Your hand fits in mine like it’s made
just for me.
“Ci
sono proprio in questa vita dei giorni per cui
vale la pena di vivere e di morire”
Ecco, questo è uno
di quelli in cui sarebbe meglio morire.
“Porcospino!”
impreco disperata “l’ho persa, Boo, l’ho
proprio persa!”
Sto diventando pazza.
E non perché converso amabilmente con il mio orsetto di
peluche, quello lo faccio ogni giorno, ma perché non riesco
a trovare la mia
foto. L’unica foto a cui tengo più di Boo (niente
di personale, amico).
La mia camera
è un disastro. Sto rovistando ovunque ma il fatto
è che so
esattamente che quella foto può essere solo nel libro che
stavo leggendo quella
mattina, ma non c’è e sto andando seriamente in
iperventilazione.
“Ok. Calma,
ragazza.” mi dico facendo un respiro profondo “Cosa
hai fatto
stamattina?”
Riporto la mia mente a
quel momento appena passato.
-Flashback-
Un consiglio: se
potete, non salite mai sulla metropolitana di New York. È un
vero schifo.
Sto cercando di
leggere il mio libro bella tranquilla nel mio posticino ma è
veramente un impresa con il tipo che ho a fianco che starnutisce a
tutto andare
e dall’altro lato il bambino che si lamenta in braccio alla
mamma.
Con un sospiro chiudo
il libro, mi allungo e sfilo dalla borsa una caramella.
La porgo al bimbo con un sorriso. Lui sgrana gli occhi, sorpreso.
“Grazie
mille signorina” dice con gli occhioni tutti lucidi.
Ooooh ma avete
sentito? Mi ha chiamata «signorina»! Che bambino
adorabile.
Sorrido anche alla madre.
Stavo per allungare un
fazzoletto al tizio ma suona la mia fermata, così lascio
perdere e mi alzo in piedi.
Con la mano saluto il
mio piccolo amico che mastica felice la caramella.
Corro fuori nel freddo
di novembre e mi stringo nel mio cappotto blu.
Non
c’è nessuno in giro a quest’ora. Ok,
è impossibile che a New York non ci
sia anima viva, però diciamo che c’è
meno gente del solito.
Dalla borsa tiro fuori
il mio libro, tolgo la foto che uso sempre come
segnalibro per averla sempre con me e recupero le righe perse sulla
metropolitana, perdendomi nella Londra ottocentesca e nei suoi misteri.
Leggo «Jack
lo Squartatore» e boom!
Non ho capito subito
quello che è successo. Per un momento confesso che ho
pensato di essere stata afferrata dal serial killer inglese, ma poi mi
accorgo
che sono semplicemente andata a sbattere contro qualcuno.
Alzo lo sguardo un
po’ confusa e incontro un paio di occhi di un azzurro
sconcertante.
“Scusami non
ti avevo… ma stavi leggendo mentre camminavi?” il
ragazzo sembra
sgomento.
Caspita, detta
così sembra una cosa da cretini. Decido di stare sulla
difensiva.
“Non
è illegale, sai?” rispondo sarcastica.
“Solo
perché sono illeso. Guarda che potevi ferirmi gravemente con
il tuo vile
comportamento!” si porta una mano al petto, fingendo di
essere sconvolto.
“Ma non mi
dire!” ribatto, nascondendo un sorriso.
Supero il biondino e
continuo sulla mia strada.
Sento che si volta
verso di me e urla: “Ehi, aspetta!”
Non lo faccio anche se
ammetto che vorrei che mi rincorresse. Ma non lo fa.
Non sapevo che era
solo perché si era fermato a raccogliere la foto di una
bambina di tre anni con i suoi genitori stretti stretti e sorridenti,
caduta a
terra solo qualche attimo prima.
E non sapevo nemmeno
che il ragazzo dopo che sono sparita, ha portato con sé
quella vecchia fotografia, con la promessa che me l’avrebbe
restituita.
-Fine Flashback-
NIALL POV
Per tutti gli
hamburger di Nando’s quella ragazza è
letteralmente sparita!
Fisso per la
miliardesima volta la foto che ho in mano. Chissà chi erano
quelle
tre persone.. forse la bambina era la ragazza di quella mattina.
