Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: B_SomebodyToldMe    06/11/2012    3 recensioni
"Stasera tu, Stefan ed Elena venite a cena a casa mia! Non ti puoi rifiutare!" dico sorridente al vampiro di fronte a me.
"Anche loro? Avanti, io non ti basto? E poi sai com'è Stefan, ha una dieta un po' particolare e.."
"Non è un problema! La vicina è fuori per il weekend e mi ha affidato il suo barboncino toy, inoltre stamattina al parco sono riuscita a catturare due gatti veramente ciccioni. Può andare? Sono abbastanza carini e morbidosi? In alternativa posso sempre andare a rubare il coniglietto d'angora di Bonnie.."
La sua risata cristallina mi riempie le orecchie.
"No, può bastare. Però devi promettermi che se Stefan ed Elena vorranno proseguire la serata in modo romantico a casa mia tu mi ospiterai per l'intera nottata." Risponde sorridendo malizioso.
...
..-A,E,I,O,U... YPSILOOOON!- Ecco, li avete sentiti? Sono i miei ormoni che stanno facendo il trenino. -BRIGITTE BARDOT, BARDOT!-
Genere: Azione, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Nuovo personaggio, Stefan Salvatore
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
HELP ME GET DOWN



Sono morta?
 
Forse sì.
 
Beh, se lo sono, sono senz’altro in paradiso.
 
E’ tutto così morbido e profumato.
 
E c’è anche tutta questa luce!
 
Forse un po’ troppa: non si può certo dormire così!
 
“Yaaaawn!” sbadiglio stancamente stiracchiando una gamba.
 
Aspetta.
 
Ma si può sbadigliare da morti?
 
Ci si può persino stirare?
 
Non dovremmo perdere la concezione materiale del nostro corpo e innalzarci ad un livello puramente spirituale?
 
Io, in verità, percepisco tutto il mio corpo.
 
Ok, forse non sono morta e forse è il caso di aprire gli occhi.
 
Così dopo essermi stropicciata vigorosamente le palpebre, mi decido a socchiuderle sbirciano tra le ciglia.
 
Bianco.
 
Ecco cosa vedo.
 
E subito mi riconvinco di essere morta.
 
Bianco dappertutto.
 
Ma non sono su delle morbide nuvole, sono su un letto.
 
Un letto a baldacchino bianco, in una stanza dalle immacolate pareti bianche, pavimento in marmo bianco, tende spesse e bianche, tavolino in legno intagliato bianco e sedie annesse dello stesso colore.
 
Persino i fiori sul comodino accanto al letto sono bianchi.
 
Gli unici punti di stacco sono l’enorme porta intarsiata color mogano e l’oro che fa da cornice ad un enorme specchio, i nastri sempre dorati che tengono legate le tende ed i piccoli e fini ricami sui cuscini.
 
Se è il paradiso devo ammettere che il Grande Capo ha buon gusto.
 
Scuoto la testa , risvegliandomi un po’ dal torpore che segue sempre una lunga dormita e mi pizzico leggermente il dorso della mano.
 
Fa male.
 
Poco, ma comunque pizzica.
 
Quindi sono viva!
 
E non sto sognando!
Quindi probabilmente è da escludere anche il coma.
 
Ma allora dove mi trovo?
 
Lentamente, e tenendo l’orecchio ben teso, scivolo giù dal letto avvicinandomi guardinga alla grande finestra che si apre su un balconcino.
 
Il marmo freddo a contatto con la pelle scoperta dei miei piedi mi fa leggermente rabbrividire, ma non vi faccio troppo caso.
 
Arrivata alla finestra, poggio la mano sul vetro e sbircio all’esterno.
 
“Ah, sì! Questo chiarisce tutto.” Bofonchio sarcastica.
 
Infatti tutto quello che riesco a vedere è un prato enorme che continua in dei campi e una strada sterrata che porta a questa casa.
 
Villa, considerando le dimensioni.
 
Ah, ovviamente non ci sono vie di fuga che mi saltano all’occhio, tenendo conto del fatto che mi trovo al secondo piano e che forse buttarmi giù non sarebbe una delle migliori idee.
 
Sbuffo, allontanandomi dalla finestra ed avvicinandomi alla porta quando un qualcosa mi si annoda tra le caviglie e mi fa capitolare a terra.
 
Abbasso lo sguardo e mi rendo conto che il qualcosa non è altro che lo chiffon bianco dell’abito che indosso.
Dell’abito che indosso...
 
Cosa?
 
Confusa mi precipito davanti allo specchio e resto a bocca aperta.
 
Nell’immagine riflessa non sono affatto vestita come mi ricordavo.
 
Ho un lungo abito bianco in stile greco con un fermaglio dorato sotto il seno.
Tanto per rimanere in tema con la stanza.
Mi avvicino allo specchio notando che anche il trucco che mi copriva il viso è scomparso,  così come il sangue che mi incrostava i capelli e nessuna traccia di ferite o lividi sono riscontrabili.
 
 
Ok. Questo sì che è inquietante.
 
Quando nei film cambiano di abito una ragazza mentre è svenuta non è mai un buon segno.
Sono stata rapita da degli psicopatici? Da malati che lavano e cambiano le vittime prima di ucciderle?
E questo vestito sembra proprio quello di una vittima sacrificale. Me lo sento, sarò sacrificata a qualche divinità pagana come un povero capretto in età romana.
 
