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Autore: FedeeSii95    07/11/2012    4 recensioni
Spinta da una voglia irrefrenabile di vederlo cercai di raggiungerlo. Quando ci riuscii desiderai non averlo mai fatto: Zayn era di spalle e stava baciando appassionatamente una ragazza bionda. Come lei mi vide si aprì a un sorrisino falso e mi disse: “Kitty o come cavolo ti chiami, sei qui proprio al momento giusto, io e Zayn ci siamo appena fidanzati” disse lei appendendosi al suo braccio e spingendolo, per quanto fosse ancora possibile, verso il suo corpo. Riconobbi subito quella voce isterica che avevo sentito fin troppe volte per i miei gusti. Era Chantal, senza dubbio. Lui, come sentì quelle parole si girò di scatto. Era nervoso e lo si poteva intuire dal modo con cui si toccava i capelli. “Sono molto contenta per voi, Zayn non potevi fare scelta migliore” dissi ironicamente mentre cercavo di trattenere le lacrime. Era come se qualcosa da dentro si fosse rotto e tutto intorno a me avesse perso ogni significato. Cosa mi stava succedendo? Perché in quel momento avevo solo voglia di urlare, scappare e restare da sola per potermi finalmente liberare di quel dolore che non avevo mai provato? Perché non riuscivo a sopportare la visione di loro due insieme?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1: Un incontro sconvolgente

Pov Keith:

Avevamo appena poggiato le valigie sul pavimento della nostra nuova stanza. Eravamo arrivate da poco in Inghilterra e, per prima cosa, avevamo deciso di conoscere l’hotel dove avremo alloggiato per qualche giorno. Si trovava nei dintorni di Londra ed era abbastanza modesto ma pur sempre perfetto per due ragazze di diciassette anni. I nostri nomi erano Keith e Meredith ed eravamo italiane. Avevamo deciso di trasferirci perché non ci eravamo mai davvero sentite a casa in Italia. Il nostro obbiettivo era azzerare tutto e ricominciare una nuova vita.


Ci assomigliavano molto, ma allo stesso tempo eravamo diverse. Ciò che ci accumunava erano le qualità fisiche: eravamo di media statura, magre con capelli e occhi castani; ci piacevano le stesse pettinature e odiavamo truccarci troppo. Le differenze tra noi due erano soprattutto caratteriali:
Meredith era una sognatrice e nella vita si poneva sempre degli obbiettivi, ma si frenava per la propria insicurezza. Era molto divertente e anche molto sensibile: piangeva ogni volta che vedeva qualche scena un po’ drammatica ma, non per questo si faceva mettere i piedi in testa. Quando veniva accusata ingiustamente, senza rendersene conto, che fosse o no sua amica/o, rispondeva molto pesantemente. Le si poteva parlare di tutto senza essere giudicata e quando stavi male, ti faceva tornare il sorriso. Era una buona amica e le volevo molto bene.
Io avevo poca autostima e cambiavo comportamento a seconda di chi avevo davanti: se non lo conoscevo ero capace di non aprire bocca mentre se ero con una mia amica, diventavo davvero espansiva. Non sopportavo le persone false e essendo stata delusa tante volte, avevo difficoltà a fidarmi. Adoravo chi mi faceva sorridere e dimenticare i miei problemi. Ero testarda e permalosa ma anche capace di dare l’anima a chiunque volessi veramente bene.
Io e Meredith avevamo inoltre una grande passione in comune: gli One Direction, una boyband anglo-irlandese.

Quando eravamo in Italia avevamo continuamente sperato di poterli incontrare, ma loro preferivano sempre andare in America. Per questo e altri motivi, avevo iniziato a covare rancore per loro. Adoravo le loro canzoni perché mi emozionavano ma non sopportavo il loro comportamento; era un sentimento di amore e odio. Ora che vivevo in Inghilterra non volevo incontrarli ma trovare un lavoro, un fidanzato e essere felice.

Il primo giorno a Londra lo trascorremmo a fare shopping e a divertirci. La sera, mentre stavamo per tornare in hotel, scorsi una locandina. Su di essa c’era scritto che da quel giorno si potevano comprare i biglietti per il concerto dei One Direction.
D’istinto dissi rivolta a Meredith:” Che schifo, andiamo via che è meglio”.
Lei però rimase incantata a guardare l’annuncio “Ti prego possiamo andare?”
“Certo che no, sai come la penso!”
“E tu sai quanto ci tengo. Tanto devi ascoltare le loro voci, non li devi conoscere”
“Non lo so, Meredith” risposi.
“Dai ti prego, ti prego ti pago io il biglietto”
“Stai cercando di corrompermi?”
“Esatto, sta funzionando?” mi chiese.
“E va bene, ma io ti aspetto qui fuori”
“Grazie ti voglio bene” disse mentre si allontanava per entrare nel negozio dove vendevano i biglietti.
Dopo una ventina di minuti uscì tutta sorridente e mi abbracciò “Sono troppo felice”. Mi piaceva vederla contenta
“Allora quando sarebbe questo concerto?”
“Fra tre giorni” rispose.
“Bene ho il tempo di prepararmi psicologicamente”
“Esagerata, sembra che ti stanno torturando”.
“Ci siamo quasi” scoppiamo a ridere e tornammo in hotel.

