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Autore: PerfectlyImperfect    06/11/2012    2 recensioni
Ti verrò a prendere con le mie mani,
e sarò quello che non ti aspettavi...
e sarò il vento che ti porti dentro
e quel destino che nessuno ha mai scelto...
e poi...
l'amore è una cosa semplice!
E adesso, e adesso, e adesso
te lo dimostresrò...
Genere: Commedia, Fluff, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel, Nuovo personaggio, Sebastian Smythe
Note: AU, Lime, OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 12

Guardare, ma non toccare!

 

Non so ancora cosa mi sia preso ieri sera. L’unica cosa che so di certo è che ho rovinato tutto quello che cercavo di costruire..
Costruire? Non so neppure più usare delle parole decenti o che rispecchino la realtà! Kurt è fidanzato ed è felice con lui – no, non scriverò il suo nome, non sul mio diario – quindi continuo a chiedermi questo: chi penso di essere io per volere Kurt in questo modo? Perché sto cercando di conquistare qualcuno che nella realtà non avrò mai? O peggio, perché mi comporto come se Kurt mi dovesse qualcosa?
Sono stanco.
Stanco di tutte queste domande che mi pongo e alle quali non trovo risposta, non può esistere una risposta a tutto e, ho capito che se si tratta di Kurt, non l’avrò mai.
O forse non avrò mai lui.
Ho cantato i miei sentimenti, tutti li hanno sentiti, tutti li hanno visti. Kurt li ha percepiti e io mi sento nudo ora, come se fossi al centro di un’immensa distesa e, intorno a me, ci fosse il nulla.
Perché mi sono permesso di provare queste cose?
Ancora domande. Basta!
Anzi, ancora una..dovrei chiamarlo? Scusarmi? Dirgli che mi dispiace e che comunque ci tengo a lui?
Perché per ora, sembra essere questa la cosa importante.
Cerco di immaginare la conversazione che potremmo avere e ognuna sembra più ridicola della precedente, tutte senza senso e inutili.
Forse dovrei scrivergli una lettera o magari cantargli qualcosa.. dio quanto sono stupido, cantare è l’ultima cosa che farò con Kurt. Ho rovinato tutto, qualsiasi remota e idilliaca possibilità.
Neppure Marianna vorrà più vedermi, per non parlare di Emma, ho deluso tutti ma ora, per quanto suoni egoista, mi importa solo di Kurt..l’ho ferito, vero?
Sì, l’ho fatto.
E pensare che, la prima volta che l’ho visto, ho subito pensato che non fosse possibile fare del male ad una creatura tanto perfetta e bella ma io, Blaine Anderson, ci sono riuscito.
Ho rovinato tutto e ora, l’unica cosa che posso fare è starmene qui a straparlare su quanto Kurt sia la persona che volevo nella mia vita.
Ma chi voglio prendere in giro?
Kurt è la persona che voglio nella mia vita. E’ quasi un bisogno, qualcosa che mi consuma, come una candela che pian piano brucia ma non perde d’intensità o di calore.
Forse dovrei solo dirgli questo, solo dovrei solo essere sincero.
O, probabilmente, devo solo continuare a scrivere qui, senza neppure pensare al mondo esterno, forse devo solo fare finta che non ci sia nulla oltre questa finestra.
Ma lo so, so che Kurt è là fuori e questo mi fa posare la penna, chiudere il diario e correre da lui.
C’è Kurt e questa è la sola cosa che voglio.
Kurt.
 