La volto
dall’altro lato. Niente che mi possa servire a trovarla, non
un nome,
non un indirizzo, solo una lista di numeri a caso.
È
un’ora che mi frulla il cervello alla ricerca di una
soluzione. Perché
ritroverò quella ragazza. Non so come ma sento che
è importante che riesca a
farlo.
Chiudo gli occhi e
senza accorgermene dentro di me so già dove devo andare.
Anche solo per capire cosa fare dopo, ho bisogno di andare nel posto
dove ho
incontrato la ragazza.
MAYA POV
Non posso far altro se
non seguire tutta la strada che ho fatto. Ora sono di
nuovo sulla metropolitana ma non c’è
più quel bambino così dolce e quasi ne
sento la mancanza.
Suona di nuovo la mia
fermata e scendo in fretta. Senza pensarci mi metto a
correre e quando arrivo ho il fiatone.
Alzo gli occhi da
terra e mi si blocca il respiro.
Il ragazzo biondo di
oggi è ancora lì, seduto su una panchina che non
avevo mai
notato. Quando mi vede si alza e infila una mano dentro la tasca
posteriore dei
pantaloni, come se cercasse qualcosa.
“Sei
arrivata” mormora, così piano che credo di
essermelo inventato.
Gli lancio uno sguardo
confuso “Mi stavi aspettando?”
“Si.”
Sembra sorprendersi
lui stesso della sua risposta.
“Ah.. ok..
Bè in tutti i casi io stavo cercando una cosa..”
“Si lo
so!” mi interrompe, illuminandosi “scommetto che
rivuoi questa!” tira
fuori la mia foto dalla tasca.
Gliela strappo di mano
senza troppi convenevoli.
“Dove
l’hai trovata?”
“Proprio
qui. Questa mattina. Volevo restituirtela subito ma sei scomparsa nel
nulla!”
Arrossisco senza
motivo.
“Bè..
suppongo di doverti ringraziare allora..” rispondo con gli
occhi fissi a
terra “Insomma, me l’hai anche riportata!”
“Mmm
vediamo.. cosa ne dici di offrirmi il pranzo? Ho una fame!”
dice convinto.
“Ma sono le
cinque del pomeriggio!”
“La cena
allora! Ci facciamo una bella passeggiata fino al Nando’s
più vicino e,
ora che arriviamo, saranno già le otto!” sorride,
soddisfatto del programma.
“Pff.. Certo
che sei strano!” rido come non facevo da tempo.
“Allora
siamo d’accordo?”
“ Ok, vada
per la cena” rispondo, incamminandomi a fianco a lui.
“Dunque,
come hai detto che ti chiami?”
“Non
l’ho detto.”
“Io sono
Niall” risponde tutto contento come se gliel’avessi
chiesto.
Sospiro sorridendo.
“Maya”
“Carino”
commenta lui.
Camminiamo in silenzio
per un po’.
All’improvviso
si blocca in mezzo alla strada appena più indietro di me.
Mi volto e chiedo
“Ehi, tutto bene?”
“Cavoli, ho
più fame di quanto credessi” mormora con una mano
sulla pancia, che
in effetti borbotta rumorosamente.
Senza preavviso mi
corre incontro e mi afferra il braccio mentre esclama “Forza,
corri! Non resisto piùù”
E così, con
la mia mano nella sua, mi trascina con lui nella notte.
Buongiorgio a tutti quelli che hanno
letto
:D
Si, lo so,
è una cavolata assurda. Si, lo so, è una OS
cortissima. Scusatee *chiede
perdono in ginocchio*
Stavolta
l’ispiration mi è venuta vedendo una ragazza che
leggeva camminando e
non so perché mi suscitava simpatia :)
La prossima volta
sarei capace di scrivere un OS su un cactus che mi sta
simpatico, tanto ormai!
Probabilmente
sarà piena di errori perché mia mamma mi sta
sfracassando le
palle da mezz’ora e non ho potuto ricontrollare D:
Se recensite potrei
farvi una proposta di matrimonio quindi è a vostro rischio
e pericolo ;)
Ora basta che sto
facendo un commento più lungo della storia ahah *se la ride
da sola*
Grazie a tutti in
anticipo!
Un bacio, Chiara
<3