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Autore: SoleStelle    06/11/2012    1 recensioni
Questa storia è la terza e ultima parte della serie "Incubo..favola..realtà."
avrà 15 capitoli totali anche se due (prologo ed epilogo) saranno brevi, come sempre..
I protagonisti sono sempre loro: Sara e Riccardo.
Affronteranno, anche questa volta, tante avventure e tanti problemi ma per sapere cosa succederà dovrete leggere.
Dal testo:
[...] era un piccolo atto di protesta e lui me lo voleva negare già dal viaggio di nozze..
Siamo sicuri che questo matrimonio non fosse stato un errore? [...]

Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Incubo..favola..realtà.'
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Mi appoggiai a lui, sudata e stanca, e lo strinsi più forte che potei.
Mi sistemai meglio sul suo petto e ascoltai il battito, accelerato, del suo cuore mentre mi coccolava.
Gli lasciai dei bacetti sulla spalla, dopo essermi spostata, e mi puntai sul gomito per guardarlo bene in viso. Sorrisi.
“ti amo” dissi, chinandomi a baciarlo.
“ti amo anch’io” rispose, sorridendo. “andiamo a fare un bagno?” chiese. Annuii contenta e lo vidi alzarsi dal letto. Aspettai che prendesse entrambi i nostri costumi, da una delle tre valigie, poi mi impadronii del mio. Lo infilai in pochi secondi, poi gli saltai sulla schiena. Mi afferrò senza problemi.
“andiamo?” chiesi col viso appoggiato alla sua spalla.
“andiamo” disse incamminandosi.
Lasciai che andasse sul balconcino poi allentai la presa per poter scendere, ma non mi mise giù.
Scese tutti i gradini e sull’ultimo si tuffò. Rafforzai la presa, leggermente intimorita, e lo lasciai libero quando mi accorsi di essere in acqua. Diedi un paio di spinte con i piedi per tornare in superficie e mi riavvicinai a lui.
L’acqua non era affatto bassa, tant’è che ci si poteva tuffare dal balconcino senza rischiare di farsi male, ma non era nemmeno profondissima, infatti con un paio di spinte si poteva tornare a galla senza problemi..
Era tutto bellissimo..
Eravamo passati da una prima luna di miele semplice, ma fantastica, ad una seconda mille volte più incredibile.
Nonostante ci fosse la cucina non toccai i fornelli per due settimane intere, non mi fece mai cucinare. Per lui quello era il nostro viaggio di nozze ed era giusto che anche io non lavorassi, motivo per cui mi portò sempre fuori, colazione, pranzo e cena.
Passammo una luna di miele fantastica.
Kuoni era una meta turistica che avrei, sicuramente, riproposto per le nostre future vacanze!
Mi divertii tantissimo e, se possibile, mi innamorai ancora di più di Riccardo.
 
Chiusi la porta e consegnai le chiavi a Noah, malinconica e leggermente triste..
Stavo male al sol pensiero di dover abbandonare quel posto per tornare immersa in progetti di case varie.
Salii in macchina e mi sedetti composta.
Il tempo che impiegammo per arrivare in aereoporto fu notevolmente inferiore di quello che, due settimane prima, avevamo impiegato per fare il percorso inverso.
Scesi dall’auto e rimasi a fissare l’aereoporto..
Era, ufficialmente, finita la nostra luna di miele..
Che tristezza..
Salii sull’aereo e mi accucciai sulla mia poltroncina.
Lo sentii appoggiare una mano sulla mia gamba e mi voltai a guardarlo. Lo vidi fissarmi preoccupato.
“cosa c’è?” chiesi.
“lo vorrei sapere da te. Non hai sentito nulla di quello che ti ho detto” disse. “non mi hai risposto.. mi hai completamente ignorato” continuò. Abbassai il viso, colpevole.
“scusa” dissi.
“amore non voglio che mi chiedi scusa, voglio che mi dici cos’hai” disse, preoccupato. Feci un mezzo sorriso.
“nulla” mentii. “solo che.. è già finito” continuai, malinconica. Sorrise.
“siamo due liberi professionisti, possiamo chiudere lo studio e andare via quando vogliamo” disse.
“non sarà mai il nostro viaggio di nozze però” risposi.
“ci saremo comunque noi.. non saremo in Polinesia, certo, ma possiamo andare dove vogliamo e quando vogliamo”. Si alzò e lo guardai dubbiosa. Mi voltai a guardare fuori dal finestrino.. non mi ero nemmeno accorta che eravamo già atterrati a Verona. Mi alzai e lo seguii fuori.
 
 
Entrai in studio e salutai la segretaria, poi mi chiusi nel mio ufficio.
Notai dei fogli sparsi sulla mia scrivania e li guardai curiosa..
<< sono più che sicura di aver lasciato tutto in ordine quando siamo partiti >>.
Sentii bussare alla porta e mi voltai.
“avanti” dissi.
“è passata sua madre la settimana scorsa” disse Giulia. “non ho potuto trattenerla, mi dispiace.”.
<< ecco spiegato tutto il casino sulla scrivania >>.
“non si preoccupi, nessuno riuscirebbe a fermarla” dissi, consapevole che se ci avesse provato avrebbe fatto una brutta fine.
“ha lasciato dei fogli e ha chiesto di richiamarla” disse.
“grazie” dissi. Uscì e io mi sedetti sulla poltrona. Presi il telefono e digitai, veloce, il numero di casa dei miei.
“era ora” rispose, subito, secca.
“sono tornata in studio solo oggi, mi ha detto la segretaria che sei passata” dissi.
“dovresti avere dei fogli sulla scrivania.. è il progetto della dépendance. Lavoraci in modo da trasformarla in una specie di appartamento per i nonni” disse, riattaccando subito..
Era uno scherzo vero?
 
 
 
 
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Note dell’Autrice:
capitolo 7 concluso. Siamo a metà dell’opera, quasi..
Cosa ne pensate? Sara riuscirà mai a liberarsi della madre?
   
 
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