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Autore: Jawaadeena    06/11/2012    0 recensioni
Una ragazza. Un solo sogno che si realizza, sconvolgendole la vita. Facciamo più sogni, và. Non la classica ragazzetta che si innamora del suo idolo, non una storia qualunque.Questa è la storia di una vita che cambia,di gente che va e gente che arriva. Una storia che spero, avrete il piacere di supportare e sopportare, criticare, amare o odiare. Fate voi.
Genere: Comico, Drammatico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Lime | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era un pianto che mi tenevo dentro da troppo tempo e la vista di quella catapecchia mi aveva buttato giù ancora di più, non potevo crederci, era orribile. Mi asciugo le lacrime e mi avvio verso il portoncino. Prendo le chiavi, spedite qualche settimana prima e apro la porta. Bene, 4 piani da farmi a piedi e con le valige, un odore nauseante di cucinato e scale lerce e umide. E’ tutto umido a Londra. E quella sarebbe stata la mia nuova casa? Bene, molto bene. Arrivo con fatica davanti al portone di casa, infilo le chiavi e apro. Un bianco accecante e un odore di vernice fresca mi travolgono, quella casa era stranamente pulita a differenza dell’ambiente esterno, arredata con quelle poche cose che mi sarebbero bastate: una cucina, un divano, un mobile con un televisore e il soppalco, con il letto e una specie di armadio. La sensazione che mi pervade è un’altra. Mi sento ospite, non mi sento a casa e mi sento male per quell’odore così pungente. Cerco di non pensarci e passo il resto della giornata a pulire mobili e a riempirli, svuoto le valigie, sistemo la sua foto proprio all’entrata, così che io possa vederla e salutarla sempre. Incredibilmente si fa sera, non sento la fame, ormai il mio stomaco è pieno di quell’odore di vernice. Accendo il computer e attendo con ansia. Tanta ansia. E lo guardo, finche il suo sorriso non compare.
“ Sere, ammazza che faccia da zombie che c’hai”
“Grazie brò, sempre delicato tu”
“com’è Londra?”
“E io che ne so, non ho visto niente se non casa mia” Casa mia, mi esce spontaneo e quasi sono contenta. Poi però gli faccio la fatidica domanda.
“ Lì… come è andata oggi?”
“ Serena.. smettila di chiedermelo ogni giorno: è andata, come ieri, come avant’ieri, è andata… sono qui e ti sto parlando, e ti sto guardando, e sei bella anche se un po’ stanca. Ho tutt’e due le mani e i piedi, cammino da solo e anche stasera il mio compagno di stanza è rientrato. Come vedi, oggi è una bellissima giornata.”
Sorrido. Trova sempre il modo per sdrammatizzare il fatto che lui è laggiù.
“Lo so, sono pesante.. ma mi preoccupo”
“Certo che ti preoccupi, sono in guerra, mica a Gardaland.”
Guerra. L’ha detto cazzo, non doveva, odio quella parola. Lui è laggiù, è lontano, è impegnato in questioni sociali, ma non in guerra.
“Scusa” se ne accorge, è un tasto dolente.
“ e’ ok, non ti preoccupare. Ti faccio guardare la mia casa” sposto di un po’ il computer e lo faccio girare intorno alla casa, per offrirgli una visuale migliore e per asciugarmi l’ennesima lacrima.
“Però è un bel posto.. ti ci devi abituare Sere, è la tua nuova casa, lo sarà per un po’… domani comincia a cercarti un lavoretto e fai qualche provino!”
“Si, provino”.. sono mesi che non canto, e non ho voglia di farlo.
“ se non fai un dannato provino ti uccido, ricordati che l’hai promesso!!”
“ ok ok farò qualche provino” dico, sbadigliando.
“Vai a dormire, sarai stanca per il viaggio”
“Solo un po’” mento spudoratamente, dimenticandomi che lui è mio fratello, sangue del mio sangue, e mi conosce.
“Si un po’… vai stellina, devo spegnere anche io, c’è troppa luce e lo sai che..”
“Si lo so, buonanotte allora, chiamami domani.”
“Ma perché ti ha chiamato Serena se è l’ultimo aggettivo che ti rispecchia?”
Mi lascio sfuggire un sorriso, in effetti io con la serenità ho davvero ben poco a che fare.
“Notte Brò”
“Notte mia stellina, ti voglio bene!”
Chiudo il pc. Anche io te ne voglio, dannazione. Non potevo sopportare l’idea che lui fosse lì, esposto al pericolo, alla morte. Ma Marco è sempre stato così, fin troppo buono, fin troppo disponibile e patriottico. Dannatamente patriottico, al punto di arruolarsi e decidere di esporre la sua vita in pasto alle bombe. Mi faccio una doccia per scacciare via quei pensieri e poi vado a dormire. È un letto scomodo, ma dall’Italia ho portato il mio adorato cuscino. Chissà che giornata mi aspettava l’indomani, ma non volevo pensarci più di tanto, volevo dormire. E così è stato.
  
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