E le ferite?
Come hanno fatto a scomparire?
 
Deve entrarci per forza un vampiro ma questo non spiega tutta questa luce!
 
Che gli anelli anti UV siano diventati un must dell’autunno?
 
Basta.
 
Anche se continuo a rimuginarci sopra non otterrò nulla.
 
L’unico modo per capirci qualcosa è uscire da questa stanza e cercare una possibile via di fuga.
 
Anche se forse non è proprio la cosa più sicura da fare…
Potrei perdermi o fare incontri spiacevoli… tipo Katherine. L’ultima volta che l’ho svista stava cercando di uccidermi se non sbaglio.
 
Sì, forse la cosa più saggia è infilarsi di nuovo sotto le coperte e, cercando di fare il meno rumore possibile, pregare tutti i Santi e le divinità che conosco nell’attesa che arrivi qualcuno a salvarmi.
 
Penso proprio che farò così!
 
Se non fosse che…
Nessuno sa dove mi trovo.
 
A dirla tutta nemmeno io lo so.
 
E poi chi dovrebbe venire a salvarmi?
 
I miei fratelli? I miei amici?
 
Come possono riuscire a trovarmi? E come potrei fargli rischiare la vita solo per venire a recuperarmi?
 
No.
 
Devo risolvere questa cosa da sola.
 
E’ il momento di tirare fuori le unghie e vendere cara la pelle Lo’!
 
Così, convinta dai miei pensieri, imbocco la porta a passo di marcia, facendo comunque attenzione a non inciampare nel vestito.
 
Uscita dalla stanza la situazione non migliora. Mi si para davanti un lungo corridoio e non ho la minima idea di dove andare perciò mi armo di pazienza ed inizio l’esplorazione in punta di piedi, facendo attenzione ad ogni minimo rumore.
 
Passano più o meno dieci minuti prima che riesca ad arrivare al pian terreno e, fortunatamente, in questo lasso di tempo non ho fatto alcun tipo di incontro.
 
Mi sono però innamorata dello stile con cui è stata arredata la casa e soprattutto della miriade di dipinti che coprono le pareti.
 
Ma non ho tempo per questo, non sono mica ad una mostra d’arte!
 
Inizio perciò l’esplorazione di questo piano, alla ricerca di una porta che dia sull’esterno, ma dopo pochi passi un urlo agghiacciante mi fa bloccare sul posto.
 
Sembra provenire dall’ultima porta sul fondo.
 
Per qualche attimo sento distintamente la mia parte curiosa sfidarsi in un duello all’ultimo sangue con l’istinto di sopravvivenza.
 
Purtroppo è quest’ultimo a perdere e il mio corpo si avvicina inesorabilmente a quella porta.
 
Quando sono davanti ad essa, mi abbasso piegando le ginocchia e sbirciando attraverso il buco della serratura.
 
Il cuore mi batte forte per la tensione e l’adrenalina e ciò che vedo non migliora la situazione.
 
Katherine legata fermamente su una sedia posta al centro della stanza in mezzo ad una pozza di sangue che presumo essere il suo.
Due paletti di legno abbastanza spessi conficcati nelle cosce, gli abiti per metà stracciati e il sangue che le ricopre anche parte del viso.
In più un leggero filo di fumo si solleva dalla pelle della sua schiena, proprio nel punto in cui è colpita da un leggero fascio di luce che oltrepassa le tende tirate.
 
Per un attimo la sua somiglianza con Elena mi fa venire voglia di aiutarla ma mi riscuoto subito e cambio angolazione per vedere se nella stanza c’è qualcun’alto.
 
“Nessuno ti ha insegnato a non sbirciare, dearie?”
 
La fredda voce alle mie spalle mi fa congelare il sangue nelle vene.
 
Mi volto lentamente, con tutti i muscoli in tensione e mi ritrovo davanti un ragazzo che non dimostra più di venti anni, lineamenti dolci e poco marcati, se non fosse per delle zanne lunghe al posto dei canini, le vene in rilevo sulle guance un poco paffute e gli occhi iniettati di sangue.
E non tralasciamo lo sguardo affamato che mi sta rivolgendo!
 
Agisco di scatto, senza pensare.
Apro la porta, mi fiondo dentro e la chiudo velocemente dietro di me, girando la chiave.
 
Solo per un attimo incrocio lo sguardo contraddetto di Katherine prima di ritrovarmi di nuovo davanti il vampiro di prima con un ghigno poco rassicurante stampato sulle labbra.
 
Si avvicina di un passo a me, abbassando gli occhi e preparandosi a parlare quando viene interrotto dalla voce astiosa della vampira.
 
“Mi avevi detto che era morta!” sibila piena di rancore.
 
“Devo essermi sbagliato.” Risponde con semplicità non degnandola di uno sguardo.
 
Dalla luce nei suoi occhi posso capire benissimo che mente, sapeva benissimo che ero viva.
 
“Beh, è viva. Ho rispettato la mia parte dell’accordo, ora devi fare lo stesso.” Ringhia.
 
