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Autore: Mama we re All full of Lies    05/11/2012    4 recensioni
-Vedrai che ti piacerà, è pieno di belle ragazze.-
-E di bei ragazzi.-
Sbuffai roteando gli occhi al cielo. Possibile che ai miei non andasse giù il fatto che fossi bisessuale? Loro dicevano che avevo una rotella nella mia testa che non andava come doveva andare, affermavano convinti che loro erano una coppia modello da cui prendere spunto, senza nessun ingranaggio mal funzionante. Peccato che la loro lingua funzionasse fin troppo bene.
Anche ora che eravamo in macchina non facevano altro che dirne di tutti i colori. Ragazzi qui, ragazzi là, ragazzi che ce l'avevano lungo quanto la canna di un fucile. Sentii l'ennesima risatina occupare l'aria e decisi di non farci caso, presi le mie cuffie e mi sparai una canzone dei Green Day a tutto volume. Al Diavolo i miei e le loro fottutissime battute.
Genere: Comico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti | Coppie: Frank/Gerard
Note: AU, Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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-Andiamo, Frank, alzati da quel letto. Non puoi passare il resto dei tuoi anni sotto le coperte. Ti do una mano ad alzarti?-
-Mh…-
-Suvvia, idiota. I pazienti non si visitano da soli.- scostò con forza le tende della mia stanza, lasciando entrare la luce. Un sacco di luce. Per fortuna, il mio strato di coperte mi impedivano di espormi al diretto contatto  con il sole.
-Ray, ti devo parlare...-
Lui mi guardò serio –Parleremo, ma non qua. Magari più tardi.-
-Ti hanno mai detto che assomigli a una rana?-
-…Lo prendo per un si. Vedi di alzarti, non ne posso più di farti la lavatrice.- prese tra le braccia un malloppo di vestiti e biancheria sporca e si volatilizzò nel nulla. Il mio orologio segnava ancora le undici e mezzo del mattino. Cristo, era troppo presto. Richiusi gli occhi e non li riaprii prima delle due.
 
 






