio pieno di affetto. Non era cambiato niente. Il disordine regnava sovrano nonostante Liam fosse uno dei pochi ragazzi più ordinati che esistessero al mondo. Ma dopotutto a forza di dover sistemare tutti i casini che Niall combinava, era normale che si fosse stufato.

“è successo qualcosa Charlie? Mi sembri scossa.” Il suo tono di voce si era fatto premuroso e ai miei occhi non era passato inosservata l'indecisione della sua mano prima di arrivare a toccare la mia spalla in segno di conforto.

Scossi la testa prendendo fiato e preparandomi a parlare.

“Mi manchi Niall, voglio che tutto torni come era prima.”

Lui si affrettò a togliere la sua mano dalla mia spalla e si allontanò di qualche passo da me, guardandomi scioccato e sorpreso.

Poi l'espressione sul suo volto divenne severa e interruppe il contatto tra i nostri occhi.

“Non possiamo Charlie. Ormai le cose sono cambiate è impossibile farle tornare come prima. Me lo hai ripetuto anche l'altro giorno e avevi ragione. Entrambi dobbiamo andare avanti e migliorare la nostr....”.

“Adesso smettila”. Nonostante il tono basso di voce, lui si bloccò immediatamente e non finì nemmeno di pronunciare quella frase che ormai risultava così sciocca alle mie orecchie.

Entrambi lasciammo sospesa quella discussione per pochi attimi di silenzio fino a che ancora una volta non mi preparai a rivelare tutto ciò che sentivo.

“Come posso ottenere una cosa migliore se prima ho avuto il meglio?”.

Mi bastò pronunciare quella frase per esprimere tutto l'amore nei suoi confronti e lui sicuramente avrebbe capito. Ora stava tutto nella risposta mi avrebbe dato.

Sospirò e tornò a guardarmi negli occhi.

“Che vuoi che ti dica Charlie? Che Ti amo? Si Ti amo e questo non è mai cambiato.” Sentivo che il suo discorso ancora non era terminato e forse quello che avrebbe detto non sarebbe stato piacevole da sentire. Ma la speranza ancora non mi aveva abbandonato e non potei fare altro che aspettare incrociando le dita nell'attesa.

“E ripeto che dovremmo lasciare le cose come stanno...” .

Vuoto. Solo vuoto. Non c'era nient'altro dentro di me. Le lacrime iniziarono a scendere incontrollate ancora una volta e stavolta non mi preoccupai di nascondere la mia disperazione. Basta fingere, lo avevo fatto per troppo tempo e l'unica cosa che volevo in quel momento era andarmene e rimanere sola, pregando di riuscire a farcela senza di lui anche questa volta.

Iniziai a muovere dei piccoli passi verso l'uscita, passi lenti come se mi avessero abbandonato tutte le forze, ma una volta arrivata di fianco a lui, sul punto di sorpassarlo, lui ,senza muoversi di un millimetro, mi fece fermare improvvisamente con delle semplici parole.

“Sarebbe meglio, ma il fatto è che non voglio farlo. L'unica cosa che voglio adesso è baciarti Charlie perchè anche tu mi sei mancata da morire. Sempre che tu me lo permetta. E ti prego perdonami, perchè hai ragione: Tu sei la cosa migliore che mi sia mai capitata e non voglio lasciarti andare, non un'altra volta.”

Mi girai lentamente verso di lui e un sorriso radioso si fece spazio sul mio viso ancora marchiato dalla scia di lacrime che finalmente avevano smesso di scendere.

Gli buttai le braccia al collo e posai delicatamente le labbra sulle sue, l'unico posto dove sarebbero dovute restare per sempre, in quell'incastro perfetto che erano le nostre emozioni.

Lui mi strinse più stretto a se alzandomi di poco da terra fino a farmi arrivare all'altezza del suo viso.

“Ti amo Charlie.” soffiò sulle mie labbra. Mi avvicinai ancora a lui e tra un bacio e l'altro dissi:

“Ti amo Niall”.

Lui sorrise sulle mie labbra e si staccò nuovamente per parlarmi.

“E stavolta è per sempre”. Lo bacia ancora e ancora perchè quello era l'unico modo per fargli capire il mio amore e la mia felicità nel sentirlo pronunciare quelle parole. Sarebbe stato per sempre e questo nonostante le difficoltà che avremmo trovato. Tutto finalmente era tornato al proprio posto e sicuramente sarebbe solo migliorato, perchè finalmente lo avevo capito: Era lui. Lui e soltanto lui. Eravamo Noi. Per sempre solo Noi.

TINA'S CORNER
Ciao ragazze, eccomi con un'altra one-shoot, questa volta su Niall.
Sempre scritta dalla mia amica Giulia.
Mi raccomando recensite, fatemi sapere cosa ne pensate :)
ok, ora vadosssssss
se vi va di leggere l'altra One-shoot su Harry
:http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1198064&i=1
s
e invece volete aggiungermi su twitter:
https://twitter.com/martina_viero 
                                                                                                                                        -Tina.

 

   
 
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