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Autore: Marty E Vanny Winchester    05/11/2012    2 recensioni
Salve! Tocca di nuovo a me presentare questo nuovo lavoro... Vabeh, che dirvi? Io odio le presentazioni U.u Comunque, è il seguito di "I'll always be there for you".
Dalla storia precedente:
"Sento uno strano vento provenire dalle mie spalle, senza pensarci un secondo di più prendo in braccio la ragazza e corro, riuscendo a passare per un soffio."
Dal primo capitolo di questa:
"Mi sento intontita, mi accorgo che sono coricata e che qualcuno sta stringendo la mia mano, cerco di aprire gli occhi ma la troppa luce mi costringe a chiuderli subito. Credo di aver capito dove sono: in un ospedale. Con la mente cerco di capire cos'è successo nelle ultime ore, il mio ricordo più recente è una luce abbagliante di cui avevo solo sentito parlare, non avevo mai visto un arcangelo in azione. Apro completamente gli occhi e trovo accanto a me Vanessa, la ragazza del piccolo Winchester"
Ho acceso la vostra curiosità?Leggete!
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'The only desire that comforts me at night, it's you'
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Punto di vista: Crowley

Tutto sta andando secondo i piani: Jessica mi è debitrice, si sente ferita da quei cacciatori e tra poco potremmo passare alla fase successiva. Non sopporto gli angeli, ma Raffaele ha fatto un ottimo lavoro alterando i suoi ricordi.

«La prossima mossa, Raffy?»

«Semplice: quando avrà torturato quel demone, sapremo che ormai è pronta. La nostra arma è finalmente utilizzabile. Appena si addormenterà si ricorderà l’incantesimo e la manderemo dai suoi “amici”. Il piano primario è quello di dividerli, isolarli. Ti ricordi, spero!»

«Con chi credi di parlare? Conosco perfettamente il piano, sono stato io a renderlo possibile»

«Senza i ricordi alterati, avresti in mano un pugno di mosche!»

«Non prenderti tutto il merito se adesso Jessica mi è debitrice e odia quelli che considerava la sua famiglia»
Mi scappa una risata malefica: «Quei deficienti non avranno idea di aver tra le mani una bomba a tempo: la nostra arma dividerà i fratelli, allontanerà Vanessa da Sam e alla fine Jess lascerà il povero Dean. Gli avremmo distrutto la famiglia e, quindi, la vita»


Punto di vista: Jessica


Ho sempre odiato il marciume –nessuno lo adora, al massimo si sopporta- e vivere in un periodo di guerra universale non mi è di aiuto: sono molto instabile psicologicamente in questo periodo.
Quando la luce del sole sparisce nell’orizzonte e la casa cala nel buio assoluto, raccolgo le mie cose e mi nascondo in un Bunker sotterraneo. Rimango fino a tardi a studiare antichi testi, enormi volumi scritti in lingue antiche e complesse da decifrare. Poi la stanchezza mi avvolge, chiudo gli occhi involontariamente e sprofondo in un sonno agitato. Rivedo tutta la mia vita con Vanessa, momenti terribili in cui mi sono sentita fuori posto, esclusa, in balia di me stessa. Perché mai ho continuato a soffrire? Se odi qualcuno, i suoi atteggiamenti non ti feriscono; no, solo chi ami può farti star male in modo così profondo. Com’è possibile voler bene a qualcuno che ti tratta così male? Non ha senso. A me no che…
Al mattino, prima che la ragione si impossessi completamente di me, mi rivolgo queste domande. Quando il sonno abbandona il mio corpo, però, smetto ti pensarci e mi concentro sul mio compito: trovare l’incantesimo giusto e aprire il portale.


***


Ormai è più di un’ora che ripeto le stesse parole, comincio a essere stanca. Non è questo, dannazione non è questo l’incantesimo giusto!

«Porca puttana!»
Rovescio tutto ciò che stava sopra al tavolo, afferro una bottiglia di vetro e la tiro contro il muro; dopo una dozzina di secondi, a pochi centimetri da dove ho rotto la bottiglia, appare Crowley.

«Ho di meglio con cui sfogarti»

«Di che parli?»