 
Kurt non aveva mai prestato così tanta attenzione all’intreccio della tenda che c’era nella camera dove dormiva, sapeva che quel tipo di stoffa aveva un nome ma, ora come ora, l’aveva scordato.
Non ebbe la forza di alzarsi dal letto e scendere a fare colazione, volle solo rimanere lì a guardare la tenda. Aveva dormito sì e no due ore quella notte, il suo cervello ovviamente non gli aveva dato tregua, continuando a riproporgli immagini anche mentre cercava disperatamente di cancellare tutto.
Cosa avrebbe dovuto cancellare poi?
Lo sguardo ferito di Blaine? Le parole della canzone che aveva cantato? Gli occhi di tutti che si erano posati su di lui appena il ragazzo era corso via? Le domande innocenti ma seccanti di Sebastian?
Aveva davvero usato la parola seccante e Sebastian nella stessa frase?
Kurt scosse la testa e, con un grande sforzo si issò a sedere, la testa gli girava un po’, ma aveva bisogno di una doccia e di acqua calda, molta acqua calda.
Prese il cellulare per mandare un messaggio al suo ragazzo, in quel momento come mai prima, aveva bisogno di accertarsi che, quello che c’era fra loro fosse vero.
Appena prese in mano il telefono, vide un messaggio di Blaine. Il cuore perse almeno tre battiti quando lesse il suo nome sul display; Kurt non era sicuro d’essere pronto ma, ancora una volta, qualcosa lo obbligò a leggere quelle poche righe.
 
Da: Blaine
Ciao Kurt,
probabilmente sono l’ultima persona
che vuoi sentire, ma ho davvero bisogno
di parlarti.
Devo spiegarti cos’è successo, per favore.
Spero che riuscirai a perdonarmi.
-B.
 
Kurt rilesse ogni singola parola più e più volte, cercando di trovare un senso a tutto ciò, ma sfortunatamente, gli venne in mente solo una cosa e, in quel momento, non voleva – poteva – pensarci.
Decise che avrebbe risposto a Blaine dopo la doccia, solitamente era proprio durante il suo bagno giornaliero che gli venivano le migliori idee.
Si avviò sospirando verso il bagno con tutto l’occorrente sotto braccio, voleva un telecomando in grado di fermare tutto, almeno per un po’, o anche solo per premere pausa e poter riflettere.
Gli serviva una nuova prospettiva, qualcosa che gi permettesse di vedere tutto nel modo giusto.
 
 
Marianna si era svegliata presto quella mattina, aveva salutato il padre prima di uscire in tutta fretta, grazie al cielo conosceva ogni piccola viuzza che si snodava attraverso Firenze, fu a destinazione in appena dieci minuti.
Bussò insistentemente alla porta del palazzo finché qualcuno non le aprì la porta, qualcuno con un brutto aspetto. Molto brutto.
- Posso sapere cosa accidenti ti è passato per la testa ieri sera? – chiese scontrosa mentre, senza essere invitata, entrò nel piccolo salone.
- Buongiorno anche a te – disse il ragazzo sospirando piano.
- Buongiorno un corno – lo rimbrottò – Esigo una spiegazione e, la esigo ora –
- Beh, mettiti in fila – rispose sarcastico – Io la sto ancora cercando –
- Blaine non scherzare con me – lo ammonì Marianna incrociando le braccia al petto – Passino le lunghe passeggiate, le canzoni sdolcinate e gli sguardi da cucciolo abbandonato sul ciglio della strada ma, quello di ieri sera, era qualcosa di assolutamente non programmato –
- Non si programmano i sentimenti – disse stancamente Blaine lasciandosi cadere su una poltroncina consumata – E tu lo sai –
- Senti, io ti ho dato il mio pieno appoggio per questa cosa, però non così – spiegò Marianna infervorandosi ancora di più – Se fai qualcosa che ferisce Kurt, io mi tolgo. Sono fuori –
- N-non era quella la mia intenzione – balbettò il ragazzo a disagio – Io non so cosa mi sia preso, vederlo con quello mi ha fatto perdere il controllo –
- Non era la prima volta che li vedevi insieme – gli ricordò pignola Marianna – Cosa c’era di così diverso dalle altre volte? –
- Io! – esclamò Blaine quasi urlando – Io sono diverso! Poche ore prima eravamo insieme, cantavamo e ci sorridevamo come fosse l’unica cosa importante e poi.. –
- E poi lui è fidanzato – disse con ovvietà la ragazza – Ascolta, neppure io sono cieca, ho visto come ti guarda Kurt però, se hai mai avuto qualche speranza con lui, probabilmente l’hai mandata a farsi benedire ieri sera –
- Lo so, perché credi stia così? – chiese sconsolato il ragazzo – E’ solo che pensavo..credevo.. –
- Ascolta Blaine, io sono la prima persona che vorrebbe, che vuole, vedere Kurt con qualcuno di diverso da Sebastian – spiegò la ragazza ritrovando un po’ della sua calma – Però non così, non se questo è il prezzo –
- Gli ho chiesto di vederci – disse Blaine, ricevendo un’occhiataccia dall’amica – Per chiedergli scusa – si affrettò ad aggiungere.
- Cerca solo di non farti prendere la mano – consigliò Marianna andando verso la porta – Niente cose strane o discorsi stupidi –
- Ci proverò – promise Blaine accompagnandola all’uscita – Davvero -.
 
