Era proprio lei, la mia migliore amica che era salita per le scale svegliandomi, era entrata in camera mia aprendo le finestre e levandomi con violenza le coperte di dosso.
Non avevo ancora messo a fuoco, non capivo assolutamente che giorno fosse e del perché quella matta di Rosita fosse venuta di domenica mattina alle sei a casa mia urlando come una matta.
Mi rimisi le coperte pigramente lamentandomi.
-Mmmh, no Rosi voglio dormire.
Lei iniziò a tirarmi dei colpi cercando di svegliarmi ma io proprio non ne avevo voglia e poi.. Illuminazione.
Cavolo, era il 19 di Maggio!
Quella sera sarei stata all'interno dell'arena di Verona, i miei cinque idoli avrebbero cantato quelle canzoni che sapevo a memoria proprio davanti ai miei occhi.
Mi alzai velocemente urlando.
-Oddio Rosita, che ore sono?
-Sono le sei e venti, sbrigati preparati velocemente tua mamma è già pronta, muoviti altrimenti perdiamo il treno.
-Sìsì, vado.
Dissi vestendomi con le prime cose che mi capitarono.
LAVORO IN CORSO.