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Autore: Evaney Alelyade Eve    07/11/2012    2 recensioni
E' ambientata dopo l'arrivo dei due in Purgatorio! In attesa dell'ottava ci intratteniamo con (im)probabili situations!
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Castiel, Dean Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Nel futuro
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Miracle





Fu un miracolo.
No, fu molto di più: fu opera di Dean.
Castiel vide quegli occhi tanto amati tornare del loro consueto colore verde, abbandonando il rosso scarlatto della rabbia. Dean gli aveva restituito il prato verde in cui tante e tante volte si era rifugiato quando le cose diventavano troppo persino per lui.
Il suo cacciatore stava piangendo: grandi lacrime cadevano dal suo viso come splendide stelle cadenti, le stelle che avevano ornato il cielo miliardi di anni fa, quando Suo Padre aveva deciso di creare il mondo.
Caddero sul suo corpo stanco e martoriato, e questo le assorbì come se fosse stato un assetato nel deserto: le sentì scorrere nei suoi tessuti come il più dolce dei veleni,: sangue, ossa, muscoli, piume... e poi più in profondità, sulla sua anima, sulla sua Grazia, sul suo cuore.
Lacrime di Fenice che guarivano, ecco cos'erano, perchè Castiel si sentiva già rinvigorito. O forse era solo la consapevolezza, la certezza che Dean fosse finalmente al sicuro che lo faceva sentire bene? In pace? Così in pace che  si sarebbe volentieri lasciato scivolare giù, nelle profondità di acque dolci e rassicuranti, lontano da tutto quel dolore...
- Cas..? - 
..ma non poteva. Andare lontano voleva dire stare di nuovo senza Dean, e lui non voleva più stargli lontano. Non voleva più perdere i suoi occhi, la luminosità della sua anima, il colore della sua voce, il calore del suo corpo..no, non poteva perderlo, non adesso che l'aveva ritrovato.
- Dean. - ribattè col poco fiato che i suoi polmoni erano riusciti a raccimolare. Come aveva previsto la sua anima era guarita, ma il suo corpo era in condizioni orripilanti.
- Cas..mio...perdonami. - la voce del cacciatore era un sussurro debole, un tremolìo indistinto, foglie secche calpestate. Castiel emise un debole gemito di dolore, quando provò a spostare una mano sul suo viso.
- Va tutto bene, sto bene. - lo rassicurò - va tutto bene se tu stai bene. - aggiunse.
Dean scosse la testa.
- No, invece, Cas. - 
- Dean, ti prego non...- come poteva spiegargli che non voleva parlare di quello che era accaduto? Come poteva spiegargli che l'unica cosa che gli importava era riaverlo accanto a sè? Perchè era così difficile trovare parole per esprimere una gioia così semplice? 
- Cas. - il tono con il quale Dean non ametteva repliche; persino in quella situazione doveva avere ragione lui - io..sono stato..un mostro.. - sputò fuori, con amarezza - vedevo, Cas, vedevo e non potevo fermarla. Non potevo fermarmi! Sentivo la rabbia scorrere in me, come veleno e desideravo solo non fermarmi mai, solo....fare a pezzi, e distruggerti. Come puoi - aggiunse, sibilando quando Castiel scosse il capo - giustificarmi persino adesso? E non dirmi che è per la tua natura di angelo perchè giuro che... - 
- Non è per questo, Dean! Non lo capisci? - oh, certo che lo capiva. Dean sapeva perchè Castiel aveva fatto tutto quello, perchè si era lasciato massacrare, perchè non aveva fatto altro che chiamare il suo nome. Dean sapeva, e aveva paura di affrontare la realtà. 
- Io..non...- mormorò il cacciatore, e Castiel lesse nei suoi occhi la paura, la voglia di nascondersi, di scappare. Dean Winchester era un uomo forte, coraggioso e dall'anima pura. Non aveva paura di nulla, ma bastava toccare la sfera "sentimenti" ed ecco che tremava come un bambino.
- Le tue ali, Cas. - disse all'improvviso, mentre il suo sguardo verde scivolava sulle sue ali. Castiel era convinto che non potesse vederle...
- Cos-? -
- Le vedo. Perchè?  - 