 
Kurt si decise a scendere e affrontare il mondo. Si era vestito in maniera sobria, cosa strana per lui, ma sperava di non essere notato. Non aveva voglia di parlare, di dare spiegazioni o ancora peggio, sentire quello che le persone avevano da dire.
Non era riuscito a farsi venire qualche brillante idea e, com’era ovvio, non aveva trovato nessun telecomando magico quando era uscito dalla doccia.
Si ricordò di non aver neppure scritto a Sebastian anche se, in quel momento era l’ultimo dei suoi pensieri. Aveva però risposto a Blaine, accettando di vederlo per parlare.
Il suo messaggio era sembrato così triste che Kurt sentiva il bisogno di rassicuralo ma, di colpo, si era reso conto che, in quel caso, nessuno avrebbe potuto fare lo stesso con lui.
Quando si avvicinò al buffet, intercettò qualche sguardo un po’ diverso dal solito, ma cercò di non darvi peso: si versò una generosa dose di caffè, cercò un tavolo libero e possibilmente lontano dalla folla che la domenica mattina riempiva la sala comune.
Indossò la sua maschera migliore e iniziò a sorseggiare la bevanda calda, in poche ore doveva rivedere Blaine e sistemare la questione.
Nella mente continuarono ad affollarsi immagini e parole, tutto riguardava Blaine e la sera precedente.
Il pensiero che gli attraversò la mente qualche secondo dopo, per poco non gli fece cadere la tazza dalle mani, il tramonto.
Preso com’era dalla festa e dalla canzone, non aveva ripensato molto al pomeriggio che aveva trascorso con Blaine, i segnali che gli era sembrato di cogliere e quelli che, a sua volta, si era reso conto d’aver mandato.
Era tutto così incasinato, così sbaglia.. No, non riusciva a usare quel termine per descrivere quello che Blaine gli aveva fatto provare e questo, più di ogni altra cosa, lo spaventava.
 
 
Blaine indossò una maglietta bianca, inizialmente voleva metterne una nera, qualcosa che potesse descrivere il suo umore, però alla fine si era costretto a cambiarsi.
Forse era l’ultima volta che poteva vedere Kurt, parlare con lui e sentire la sua voce che riempiva l’aria di dolcezza.
Guardò la maglia nera buttata su letto e sbuffò, stava davvero perdendo tempo in quel modo? Sapeva fin troppo bene perché cercava di tenere la mente impegnata con quelle stupide idee, ciò che lo spaventava poteva succedere da un momento all’altro e lui non era pronto.
Chi lo sarebbe stato?
 

Kurt era seduto sulla panchina fuori dalla facoltà, le gambe accavallate, quasi intrecciate. Il suo stomaco era in subbuglio per l’agitazione e continuava a torturarsi il ciuffo di capelli che il vento faceva svolazzare, voleva essere bello.
La consapevolezza di quel pensiero lo colpì come un treno in corsa, voleva essere bello per Blaine.
Quella situazione era assurda, non aveva nessun senso e stava sfiorando il ridicolo, lui stava con Sebastian, non con Blaine.
Mentre si ripeté questa frase come una sorta di mantra lo vide, lo riconobbe subito, anche se era ancora lontano.
La maglia bianca, i ricci e la camminata tranquilla ma allo stesso tempo sexy e ammiccante. Era lui, indiscutibilmente Blaine.
Comandò mentalmente al suo stomaco di calmarsi, alle sue gambe di non intrecciarsi ulteriormente e alle sue mani di smettere di sfregarsi continuamente contro i jeans ma, nulla di tutto questo, smise di accadere. Ogni passo che li avvicinava era una lenta agonia per Kurt.
Il problema più grande era che era una dolcissima e bellissima agonia.
 

