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Autore: mikaela    06/11/2012    2 recensioni
La vita di gatto domestico non è facile. Devi alzarti per arrivare fino alla ciotola, fare i tuoi bisogni nella lettiera, non puoi uscire di casa e non puoi graffiare le tende (che poi non capisco perché le mettano, se non per strapparle con gli artigli! A che altro possono servire?). in più i tuoi padroni pretendono che tu faccia cose che richiedono sforzi come “acchiappare un topo”, o andare nella cuccia, quando sei già sopra un materasso super comodo.
Come lo so? Scusatemi, che sbadato!
mi presento: sono Brian Colfer, il gatto più amato d’America.
Genere: Comico, Demenziale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Altro personaggio, Chris Colfer, Darren Criss
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Maratona cinematografica

Parte 1

 

 

 

 

Mi servì parecchio tempo prima di metabolizzare il modo in cui la mia giornata da “praticamente perfetta” si era trasformata in “un completo disastro”.
Decisi che la cosa migliore da fare era riordinare il casino mentale che avevo in testa.

Punto primo. Chris è un idiota, ma questo si sapeva già.
Punto secondo. Chris aveva degli amici più idioti di lui, ovvero OcchialiRosa.
Punto terzo. Due idioti sono più irritanti di uno.
Punto quarto. Due idioti innamorati, sono più irritanti di due idioti.
Punto quinto. Due idioti innamorati che non si confessano i  sentimenti tra di loro, sono la cosa più irritante dell’universo.
Punto sesto. La cosa più irritante dell’universo si sarebbe riunita una volta a settimana per stupide maratone cinematografiche. A casa mia.
Punto conclusivo. sono irrimediabilmente fregato.

Come avrei potuto sopportare due esseri insulsi come loro tutte le settimane? Ma perché il mio padrone non si faceva una vita sociale al di fuori di casa sua? E soprattutto, perché ero finito in questa stupida casa?
No, calmati Brian mi dissi stai calmo e affronta il problema: la tua mente geniale troverà qualcosa di intelligente da escogitare.

Presi un bel respiro profondo, interrompendo la camminata avanti e indietro che stavo facendo poco prima, e mi sedetti sul tappeto. Chiusi gli occhi per concentrami, in attesa di una grandiosa e meravigliosa idea geniale.
Usare il letto come lettiera? Nah, sono troppo raffinato per certe cose.
Graffiarli in faccia? Neanche, poco produttivo, e sicuramente mi avrebbero privato delle mie bellissime unghie (a quanto pare gli umanoidi sono capacci di certe atrocità).
Vomitargli sul cibo? Nemmeno, potrebbero semplicemente sostituirlo con dell’altro.
E poi all’improvviso, la lampadina si accese. Aprii di scatto gli occhi, gettai uno sguardo alla camera da letto di Chris e sorrisi malignamente.

Salve, sono Brian Colfer, il gatto più amato d’America, e ho appena avuto un’idea geniale.

 

˜--˜

Ero comodamente sdraiato sul letto di Chris, quanto sentii il campanello suonare. Il servetto era convinto che io stessi dormendo, e che li avrei lasciati in pace.
Povero illuso.
Sentii chiaramente la voce di Darren dal pianerottolo, e capii che era ora di fare il mio ingresso. Scesi le scale, sbattendo la coda da destra a sinistra e tenendo il muso all’insù, poi raggiunsi i due in cucina.

-… allora il tecnico è entrato e mi ha chiesto: “dov’è la ragazza che ha telefonato?” e io “ho chiamato io, veramente”. Dio c’è rimasto malissimo!- esclamò Chris, scoppiando a ridere.
Rendetevi conto che io dovevo vivere con uno che ride quando viene scambiato per una ragazza.
Darren sogghignò –sempre la solita storia eh?- chiese.
Feci un paio di giri in cucina, fingendomi indifferente e attendendo che mi notassero.
Chris aprì il frigo –allora, credo di avere tutto: uova, cioccolato, fragole…- elencò tirando fuori gli ingredienti.
-aspetta, ti aiuto!- fece Darren, notando la quantità sproporzionata di roba che Chris teneva tra le braccia. Peccato che io fossi proprio accanto al servetto, e OcchialiRosa aveva rischiato di pestare la mia preziosissima coda.
Misero tutta la roba sull’isola al centro della stanza, facendo attenzione a non far cadere nulla, e ignorandomi completamente.
Sul serio, ero appena entrato nella stanza e non mi notavano? Stiamo parlando di me!
Allora provai a miagolare, non ottenendo risposta.
-che dobbiamo fare ora?- chiese Darren, guardando gli ingredienti sul tavolo.
-preparare la torta?- rispose Chris sarcastico.
-grazie genio, fin li c’ero anche io, quello che…-
-wow Darren, fai progressi! sei riuscito a capire che dobbiamo fare un dolce!- lo prese in giro Chris.
-ah. Ah. Ah. Ma quanto sei divertente- disse, Darren, sarcastico- dicevo, come la prepariamo?-
-prendi la ricetta accanto al forno a microonde e seguiamo i passaggi- gli spiegò Chris- o magari conosci la ricetta a memoria?- aggiunse, per prenderlo in giro.
-sei in vena di battute per caso?-
-hm, possibile. Si, i folletti mi mettono di buon umore-
Notai Darren trattenere il fiato e bloccarsi per un attimo. Quell’idiota del mio servetto aveva appena detto che lo metteva di buon umore! Non andava affatto bene.
Miagolai più forte prima che la situazione potesse degenerare in altri velati complimenti, e finalmente fui notato da entrambi.
-Oh Brian!- esclamò Chris –da quanto sei li?-

Stupido idiota, possibile che tu non abbia notato la regale presenza dell’animale domestico più bello del mondo?