Il ragazzo sospira prima di sollevare le spalle con aria indifferente e risponderle.
 
“Va bene. Sei libera. E… prometto di non ucciderti e di non provarci mai piu.”
 
Si avvicina tranquillamente a lei e le strappa di dosso i paletti e le corde che la tenevano legata, dopodiché le indica con il braccio alzato la porta dalla quale sono entrata.
 
“La mia collana.” Chiede allontanandosi da lui di qualche passo, come spaventata.
 
“Ho paura che dovrai farne a meno, dearie. Penso di averla distrutta.” Commenta sovrappensiero. “Non ti preoccupare, sono sicuro che riuscirai a trovare una zona d’ombra prima di prendere fuoco.” Finisce prendendola in giro.
 
Non so chi sia questo tipo, ma so che Katherine è vecchia e se lui la tratta così, se lei ha così tanta paura di lui… beh, non è di certo un buon segno.
 
Resto immobile quando la vampira mi sfreccia accanto uscendo da quella casa e resto immobile quando lui si volta lentamente verso di me con sguardo fintamente deluso.
 
“Saresti dovuta rimanere in camera.” Dice avvicinandosi. “Mi sarei divertito ancora un poco.” Ad ogni suo passo in avanti ne consegue uno mio indietro. “Invece, per colpa tua, se n’è già andata…”
 
Mi accorgo di essere arrivata con le spalle alla porta ma prima che possa aprirla e correre fuori, lui fa uno scatto in avanti, intrappolandomi con le braccia puntellate ai lati della mia testa ed i canini bene in mostra.
 
“Mi devi delle scuse, non trovi?”
 
Sussurra prima di chinarsi sul mio collo.
 
Trattengo il respiro mentre fa scorrere il suo naso sulla mia pelle esposta inspirando profondamente.
 
Non sei affatto come lei.” Sibila poi con freddezza preparandosi a mordermi.
 
Chiudo gli occhi spaventata, aspettando di sentire quelle lame perforarmi la pelle alla ricerca del sangue.
 
Ma ciò non avviene.
 
Sento solo un tonfo e il rumore di vetri rotti, e quando trovo il coraggio di riaprire gli occhi vedo il vampiro disteso sui resti di quello che doveva essere una vetrina dal lato opposto della stanza.
 
“Jamie! Cosa diavolo stavi facendo?!” Urla una ragazza che noto solo ora essere accanto a me.
 
“Piccola, stai bene?” chiede poi rivolgendosi a me.
 
Vorrei risponderle che sono stufa di tutti questi soprannomi che mi stanno appioppando, che ho un nome e che voglio che venga usato ma quando incontro il suo sorriso dolce e tremendamente familiare riesco solo ad annuire.
 
“Si..” sussurro mentre il vampiro borbotta un qualcosa come “Volevo solo giocarci un po’.”
 
La ragazza lo fulmina prima di riportare di nuovo l’attenzione su di me.
Si avvicina e sempre sorridendo schiacci l’interruttore accanto a me illuminando così tutta la stanza, non mancando di inspirare mentre torna ad allontanarsi.
 
“Mmh, è sono secoli che non sentivo un profumo così!” cinguetta addentrandosi nella stanza ora illuminata da due grossi lampadari. “Da quasi un millennio, vero Jamie?” conclude lasciandosi cadere su un divano in pelle lontano dalla pozza di sangue creata da Katherine.
 
Con questa luce adesso riesco a vedere che siamo in un salone a dir poco enorme, con tre grossi divani posti a delimitare uno spazio attorno ad un camino e ad un tavolino basso in mogano.
Ci sono molti tappeti,  vari cassettoni a muro e vasi in vetro scuro molto alti e dall’aspetto direi anche molto pregiati. Ma quello che mi cattura subito lo sguardo è una grandissima libreria che ricopre quasi tutta una parete ed è stracolma di libri, alcuni dei quali dall’aspetto molto antico.
 
“Mi aspettavo di meglio.” Risponde lui andando ad accomodarsi sul divano di fronte a quello dove è seduta la ragazza.
 
“Stai scherzando? E’ esattamente come me lo ricordavo!”Risponde questa con enfasi provocando in lui una smorfia.  Torna poi a guardarmi, picchiettando la mano sul cuscino affianco a lei e invitandomi con un sorriso “ Vieni, abbiamo molto di cui parlare.”
 
Resto un attimo incerta sul da farsi.
In fondo sono vampiri.
 
E da quel che ho sentito anche molto vecchi.
 
Ma il suo sorriso è così cordiale…
 
D’altra parte non posso mica dare confidenza a due vampiri sconosciuti!

Un minimo d’amor proprio!
 
Anche se devo ammettere che con Damon e Stefan l’ho fatto.
Ma con loro non conta, vero?
 
Però se non lo faccio potrei scatenare la sua ira…
 
Mi avvicino sempre circospetta al divano sedendomi al polo opposto al suo e congiungendo le mani in grembo.
 
Mi gira quasi la testa a forza di spostare lo sguardo da lei al ragazzo davanti a noi.
 
“Io sono Adelasia e lui è mio fratello Jamie.” Si presenta con garbo.
 