«Il demone che nel tuo universo ti ha stuprato, puoi torturarlo: questo si che ti farà sentire meglio»

“Il demone che nel tuo universo ti ha stuprato”.
Ricordo perfettamente quando gli raccontai quella storia, quella e molte altre…

 
Una ventina di giorni fa:

 
L’acqua è calda; scivola sul mio corpo, pieno di cicatrici e contusioni. Sento un dolore nel petto, un freddo nell’anima.
Ho salvato Vanessa da una morte certa, quel giorno alla piscina, ma non mi ha mai mostrato gratitudine. Le ho coperto le spalle, mi sono quasi fatta mordere da un vampiro per salvarla, ma evidentemente non è abbastanza. Non ho meritato il suo rispetto, la sua amicizia, la sua gratitudine. Da quando sono arrivati quei cacciatori, poi, si comporta come una ragazzina in piena tempesta ormonale. Il mondo sta letteralmente cadendo a pezzi e lei perde tempo a lanciarmi frecciatine e a disegnare cuoricini. Perché non la lascio perdere? Non ho bisogno di lei. Perché non vado per la mia strada? Non capisco… chi me lo fa fare?
Esco dalla doccia, alcune lacrime mi rigano il volto.
Mi metto davanti allo specchio, mi si ferma il respiro quando vedo qualcuno alle mie spalle.
Grido, cerco aiuto, ma nessuno arriva.
Sono sola, abbandonata e indifesa. Questo demone mi stupra e i cacciatori fuori dalla porta non fanno nulla per aiutarmi.

 
Mi sveglio urlando, lacrime amare sono scivolate giù dalle mie guance e hanno bagnato la pagina del libro su cui ho dormito.

«Ma che succede?! Non è… come può… come hanno potut…»
Nascondo la faccia tra le mani, i miei singhiozzi rimbombano nel silenzio del bunker. Dopo un tempo difficile da calcolare, la tristezza lascia spazio alla rabbia: inizio a sfogarmi con quello che mi circonda, butto per terra tutto ciò che trovo.
Quando non ho più qualcosa da sbattere da qualche parte, tiro un forte pugno a un armadietto per rompere il vetro e prendere una bottiglietta di liquore. Il sangue cola sulla mia mano, ma non mi preoccupo nemmeno di rimuovere i pezzetti di vetro. Non ho mai amato particolarmente gli alcolici, ma sentivo di averne bisogno. Il liquido scende con troppa velocità, mi gira la testa e mi sento bruciare dall’interno. Ho bisogno d’aria, devo uscire.
Senza preoccuparmi troppo del mio aspetto o del periodo storico, esco fuori di casa. Corro per le strade, non c’è nessuno in giro.

Non capivo quanto fosse preoccupante quel fatto.

Dopo cinque minuti iniziano a mancarmi le forze, ho il fiato corto, la gola mi brucia, le gambe urlano. Mi fermo, non ho più energie.

Un forte rumore squarciò il silenzio, istintivamente alzai lo sguardo; i miei occhi si posarono sulle nuvole bianche e su qualcosa di terrificante: stavano per sganciare una bomba.  Per la prima volta dopo molto tempo mi misi a pregare. Dio non mi aiutò, fu Crowley a salvarmi la vita.

«Tu… mi hai salvato, riavere Jenny deve essere proprio importante… »

«Non ti ho salvato perché mi serve Jenny, cioè non solo per questo»

«Grazie»

Per la prima volta, da quando ero stata abbandonata, mi sentii al sicuro.

«Devo confessarti una cosa… non sto cercando un modo per riaprire il portale e consegnarti Jenny, voglio solo tornare a casa mia»

«Lo sospettavo»

Non c’era risentimento nella sua voce, né rabbia sul suo viso. Mi sentii a mio agio, quindi gli raccontai molto più di quanto volessi realmente.

 
Presente.

 
«Pensi di stare lì così ancora per molto? Sai com’è, mi sento solo»
Mi accorgo solo adesso di essere finita in una stanza quasi buia; l’aria è opprimente, l’olfatto è invaso da un odore terribile di uova marce e mi prudono gli occhi per colpa della polvere. Il re dell’inferno mi ha portato qui, approfittando del mio stato mentale: ero proprio immersa nei miei pensieri.
Deglutisco rumorosamente e butto un occhio verso l’essere legato alla sedia. Il tramite è lo stesso, questo rende ancora più terribile la situazione. Non voglio stare qui, ma non ho alcuna intenzione di mostrarmi impaurita.

«Ho sentito qualche storia, ma non pensavo fossero vere»
Esordisce lui, lasciandomi un po’ spiazzata.

«Di cosa parli?»

«Perché dovrei dirti qualcosa?»
Alzo gli occhi al cielo, ma velocemente torno con lo sguardo sul mio interlocutore.

«Crowley vuole che ti torturi»
Cambio discorso, non ho alcuna intenzione di dargli corda.