Alle tre del pomeriggio eravamo seduti sulle gradinate esterne dell’edificio, nella parte sud, che dava su un giardinetto curato e non molto grosso, completamente recintato. Mi  stavo chiedendo quanto ci avrei impiegato a scavare una buca sottoterra per arrivare dalla parte opposta e cosa ci avrei trovato. Dopo quello che era successo con Jamia e Gerard… quel nome, diamine... avevo deciso che la mia permanenza si sarebbe ridotta di molti anni. Mesi. Settimane. Magari anche ore. Oh, insomma, era più di una settimana che non strimpellavo la mia chitarra, mi mancava fare l’amore con lei, mi mancava il mio letto macchiato, mi mancava casa. Sognai a occhi aperti il momento in cui sarei ritornato là, sbattendo fuori i miei.
Non vedevo l’ora.
-Allora Frank, di cosa volevi parlarmi?- Ray prese posto accanto a me, tenendo d’occhio i pazienti, in particolar modo Lyn-Z –Avevi ragione, aveva solo bisogno di una boccata d’aria.-
Sorrisi lieve –La porterai mai via di qui?-
-Se guarirà.- Calò un silenzio imbarazzante tra di noi, nel quale mi parve di sentirlo ruttare.
-Riguarda Gerard.-
-Oddio, Frank, perché non me ne hai parlato prima? Quell’essere ermafrodite ti ha fatto qualcosa?-
-Oh  si, certo, ha ammesso di essere uomo.-
Lui mi guardò spalancando gli occhi –Sai che non lo farebbe mai.-
-Bè… diciamo che… Io non so come dirtelo, non vorrei che tu mi giudicassi male. Ma io voglio davvero, ci terrei tanto, tanto tanto, a portarmi a letto Gerard.-
Lo vidi guardarmi strano, assumere un’espressione indecifrabile e allontanarsi appena da me -…Ok.-
-…Ok? Io ti parlo di un mio più grandissimo sogno erotico e tu dici “ok”? Dove sta il problema, è perché sono bisessuale?-
-Non sei tu il problema, Frank.- disse lui tranquillamente –è l’altro. Sai… Gerard…-
-D’accordo, non immaginavo che avresti avuto una diversa reazione, quindi va bene così…-
-Frank. Ehi.- mi strinse forte le mani –Lo vuoi? Prenditelo. Sai da quanti anni si lamenta che vorrebbe un cazzo in culo? Tu non ne hai idea. Voglio solo metterti in guardia…- non lo lasciai finire che mi buttai tra le sue braccia. Lyn-Z, da lontano, parve fulminarmi con lo sguardo.
-Ray, diamine, grazie!-
-Ehi, su, va da lui.- mi fece l’occhiolino –Se incontro Jamia, ci penso io a trattenerla. Non vorrei che rovinasse un incontro. Sai, ora che vi siete lasciati…è diventata paranoica.-
Fosse la prima volta…
-Noi non siamo mai stati insieme, quante volte dovrò ripetertelo ancora?-
Mi rialzai, spettinandolo dalla gioia, correndo poi  fino alla reception, lieto di non vedere il viso fresco di Jamia dietro il balcone –Mi scusi, buon uomo, sa per caso dove si trova Gerard? È uno dei pazienti.-
-Le visite dei pazienti più pericolosi sono proibite. Solamente il direttore può avere un diretto incontro con loro.- disse un medico panciuto al di là del balcone,  senza staccare gli occhi dalla rivista porno che stava leggendo –Gerard è stato spostato in una cella di isolamento.-
-Isolamento…? E da quando? Perché?-
Sbuffò a pieni polmoni –Da ieri mattina. Pare che lo abbia chiesto lui e minacciava di uccidere qualcuno, se non lo avessero accontentato.-
-Gerard è capace di uccidere?-
-Ha puntato contro un dottore una lametta per le unghie. Sembrava serio.- scoppiò a ridere –Cavoli, chissà dov’ero in quel momento.-
Merda. Gerard era in una cella di isolamento, solo ovviamente, ma lo aveva chiesto lui… Mi sentii un idiota. Potevo almeno farlo venire una volta, quando mi si presentò l’occasione giorni fa, prima di lasciarlo a terra seminudo.
…E ora?
Mi voltai, già rassegnato, trovandomi davanti un ragazzo occhialuto, palesemente nerd, stretto nella sua felpa larga. Pareva completamente perso, guardandomi con insistenza, come se stesse per aprire bocca e chiedermi qualcosa –E tu saresti…?-
-Mikey. Mikey Way.- sussurrò. Dovetti avvicinarmi a lui per sentirlo.
-Posso esserti d’aiuto? Sei un paziente nuovo?-
-Oh no, no… Sono qui per una visita. Cercavo Gerard.-
-Mi spiace deluderti, ma le visite sono state annullate.-
-Ho un mandato del direttore, posso vederlo.-
Mi bloccai, vedendoglielo in mano. Avrei potuto rubarlo e correre come un matto per l’intero ospedale, fin che non avrei trovato la stanza esatta e mi ci sarei chiuso dentro a chiave. Nemmeno un carro armato ci avrebbe separati, a quel punto…
-Questo cambia tutto. Posso accompagnarti, se ti va.-
Oh si, nemmeno un carro armato…
-Volentieri, grazie. Pare che siano tutti troppo occupati per aiutarmi.-
-Scopata gratis.- bisbigliai –Come? Si, certo, molto occupati… Sarà la giornata delle visite, chi lo sa… Sai che il paziente che vuoi visitare è uno dei più pericolosi, vero?-
-Certo, come non saperlo?-
-Bene, allora spiegami il perché.- lui parve sorpreso della mia richiesta. A quest’ora non m’importava se qualcuno cominciava a dubitare della mia vera identità, tanto oramai ero deciso ad andarmene, in un modo o nell’altro.