" - Gli umani non possono vedere le nostre ali, Joshua? - chiese Castiel, curioso.
- No, figliolo, non possono. Non tutti almeno! Solo i prescelti da Dio possono. - rispose il vecchio giardiniere del Paradiso. 
- Capisco..- borbottò, comprendendo perchè Dean Winchester, l'anima che aveva salvato dalla perdizione, non poteva vederlo in forma angelica.
- Una volta è successo, mille anni fa, che una donna fosse riuscita a vedere un angelo. No, non parlo di Maria, Castiel. Era una donna comune, ma per quell'angelo era l'anima più bella di tutto il creato. Se ne innamorò, scoprendo cosa fosse l'amore assieme a quella donna, fondendosi con lei a livello spirituale, e carnale. Certo, aveva bisogno di un tramite per starle accanto, ma poteva mostrarle le sue ali. 
Una volta le disse, se non sbaglio: "Puoi vedere le mie ali perchè sono la manifestazione dell'amore profondo che ci lega. L'immensità della mia essenza è racchiusa nel tuo cuore. Sono fatto d'amore, e tu, sei l'amore della mia vita. Come potrebbe mai il mio amore farti del male? "  

Puoi vedere le mie ali perchè sono la manifestazione dell'amore profondo che ci lega. L'immensità della mia essenza è racchiusa nel tuo cuore. Sono fatto d'amore, e tu, sei l'amore della mia vita. Come potrebbe mai il mio amore farti del male? - citò, fissandolo dritto negli occhi. Quella volta, quando Joshua gli aveva detto quelle cose, non aveva capito appieno il significato delle parole, come non aveva capito che l'angelo di cui parlava era proprio Joshua stesso. 
Adesso però, adesso che aveva Dean, quelle parole erano cristalline e limpide ai suoi occhi. L'amore apriva infinite strade, rendeva la vista a chi era stato cieco, illuminava un tunnel senza fine. Anche la vita di Castiel era stato un tunnel senza fine, prima di incontrare Dean. 
L'amore per la famiglia, per il Padre era bello, era caldo, era sicuro.. ma l'amore per un'altra persona, poco importasse che fosse un mortale, era cento volte più appagante, più luminoso, più incandescente... dava forza, dava gioia, dava dolore, dava vita e Castiel non avrebbe barattato tutto quello per nulla, nulla al mondo.
- Cosa? - Dean appariva confuso, stordito, sconvolto, eppure Castiel sapeva che nel profondo aveva compreso le sue parole. Nel profondo Dean aveva compreso tutto quello sin dal principio, sin dal loro primo incontro, lì, giù all'Inferno.
Castiel l'aveva avvertito per tutto il tempo come un fastidioso pizzicorìo al cuore, un tremorìo appena accennato della sua Grazia; poi tutto era mutato  in un terremoto e  la sua intera essenza era stata messa a soqquadro, capovolta e le regole erano cambiate, o meglio, erano svanite. Nel suo cuore c'era stata l'anarchia totale, e Castiel, oh Dio, Castiel amava terribilmente tutto quello. Amava tutto quello che riguardava Dean, tutte le emozioni che quello gli faceva provare e che lo endevano simile agli uomini, più vicino, paradossalmente, al suo protetto. 
La sua esistenza era costellata di infiniti momenti di solitudine, una spina nel cuore che nemmeno l'amore della famiglia era riuscito a toglierla. Guardava gli umani, sentiva frigolare il loro amore sulla proprio Grazia ed invidiava la loro possibilità di amarsi.
Aveva invidiato John e Mary quando aveva visto il formarsi della famiglia Winchester, ed aveva subito amato ilprimo frutto del loro amore.

"Gli angeli vegliano su di te, Dean" 

Mary Winchester non aveva mai saputo, e mai l'avrebbe saputo, quanto le sue parole fossero vere. Castiel aveva osservato quel bambino dagli occhi incredibilmente veri e le guance lentigginose e aveva pensato, subito, senza esitazioni, istintivamente : "miracolo".
Già allora, qualcosa di Dean l'aveva inevitabilmente legato a lui, e Castiel aveva trovato, in quell'esistenza vuota che era stata la sua vita, il piccolo miracolo cui aggrapparsi quando sarebbe stato il momento... ed il momento era giunto anni prima, all'Inferno.







THE END

   
 
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