Blaine l’avrebbe riconosciuto in mezzo ad una folla di mille persone, solo per i suoi occhi e la luce che li illuminava. Quel giorno il cielo era plumbeo e con grande sorpresa di Blaine, gli occhi del ragazzo avevano assunto un colore diverso dal solito azzurro profondo, erano un misto fra il grigio delle perle e il verde del sottobosco più fitto.
Voleva perdercisi ancora, come aveva fatto la prima volta che l’aveva visto, come aveva fatto ogni volta da quel primo episodio.
Più si avvicinava e più gli sembrava di annegare nelle sue stesse emozioni, si sentiva sopraffatto e nello stesso momento quasi svuotato, quello che provava era troppo da gestire, troppo perfino da sopportare.
Ancora pochi passi e l’avrebbe raggiunto, pochi passi lo dividevano dal ragazzo che si era reso conto di volere. Quando?
Dal primo momento, da sempre.
 

Kurt si guardò le mani, cercava di trovare un argomento di conversazione, qualcosa che potesse alleviare il disagio che avrebbe provato.
Ma Blaine era troppo veloce, si avvicinava sempre più, ormai poteva vedere il colore dei suoi occhi, il filo di barba che copriva il viso e il colore ambrato della sua pelle.
Aveva le cuffiette e, mentre camminava verso di lui, le tolse con movimenti fluidi e sicuri. Forse stava ascoltando la canzone che gli aveva cantato la sera prima, di certo Kurt in quel momento avrebbe volentieri ascoltato della musica classica, tanto per cercare di calmare i nervi.
Decise di alzarsi, non poteva rimandare in eterno, oramai erano a pochi passi di distanza.
Appena anche quella distanza sparì, una folata di vento portò a Kurt il profumo di Blaine e, l’unica cosa a cui riuscì a pensare, fu che voleva sentirlo per sempre quell’odore.
Desiderava poter avere quello stesso profumo sulla sua pelle.
 

