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Autore: Lo zio Patch    07/11/2012    0 recensioni
"Alex svegliati!"
Mi urlò quella voce fastidiosa di mio fratello. "Siamo in ritardo!" Continuava ad insistere.
Aprii lentamente gli occhi e li strinsi successivamente, il sole bruciava. L'alcool era ancora presente nel mio sangue.
Mi alzai con fatica e mi infilai svogliatamente dei pantaloni di una tuta e una t-shirt. "James, sono pronto!"
Dovevo portarlo dal suo migliore amico, a volte, avere la patente non era così piacevole.
Ero ancora scombussolato per la serata passata. Con i miei amici, a cercare di rimorchiare, invani. Ubriachi.
Questa è la mia vita.
Sono Alex, dicono che sia un alcolista.. Non è vero, mi diverto con gli amici. Ho 22 anni, cerco di ristabilire quest'inutile vita. Non sono depresso, tutt'altro.
"Alex?! Pensi di potercela fare entro domani?!" Mi urlò mia madre. Uscii di casa. Quell'umidità fastidiosa di Stevenege si appiccicò alla mia pelle.
Sapevo che qualcosa sarebbe cambiato nella mia vita. Ne ero quasi certo. Lo sentivo nelle mie ossa.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo
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 Nulla era come credevo. Tutto iniziò dal semplice risveglio. 
"Alex, svegliati!!" 
Eccolo, mio fratello che mi tormentava. Insomma, estate, periodo di ferie e lui a che ora mi sveglia?! Ma certo! Alle dieci del mattino! 
L'alcool era ancora in circolo nel mio sangue, come quasi tutte le mattine.. Mi ricordavano sempre che faceva male al mio fegato e cose varie. 
Ma.. Ma come poter dire di no al divertimento? Come fare ad evitare delle occasioni simili? 
Gli occhi rossi, il letto che mi cullava e la voce insistente mi buttarono a terra nel desiderio di tornare nel mondo dei sogni. 
Mi sottomisi e mi alzai. Infilai in fretta, ma allo stesso tempo con calma dei pantaloni di una tuta e una t-shirt bianca.
Scesi le scale e mi passai una mano fra i capelli. Quei capelli biondo scuro arruffati. 
Passai davanti allo specchio e mi guardai un po' confuso. 
Presi le chiavi della macchina e uscii dalla casa dei miei spettri venendo investito dall'umidità, e dall'afa di Stevenage. Il sole bruciò gli occhi e li strinsi un momento.
"Dai andiamo." Mormorai già stanco. Portafoglio? Ce l'avevo in tasca con il cellulare. Bene avevo tutto. Prima di chiudere la porta presi il cappellino da baseball e lo abbassai sugli occhi. 
Mi diressi verso la macchina e salii. Pensai alla via e battendo le dita a tempo con la musica della radio dopo quindici minuti fui davanti a casa di questo Mark. 
Feci un cenno di capo per salutare mio fratello che tutto esagitato si avviò verso la villa.
"Alex. Svegliati.." Mi mormorò quella vocina dentro la mia testa. 
Mi avviai verso il bar e parcheggiai fuori. Tutte le mie azioni erano rallentate. 
Entrai con calma, senza mai togliermi il cappellino. Non volevo farmi riconoscere tanto.. Non avevo coglia di un eventuale chiacchierata. 
Presi un cappuccino e lo bevvi in fondo al locale, in un tavolino un po' imbucato. 
Le immagini della sera passata mi erano un po' sfuocate. Non ricordavo quasi nulla! Solo degli schiaffi di ragazze per qualche idiozia da me detta. 
Quando finii di sorseggiare il mio cappuccino lasciai dei soldi sul tavolo e mi alzai.
"Alla prossima" borbottai. Dicevano che ero un "cattivo" ragazzo, uno che portava in strade sbagliate, ma io ho sempre pensato che fossero gli altri a sbagliare a seguire le mie scelte. Ognuno doveva essere responsabile di se stesso. 
Camminando verso la macchina come al solito, la mia testa era scomparsa nei mille pensieri e andai a sbattere contro una ragazza.
"Scusami, davvero!" La guardai un po' confuso. Immediatamente quegli occhi verdi, quasi come i miei mi rapirono e il suo modo di ridacchiare fu irresistibile.
"Ho sempre la testa per aria.." Disse lei. Io sorrisi, quasi beffardo.
"Capita.." Dissi inclinando leggermente il capo e schivo. Voleva parlare. Si vide, ma io scappai abbassando leggermente il cappello.
Probabilmente sbagliai e di grosso. Perché l'immagine dei suoi occhi avevano rapito il mio cervello.
  
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