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Autore: moonwolf    05/11/2012    4 recensioni
E se tutto fosse andato diversamente?
...se Amy e Rory fossero rimasti solo fidanzati?
...se Amy avesse dato alla luce un bambino invece di Melody?
...se da questo bambino dipendesse la sorte della civiltà dei Signori del Tempo?
Genere: Avventura, Fantasy, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Amy Pond, Doctor - 1, Doctor - 11, Nuovo personaggio, Rory Williams
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Papà per un giorno

 

Una brusca frenata lo avvisò dell’arrivo. Senza perdere neanche un secondo sporse la testa fuori: decine e decine di giostre, musica che rendeva l’atmosfera festosa, bambini accompagnati dai genitori che correvano eccitati di qua e di là con gli occhi colmi di meraviglia, come i suoi in quel momento. Chiuse la porta catapultandosi nella stanza del bambino, impaziente di andare a divertirsi.

“Matthew! Siamo arrivati!”, rimase di stucco trovandosi di fronte ad un bimbetto alto poco più di un metro.

“Dov’è finito Matthew? E tu chi sei?” come diavolo ci era entrato un bambino nel suo Tardis?!

“Io sono Matthew!”, il Dottore strabuzzò gli occhi.

“Non è possibile! Tu sei un bambino di quattro anni che sa già parlare! Matthew è in quella fase del infanzia dove l’unica cosa che sa fare bene è: mangiare, dormire e riempire pannolini! Com’è possibile che…?” si bloccò sbiancando improvvisamente.

Quattro anni…lui aveva impostato il Tardis quattro anni nel futuro, ma non era mai successo che i viaggi nel tempo influissero sull’età fisica di una persona. Un dubbio improvviso lo assalì, e se quella stanza in legno era, per così dire, esterna al Tardis e la sua protezione temporale lì non avesse avuto alcun effetto? Era l’unico modo per spiegare quella spiacevole situazione e la più logica.

“Gran brutta situazione, ma non ha importanza, ci penseremo più tardi. Adesso è il momento di andare a divertirsi!”, il bambino lo guardò con aria interrogativa.

“Ma la mamma non ti aveva raccomandato di non farmi entrare nel Tardis, per nessuna ragione al mondo?”, gli occhi del Dottore iniziarono a brillare dall’eccitazione.

“Wow sei un fenomeno! Hai un linguaggio e un lessico già strutturati, nulla a che vedere con gli altri umani della tua età. Si vede che sei figlio di tua madre, per quanto riguarda tuo padre…beh… . Comunque avevi promesso che avresti mantenuto il segreto e, se proprio vuoi, possiamo tornare in quel noioso paese, in quella noiosa casa, a fare cose noiose e lasciare perdere la gita a Disneyland…”. Al sentir nominare il parco divertimenti l’animo del bambino si riscosse e la stessa euforia scatenatasi nel Dottore, ora si stava impossessando anche di Matthew.

Il bambino iniziò a tempestarlo di domande, ma il Dottore lo zittì e, prendendolo per mano, lo condusse fuori dal Tardis. Matthew, rimasto a bocca aperta, iniziò a spostare lo sguardo in ogni direzione per assaporare ogni istante di quel magico posto.

Al Dottore sembrò di ritornare indietro negli anni, al primo viaggio che fecero lui e Amy. La ragazza era rimasta meravigliata, come suo figlio, dallo splendore dei luoghi incantati dove l’aveva condotta il Dottore. Ora che lo vedeva cresciuto non si sorprese di vederlo tanto simile alla piccola Amelia Pond: gli stessi occhi, le stesse lentiggini sulle gote, lo stesso visetto tondo e paffuto. Il particolare che lo sorprese furono i capelli del bambino. Non erano rossi e lisci come quelli della madre, neanche biondicci e crespi come quelli di Rory, ma di un castano scuro leggermente mossi e morbidi, forse un gene appartenente a qualche vecchia generazione… .

“Dottore sbrigati!” iniziò a tirargli il lembo della giacca, costringendolo ad uscire dai suoi profondi pensieri e ad avviarsi verso l’entrata principale.