- Ciao – disse Blaine timidamente – grazie per aver accettato di vedermi –
Kurt trasse un profondo respiro cercando di calmarsi – C’è un motivo preciso per il quale non sarei dovuto venire? –
- Io..beh sai, dopo ieri sera – farfugliò il ragazzo impacciato – Credevo che fosse tutto rovinato, non so davvero cosa mi sia preso –
Kurt decise di cambiare strategia, aveva bisogno di capire cos’era successo davvero e cosa provava riguardo la sera prima – Io ho visto solo un ragazzo che cantava una canzone – disse alla fine con un accenno di sorriso – E lo faceva davvero bene
Blaine sembrò spiazzato da quel tono e da quelle parole, cercò anche di rispondere ma l’altro lo interruppe prima.
- Allora, oggi decido io dove andiamo, okay? –
- Sì, immagino che sia giusto - disse Blaine – Dove mi porti? –
- Piazza Michelangelo – sorrise Kurt – E’ da tempo che ho deciso d’andarci e non ho mai trovato nessuno che mi accompagnasse, lo faresti tu? –
Forse Blaine stava sognando, voleva tirarsi un pizzicotto per capire se quello che le sue orecchie avevano appena sentito fosse reale, perché a rigor di logica, non poteva esserlo.
- Certo che sì, è un posto meraviglioso – acconsentì il ragazzo ancora incredulo – Peccato che oggi il cielo sia coperto –
Camminarono in silenzio per un po’ ma, anche quando passarono vicino a piccoli o grandi gruppi di turisti, non si allontanarono mai. Era come se, una qualche forza magnetica, li tenesse uniti, senza bisogno di tenersi per mano o altro, stavano semplicemente molto vicini.
Entrambi erano persi nei loro pensieri e, solo quando stavano per raggiungere la destinazione, Kurt decise di parlare.
- La canzone di ieri sera, aveva un significato particolare per te? – chiese evitando accuratamente di guardare l’altro.
Blaine decise di essere sincero, mentire non era mai stato il suo forte, in più sapeva che quella era una domanda di cui Kurt conosceva già la risposta – Sì, molto particolare direi –
- E hai deciso di cantarla perché..? – chiese ancora Kurt deciso a conoscere tutta la verità.
- Non sono molto bravo con le parole, a volte si può essere fraintesi – spiegò Blaine con un sospiro – Ma, quando canti per qualcuno, non si può capire male, non ci sono malintesi, quello che dici è quello che provi, esattamente quello che senti –
Erano arrivati, Kurt non chiese più nulla, iniziò a guardarsi intorno rapito dalla stupenda vista che si godeva da quel luogo, era qualcosa che ti lasciava senza fiato.
 - E’ così bello – disse alla fine Kurt con voce stupita – Credo di aver perso le parole –
- E’ quello che succede quando le cose che vedi sono così belle – mormorò Blaine guardando Kurt, non vedeva il panorama, ma solo lui.
Mentre l’altro era impegnato a fare alcune foto da mostrare alla sua famiglia, Blaine si frugò nella tasca dei jeans, la lettera che aveva scritto quella mattina era ancora lì, era solo un foglio ripiegato quattro volte, eppure pesava come un macigno. In quelle parole c’era tutto, i suoi sentimenti, il suo cuore e tutto riguardava Kurt, si trattava sempre di Kurt.
Stava cercando il coraggio di dargliela, ma ogni momento sembrava sbagliato o forse, aveva solamente paura che, leggendo i suoi sentimenti nero su bianco, Kurt si sentisse spaventato, non poteva perderlo.
- Guarda, in quel punto non c’è nessuno – esclamò il ragazzo entusiasta – Vorrei fare qualche foto anche lì, vieni? –
- Certo, andiamo – rispose Blaine riscuotendosi dal torpore dei suoi pensieri – Vuoi che ti faccia qualche foto? –
- Oh! Che idea fantastica – disse Kurt deliziato – Però ne vorrei anche una insieme a te, voglio tornare a casa con tutti questi ricordi e poterli rivedere sempre –
- Beh, vista l’ora possiamo aspettare il tramonto – propose Blaine – Sarebbe molto più r..bello –
Kurt lo guardò con un sorriso, il genere che illumina qualsiasi cosa – Hai ragione, intanto posso chiederti una cosa? –
Il ragazzo annuì, leggermente impaurito – Quello che vuoi –
- Ho visto che stavi ascoltando l’i-pod prima, non è che posso vederlo? – domandò Kurt – Sono curioso di sapere che canzoni ascolti –.
Blaine sospirò sollevato, quella era una richiesta ragionevole, estrasse l’’i-pod dalla tasca e lo porse a Kurt – Non ci troverai generi particolari, io ascolto le canzoni in base al mio umore, alla situazione, ai sentimenti che provo –.
Prima di rendersi conto di ciò che stava per dire, Kurt aveva già parlato – Che canzone ascolteresti
ora? -
Blaine lo guardò leggermente a disagio – I-io non lo so – balbettò.
- Dai, la prima cosa che ti viene in mente – insistette Kurt.
L’altro riprese l’i-pod e iniziò a scorrere le canzoni, mordendosi leggermente il labbro inferiore, aveva una sola possibilità e non poteva sprecarla. Distolse un secondo lo sguardo e fissò Kurt – Prima di dirti la canzone, voglio che tu abbia questa – disse porgendogli la lettera con mano tremante – Voglio che tu la legga più tardi, quando non sarò con te, ma è importante che tu lo faccia –
Kurt sembrò sorpreso, con mano altrettanto insicura prese il foglio e lo mise nella tracolla – Okay, la leggerò questa sera –.
Blaine sospirò, aveva trovato la canzone, passò le cuffiette al ragazzo che però, gli fece cenno di tenerne una – Ascoltiamola insieme, se non capisco qualcosa almeno posso chiedertelo –.
Erano vicini, molto vicini. Kurt poteva sentire il respiro caldo di Blaine arrivare sul suo viso, la piazza non era piena e loro stavano a pochi centimetri l’uno dall’altro.
Si era cacciato da solo in quella situazione e ora doveva affrontarne le conseguenze, non poteva fare altro.  Cercò di concentrarsi appena la musica partì, era una canzone in italiano e non voleva perdersi neppure una parola.
 
