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Autore: palanmelen    23/05/2007    1 recensioni
Attraverso il “cattivo”. Un uomo, un marito ed un padre. Un uomo, con i suoi difetti, i suoi problemi, i suoi errori e la sua coscienza. Un uomo che pensa a tutto ciò che ha tra le mani.
Mmh… vediamo chi è così bravo da trovare i richiami a “Pasta di Sale”?
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Snape'
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SI GUARDÒ LE MANI

 

“I know I hurt you and I made you cry
Did everything but murder you and I.
But love left a window in the skies…”

“Window in the skies” – U2

 

Il suo sguardo si era perso nel vetro verde della bottiglia.
Riflessi e distorti, sulla superficie curva e scura c’erano i ricordi della sera prima. Le immagini di quel movimento, solo di quell’oscillazione della sua mano.
Chiuse gli occhi e bevve l’ultimo sorso di birra. Appoggiò la bottiglia sul bancone senza badare al suo rumore secco; si alzò ed uscì all’aria gelida di quel pomeriggio.

Il cielo era uniformemente grigio. Sembrava un’enorme massa pronta a schiacciarlo.
Abbassò gli occhi, e forse era solo l’asfalto sporco della città a poter accogliere il contenuto del suo sguardo.
Non c’era modo di pulirsi le pupille, la memoria e la coscienza, perché non poteva pulirsi, doveva rimanere, quel lordore, a segnarlo per sempre.

‘Rimordere’, si dice. Un dolore pungente da portare un uomo al pianto.
Si sedette contro una ringhiera e respirò profondamente.
Cercava di reprimere l’istinto di raggomitolarsi come un bambino ad aspettare che tutto finisca, che tutto passi e si risolva da solo, che si acquieti il temporale ed i tremendi tuoni che rimbombano in testa.
Strinse i pugni ricordando il suo bambino compiere quel gesto, ringraziando Dio, perché era stato quello a farlo tornare in sé, a ritenere la sua frustrazione furiosa e disperata.
Una disperazione che gli pareva lo stesse trascinando giù, verso l’inferno.

Avrebbe dovuto alzarsi ed andare a cercare qualcosa da fare.
Come aveva fatto il giorno prima, e quello prima, e quello prima ancora.
Pur inutilmente.
-Maledizione…- bisbigliò.
Si coprì il volto, sopraffatto.
Un uomo non riesce ad affrontare ogni cosa da solo, tuttavia non si riesce a parlare.
Lei… sì, lei avrebbe capito, se glielo avesse detto.
Forse l’avrebbe anche perdonato.
Forse anche lui, una volta cresciuto, avrebbe compreso.
Ma… come avrebbe potuto perdonare se stesso?

Si guardò le mani.
Grandi come quelle di un padre, forti come quelle di un marito. Mani operose, abituate alla costanza e alla produttività del dovere, ferme e precise nello svolgere il loro mestiere.
Le sue mani tremavano.
Improvvisamente desiderò tagliarle e gettarle via, ora che erano venute meno alla loro funzione.
Mani che servivano per lavorare, lavorare che era per loro, e che ora gli era impossibile.
Loro, conto cui quelle mani si erano alzate.
Quelle mani che verso di loro avrebbero dovuto avere solo carezze.
Che verso di loro ora potevano solo tendersi, implorando perdono, salvezza.

Le chiuse e le riaprì, assicurandosi che appartenessero ancora al suo corpo. Sarebbe stato bello se non fosse stato così.

Si rimise in piedi. Era ora di tornare a cosa. Magari qualcuno l’avrebbe chiamato, quella sera, per chiedere il suo lavoro. Magari qualcuno aveva già telefonato… e quindi lei l’avrebbe saputo e gli avrebbe chiesto e se lo sarebbe fatto confessare a tutti i costi e allora sarebbe riuscito a parlarle e tutto si sarebbe sistemato.

Tornava a casa, domandandosi come avrebbe fatto a guardarli negli occhi, a sorridergli, se ci fosse stata l’occasione, a parlare con loro.
Avrebbe più potuto allungare la mano a scompigliare i capelli di suo figlio?
Avrebbe più potuto stringere sua moglie contro di sé e baciarla?
Sarebbero stati ancora una famiglia, o ormai erano loro  due, e lui da solo?
Sentiva il sapore acido di quella paura in bocca.

Fissò ancora i propri palmi, cercando tra i loro solchi.
Giurò a se stesso, su se stesso, sul proprio essere uomo, che si sarebbe tirato fuori. Per loro.
Che si sarebbe riconquistato il merito di essere loro.

  
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