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Autore: MissTostaPayne    06/11/2012    1 recensioni
Corro fuori nel freddo di novembre e mi stringo nel mio cappotto blu.
Dalla borsa tiro fuori il mio libro, tolgo la foto che uso sempre come segnalibro per averla sempre con me e recupero le righe perse sulla metropolitana, perdendomi nella Londra ottocentesca e nei suoi misteri.
Leggo «Jack lo Squartatore» e boom!
Non ho capito subito quello che è successo. Per un momento confesso che ho pensato di essere stata afferrata dal serial killer inglese, ma poi mi accorgo che sono semplicemente andata a sbattere contro qualcuno.
Alzo lo sguardo un po’ confusa e incontro un paio di occhi di un azzurro sconcertante.
“Scusami non ti avevo… ma stavi leggendo mentre camminavi?” il ragazzo sembra sgomento.
Caspita, detta così sembra una cosa da cretini.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Niall Horan, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Your hand fits in mine like it’s made just for me.
“Ci sono proprio in questa vita dei giorni per cui vale la pena di vivere e di morire”
Ecco, questo è uno di quelli in cui sarebbe meglio morire.
“Porcospino!” impreco disperata “l’ho persa, Boo, l’ho proprio persa!”
Sto diventando pazza. E non perché converso amabilmente con il mio orsetto di peluche, quello lo faccio ogni giorno, ma perché non riesco a trovare la mia foto. L’unica foto a cui tengo più di Boo (niente di personale, amico).
La mia camera è un disastro. Sto rovistando ovunque ma il fatto è che so esattamente che quella foto può essere solo nel libro che stavo leggendo quella mattina, ma non c’è e sto andando seriamente in iperventilazione.
“Ok. Calma, ragazza.” mi dico facendo un respiro profondo “Cosa hai fatto stamattina?”
Riporto la mia mente a quel momento appena passato.
-Flashback-
Un consiglio: se potete, non salite mai sulla metropolitana di New York. È un vero schifo.
Sto cercando di leggere il mio libro bella tranquilla nel mio posticino ma è veramente un impresa con il tipo che ho a fianco che starnutisce a tutto andare e dall’altro lato il bambino che si lamenta in braccio alla mamma.
Con un sospiro chiudo il libro, mi allungo e sfilo dalla borsa una caramella. La porgo al bimbo con un sorriso. Lui sgrana gli occhi, sorpreso.
“Grazie mille signorina” dice con gli occhioni tutti lucidi.
Ooooh ma avete sentito? Mi ha chiamata «signorina»! Che bambino adorabile. Sorrido anche alla madre.
Stavo per allungare un fazzoletto al tizio ma suona la mia fermata, così lascio perdere e mi alzo in piedi.
Con la mano saluto il mio piccolo amico che mastica felice la caramella.
Corro fuori nel freddo di novembre e mi stringo nel mio cappotto blu.
Non c’è nessuno in giro a quest’ora. Ok, è impossibile che a New York non ci sia anima viva, però diciamo che c’è meno gente del solito.
Dalla borsa tiro fuori il mio libro, tolgo la foto che uso sempre come segnalibro per averla sempre con me e recupero le righe perse sulla metropolitana, perdendomi nella Londra ottocentesca e nei suoi misteri.
Leggo «Jack lo Squartatore» e boom!
Non ho capito subito quello che è successo. Per un momento confesso che ho pensato di essere stata afferrata dal serial killer inglese, ma poi mi accorgo che sono semplicemente andata a sbattere contro qualcuno.
Alzo lo sguardo un po’ confusa e incontro un paio di occhi di un azzurro sconcertante.
“Scusami non ti avevo… ma stavi leggendo mentre camminavi?” il ragazzo sembra sgomento.
Caspita, detta così sembra una cosa da cretini. Decido di stare sulla difensiva.
“Non è illegale, sai?” rispondo sarcastica.
“Solo perché sono illeso. Guarda che potevi ferirmi gravemente con il tuo vile comportamento!” si porta una mano al petto, fingendo di essere sconvolto.
“Ma non mi dire!” ribatto, nascondendo un sorriso.
Supero il biondino e continuo sulla mia strada.
Sento che si volta verso di me e urla: “Ehi, aspetta!”
Non lo faccio anche se ammetto che vorrei che mi rincorresse. Ma non lo fa.
Non sapevo che era solo perché si era fermato a raccogliere la foto di una bambina di tre anni con i suoi genitori stretti stretti e sorridenti, caduta a terra solo qualche attimo prima.
E non sapevo nemmeno che il ragazzo dopo che sono sparita, ha portato con sé quella vecchia fotografia, con la promessa che me l’avrebbe restituita.
-Fine Flashback-