Le notti non finiscono all'alba nella via
le porto a casa insieme a me, ne faccio melodia
e poi mi trovo a scrivere chilometri di lettere
sperando di vederti ancora qui.


Kurt trattenne il respiro, la melodia gli aveva invaso la mente e le parole stavano lentamente fluendo dentro lui, trascinandolo in un vortice che sembra difficile da gestire.
Con tutto il suo cuore aveva sperato di aver capito male la sera prima, ma sembrava che ogni nota gli ricordasse qualcosa di Blaine, prima il suo sguardo, poi il suo sorriso e, alla fine, quello che Kurt si era piano piano reso conto di provare.
Perché chi voleva prendere in giro? Lui provava qualcosa.

Inutile parlarne sai, non capiresti mai
seguirti fino all'alba e poi, vedere dove vai
mi sento un po' bambino ma, lo so con te non finirà
il sogno di sentirsi dentro un film.

 
Blaine  sentiva il cuore in gola, più cercava di tranquillizzarsi, più si sentiva agitato e impaurito. Stava davvero dicendo a Kurt quello che provava? Molto probabilmente l’aveva già capito, ma renderlo così reale e tangibile era più difficile di quanto avesse immaginato.
Anzi, era di certo la cosa più difficile che avesse mai fatto, o almeno fu tale finché non incontrò gli occhi di Kurt; sostenere il suo sguardo era come perdersi nel cielo infinito e annegare nel mare più profondo. In entrambi i casi, il rischio era quello di rimanere senza fiato.
 
E poi all'improvviso, sei arrivata tu
non so chi l'ha deciso, m'hai preso sempre più
la quotidiana guerra con la razionalità
vada bene pur che serva, per farmi uscire

 
La razionalità.
Quella che, in quel preciso istante, stava dicendo a Kurt di mollare tutto e andarsene, tornare da Sebastian e seguire il percorso che, nella sua testa, sembrava giusto.
Ma poi, furono i sentimenti ad esprimersi, e quelli non mentivano mai, giusto?
Perché in quel preciso istante, non sarebbe riuscito a muovere un passo nemmeno se ne fosse dipeso della sua stessa vita. C’era qualcosa che lo teneva lì, fermo, immobile.
Non poteva, anzi non voleva, mettere fine a quel momento con Blaine. Tutto nella sua testa urlava sbagliato, ma un po’ più sotto, nel suo cuore, tutto sussurrava giusto e, per qualche strano motivo, quel flebile sussurro era più forte di qualsiasi altra cosa.
 
Come mai, ma chi sarai, per fare questo a me
notti intere ad aspettarti, ad aspettare te.
Dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui
qui seduto in una stanza, pregando per un si.

 
Blaine cercava di capire cosa stesse passando per la testa di Kurt, ma era praticamente un’impresa impossibile. Pensandoci bene, non sapeva neppure cose c’era nella sua.
Voleva solo stringerlo a sé e chiedere che quell’istante durasse per sempre, l’intensità dei suoi sentimenti lo spaventava, non era mai capitato, non sapeva come comportarsi, come gestirli.
Il caos stava pian piano prendendo il sopravvento, i pensieri chiari erano ormai ricordi lontani e confusi.
 