Ora che lo noto sono piuttosto simili di lineamenti. Hanno entrambi grandi occhi verdi, il viso un po’ paffuto e labbra piene. Da quello che ho visto prima sono alti più o meno quanto me.
Lei ha dei lucidi e lisci capelli color mogano che le arrivano alle spalle mentre lui ce li ha leggermente più chiari,  un po’ mossi, corti ai lati e poco più lunghi sulla testa.
 
Sono indecisa se presentarmi o meno, ma considerando che sono loro ad aver commissionato il mio rapimento suppongo sappiano anche il mio nome, no?
 
“Siamo vampiri e siamo Originali.” Conclude con un sorriso come se niente fosse.
 
Originali, carini.
 

 
Sono fottuta.
 
Scatto in piedi lanciandomi verso la porta ma dopo pochi passi vengo sollevata di peso e buttata sul divano libero.
 
Torno subito il piedi e afferro il candelabro di cristallo che si trovava sul tavolino per poi brandirlo davanti a me a mo di arma.
 
“Io propongo di legarla.” Dice lui impassibile.
 
“Jamie! E’ solo spaventata!” Lo riprende la sorella.
 
Però! Perspicace!
 
“Tranquilla,” inizia poi rivolgendosi a me. “ti vogliamo solamente parlare.”
 
“Di cosa?” sibilo non abbassando la guardia.
 
“Di te, della tua famiglia e di come sei legata a noi.” Risponde dolcemente.  “Abbiamo bisogno del tuo aiuto.”
 
“Mi avete rapito! E lui mi ha attaccata! Cosa vi fa pensare che abbia voglia di aiutarvi?!” squittisco con voce acuta.
 
“Possiamo spiegarti tutto, cara.” Mi rassicura dolcemente Adelasia.
 
“Non voglio spiegazioni, voglio una via di fuga!” rispondo.
 
“Continuo a sostenere che dovremmo legarla.” Ribadisce il ragazzo con tranquillità.
 
“Jamie!” lo rimprovera la sorella alzandosi e facendo un passo verso di me.
 
“Non ti avvicinare.” Scandisco spostando la mia arma nella sua direzione.
 
“Va bene, piccola.” Sospira con le mani alzate. “Fai tutte le domande che vuoi e noi ti risponderemo. Quando lo vorrai ti racconteremo la nostra storia.”
 
Mi sembra equo.
 
“Stiamo cadendo così in basso?” ringhia Jimmy con disprezzo rivolto alla sorella. “Quando ti deciderai a capire che lei non può sostituirla?”
 
Ma Adelasia non da segni di averlo sentito.
Al contrario continua a fissarmi con quegli occhi grandi e dolci in attesa della mia prima domanda, disposta a tutto pur di ottenere la mia fiducia.
 
Ma cosa potrei chiederle?
 
Ci sono così tante domande!
 
Perché mi hanno rapito, cosa vogliono da me, chi è questa lei con qui Jammi è fissato, se potrò ritornare dalla mia famiglia o se mi segregheranno in questa villa per il resto della mia vita….
 
“Chi mi ha cambiato i vestiti?”
 
“Seriamente? Tra tutto quello che potevi chiedere?” sospira il vampiro portandosi una mano alla fronte e lasciandosi cadere sul divano.
 
Anche Adelasia sembra interdetta, ma dopo un attimo di smarrimento esala una leggera risatina rispondendo con un semplice “Io, eri sporca di sangue e poi non amo molto le tendenze attuali.”
 
 
 
                                       *                   *                 *                 *                   *
 

My sugar sweet is
 so attainable
This behaviour so
 unexplainable

 
Mezz’ora -e un centinaio di svariate domande e rassicurazioni sul fatto che non hanno nessuna intenzione di uccidermi- dopo, mi trovo rannicchiata sullo spazioso divano, con una tazza di the in mano cercando di capire qualcosa di quello che mi viene detto.
 
“Aspetta, aspetta!” fermo Adelasia. “Come hai detto che si chiama la mia antenata?”
 
“Abigail.” Risponde pazientemente coprendo uno sbuffo del fratello.
 
Era.. gay?”
 
“No, Abi- gail! Abigail!” mi corregge esasperato il vampiro. “Puoi avere il suo stesso sangue ma di certo non hai la sua intelligenza!”
 
“Scusami tanto Jimmy!” ribatto risentita.
 
“Jai-me! Mi chiamo Jaime! Per l’amor del cielo!” sbotta esasperato scivolando sul divano fino a finire mezzo sdraiato.
 
“E io cos’ho detto?” chiedo innocentemente per poi voltarmi di nuovo verso Adelasia. “Ok, Abigail. E lei stava con Nicholas, giusto?”
 
“Signore, cosa ho fatto per meritarmi questo?” biascica Jimmy portandosi le mani ai capelli.
 
“No.” Mi risponde Adelasia ridendo. “Si chiama Niklaus e non stava con lei.”
 
Non mi torna.
 
“Mi sono persa. Puoi ricominciare da capo?” chiedo sbattendo le palpebre.
 
Se c’è una cosa che ho capito fino ad ora è che Adelasia sembra avere un debole per me.
 
No, non in quel senso.
 
E’ dolce e gentile. Mi tratta come se mi conoscesse da sempre, con una confidenza che non mi sarei mai aspettata.
 