NIALL POV
Per tutti gli hamburger di Nando’s quella ragazza è letteralmente sparita!
Fisso per la miliardesima volta la foto che ho in mano. Chissà chi erano quelle tre persone.. forse la bambina era la ragazza di quella mattina.
La volto dall’altro lato. Niente che mi possa servire a trovarla, non un nome, non un indirizzo, solo una lista di numeri a caso.
È un’ora che mi frulla il cervello alla ricerca di una soluzione. Perché ritroverò quella ragazza. Non so come ma sento che è importante che riesca a farlo.
Chiudo gli occhi e senza accorgermene dentro di me so già dove devo andare. Anche solo per capire cosa fare dopo, ho bisogno di andare nel posto dove ho incontrato la ragazza.

MAYA POV
Non posso far altro se non seguire tutta la strada che ho fatto. Ora sono di nuovo sulla metropolitana ma non c’è più quel bambino così dolce e quasi ne sento la mancanza.
Suona di nuovo la mia fermata e scendo in fretta. Senza pensarci mi metto a correre e quando arrivo ho il fiatone.
Alzo gli occhi da terra e mi si blocca il respiro.
Il ragazzo biondo di oggi è ancora lì, seduto su una panchina che non avevo mai notato. Quando mi vede si alza e infila una mano dentro la tasca posteriore dei pantaloni, come se cercasse qualcosa.
“Sei arrivata” mormora, così piano che credo di essermelo inventato.
Gli lancio uno sguardo confuso “Mi stavi aspettando?”
“Si.”
Sembra sorprendersi lui stesso della sua risposta.
“Ah.. ok.. Bè in tutti i casi io stavo cercando una cosa..”
“Si lo so!” mi interrompe, illuminandosi “scommetto che rivuoi questa!” tira fuori la mia foto dalla tasca.
Gliela strappo di mano senza troppi convenevoli.
“Dove l’hai trovata?”
“Proprio qui. Questa mattina. Volevo restituirtela subito ma sei scomparsa nel nulla!”
Arrossisco senza motivo.
“Bè.. suppongo di doverti ringraziare allora..” rispondo con gli occhi fissi a terra “Insomma, me l’hai anche riportata!”
“Mmm vediamo.. cosa ne dici di offrirmi il pranzo? Ho una fame!” dice convinto.
“Ma sono le cinque del pomeriggio!”
“La cena allora! Ci facciamo una bella passeggiata fino al Nando’s più vicino e, ora che arriviamo, saranno già le otto!” sorride, soddisfatto del programma.
“Pff.. Certo che sei strano!” rido come non facevo da tempo.
“Allora siamo d’accordo?”
“ Ok, vada per la cena” rispondo, incamminandomi a fianco a lui.
“Dunque, come hai detto che ti chiami?”
“Non l’ho detto.”
“Io sono Niall” risponde tutto contento come se gliel’avessi chiesto.
Sospiro sorridendo. “Maya”
“Carino” commenta lui.
Camminiamo in silenzio per un po’.
All’improvviso si blocca in mezzo alla strada appena più indietro di me.
Mi volto e chiedo “Ehi, tutto bene?”
“Cavoli, ho più fame di quanto credessi” mormora con una mano sulla pancia, che in effetti borbotta rumorosamente.
Senza preavviso mi corre incontro e mi afferra il braccio mentre esclama “Forza, corri! Non resisto piùù”
E così, con la mia mano nella sua, mi trascina con lui nella notte.





Buongiorgio a tutti quelli che hanno letto :D
Si, lo so, è una cavolata assurda. Si, lo so, è una OS cortissima. Scusatee *chiede perdono in ginocchio*
Stavolta l’ispiration mi è venuta vedendo una ragazza che leggeva camminando e non so perché mi suscitava simpatia :)
La prossima volta sarei capace di scrivere un OS su un cactus che mi sta simpatico, tanto ormai!
Probabilmente sarà piena di errori perché mia mamma mi sta sfracassando le palle da mezz’ora e non ho potuto ricontrollare D:
Se recensite potrei farvi una proposta di matrimonio quindi è a vostro rischio e pericolo ;)
Ora basta che sto facendo un commento più lungo della storia ahah *se la ride da sola*
Grazie a tutti in anticipo!
Un bacio, Chiara <3

  
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