I tre giorni anteriori al concerto passarono velocissimi perché fummo impegnate a cercare un lavoro per poter continuare a pagare l’albergo, ma purtroppo non ottenemmo risultati.
La sera del concerto arrivò prima di quanto potessi immaginare. Ero nervosa: mancavano solo due ore al suo inizio.
Meredith era già pronta da un pezzo e girava nella stanza urlando di sbrigarmi. Indossava jeans stretti e una maglietta a strisce bianche-blu, le scarpe erano le trainer bianche.
Io ero rinchiusa in bagno e anche se avevo finito di prepararmi non avevo voglia di uscire.
“A che punto sei?”
“Eccomi” dissi aprendo la porta del bagno.
Indossavo dei pantaloni neri, una maglietta lunga celeste, le trainer bianche e rosa e un cerchietto per portare all’indietro il ciuffo. Come Meredith avevo truccato solo gli occhi con un po’ di matita.
“Finalmente” disse alzando le braccia al cielo.
“E se rimanessi qua?”
“Non fare l’idiota, non vorrai farmi andare da sola? Saresti una pessima amica!”
“Ok, ma lo faccio solo per te”.
Il concerto era a pochi isolati di distanza. Quando arrivammo c’era già una marea di gente.

“Saremo lontane dal palco, quanto mi dispiace”
“Tranquilla Keith ho i posti davanti riservati”
“Stai scherzando vero?”
“No” disse ridendo.
Ci dirigemmo lì. Dopo due ore di attesa le luci si spensero e le fan iniziarono ad applaudire e a urlare. In un attimo Harry, Niall, Zayn, Louis e Liam comparvero nel buio. Le luci illuminarono i visi perfetti di quei cinque ragazzi.
“Ciao a tutti, siamo molto felici di essere qui” disse Liam.
“Speriamo vi divertirete” continuò Niall.
Detto questo iniziarono a cantare per circa tre ore. Per quanto non li sopportassi, ogni loro canzone mi emozionava e non riuscivo a non cantare insieme a loro. Quando se ne andarono mi dispiacque un po’ ma non volevo darlo a vedere.
“Bene ora possiamo tornare in hotel”.
“Ero vicino a te, so che ti è piaciuto”
“E va bene sono stati bravi”
“Comunque Keith forse non te l’ho detto ma chi prenotava i biglietti per stare in prima fila, dopo il concerto, avrebbe potuto incontrare i One Direction”
“Cosa?” urlai.
“Quindi noi abbiamo il pass per il backstage?”
“Esatto” rispose Meredith.
“Non ci credo, questa non te lo perdono” dissi dandole le spalle. Meredith cercò di calmarmi ma la bloccò il bodyguard che disse
“Per il backstage da questa parte”
“Keith dobbiamo andare”
“Si ho sentito”.

Quando arrivammo dietro le quinte, una donna ci disse di compilare un modulo il quale chiedeva cognome, nome, indirizzo, età e numero di cellulare. Feci come aveva detto anche se non capii a cosa potesse servire.
“Chi ha finito” continuò la tipa di prima “può incontrare i ragazzi”.
Una volta detto questo sentii tre urla isteriche provenire dietro le mie spalle. Le voci appartenevano a tre ragazze bionde. Una di loro, una che mi sembrava il leader del gruppetto disse “Dai belle muoviamoci, voglio incontrare Harry così lui si innamorerà di me”
“Come fai a dirlo?” chiese una sua amica
“Phoebe guardati in giro sono la più bella, è ovvio che noterà me. Non sei d’accordo Allison?” chiese rivolto alla terza bionda.
“Certo Chantal” rispose mentre queste ci superavano ed entravano nella stanza dove avremo incontrato i One Direction.
“Che schifo di gente, se scendesse un po’ dal piedistallo…” dissi
“Si ma perché sei così arrabbiata?”
“Perché so come sono i ragazzi, guarderanno solo l’aspetto fisico senza accorgersi che in realtà dentro sono vuote”
“I One Direction non sono così stupidi”
“Ecco è qui che ti sbagli, loro sono come tutti gli altri”
Meredith non rispose. Mi sentii un po’ in colpa, dopotutto erano i suoi idoli e non sarebbero state le mie parole a farle cambiare idea.
“Dai andiamo a incontrarli” le dissi sospirando.