-…In poche parole, sono venuto qui a trovare Gerard perché non lo vedo da molto tempo, ormai. L’ultima volta che l’ho visto sono finito in ospedale.- ridacchiò nervosamente, ignorando la mia occhiataccia –Sai, difficile da dire, ma lui è mio fratello. Ha sempre avuto problemi quando era ancora a casa con me e mamma, ma non immaginavo così tanti.-
Momento, momento, momento, momento, momento, momento…fratello?
-In realtà, anche mamma non stava molto bene in fatto di sanità mentale.- una famiglia di pazzi! Perfetto! –Gerard mi raccontava che lo picchiava quando era piccolo, ma io non gli ho mai creduto. Lui diceva che gli piaceva sentire la propria voce mentre urlava. Ma poi ho scoperto che mamma lo picchiava davvero.-
-Uno shock, immagino…- sbottai falsamente interessato
-Non ho mai fatto nulla per lui. Avevo tutto: l’affetto, i bei voti a scuola, la ragazza… la droga…-  Ahh, la droga, che bei ricordi!  -Ma Gerard non aveva nulla. Poi, un giorno, si è presentato a casa verso le due di notte, ubriaco fradicio, con un fucile nascosto sotto lo spesso mantello e me l’ha puntato contro. Gli dissi di fare come riteneva giusto…e sparò.-
-Cavoli, devo ricordarmi di ringraziarlo. Credo che avrei sparato anche io, insomma, ti rendi conto della parlantina che hai? Sembravi un depresso cronico quando ti ho visto, prima. Senza offesa ovviamente.- mi affrettai ad aggiungere, notando che aveva spalancato la bocca per la notizia. –Pure irascibile sei... Ehi, a scuola mi davano del succhiacazzi, che devo dire?- l’espressione sul suo viso peggiorò. Ma perché non tengo mai la bocca chiusa?
In quel momento intravidi Ray che ci stava disperatamente correndo dietro, ricoperto interamente di sudore –Frank…devo parlarti, è urgentissimo.-
-Non ora, Ray. Non vedi che sono occupato?-
-Ne va della mia vita, ascoltami per un secondo.-
-Vado da Gerard. Magari stasera, ok? Vengo a trovarti e ci beviamo qualcosa.-
Lui restò immobile, visibilmente preoccupato, ma poi annuì piano –Lo spero…- disse solo, prima di tornare al giardino. Per un attimo mi chiesi perché aveva reagito così. Ho detto qualcosa di male? Puzzo? Quel parrucchino mi spaventa a volte –Seguimi, siamo quasi arrivati.- dissi, rivolto a Mikey.
In realtà non avevo la più pallida idea di dove stavamo andando e di quale corridoio stavamo attraversando. Lessi “Blocco otto” da qualche parte, ma nonostante gli sforzi non riuscii a ricordarmi dove. Per fortuna che almeno la mia radio umana aveva smesso di blaterare. Mi sarebbe piaciuto un sacco se avesse cominciato a cantarmi qualcosa dei Green Day, o degli Avenged Sevenfold, o ancora dei Misfits. Il mio mp3 era morto da giorni e il caricatore era rimasto a casa, chiuso in un cassetto, dimenticato dal mondo. “No, amore mio, non me ne sono andato senza di te, non temere.”, pensai intensamente, come se lui avesse potuto in qualche modo sentirmi.
Dopo un lungo girovagare mi decisi a chiedere indicazioni a un altro dottore, che con un sorriso da schiaffi sulla faccia, mi rivelò che la cella si trovava dalla parte opposta dell’ospedale. Feci finta di niente e cambiai strada lentamente, in modo che il nerd non se ne accorgesse -…Siamo sicuri che di te mi posso fidare?- Ma ti pareva, sarebbe stato troppo facile…
-Sono nuovo di qui, devo ancora imparare tutte le strade. Tu fidati.- Non vado di certo a portarti all’entrata dell’Inferno.
-Ho solo un po’ fretta. Posso restare qui poche ore.-
Finalmente arrivai sano e salvo alla cella di isolamento, mimetizzata alla perfezione in mezzo ai muri bianchi dell’ospedale. Accompagnalo dentro, pensai, ma non ce la feci. Pensavo realmente di riuscire a presentarmi ai suoi occhi come se nulla fosse accaduto? Diamine, Frank! Il tuo coraggio è andato a puttane con Jamia a quanto pare. L’unica cosa che riuscii a fare fu deglutire rumorosamente, vedendo Mikey che spariva dietro la porta della cella, avvolta in un silenzio tombale.
…Dai, se mi va bene è morto. E per la scopata?
Divento necrofilo. Potrei farci qualche pensierino…
Un dottore mi scrollò appena, risvegliandomi dal mio stato di trance. Sbattei le palpebre cinque o sei volte, prima di riuscire a ricollegare che se n’era andato lasciandomi un fogliettino tra le mani. Curioso, lo rigirai tra le dita, “Per Frank” c’era scritto.
Me lo mandava Ray.
 





 
 
 
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Si, lo so, ho fatto diventare vecchi/ie molti e molte di voi ç.ç non aggiornavo da un sacco... chiedo venia! D: Mi sa che dovrete rileggere gli altri capitoli per capirci qualcosa. Inoltre, questo è molto più calmo del precedente, ma il prossimo vi assicuro che avrà un colpo di scena e non vi immaginate neanche che colpo... oddio, mi piacerebbe vedere le vostre facce ** 
Se ci ho messo atnto ad aggiornare è perché ho dovuto rivoluzionare tutte le idee e gli spunti che avevo in testa, cambiando una cosa del tipo... tutto xD 
Spero che la lettura sia stata di vostro gradimento :3 saluti tutte le brave persone che stanno seguendo e colgo l'occasione per mandare un bacione al mio Frunk :* 

  
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