File e file di persone aspettavano con impazienza il loro turno alla cassa, ma ASPETTARE era un verbo che non compariva nel dizionario personale del Dottore. Perciò, mostrando alle persone il suo speciale documento d’identità, saltò la fila e spiaccicandolo sul vetro della cassa, spiegò con fare professionale:“Centro della sicurezza per i divertimenti dei più piccoli. Desidererei entrare, con il mio fidato assistente, per controllare l’efficienza lavorativa e la sicurezza delle vostre giostre”.

La cassiera non osò controbattere a tanta magnificenza, azionò il cancello d’entrata che si spalancò, permettendo a quei due strani individui di entrare nel magico mondo dei divertimenti.

“Wow! Sei davvero forte Dottore! Da grande vorrei diventare proprio come te!”, l’uomo rise prendendo il bimbo sulle spalle.

“E io Matthew vorrei essere giovane e arzillo come te! Mah chissà che nella mia prossima rigenerazione non sarà possibile…? Allora da dove cominciamo??”, il bambino indicò una casa diroccata, con le finestre sporche di manate rosse.

“Uh! La casa dei migliori assassini della storia! Sei sicuro di non avere paura?”

“Pfff! Dottore….sono figlio di Amelia Pond!”, il Dottore scoppiò a ridere.

 

“Non pensavo che un adulto come te potesse avere tanta paura di una giostra così…” il Dottore, con le gambe strette al petto, iniziò a dondolarsi terrorizzato sulla panchina al di fuori della casa, mentre il bambino si sforzava di non mettersi a ridere.

“Dottore era tutto finto! Non serviva che ti mettessi ad urlare in quel modo minacciando Jack lo Squartatore con il cacciavite sonico…”, l’uomo era terrorizzato.

Mai avrebbe pensato che la mente umana potesse essere tanto sadica e crudele.

La sua anima pacifista ne era rimasta profondamente turbata.

Il piccolo Matthew, invece, sembrava essersi divertito e più di una volta l’aveva sentito mettersi a ridere di fronte al pericolo.

Umani!

“Sarà meglio che la prossima giostra la scelga tu”, il Dottore annuì poco convinto.

Le tazze rotanti.

Matthew non riusciva  a credere che un uomo del calibro del Dottore potesse divertirsi su delle giostre da bambini. Quando glielo fece notare l’uomo non dissentì, ma spiegò semplicemente che gli ricordavano il Tardis quando faceva le bizze.

Poi fu la volta dei trenini che attraversavano il bosco fatato. Quando un inserviente tentò di dissuaderlo dal salire, perché adulto, il Dottore si era messo a sbraitare e ad appellarsi al diritto di uguaglianza. Non ci fu nulla da fare. Si posizionò ai primi posti, iniziando a fare declamazioni quali “Oh! Guarda quello!”, “Fantastico! Quella specie aliena non l’ho ancora incontrata nei miei viaggi!”. Tra i due, Matthew era il più maturo, ma vedere il Dottore così felice ed entusiasta, rendeva il suo piccolo cuoricino colmo di gioia e speranza che quella giornata non finisse MAI.

 

Nel parco c’erano molte famiglie. Vedere tutti quei bambini, assieme ai genitori che si prendevano premurosamente cura di loro, velò l’umore di Matthew di una leggera tristezza e nostalgia.

Cosa che non passò inosservata al Dottore, che capì subito qual era la radice del problema e voleva, come suo solito, porvi rimedio.

“Ehi Matthew! Ti và dello zucchero filato?”, il bambino non aveva la più pallida idea di cosa fosse lo zucchero filato, ma intuì che fosse una cosa piacevole dal tono del Dottore.

Annuì, cercando di sembrare felice, ma quando un bambino della sua età, a mano con il padre, gli passarono davanti, la malinconia prese il sopravvento.

Poi accadde qualcosa che non si sarebbe mai aspettato.