Jammy, Jemi… a lui invece sto sulle palle.
 
Si vede chiaramente dal tono insofferente con cui si rivolge a me e sembra quasi che la naturalezza con cui la sorella si rivolge a me lo infastidisca.
 
“Certo cara.” Mi risponde infatti lei.
 
“No, stavolta faccio io.” Interviene riprendendo una posizione consona.
 
“Noi siamo Originali. Noi eravamo in sette. Cinque maschi e due femmine. Ci siamo? Sai la differenza tra maschio e femmina?” scandisce come se fossi una bambina.
 
“Sììì! Fino a lì c’ero già!” rispondo.
 
“Bene, Abigail l’abbiamo conosciuta quando siamo arrivati in questa terra. Faceva parte della tribù che ci ha ospitato. Lei era… lei…” si ferma. Come se il ricordo di ciò che è stato gli facesse ancora male.
 
“Lei era la nostra migliore amica.” Finisce Adelasia per lui, guardandolo con sguardo perso.
 
“Era la figlia del migliore amico del capo villaggio, e visto che lui non poteva avere figli la considerava quasi come tale.” Continua poi. “Eravamo piccoli allora. Avremmo avuto cinque o sei anni, e così anche lei. I nostri fratelli erano più grandi. Il più grande era Elijah e aveva diciassette anni. Siamo cresciuti insieme, eravamo tutti molto legati.”
 
 “E’ quando siamo cresciuti che le cose si sono complicate. Andreji ed Abigail si fidanzarono, erano perfetti insieme e sia i genitori che il capo villaggio approvavano pienamente. Nemmeno Nikalus si permise di ostacolare il loro amore, anche se eravamo bene a conoscenza della sua infatuazione per Abigail. Una notte di luna piena però Thyago uscì dal rifugio del villaggio. Suppongo tu sappia che i fondatori del villaggio erano segnati dalla maledizione della licantropia. La mattina dopo… trovammo il suo corpo martoriato ai piedi della grande quercia.”
 
“Nostra madre, straziata dal dolore, ci trasformò in vampiri in modo da renderci immortali.” Continua Jamie. “Una maledizione ancora peggiore, tutto sommato. Ma le cose precipitarono dopo che Abigail andò da lei a chiederle un modo per aiutare Andreji. Lui soffriva della situazione più di tutti noi, non riusciva ad accettare la sua nuova natura e lei era disposta a tutto pur di aiutarlo.”
 
“Le conseguenze della sua scelta le conosci anche troppo bene.”
 
Annuisco. La storia mi ha completamente rapito, anche se è troppo romantica e sdolcinata per i miei gusti.
Vedrei perfettamente Stefan ed Elena al posto di Andreji ed Abigail.
E questo non è certo un punto a favore della storia.
 
“Non pensare che fosse una debole ragazzina capace solo di piangersi addosso.” Rettifica Jaime come se mi avesse letto nel pensiero. “Era una donna forte e decisa. Non l’ho mai vista perdere il sorriso in tutto questo. Ha scelto questa via perché pensava fosse la cosa giusta. Non per eroismo o altro.”
 
“Ciò che non si aspettava invece era la reazione di Niklaus. Non so se per le emozioni amplificate, per il suo sangue irresistibile o se perchè la scoperta che non era figlio di nostro padre lo avesse destabilizzato a tal punto. Il suo affetto per Abigail si trasformò in ossessione e la pazzia prese il sopravvento sulla razionalità.”
 
“La uccise. Due mesi dopo. Sappiamo che non era sua intenzione. Ma ciò non toglie che lo ha fatto.” Racconta freddamente Jaime.
 
“Non è riuscito a controllarsi. L’ha prosciugata.” Spiega Adelasia.
 
“Ma non poteva!” intervengo. “La maledizione dice che sarebbe dovuto morire anche lui…” controbatto confusa.
 
“La maledizione coinvolge i vampiri ed i mannari. Non gli ibridi.” Chiarifica Jaime.
 
Un ibrido?
 
Un mezzo vampiro e mezzo licantropo?
 
Perfetto.
 
Se è lui a darmi la caccia si che  sono fottuta.
 
“Come fate a essere convinti che non volesse ucciderla?” chiedo tornando alla storia.
 
“Perché non voleva essere solo e lei era una delle poche che non lo avrebbe abbandonato nonostante fosse a conoscenza della sua doppia natura. Gli amici fanno così, giusto?” risponde Jaime.
 
“Andreji era distrutto e noi non potevamo fare a meno di biasimarlo. Nik, non sopportò il senso di colpa sapeva che non potevamo fare a meno di odiarlo per quello che aveva fatto. Il primo che uccise fu Andreji. Non si difese nemmeno.”
 
“Dopo fu il turno di nostra madre.”
 
“Ed infine di noi, che lo sfidammo a viso aperto.”
 
“ Ma perché sta dando la caccia a me? Cosa posso offrirgli?” chiedo sempre più confusa.
 
“Una famiglia che non lo tradirà qualunque cosa faccia. Tu puoi dargli altri ibridi sottomessi al suo volere. Un esercito di suoi simili disposti a combattere per lui fino alla morte.”
 
“In tutto questo non capisco ancora il mio ruolo…” confesso.
 
