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Autore: inmyplace    07/11/2012    0 recensioni
Avete mai letto una storia che parla di una ragazza bellissima fuori e bellissima dentro? Una ragazza apparentemente perfetta, ma terribilmente angosciata perché usata come strumento di manipolazione da qualsiasi persona le stia attorno?
Lei è Olivia, e questa è la sua storia.
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: What if? | Avvertimenti: Incompiuta
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Musica, Artisti, Coldplay, How you see the world…play.
Olivia guardò l’ora nel display del suo iPod, le 6.38
Seduta sugli scomodi sedili dell’autobus, guardava pensierosa alla sua sinistra, guardava l’alba.
Sempre, nella sua breve vita, era stata affascinata dal sorgere del sole.
Quel lieve rosa che profumava di dolce e nuovo le nuvole, quell arancione, soffocato dalla foschia, che contornava le montagne circostanti al suo territorio, quella sensazione che non sorgesse solo il sole, ma una nuova vita, un nuovo inizio.
That’s how.. you see the world, That’s how…you see the world.
Era sempre stata una ragazza insicura, non si vedeva bella e più si guardava, più notava difetti che fino a qualche secondo prima non esistevano.
Aveva sempre cercato di essere gentile con le persone, di essere fedele, di saper ascoltare e consigliare, di essere una buona amica, di far divertire e rendersi un pensiero piacevole per chiunque la pensasse.
E la cosa assurda era che.. ci era riuscita benissimo!
Sapeva un sacco di cose, aveva letto tantissimi libri, ascoltava tantissima musica e probabilmente se le si chiedesse se conosce una canzone, che sia appena uscita o uscita quaranta anni fa, con ogni probabilità ti risponderebbe dicendoti perfino dove è stata incisa, e lo stesso con il cinema, il teatro e l’arte.
Il suo peggior difetto forse, era quello di non saper dire di no, la sua insicurezza la portava al non voler mai deludere nessuno, si sentiva appesa ad un sottile filo in tensione e che se avesse deluso un qualcuno a cui teneva, il filo si sarebbe spezzato e lei sarebbe caduta.
Ma lei non si rese mai conto di quanto queste sue insicurezze fossero inutili perché visse sempre guardando uno specchio appannato da mille paure. E se solo quello specchio fosse arrivato a primavera e si fosse spannato, se solo lei lo avesse osservato di più, si sarebbe resa conto di quale bellezza accarezzava i suoi lineamenti così dolci e delicati.
Lunghi capelli biondi incorniciavano il suo piccolo viso, tendevano al rossiccio ed erano tutto fuorché lisci. Quei boccoli così definiti, che terminavano il loro tragitto appena sotto il seno, erano segretamente invidiati da qualsiasi ragazza Olivia avesse mai incontrato.
Gli occhi, che sua madre aveva sempre definito “a mandorla” fin da quando era piccola, brillavano di un azzurro intenso ed ipnotico, con tanto di pagliuzze d’orate che parevan raggi di sole attorno alla sua pupilla e stregavano chiunque osasse guardarli affinché spesso la ragazza si ritrovasse, imbarazzata, a dover schioccare le dita un paio di volte per disincantare la persona con cui parlava.
Il suo naso, sottile ma lievemente a patata fu sempre scherzosamente chiamato “il nasino perfetto” da Mary, la sua migliore amica.
La sua pelle, ne troppo scusa e ne troppo chiara, era punteggiata da chiare lentiggini. Non aveva mai avuto a che fare con brufoli o punti neri, ma probabilmente Olivia non ci aveva mai fatto caso.. troppo occupata a disprezzarsi.
La sua bocca, carnosa e rosata al punto giusto, quando veniva provocata esplodeva in un enorme sorriso che mostrava i bellissimi e perfetti denti che si ritrovava, senza aver mai dovuto portare l’apparecchio.
Ed il suo corpo, anche quello disprezzava.. ma probabilmente non sapeva che era il genere di corpo che ogni ragazza al mondo desidererebbe possedere, era magra ma non così magra da mostrare le costole, la sua pancia era più piatta di un mare senza vento e barche, portava una terza di reggiseno ma non risultava volgare, si adeguava alla sua altezza, 1,68m.
Lunghe e magre gambe, ora sedevano in quell’autobus, mentre il sorgere di una nuova giornata avanzava.
Are you missing something? looking for something? Tired of everything..
Quelle parole risuonavano nella sua testa come lame affilate in carne nuda e molto più vulnerabile di quanto si pensi.
Olivia odiava la sua vita.
Da quando era entrata a far parte di una scuola pubblica si era sempre ritrovata ad essere circondata da amici ed amiche che la trattavano come si tratta un tesoro.
E lei ci credeva, credeva di essere un “tesoro” per loro.
Credeva di essere importante, credeva che le volessero bene, che ridessero alle sue battute, che apprezzassero le cose che lei apprezzava, credeva in loro.
TIRED OF EVERYTHING.
Abbassò lo sguardo vedendo riflessa nel finestrino dell’autobus perfino la sua angoscia.
e fu così che fu costretta a ricordare.
 
  
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