«Bè, stai andando molto bene: sto morendo di noia»
Stringo le braccia al petto, sento molto freddo. Spero sia colpa del calo termico e non dell’ansia. Non parlo, non trovo le parole. Il silenzio diventa quasi opprimente, avverto una sensazione di claustrofobia.

«Non hai fegato…»
Non lo lascio finire: ho già impugnato un coltello, bagnato di acqua santa e molto affilato.

«L’altra volta mi hai affrontato quando ero più vulnerabile, non credere che saresti riuscito a sopraffarmi in altre circostanze!»
Gli faccio un piccolo taglio sul collo; in un primo momento urla di dolore, ma presto inizia a ridere.

«Brava, fai il loro gioco! Stai seguendo alla lettera un copione che nemmeno conosci»
Faccio un paio di passi indietro e lascio cadere il coltello: risuona nel silenzio quasi irreale della stanza, facendomi pietrificare ancora di più.

«Di che diavolo stai parlando?»
Sussurro, dopo un tempo molto lungo.

«Prima di parlare, fai questo segno sul muro»
Disegna qualcosa nell’aria, non è un simbolo molto difficile, ma non riesco capire perchè dovrei farlo. Gli rispondo spostando la testa di lato e guardandolo con espressione vaga.

«Ti vuoi muovere!»
Mi urla contro, facendomi trasalire. Alzo le spalle e inizio a disegnare sul muro il simbolo che ho capito, ma presto la sua voce mi fa fermare.

«Devi usare il tuo sangue, tesoro»
Senza troppi complimenti mi taglio la mano, emettendo un gridolino sommesso di dolore, e completo il simbolo.

«Adesso possiamo parlare senza che orecchie indiscrete ci spiino»
Mi volto verso di lui e aspetto che continui la frase, ma non sembra intenzionato a proseguire.

«Ah basta! Ho capito qual è il tuo intento: mi risponderei e in cambio ti dovrò dare qualcosa, la libertà giusto?»

«Almeno quel pennuto non ti ha fatto diventare stupida»

«Spiegami tutto e se sarò soddisfatta, ti lascerò andare»
Taglio corto, senza rendermi davvero conto delle mie parole.

«Lo sarai, fidati. Prima di tutto, però, dimmi: perché stai dalla parte dei demoni?»

«Non sto dalla loro parte, ma Crowley mi ha salvato la vita e devo restituirgli il favore»

«Sai che aprire il portale può mettere a rischio la vita dei tuoi amici dall’altra parte?»

«Non mi interessa e poi loro non sono miei amici!»
Sputo le ultime parole come fossero veleno. Un ghigno strano esce dalle labbra del suo tramite, non riesco a capire il motivo di quella reazione.

«Ti hanno proprio manipolato!»
Altre risate; non lo tollero oltre: gli butto addosso dell’acqua santa. Grida, mi chiama puttana cinque volte e poi continua a parlare: «Non pensavano che gli stessi ascoltando, invece ho sentito una conversazioni molto interessanti tra Raffaele e Crowley»
Mi cedono le gambe, devo tenermi al tavolino pieno di attrezzi per la tortura per non cadere; sono esterrefatta, incredula, sorpresa, sconvolta tutto insieme.

«L’arcangelo e il re dell’inferno che… conversano?»

«Non parlavano nel tempo, ma di te»
La mascella è sul punto di lussarsi, un’altra rivelazione del genere e avrò bisogno di un medico.

«Che cosa dicevano? Perché parlavamo di me?...»
Un milione di domande si fanno largo nella mia mente.

«Non pensi che mi sia meritato di essere slegato, almeno le mani?!»

«Prima devi raccontarmi tutto!»
Rispondo seccamente, non so cosa darei per potergli aprire la testa in due e tirargli fuori le informazioni.

«Io sto collaborando, fallo anche tu puttana»
Stringo il pugno, con le unghie mi procuro dei piccoli taglietti, ma non sento alcun dolore. Afferro un coltello e glielo pianto nella coscia. Questa volta produco solo urla di dolore, che diventano più intense quando giro il coltello e lo pianto più in profondità.

«Basta! Okay lurida puttana, parlerò!»
Urla quelle parole così forte che quasi mi perfora un timpano. Tolgo il coltello, mentalmente chiedo scusa al suo involucro e invocò la pietà di Dio.

«Stanno collaborando. Ti hanno portato dalla loro parte e vogliono che tu distrugga la vita ai Winchester»

«Spiegati meglio»
Gli punto contro un coltello, così si affretta ad aggiungere:

«Non è un caso se tu sei rimasta qui, loro volevano che tu rimanessi. Dean si è sbagliato, ti ha confuso con Jenny, non ti hanno abbandonato, non ti odiano per niente»

«Non è andata così, loro hanno preferito non rischiare e lasciarmi qui»
La mia voce non è limpida, il dolore per quel fatto è ancora molto forte.