“Oh, beh! Il tuo ruolo è molto semplice in verità.” Risponde Jamie lasciando del tutto il tono grave che aveva assunto durante il racconto e ristendendosi sul divano sorseggiando dalla tazza di the.
 
“L’unica cosa che devi sapere è che non devi fidarti di lui. Mai. In nessuna circostanza.” Completa la sorella con un alzata di spalle. “Se prima poteva assomigliare ad un cucciolo indifeso in cerca di affetto, adesso è un mostro assetato di potere a cui dubito seriamente possa interessare qualcuno che lo ama per quello che è. Anzi, lo escludo vivamente! Ha avuto mille anni per abbandonare questa sua debolezza!”
 
“Tutto ciò che cerca ora è un esercito che lo protegga.”
 
“Proteggere?” chiedo corrugando le sopracciglia. “E da cosa?”
 
Vorrei chiedere loro di ripetere la storia ancora una volta ma non oso immaginare la reazione di Jamie.
 
Tuttavia credo ancora di non aver compreso bene le parti di metà dei personaggi e la dinamica degli avvenimenti…
 
“Da nostro padre, ovviamente.” Risponde il vampiro con ovvietà.
 
Ovviamente.
 
Quale padre non desidera strangolare, sgozzare o impalettare il proprio figlio?
 
Fa parte del naturale istinto paterno, no?
 
“Ovviamente.” Dico con ironia dando voce ai miei pensieri.
 
“Certo che sì!” conferma Adelasia cercando di chiarire i miei dubbi. “Lui non è suo figlio, non è sangue del suo sangue! Ed soprattutto ha ucciso noi, i suoi veri figli!”
 
Ma cosa vuol dire?
 
Anche io non sono sorella-sorella di Daniel ed Andrew ma ne loro ne la loro madre hanno mai cercato di farmi fuori.
 
Al massimo ha cercato di spennare papà nel divorzio.
 
“Continuo ad avere dubbi. Su vostro padre, su queste guerre intrafamiliari e sulla mia figura in tutto questo!” sbuffo esasperata. “E se Nicolau vi ha uccisi, come fate ad essere qui?”
 
Adelasia mi liquida con un gesto della mano e un sorriso accondiscendente.
 
“Ora non abbiamo tempo per questo, cara.” Dice alzandosi in piedi e stirando con le mani la gonna del suo vestito. “Seguici.”
 
Con riluttanza mi alzo dal quel comodissimo divano e seguo a distanza di sicurezza i due fratelli su per le scale principali.
 
Arrivati davanti ad una porta (a mio parere uguale a tutte le precedenti), la aprono e rivelano un ampio studio dominato dal caos.
 
Pergamene, libri, fiale, pietre, piume, e molte altre cose sono riversate disordinatamente sulla scrivania, sulle sedie e sul pavimento.
 
Solo ad una seconda occhiata mi accorgo di un ragazzo che ci da le spalle intento a cercare qualcosa su uno scaffale stracolmo.
 
Si interrompe pochi secondi dopo, accortosi della nostra presenza, e quando si gira per poco non caccio un urlo.
 
“Tu qui?!” lo aggredisco.
 
Non sono famosa per la mia memoria visiva, ma riconoscerei quei lunghi capelli rossi e quel naso all’insù tra mille!

Lui è il ragazzo del bar di Soleil, quello dell’uccellino.
 
“Lolita, lui è Merlin. Il nostro stregone di fiducia.” Ci presenta Jamie con tono divertito.
 
“Stiamo scherzando?” chiedo sull’orlo di una crisi di nervi. “Non solo ha cercato di rapirmi, ma è un mago! E si chiama Merlino! Mago Merlino! Oh, cielo!” gracchio passandomi una mano sul viso.
 
“Non cercava di rapirti, solo di portarti da noi con un po’ di anticipo.” Mi rassicura Adelasia.
 
“No. No, no, no, no, no!” dico scuotendo la testa. “Non è possibile, non sta né in cielo né in terra!”
 
Due Originali mi hanno rapita, si comportano come se fossimo amici di vecchia data,- mi offrono il the!-, chiedono il mio aiuto ed hanno un mago che si chiama Merlino che ha precedenti per tentato rapimento e violenze su vampiri?
 
Non può essere vero.
 
Devo aver sbattuto la testa veramente forte in quell’incidente.
 
“Sapevamo che quel vampiro ti avrebbe portato in quella bettola di terza categoria e che la proprietaria aveva un certo risentimento verso il tuo amico.” Mi spiega la vampira. “Così abbiamo pensato che potesse essere il momento giusto per.. come dire? Prelevarti!” conclude sorridendo.
 
“Non avevamo considerato le tua inclinazione per la vilenza.” Completa mago Merlino con un sorriso sarcastico avvicinandosi a me.
 
“Scusa?” tento incerta.
 
“Accettate.” Acconsente con un alzata di spalle per poi prendermi la mano e poggiare sul palmo la mia collana semi-magica.
 
Non mi ero accorta di non averla al collo, ma sono contenta di non averla persa.
 