Il Dottore, uomo che molto raramente si faceva prendere dal sentimentalismo, gli prese la manina, stringendola delicatamente tra le sue dita forti mentre gli sorrideva rassicurante.

Il viso del bambino si illuminò di gioia e il Dottore sapeva che nessuna stella, o galassia, era bella quanto quel sorriso.

Entrambi scoprirono di odiare lo zucchero filato, sputacchiandolo adosso alla gente che li circondava e beccandosi non poche minacce.

Quindi si diressero verso uno dei tanti ristorantini del parco e quando un cameriere gli si avvicinò per prendere le ordinazioni, il Dottore diede prova della sua ineguagliabilità.

“Vorrei dei bastoncini di pesce  e una scodella piena di crema”, il cameriere era perplesso

“Signore, se posso vorrei consigliarle un hamburger o un piatto di patatine fritte…”

“Non mi dirà che non avete un po’ di bastoncini di pesce e della crema!?!”

“Certo signore, come desidera!”.

Matthew era perplesso quanto il cameriere, lui non aveva intenzione di mangiare QUELLA ROBA! Il Dottore lo rassicurò,

“Vedrai che ti piaceranno , ne sono certo! Niente è meglio dei bastoncini di pesce in crema e…dei farfallini! Sono due cose estremamente fighe!”.

Il bambino tentennava, si portava davanti alla bocca il bastoncino ricoperto di crema, ma non trovava il coraggio per addentarlo. Il Dottore, invece, ne divorava uno dietro l’altro, non preoccupandosi neanche di pulirsi il viso impasticciato di crema.

“Dai coraggio! Sono deliziosi!” sbiascicò a bocca piena sputacchiando pezzi di cibo su tutta la tovaglia bianca.

Un respiro profondo e se lo cacciò tutto in bocca, aspettando chissà quale sapore schifoso. Ma rimase sorpreso. Non aveva un sapore così forte, anzi, era addirittura buono!

“Allora come ti sembra?”

“Mi piace!”.

Il Dottore sorrise compiaciuto, quel bambino gli piaceva proprio, sarebbe potuto diventare un ottimo compagno di viaggio se solo Amelia Pond non fosse stata sua madre.

Amelia. Pond. Per poco non si soffocò. E ora come avrebbe spiegato l’improvvisa crescita di suo figlio?! L’avrebbe ammazzato, ne era certo! Tanto valeva pensarci quando fosse stato il momento e continuare a godersi quella bellissima giornata. Erano anni che non si divertiva così.

 

In quello preciso istante, qualche migliaia di anni luce di distanza, un’astronave aliena si avvicinava alla Terra, non ben intenzionata.

Un grande schermo nella sala di controllo della nave mostrava l’immagine del Dottore mentre si abbuffava, imitato da Matthew.

“Soggetto identificato”, una serie di informazioni iniziarono a scorrere su un secondo schermo.

Un uomo si fermò, fissando l’immagine, mentre un lampo d’odio scorreva nei suoi occhi.

“E così è lui…l’ultimo Signore del Tempo…sarà un piacere eliminarlo” si girò verso la schiera di macchine, “Terminatelo!”.

Una serie di voci metalliche si unirono in coro, “Terminare soggetto! Terminare Signore del Tempo”.

 

 

-CONTINUA-

 

 

 

-Eccomi!-

Ci addentriamo così nella vicenda, con il Dottore che combina uno dei suoi soliti disastri e la fantastica gita a Disneyland! ^_^ Nubi oscure si scorgono all’orizzonte, chi sarà l’uomo misterioso che vuole la morte del Signore del Tempo? E, soprattutto, perché vuole la sua morte?

Caro lettore lo scoprirai nel prossimo capitolo! ;D

Ti ringrazio per aver continuato a leggere la mia storia e spero vivamente che ti sia piaciuta! Apprezzerei consigli su come migliorare il mio stile o altro, perciò non trattenerti dal fare anche una piccola recensione (“anche una piccola cosa può cambiare il mondo”), le accetto volentieri!

Grazie mille per il sostegno! Ciao alla prossimaaa! :D

   
 
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