«Raffaele ha alterato i tuoi ricordi! Ti sei mai chiesta come mai, ogni giorni che passava, odiavi sempre più i tuoi affetti e ti avvicinavi sempre più a Crowley?»
Le sue parole mi fanno riflette, in effetti quadra: nonostante gli atteggiamenti di Vanessa ho continuato a provare per lei un grande affetto, abbiamo passato molto tempo insieme, non lo avrei mai fatto se mi avesse trattato male.
Lei non mi ha mai ferito, è stato l’arcangelo a farmi credere il contrario.

«Capisco dalla tua espressione che ti sto dicendo cose che hai sempre saputo, inconsciamente almeno»

«Che devo fare adesso?»
Non riesco a crederci: ho davvero fatto una domanda simile a un demone, a questo demone?

«Prima mi sleghi e poi addormentati»
Tutto mi sarei aspettata, ma non questa risposta. Mi ha consigliato di dormire? Strabuzzo gli occhi. Dopo qualche secondo aggiunge:

«Raffaele, tramite un sogno, ti farà ricordare la formula per aprire il portale»
Potrò andare via da qui, potrò riunirmi alla mia famiglia. Forse riuscirò a dimenticare il passato, i ricordi falsi e dolorosi, e tutto tornerà come prima. Mi volto, sto per andare via, ma il demone fa un teatrale colpo di tosse così ritorno a fissarlo.

«Non pensi che mi sia meritato un po’ di gratitudine?»

«Quello che mi hai detto mi ha fatto capire che la gratitudine non va concessa a chiunque»
Trovo la porta per uscire e, mentre il demone mi minaccia e mi da appellativi poco carini, esco dalla baracca. Un vento freddo e minaccioso mi entra nelle ossa. Mi stringo le mani al petto, cerco di rielaborare quello che ho scoperto e di capire dove sono finita.
Sono in mezzo a una foresta, arbusti dalle forme più svariate mi accompagnano in un lungo cammino. Perdo il conto di tutte le volte che inciampo, ma continuo imperterrita. L’ultima cosa di cui ho bisogno è slogarmi una caviglia, così tengo lo sguardo basso e non mi accorgo di essere vicina a un precipizio. Cado, inizio a rotolare; non riesco a fermare la caduta, sento la pelle lacerarsi e le ossa rompersi. Perdo conoscenza, sono travolta da una miriade di informazioni: parole in una lingua sconosciuta, ricordi confusi che si confondono, il dolore interiore e quello fisico, la felicità e l’amore.

***

Non sento freddo, non sento dolore, non sento paura. Sono cullata in un sonno senza incubi, senza immagini e senza emozioni. Spero con tutta me stessa di essere morta, voglio morire.
A un certo punto, non saprei dire da quale parte della mia mente, affiorano delle emozioni difficili da ignorare. Acquisisco forza e la voglia di vivere si impossessa di me, costringendomi a lottare.
Con molta lentezza apro gli occhi, la luce del sole mi acceca, ma presto i miei occhi si abituano. Sono sdraiata sull’erba fresca, all’ombra di un albero da frutti. Seduto accanto a me, un ragazzo dai profondi occhi color ghiaccio, capelli corvini, labbra seducenti e lineamenti perfetti mi sorride.

«Ti ringrazio»
Quando mi rivolge quelle parole, posso costatare che anche la sua voce è fantastica.

«Per… cosa? Chi sei tu? Dove siamo?»
Un altro sorriso si disegna sulle sue labbra, rosse e carnose. Mi alzo di scatto, allontanandomi dalla sua bellezza, così magnetica e quasi irreale.

«Non devi avere paura di me, ti ho salvato la vita»
Oh no. Per esperienza so che nessuno fa mai niente per niente. A chi sono debitrice questa volta?

«Non mi sei debitrice, perché tu hai salvato me»
Mi sento leggermente sollevata, ma dura poco: si avvicina, annullando quasi del tutto la distanza.

«Non ti devi più preoccupare della guerra, non siamo più nel passato»

«Davvero? Com’è successo? Non ho recitato la formula…»

«Sono stato io, ho aperto il portale e ti ho portato nel futuro»



** angolo dell'autrice **
scusate il ritardo  clamoroso >_<
spero che il capitolo sia, almeno, bello e sia valsa l'attesa!
Non vi trattengo oltre, scrivete una bella recensione e poi siete liberi xD
 

 
 
 
  
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