“Ho legato vari incantesimi ad essa, perciò sarebbe bene la tenessi sempre con te.” Dice enfatizzando con un movimento dell’indice. “Uno per renderti irrintracciabile, uno per mascherare il tipico odore del tuo sangue, uno per avvertirti della presenza di un vampiro e uno per i licantropi. Infine uno che fungerà da legame tra me e te, in modo da poter percepire quando sei in pericolo ed uno che mi permette di eseguire incantesimi semplici a distanza. Resta libera ancora una pietra ma per ora non mi è venuto in mente nient’altro.”
 
“Grazie Merlino.” Dico stupita con un grande sorriso.
 
“Merlin.” Mi corregge pacatamente.
 
Quel che è.
 
“Ma perché fate tutto questo per me? Perché siete così gentili e disponibili e… protettivi e…” chiedo al limite della confusione.
 
“Perché tu puoi riportarci la nostra famiglia.” Risponde Jamie serio.
 
 
                                      *                      *                    *                   *                         *
 
Ok, ok.
 
Keep calm, Lo’. Keep calm.
 
E’ da quando Merlin mi ha avvertito che c’è un ragazzo, con un giubbotto di pelle nera ed una Cadillac  azzurra che sta controllando la villa in cerca di un modo per entrare che non riesco a trovare poso.
 
Nonostante le coincidenze non riesco a credere che sia veramente venuto a salvarmi.
 
Come una vera squadra, come dei veri partner!
 
Meno male che mi hanno dato la notizia dopo avermi spiegato cosa fare e come comportarmi quando incontrerò Niklaus.
 
Cammino avanti e indietro per tutta la lunghezza della stanza, aspettando ogni minimo segnale.
 
Lui entrerà, mi salverà e lascieremo questo posto dopo che Jamie ed Adelasia avranno finto di morire per mano sua.
 
Inizialmente non ho ben capito la necessità di questo ultimo passaggio, ma dopo ho convenuto che è meglio far credere a tutti che sono stata rapita da due vampiri psicopatici morti in poco tempo, piuttosto che da due Originali che porterebbero panico e piani suicidi nel nostro gruppo.
 
Mi fermo improvvisamente dopo aver sentito un botto dal piano inferiore.
 
Apro velocemente la porta, mandando a farsi benedire le scene di salvataggio immaginate dai due vampiri che vedevano il mio salvatore correre a liberarmi dopo aver fatto fuori loro due.
 
Scendo le scale di corsa, incespicando più e più volte nel vestito e rischiando di ruzzolare rovinosamente.
 

I took one last good look around
So many unusual sounds
I gotta get my feet on the ground

Help me get down,
I can make it
Help me get down!

 
Quando lo vedo è come se tutto si illuminasse e quella fastidiosa sensazione di ansia che mi attanaglia lo stomaco da quando mi sono svegliata, scompare in un baleno.
 
Mi sento leggera come un palloncino e non riesco ad impedire ad un enorme sorriso di comparire sul mio volto.
 
Mi precipito giù per l’ultima rampa, sollevando il vestito un poco e lanciandomi su di lui quando mi mancano solo tre gradini.
 
Avvolgo le braccia attorno al suo collo, stringendolo più che posso e esclamando un:
“Mi hai trovata!” tra le risa.
 
Non ci penso nemmeno quando poggio le labbra sulla sua guancia schioccandoli una serie di sonori baci.
 
So che di sembrare infantile e so che molto probabilmente li non gradirà, ma non riesco a trattenere tutta la gioia che sto provando adesso.
 
Inaspettatamente, invece di scacciarmi in malo modo, poggia una mano sulla mia schiena, senza spingermi verso di lui e senza allontanarmi.
 
Sotto le labbra posso sentire i muscoli della sua guancia contrarsi per formare il suo solito ghigno.
 
“Avevi dubbi, cherie?” chiede con quell’ironia che mi era tanto mancata. “Quante volte ancora dovrò salvarti prima che tu riconosca la mia abilità?”
 
Non faccio in tempo a rispondere che Damon mi spinge a lato e blocca il fulmineo attacco di Jamie, rispedendolo dalla parte opposta dell’androne addosso ad un grande vaso.
 
Anche Adelasia entra in scena avvicinandosi a me e fingendo di trascinarmi nuovamente su per le scale.
In poco si ritrova la gamba di un tavolino di legno conficcata nel petto per mano di Damon.
 
Non mi preoccupo per la vampira: mi ha spiegato che un paletto nel cuore non le fa niente e sono piuttosto concentrata sulla mano di Damon che stringe la mia mentre scendiamo dalle scale.
 
Oggi è in vena di dimostrazioni di affetto, il ragazzo.
 
Che sia posseduto dal fantasma del Principe Azzurro?
 
Raggiunto il pavimento Jamie torna subito all’attacco e dopo varie mosse spedisce il mio pseudo salvatore nella stanza adiacente con un calcio ben piazzato.
 
“Che fai?!” sibilo guardandolo allibita. “Dovresti morire!”
 
“Un vaso Ming!” sibila lui in risposta indicando i resti del vaso su cui è precipitato. “Mi ha distrutto un vaso Ming! Sai quanto valeva?!”
 
“Gli farò soggiogare un antiquario e te ne troverò un altro!” taglio corto controllando il punto in cui è stato scagliato Damon. “Ora, per favore, muori!”
 