Lo sai all'improvviso, sei arrivata tu
non so chi l'ha deciso, m'hai preso sempre più
una quotidiana guerra, con la razionalità
ma va bene pur che serva, per farmi uscire

 
Kurt non aveva la minima idea di chi fosse il cantante, ma sentì l’improvviso desiderio di incontrarlo per chiedergli a cosa stesse pensando mentre usava delle parole del genere per descrivere qualcosa che sentiva così vicino a quel momento.
Perché lì, con Blaine, viveva quei sentimenti così intensamente da spiazzarlo.
Un campanello d’allarme cominciò a suonare all’impazzata nella sua testa, non sapeva né come né perché, ma capì subito cosa stava per succedere.
 
Come mai, chi sarai, per fare questo a me
notti intere ad aspettarti, ad aspettare te
dimmi come mai, ma chi sarai, per farmi stare qui
qui seduto in una stanza pregando per un si.

 
Forse, quella che gli frullava in testa, era l’idea peggiore che gli fosse mai venuta, però Blaine seppe fin dal primo momento che quella era, con tutta probabilità la sua unica occasione.
Così, senza neppure pensarci troppo, posò con delicatezza una mano sul viso di Kurt, la sua pelle era così liscia, così morbida.
Restò così per qualche secondo poi, con la stessa delicatezza, si avvicinò e lo baciò.
Ed eccolo lì, ecco il paradiso.
Il suo primo bacio, era come aveva sempre sognato e desiderato che fosse, lento, delicato, accompagnato da mille emozioni.
Durò solo pochi secondi ma Blaine poteva dire che quello fu il momento più bello di tutta la sua vita. Era così giusto, così naturale..le sue labbra erano state fatte per baciare Kurt, solo lui. Nessun altro.
Blaine stesso era stato fatto per Kurt, per amarlo.
Appena si allontanò per riprendere fiato però, guardò il ragazzo negli occhi e, per poco, non scoppiò a piangere, c’era rabbia nel suo sguardo, paura e indecisione.
- Cosa ti è saltato in mente? – urlò Kurt strappandosi via le cuffiette e allontanandosi di colpo – I-io sono fidanzato, perché l’hai fatto? –
- M-mi dispiace, c-credevo che f-fosse qualcosa c-che anche tu volevi – balbettò Blaine cercando di avvicinarsi di nuovo all’altro per calmarlo.
- Non mi toccare – sibilò il ragazzo raccogliendo le sue cose – Stai lontano da me, non voglio più vederti o sentir parlare di te –
- No Kurt, aspetta – implorò Blaine con voce rotta – Ho sbagliato, perdonami –
Il ragazzo ormai si stava allontanando e si girò di scatto udendo quelle parole – No Blaine, non ti perdono e nulla che dirai potrà farmi cambiare idea, credevo che tu.. lascia stare, non cercarmi e non scrivermi mai più –.
Blaine rimase fermo, ferito da quelle parole e dallo sguardo che aveva visto dipingersi sul viso di Kurt. Il dolore che gli stava attanagliando il petto si fece più pesante, gli impediva di respirare.
Si guardò intorno, gl’occhi pieni di lacrime e, scrutando l’orizzonte, vide che il sole iniziava a tramontare proprio in quel momento, tutto si era tinto di un rosso cupo ma luminoso.
Alla fine aveva visto il tramonto ma, accanto a lui, non c’era l’unica persona con l’avrebbe voluto vedere.
Se n’era andato.
Kurt non c’era più.
 

Nota Autrici:
Ciao a tutti! Suvvia qui non possono mancare i commenti!
E' la svolta della storia (o forse no?) =P
Fatto sta che sì, ora si è smosso decisamente qualcosa,
ma Kurt sembra più confuso del solito -.-
Secondo voi che succederà? Come andrà avanti?
Intanto ecco il link della canzone che ha scatenato il patatrack xD
e che tutti voi avrete riconosciuto:

http://www.youtube.com/watch?v=ThGCZN1HPbE

Grazie a tutti voi che ci leggete e ci seguite
Alla prossima settimana ;)

Perfectly Imperfect

  
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