-probabilmente eravamo troppo presi dalla torta per accorgercene-
-già. Credo che abbia sete, la ciotola dell’acqua è quasi vuota- pensò a voce alta Chris. Fece per prendere l’acqua ma Darren lo bloccò.
-Tranquillo, faccio io- gli disse sorridendogli con dolcezza. Bleah.
Occhiali rosa si abbassò verso la ciotola e iniziò a versarmi l’acqua. Facendo così però diede una visione del suo didietro troppo disgustosa per me, e troppo invitante per Chris. Infatti quest’ultimo stava fissando quella parte del corpo del suo “amico” senza troppi problemi, e neanche questo andava bene.
Allora feci la prima cosa che mi venne in mente per distrarre il mio servetto: saltai sul tavolo e immersi le mie povere zampine nel sacchetto della farina, per poi camminare in lungo e largo per il bancone.
-BRIAN!- strillò Chris, tra lo scioccato e l’arrabbiato.
-che succede?- chiese l’altro voltandosi di scatto. Poi vedendomi sull’isola capì il problema e guardò l’amico allarmato –che ci fa Brian li sopra?-
-balla la conga!-rispose ironico- secondo te che sta facendo? Combina guai!-
-calmati, adesso lo facciamo scendere-

E il piccolo stolto umanoide credeva seriamente che sarebbe stato così facile prendermi. Infatti si allungò verso di me, ma con un balzo in avanti lo evitai giusto in tempo, andando contro il barattolo delle posate e rovesciandole giù.
Allora Chris, dopo aver borbottato un “devo fare sempre tutto io” cercò di acciuffarmi, ma riuscii a sgusciare dalla sua presa, rovesciando a terra il latte.
Continuammo così per una buona mezz’ora, con quegli idioti che credevano che sarebbe stato facile prendermi, e io che correvo per tutta la cucina sfuggendogli ogni volta.
Non era di certo un comportamento tipico di un gatto del mio rango, ma che potevo fare? Lasciarli da soli a far crescere il loro “amore”? neanche per sogno!
Ed era quello il mio piano: avrei fatto tutto ciò che era in mio potere per far si che uno non si accorgesse dei sentimenti dell’altro.

Insomma, sono o non sono un gatto geniale?

Pensai soddisfatto della mia idea. Mi congratulai con me stesso per l’invenzione  che mi era venuta ma, ahimè, ero talmente preso a contemplarmi, che non mi ero reso conto di quello che stava succedendo.
Fui riscosso dai miei pensieri grazie a delle risate dietro di me. Mi voltai di scatto e vidi Chris seduto per terra, con la schiena poggiata sulle ante del mobile delle stoviglie.
Accanto a OcchialiRosa. Sorridente come mai. E la testa poggiata sulla sua spalla.
A giudicare dal segno di pasticcio sul mobile, probabilmente si erano poggiati contro a esso e lasciati trascinare a terra.
Ma perché ridevano? Dove aveva sbagliato il mio geniale piano?
-oddio, è un disastro!- esclamò ridendo Chris.
-quella roba arancione e bianca spalmata sul muro è un uovo?-
-credo proprio di si!-

Mi guardai intorno. In effetti la cucina era un vero e proprio casino: farina ovunque, posate e pentole sparse per terra, latte e uova sul pavimento e pareti sporche.
E loro ci ridevano sopra. Ma soprattutto, Chris ci rideva sopra. Lo stesso servetto che si lamentava quando mettevo qualcosa fuori posto, rideva per una cucina che stava per esplodere.
Perché non va mai secondo i miei piani?

Chris si staccò dalla spalla di Darren, per poterlo guardare in faccia e sorridergli. L’altro ricambiò, con uno sguardo un po’ ebete.
Tuttavia, qualcosa cambiò negli sguardi di entrambi. Non sapevo dire che cosa, insomma sono un gatto non uno stupido umano, ma ci fu uno scambio di “energia” che non mi piacque per nulla.
E quando vidi i loro visi protendersi l’uno verso l’altro, capii che era il momento di intervenire.
Andai verso il pacco di farina mezzo distrutto, che stavo iniziando ad adorare, e lo spinsi giù grazie a qualche colpo di muso.
Il sacco cadde ai piedi dei due stolti ragazzi, innalzando una nuvola di farina che li bloccò immediatamente per la sorpresa.
La cucina era immersa nel bianco, e non riuscivo a distinguere bene le figure di Chris e Darren.
-BRIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN- urlò furibondo Chris.
Si sarebbe vendicato, questa era una certezza.

 

 

 

 

Miky’s corner

Ecco a voi la prima parte della serata CrissColfer :3

Scusate se il capitolo è un po’ corto, ma per la grande serata che ho in mente farla di un solo capitolo sarebbe stata troppo lunga, e ho dovuto dividerla a metà.
Grazie mille a voi che continuate a seguirmi, soprattutto Betty97 che c’è sempre.

Nulla, spero che vi sia piaciuto, e mi dispiace di aggiornare sempre così in ritardo, cercherò di rimediare :)

miky

   
 
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