Sospira , rendendosi conto di dover rispettare il piano e quando Damon scatta verso di lui con un pezzo di legno in mano, finge di trovarsi impreparato e si fa trafiggere con facilità.
 
Poso lo sguardo nuovamente su Damon che, dopo essersi scrollato di dosso gli ultimi residui di polvere, mi guarda con aria boriosa e chiede.
 
“Chi è il vampiro più forte della Virginia?”
 
“Pallone gonfiato!” rispondo sopprimendo una risata per poi seguirlo fuori dalla casa.
 
 
                   *                        *                     *                     *                    *
 
“Puoi smetterla di guardarmi? Sei inquietante.” Commenta non distogliendo lo sguardo dalla strada.
 
“Sono felice.” Rispondo ampliando il mio ghigno. “Mi hai salvata.”
 
“Non ti aspettavi che lo facessi?” chiede.
 
“No. Sì! Cioè…” balbetto. “Non avevi obblighi nei miei confronti ed io non ti avrei mai chiesto così tanto. Speravo che venissi ma non ti avrei mai chiesto di rischiare, e poi non potevi sapere dove mi trovavo… sono solo felice! Come hai fatto?”
 
“Ho avuto un’interessante telefonata con Katherine, un anello per proteggerla dal sole in cambio della tua ubicazione.” Spiega con un ghigno. “Questa tua sfiducia nei miei metodi investigativi sta diventando fastidiosa.”
 
“Non è sfiducia. E’ che spesso e volentieri si risolvono con una disperata lotta alla sopravvivenza.” Rispondo pacata. “Comunque, grazie.”
 
“Non ringraziarmi, cherie.” Risponde voltandosi finalmente verso di me e incatenandomi con i suoi occhi azzurri. “Se proprio devi morire, lo farai per mano mia.  Sono il primo ad aver cercato di ucciderti, come hai ben detto ieri sera, sarebbe un disonore farsi rubare la preda da sotto il naso. È una promessa.”
 
 
“Grazie, Damon. Avevo proprio bisogno di una frase dolce, carina e piena di affetto dopo essere stata rapita da degli psicopatici.” Ribatto ironica.
 
“Non c’è di chè.” Risponde tornando a guardare la strada.
 
Però se quella promessa è un modo contorto per dire che continuerà a salvarmi in ogni occasione.. beh, allora è ben accetta.
 
Ma pensandoci bene… è Damon.
 
Molto probabilmente intendeva veramente quello che stava dicendo.
 
“Per quanto riguarda ieri sera…” inizio.
 
“Dopo quello che hai detto suppongo di non avere modo di sfuggire alla tua petulante presenza.” Mi interrompe.
 
Fantasma del Principe Azzurro?
 
Galanteria e affetto?
 
Ritiro tutto.
 
“Siamo in vena di carinerie.” Commento. “Dopo questo ti starò attaccata come un alice allo scoglio solo per farti uno spregio.”
 
“Come una cozza allo scoglio, cherie.” Mi corregge voltandosi poi a guardarmi. “E comunque non sei la peggiore delle compagnie.” Conclude ammiccando leggermente.
 
Sorrido gongolante poggiando la schiena al sedile e guardando il paesaggio scorrere dietro al finestrino.
 
Per quanto mi riguarda, questo basta e avanza.
 
Sento che il rapporto tra noi è tornato quello di sempre, mi ha salvata e come se non bastasse ho due originali dalla mia parte.
 
Sono decisamente, completamente ed indiscutibilmente felice.
 
 
 
 
(…)
 
 
 
 
 
Hy, lovely people! <3
 
Saluto stupido a parte, eccomi qui con un nuovo capitolo! :D
Non sono stata veloce come la volta precedente ma nemmeno lentissima come ero ormai diventata, no?
Diciamo che sono stata più veloce di una lumaca ma meno di una tartaruga… qualcosa tipo un bradipo?
Ok, questo sclero vi ha probabilmente fatto capire che è riniziata l’università e che ciò nuoce gravemente alla mia sanità mentale.
 
A parte questo mi farebbe piacere sapere che ne pensate del capitolo.
Personalmente sono divisa, ci sono parti che mi piacciono abbastanza e altre invece (come il racconto della Original family, o le ultime battute tra D. e L.) che non mi convincono troppissimo.
Boh!
Fatemi sapere :D
 
Passando ad altro, ho aggiunto nuovi personaggi che avranno un ruolo principale nel corso della storia. Andreji e Merlin li ho già associati con personaggi ‘famosi’ mentre sui gemelli sono ancora un po’ incerta. In ogni caso mi farebbe piacere sapere come voi immaginate i protagonisti di questa storia. :) :)
 
Detto questo,
MILLE MILLE MILLE MILLE MILLE MILLE MILLE MILLE, MILLISSIME GRAZISSIME a Suzy Lee e Martalapoffa_ per le splendide recensioni che mi lasciano sempre. Vi adoro! Vi adoro come adoro la nutella, il che vuol dire veramente tanto, tanto!
 
Grazie mille anche a chi ha messo la storia tra le seguite, preferite e ricordate e a tutti coloro che continuano a leggere.
Grazie di cuore!
 
So… this is it!
 
Spero di risentirvi presto,
XOXO
 
        -B.
   
 
Leggi le 3 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: B_SomebodyToldMe