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Autore: DESERT    06/11/2012    0 recensioni
Parla di un ragazzo che da un giorno ad altro secondo gli amici cambia, sembra un altra persona.
A cui gli accadranno molte cose strane.
I personaggio sono derivati da dei miei amici a cui però ho cambiato nome.
I personaggi principali sono:
Alberto: Il protagonista della "commedia".
Massimo: Il migliore e il più fidato amico di Alberto a cui confiderà ogni cosa.
Alessia: La sorella di Massimo, agli occhi del fratello brutta ma non a quello degli altri.
Martina: Sorella minore di Bianca, bella ma dal carattere un po' aspro
Bianca: Sorella maggiore di Martina, un po' più brutta della sorella ma più simpatica
Anna: Come se fosse la co-protagonista della "Commedia".
Lo so che la storia non sarà molto bella ma è la prima volta che scrivo una storia del genere quindi sarei curioso di sapere la vostra opinione sul mio racconto, recensite sono aperto a qualsiasi consiglio, anche a critiche.
Genere: Commedia, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Narra Alberto
“Un maniaco a tutti gli effetti.”, “Sì, infatti.”, si alza e si avvia verso la porta ma a un tratto gli viene un mancamento, accorro per mantenerla, “Non stai ancora bene, dai vieni puoi dormire sul letto mio”, “Va bene, ma tu dove dormi?”, “Sul letto che sta sotto”, la prendo in braccio e la porto fin sul letto lei si sdraia e tolte le scarpe, si copre con la coperta, “Buona notte!” “Buona notte.” le rispondo. Caccio il letto di sotto silenziosamente, mi cambio, e mi metto pure io nel letto, la fisso per un po’ e poi penso “Perché proprio lei?” e poi mi addormento. La mattina dopo mi sveglio verso le otto, mi alzo e vado a fare colazione e a prepararla anche per Anna, non avevo idea di cosa gli piacesse come colazione quindi le faccio del latte e dei biscotti.
“Alberto!” mi urla, “Che c’è?”, “Vieni?”, vado in camera e la vedo sveglia ma ancora nel letto, “Mi aiuti ad alzarmi mi fa male la gamba?” “Ma ti ha preso pure a calci?”, “Sì!”, “Stronzo.” “E lo so!”, “Ora aiutami ad alzarmi!”, “Sì.”, la prendo in braccio e la porto in cucina e la appoggio sulla sedia davanti al latte e biscotti, “Torno subito!”, vado un attimo al bagno, quando torno vedo la sua tazza del latte vuota e non ci sono più i biscotti e ne sono contento ma e vuota pure la mia tazza!
“Ti sei bevuta pure il mio latte?!”, “Avevo ancora voglia di latte.” “Me lo chiedevi e ti riempivo di nuovo la tazza”, intanto vado a prendere di nuovo la bottiglia di latte nel frigo, per riempire di nuovo la mia, “Mi dai dell’altro latte?” “Ancora?!” “Sì, ancora per favore.”.
Gli riempio di nuovo la sua tazza e anche il mio il tempo che metto a posto la bottiglia lei l’ha già finito “Mi dai un po’ di latte dalla tua tazza?” “Va bene.” e gli do mezza tazza la beviamo nello stesso momento, ci guardiamo e ci mettiamo a ridere. Si va a prendere le scarpe in camera, e mi ringrazia “Grazie di tutto ci vediamo!”, “Ciao.” e se ne va, dopo un attimo bussano alla porta, vado ad aprire è ancora lei che mi abbraccia e mi stringe forte “Grazie mille!” e se ne va ridendo



Una sera stavo in casa da solo, annoiato, un po’ triste esco dal balcone e vedo Anna giù, mi vesto e scendo.
“Anna ciao!”, “Ciao Alberto”, “Come va?”, “Non tanto bene.”, “E perché?”, “Anna devo dirti una cosa!” “Che cosa?Ti sei ammalato gravemente?”, “No, sto benissimo, ma …” “Ma cosa?” “Devo partire me ne devo andare da qui, me ne vado a Londra questa notte alle tre!”, “Stai scherzando.” un momento di silenzio, un momento di vuoto sto con la testa abbassata “Dimmi che stai scherzando ti prego!”, “Dimmi che stai scherzando!”, “Purtroppo non sto scherzando, mi dispiace.”, “Sappi che sei la prima a saperlo tanto poi la voce si diffonderà.”, “Non me ne frega!”, “Dimmi piuttosto perche te ne vai?!” “Non te lo posso dire!” “Invece me lo devi dire!”, fa con un’aria minacciosa poi si tranquillizza con gli occhi lucidi al riflesso del giallo lampione, “Ma tornerai?” “Non lo so forse un giorno tornerò … un giorno.”, mi alzo me ne inizio ad andare “Addio.” “Perché addio?Hai detto che tornerai vero?Vero?!”, “Aspetta!” mi giro vedo che corre verso di me mi abbraccia piangendo “Arrivederci!” , la guardo negli occhi, i nostri volti sono molto vicini “Non piangere Anna, non piangere!” , e le asciugo le lacrime sul volto, sciogliamo l’abbraccio faticosamente “Arrivederci Anna, arrivederci!E mi raccomando non piangere ancora!”, un breve silenzio, “Mi mancherai Anna.”, “Anche tu Alberto tanto.”, “Un giorno tornerò, te lo giuro.”, “Ti aspetterò!”, mi avvio verso il portone sento il cuore in una morsa, mi sento quasi male allontanarmi da lei, come se mi stessi separando da una persona che ami tanto.
Salgo le scale faticosamente, scalino per scalino, come se le gambe pesassero una tonnellata, entro in casa metto le ultime cose nelle valige, il portafoglio con il biglietto aereo Pescara - Roma - Londra, metto sotto carica i due telefonini, mi faccio la doccia mi cambio, sono ancora le due, ancora un’ora in questa città, ancora poche ore in questo paese, poi via verso Londra, verso una nuova vita. Mi siedo sulla poltrona, penso ad Anna a tutti i miei amici che lascerò qui.
Sono le tre meno un quarto, prendo tutto e vado, chiudo la porta alle mie spalle con tutte e due le serrature con cinque scatti e metto le chiavi in tasca, scendo con l’ascensore arrivato giù esco prendo la macchina e la metto nel box chiudo anche quello, e mi avvio verso l’aeroporto, guardo verso il balcone, dove abita Anna, la vedo fuori al balcone mi guarda la saluto con un ultimo cenno di mano e anche lei lo fa, mi giro una morsa mi stringe il cuore ma devo andare.



Che ne dite fate una recensione e fatemi sapere la vostra opinione.
Un grande saluto dal vostro scrittore Desert.
  
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