Fanfic su artisti musicali > Conor Maynard
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Autore: xgrintspancake    07/11/2012    7 recensioni
- Dai, sali in macchina altrimenti ci perdiamo l'imbarco e nei tuoi sogni voliamo a Brighton! -
Brighton, l'unica ragione per essere felice quel giorno. Brighton è la meta delle nostre vacanze da tutta una vita, non ci muoviamo da lì perchè non troviamo niente di meglio: una cittadina carina, non troppo affollata e contornata da una spiagga stupenda.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 3.


Il motivo per cui Conor se n'era andato in quel modo non lo sapevo, il fatto di cui ero certa era solamente che Jack gli corse subito dietro senza degnarsi di darmi una fottuta spiegazione. E certo: se uno dei miei più cari amici e il mio quasi ragazzo complottano qualcosa tra loro, è una situazione totalmente normale che a me non dicono niente.
- Ecco come mandare a puttane una serata! affermai sconsolata, mentre mi sedetti su un muretto subito fuori dal locale.
- Tesoro, stai tranquilla che tutto si sistema. Vedrai che sarà stata solamente una piccola incomprensione tra fratelli, cercò di consolarmi April massaggiandomi una spalla per rilassarmi.
Sospirai pesantemente poi presi il bicchiere di vodka che aveva nelle mani Ed e lo deglutii tutto d'un fiato.
- Ma che fai? Sei pazza, tu non sei abituata a bere, mi rimproverò Edward in seguito alla mia inaspettata azione.
- Fanculo tutto e tutti, stasera voglio divertirmi! Mi alzai verso il bar e ordinai un altro bicchierone di vodka.
Un bicchiere dopo l'altro, arrivai a mezzanotte e mezza in uno stato pietoso. Non mi tenevo in piedi, April, Emma e Ed mi stavano dietro per paura che cadessi, non facevo un discorso completo, traballavo in qua e in là. Mi tolsi I tacchi per ballare meglio ma mi sentii tirare da un paio di bracci. Ricordo solamente che April chiamò Conor e gli disse di tornare in spiaggia per riportarmi all'hotel poichè io non avrei potuto rientrarci da sola in quelle condizioni pietose.
- E voi l'avete fatta anche bere? Dovevate fermarla prima che arrivasse a questo punto. Ricordo esattamente queste parole, le prime parole che Conor pronunciò appena mi vide. In effetti la mia compagnia poteva risparmiarmi di bere, o almeno fino ad un certo punto.. avrebbero potuto fermarmi, impedirmi di pagare la bevuta, o trascinarmi via da quel posto. Ma no, hanno preferito farmi raggiungere una condizione improponibile. Conor mi mise un braccio intorno alle spalle per sorreggermi meglio e mi accompagnò fino in albergo. Ci mettemmo circa mezz'ora prima di arrivare, così mi hanno raccontato, e, tanto per dire, dalla spiaggia all'hotel ci sono circa dieci minuti a piedi.
- Sto male, sto malissimo. L'effetto alchool stava terminando, ma la mia testa scoppiava, mi girava tutto, I piedi mi facevano malissimo, lo stomaco mi si contorceva dal dolore: sentivo di dover vomitare da un momento all'altro.
- Shh, non vorrai farti sentire dai tuoi genitori. Un altro piccolo sforzo e arriviamo in camera! Prendemmo l'ascensore, che mi fece ancora peggio poichè, non appena Conor mi aprì la porta di camera, mi precipitai, traballando a destra e a sinistra, in bagno e vomitai anche l'anima. Mi buttai sul letto sfinita: le pareti non volevano stare ferme, avevo ancora la nausea, mi veniva da piangere. Come cazzo ci sono finita in queste condizioni? Quanto sono stupida, sono una testa di cazzo. Bere, ubriacarsi per cosa? Non serve a niente, se non a stare male e a vomitare anche le interiora.
- Se stai meglio ti lascio riposare allora.. disse quel tenero ragazzo a cui avevo fatto tanta pena, provando quasi un senso di imbarazzo poichè mi ricordo che portò il suo braccio dietro la testa, scompigliandosi I capelli.
- Per favore, rimani qui. Gli allungai una mano stile film e mi spostai per fargli posto sul letto vicino a me. Non so da dove mi uscirono quelle parole, fattosta che vennero fuori da sé, e Conor decise di non abbandonarmi. Sempre catturato da un senso di imbarazzo si avvicinò fino a stendersi vicino a me. I nostri occhi si incrociarono, gli presi la mano e gliela strinsi. Gli feci poi un sorriso prima che il sonno potesse intrappolarmi tra le sue braccia.
Quello che ricordo della mattina successiva è solo una mente offuscata dalla confusione e dal mal di testa, e Conor che non era più vicino a me. Mi ci volle circa un'ora per tornare la Tiffany di sempre, quaranta minuti di doccia fredda, I pensieri rivolti alla serata precedente e ovviamente anche a Conor e a Jack. Afferrai il cellulare al volo e, cazzo, 13 chiamate e 7 messaggi. La maggior parte delle chiamate erano di Ed, Emma ed April ma decisi di non richiamarli, alcune chiamate di mamma, una di Jack. Altrettanti messaggi dei ragazzi, due di Jack e uno di Conor. Decisi di leggere prima il suo:

 

“ Ti ho fatto portare la colazione a letto, sicuramente non avrai voglia di scendere. Spero tu stia meglio.
Ah, ti consiglio di non riprenderti una sbronza come ieri sera. Con ”


Che mongolo, mi fece comunque sorridere poichè non avevo notato il vassoio con caffè, un bicchiere di orange juice, bacon e uova che stava sulla scrivania davanti al letto. Aprii poi I due messaggi di Jack. Nel primo mi chiedeva scusa per ieri sera, nel secondo invece mi dava appuntamento per parlare con lui lo stesso pomeriggio alle 15, nella soffitta dell'hotel, posto che solamente io e i Maynard conoscevamo.
Non scesi per pranzo inventando a mia mamma la scusa del mal di pancia, causata dall'arrivo del ciclo quindi passai la mattinata a pensare alla serata prima, a cerca di ricordare ogni particolare, chiamando April, Em e Ed per raccogliere informazioni da tutti. Ricomposta la situazione, appiccicando pezzi di storia presi in qua in là, ero giunta ad una conclusione: ero una cretina, e mi ero umiliata di fronte a tutti. Sopratutto di fronte ai miei amici e a Conor. Brava Tiffany, non ti batte nessuno a figure di merda! Un giorno senza figure di merda è un giorno perso, non è vero? Eh sì perchè mi faccio riconoscere subito: se non faccio una figura di merda non sono io. E poi chissà di cosa vuole parlarmi Jack, e se si vergogna di me per la storia di ieri sera? Perchè Conor sembrava così arrabbiato e lui gli è andato dietro come un cagnolino? Voglio sapere la verità, e tra poco la saprò. Parola di Tiffany, la ragazza col nome di una marca di gioielli.
Si erano fatte quasi le 15, quindi mi preparai mentalmente per affrontare il dialogo con Jack. Pensandoci bene, mi ha detto di incontrarci in soffitta.. e se vuole fare qualcosa? Nel senso, dopo baci, pomiciate e slinguazzamenti vari arriviamo ad altro? Oddio no, non sono fisicamente né mentalmente pronta. Quando arrivai in mansarda lui ancora non c'era. Salii le ripidissime scale che portavano in un buco di stanza, con un grosso tappeto al centro tutto contornato da scatoloni di cartone stracolmi di roba.. probabilmente si trattava dei vecchi cimeli di famiglia. Mi accomodai, sistemandomi in terra con le gambe incrociate e cominciai ad agitarmi per l'ansia. Pochi minuti dopo Jack era lì vicino a me.
- Scusa se ti ho chiesto di venire qui ma necessitavo di un posto tranquillo e nascosto..  cazzoculo allora vuole veramente fare quella cosa che io non ho mai fatto con nessuno e che non credo di voler fare proprio in questo momento. Deglutii rumorosamente e il mio cuore cominciò a battere all'impazzata quando mi prese le mani e mi guardò con quei suoi occhi color ghiaccio che mi facevano sentire al sicuro da tutto e da tutti.
- Mi odierai, lo so.. cominciò a parlare,
Ma voglio dirti che è meglio se la finiamo qui ..
Cioè ..
Questa cosa di me e te ..
Insieme ..
Non può funzionare ..

Completò il discorso, seguito da un silenzio tombale, abbassando lo sguardo e abbandonando la stretta delle mie mani. Cazzo se c'ero rimasta di merda. Mi aspettavo di tutto, veramente di tutto, tranne quello. Che cavolo era successo per lasciarmi andare in quel modo? Non pensavo di aver fatto niente di male, in fondo ero arrivata da un paio di giorni e le cose sembravano andare a gonfie vele tra di noi. Era stato così dolce con me, adoravo il modo in cui mi baciava, il modo in cui mi sfiorava, così delicato. E improvvisamente era finito tutto. Chinai lo sguardo, I miei occhi si riempirono di lacrime che in realtà volevo sopprimere. Ma la loro forza sovrastò la mia e non riuscii a fermarle: dopo pochi secondi, il miso viso era rigato da una, da due, da tre lacrime che sembrava non volessero smettere di scendere.
- Mi dispiace, davvero. Queste furono le sue ultime parole, dopo le quali si alzò e se ne andò dalla soffitta lasciandomi sola, nella mia solitudine più totale della mia vita di merda. Perchè è così che sono fatta: ho quell'odioso difetto di pensare sempre positivo, di affezionarmi così tanto alle persone in poco tempo e alla fine quella che ci rimane male, quella che soffre, sono sempre io.

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ciao bellezze c:
ormai scrivo tipo un capitolo al giorno perchè vedo che vi piace la storia,
e io sono contentissima fdujdklsd. continuate a farmi sapere
i vostri pareri, ne sarò felicissima :3

  @conorsdurex

Mar. xx

  
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