Mi incamminai verso la stanza con Meredith subito dietro di me. Appena entrai vidi un tavolo lungo su un lato della camera e cinque fantastici ragazzi seduti dietro esso. A capotavola c’era Liam che subito ci salutò con un meraviglioso sorriso.
“Ciao ragazze vi è piaciuto il concerto?”
“Si molto” rispose Meredith.
“Vi ho notato subito, eravate in prima fila”
“Esatto Liam, come mai ti sei ricordato di noi?”
“Perché non molte directioner prestano attenzione alle nostri voci e altre ci seguono per il nostro aspetto”
“Grazie Liam è un bellissimo complimento” rispose la mia amica.
Affianco a lui era seduto Niall. “Ehi belle come state? Vi siete divertite?”
“Certo Niall” confermò Meredith.
“Vi ho osservato dal palco, mi ha fatto piacere vedervi cantare assieme a noi. Vi amo”. Sorrisi, non potevo rimanere impassibile dopo due bellissimi complimenti.
Dopo Niall incontrammo Louis che appena ci vide ci spruzzò una bomboletta di stelle filanti colorate.
“Questo è il mio saluto e il mio ringraziamento per oggi” disse ridendo.
“Grazie Louis ora avrò un ricordo di questa giornata” ci scherzò sopra Meredith.
Stavamo per arrivare a parlare con Harry quando ci accorgemmo che davanti a lui stavano sghignazzando le tre bionde di qualche minuto fa.

Chantal appena ci vide ci squadrò come a voler dire “proprietà privata, lui è di mia appartenenza!” Passò qualche minuto ma loro continuavano a civettare con Harry.
Per fortuna intervenne il bodyguard che urlò “Ehi siete ferme da quasi venti minuti, sbrigatevi”.
Finalmente, grazie a queste parole, Chantal con le sue amiche al seguito, si avviò verso l’uscita e come passò davanti a Zayn non lo degnò di uno sguardo. Si allontanò velocemente e noi, tolto questo ostacolo, potemmo avvicinarci a Harry.
“Ho notato che sei di molte parole”
“Fidati è meglio che stia zitta” risposi all’accusa.
“In che senso?” chiese
“Avrei tante cose non belle da dire ma sono qui solo per accompagnare la mia amica” dissi indicando Meredith.
“Ma se stavi cantando le nostre canzoni al concerto”
“Non significa nulla”
“Ah, ho capito. Sei gelosa di Chantal vero?”
Cercai di ridere in maniera sforzata. 
“Senti Harry sinceramente non voglio diventare bionda e vuota solo perché tu sei attratto unicamente da quel tipo di persona. Preferisco essere cento volte me stessa piuttosto che cambiare solo per piacere a uno dei One Direction”. “E poi” aggiunsi, “so che sei pieno di ragazze questo periodo per cui non hai bisogno anche di me che ti ronzo attorno”.
Lo lasciai senza parole e controllai il suo viso per cercare di capire la sua reazione. Non sembrava dispiaciuto, anzi quasi divertito. Era molto sicuro di se per cui, pensai, che fossi una delle poche ad avergli tenuto testa senza lasciarmi influenzare da suoi occhi ipnotici.
Affianco a Harry era seduto Zayn. Lui aveva osservato la scena in silenzio senza intervenire a favore dell’amico.
“Bene, noi andiamo” dissi mentre mi allontanavo velocemente verso l’uscita per ritornare in hotel.
Dietro di me Meredith si scusava per le mie parole e dopo il sorriso consolatorio di Zayn mi disse “Keith aspettami” e si avviò anche le verso l’uscita della stanza. Mentre stavo per oltrepassare la porta, Harry urlò “Sapete, ci divertiremo tanto assieme”.
Non diedi peso alla sua affermazione per cui uscii dalla camera e con la mia amica tornai in hotel.

La notte mi tornarono in mente le parole di Harry e pensai che era davvero assurdo visto che quella di oggi sarebbe stata la prima e l’ultima volta in cui avrei visto i One Direction. Solo dopo due ore riuscii a prendere sonno e, per questo motivo, il giorno dopo mi svegliai molto tardi. Sul comodino trovai un biglietto di Meredith: “Ciao dormigliona, hai dormito bene? Sto andando al Luna Park mi raggiungi appena ti svegli? Baci Meredith” Sotto c’era scritta la via dove sarei dovuta andare. Corsi a prepararmi anche se non mi tornavano alcune cose: perché non mi aveva semplicemente aspettato? Perché era andata da sola? Perché proprio al Luna Park? Comunque una volta pronta mi precipitai nel luogo descritto da Meredith. All’entrata riconobbi la mia amica e, da lontano, con stupore, mi accorsi che non era sola; con lei c’erano i One Direction.

Loro mi guardarono e mi indicarono a Meredith. Lei, mentre mi avvicinavo si irrigidì; sapeva di averla combinata grossa.
“Finalmente Keith, ma quanto dormi? Sei peggio di Zayn” scherzò Niall.
Il gruppo si mise a ridere e io approfittai di quel momento per parlare a faccia a faccia con la mia amica. “Perché mi hai fatto questo? Sai come la penso. Ti ho anche accompagnato ieri, contro la mia volontà, e poi mi pugnali alle spalle?”
“Keith calmati, ti posso spiegare tutto ma devi cercare di ascoltarmi”
“Ok Meredith”
“Nulla è partito da me, hanno fatto tutto loro. E’ successo che…”

  
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