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Autore: Saradream    25/05/2007    1 recensioni
Un'estate diversa dalle altre, la maturità si avvicina, la voglia di studiare un po' meno, ma la vita non è un film, e al posto di avventure improbabili e feste, Maddalena affronta il quotidiano mentre speranze ricordi e paure si accavallano e il profumo dell'estate comincia a farsi sentire.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                             Estate prima degli esami

 

Non c’è dubbio che la prova empirica dell’avvicinarsi dell’estate si ottiene il primo pomeriggio in cui il termometro supera i 32 gradi centigradi, e sollevarsi dal divano, per uscire di casa o anche solo per impegnarsi in un’attività più complessa del digitare i tasti sul cordless, risulta fisicamente impossibile e debilitante.

.

Maddalena lo sapeva bene, e se solitamente quella sensazione appiccicosa di afa opprimente, il sensuale e casalingo abbinamento di maglia extra large dei Nirvana con i pantaloncini mare a quadri, il sole che filtra pigro dalle veneziane abbassate e la pubblicità dei ghiaccioli in televisione suscitavano in lei un inebriante senso di libertà e un proustiano turbinio di piacevoli ricordi d’infanzia, quest’anno non avrebbe potuto godere di tutto questo.

 

A tutti tocca, nessuno ne è entusiasta, chiunque vorrebbe addormentarsi per svegliarsi a luglio inoltrato, ma la Maturità incombe e non c’è altro rimedio che affrontarla, o se non altro rassegnarsi più o meno dignitosamente.

 

Maddalena, immersa in questi pensieri, fissava con uno sguardo di affaticata svogliatezza il libro aperto sul tappeto, ai piedi del morbido divano sul quale era comodamente sdraiata, cercando di trovare la posizione migliore per leggerlo senza doversi spostare, almeno fino a quando avrebbe dovuto girare la pagina.

Nietzsche risulterebbe astrusamente incomprensibile e fondamentalmente irritante a chiunque in una torrida e afosa giornata di giugno, mentre fuori passeggia la vita e gli uccellini cinguettano, ma Maddalena stava addirittura pensando che la rassegna di film da influenza delle quattro del pomeriggio sarebbe stata più allettante di Zarathustra che sale e scende dalla montagna delirando di cammelli, leoni e divinità uccise.

 

Prese allora in considerazione l’idea di cambiare materia per dedicarsi a letteratura latina, ma pensandoci bene Marziale  e Giovenale,  come qualunque classico, erano autori tipicamente invernali, da maglione di lana, buio presto e luce accesa.

Insomma mettevano caldo al solo pensiero.

Matematica del resto faceva troppo settembre, inglese troppo agosto in vacanza studio, e tutto il resto era troppo distante dal divano per poter costituire una valida alternativa a Nietzsche.

 

Infine si decise, e alzandosi pigramente recuperò il telecomando e accese la televisione giusto in tempo per vedere Rhett Butler che bacia Rossella O’Hara come ogni donna desidera di essere baciata.

Maddalena sorrise gettandosi nuovamente sul divano, una piccola pausa non avrebbe guastato di certo!

 

Esattamente due ore e trentacinque minuti dopo, mentre il film si avvicinava ai titoli di coda, suonò il campanello e, inciampando su Marziale, Maddalena si precipitò ad aprire, sperando che chiunque suonasse, non fosse l’uomo della sua vita, considerata l’effettiva tragicità dell’abbigliamento casalingo.

 

NO,niente uomo della sua vita, solo Marta, la migliore amica di sempre, che la passava a chiamare per fare una passeggiata in una bella sera estiva, come facevano sempre del resto.

Maddalena però era esitante, la sua coscienza stava a poco a poco cominciando ad insinuare il germe del senso di colpa per  la quantità di tempo perso.

 

Ma Rossella in quel momento pronunciò la fatidica frase “domani è un altro giorno” e Maddalena,decidendo che aveva perfettamente ragione, si convinse: ormai era evidente che non sarebbe riuscita a combinare altro per il pomeriggio, domani…sarebbe stato un altro giorno!

E quindi sparì nel bagno per assumere un aspetto quantomeno presentabile.

 

Passeggiavano lentamente per la strada, senza una destinazione precisa, e senza un particolare desiderio di trovarla, un po’ in silenzio, un po’ chiacchierando.

Il cielo delle sette di sera in estate è di un colore stranamente azzurro biancastro, è basso e vicino, porta con sé il profumo dei tigli in fiore e la stanchezza accumulata nel giorno afoso.

 

Alle sette di sera in estate tutto è immobile e irreale, non si vede traccia di crepuscolo, ed è bellissimo.

È l’ora perfetta per passeggiare e pensare, mentre finalmente, lontano dai libri di scuola, anche il profumo di libertà comincia a farsi strada: profumo di serata di chiacchiere sul balcone, di fiori, di ritorno dal mare, di tempo libero, notti all’aria aperta, partite di calcio,brezza leggera.

 

“E’la nostra ultima estate così, lo sai?” disse Marta senza un tono particolare, forse solo leggermente triste.

 

“Si...lo so... l’ultimo giugno noiosamente libero,uguale a tutti gli altri , l’ultimo giugno tutte qui insieme, l’ultima fine della scuola, l’ultimo conto alla rovescia.” rispose Maddalena con una voce a metà strada tra la malinconia e l’eccitazione vaga.

 

“L’ultimo giugno dei pomeriggi al parco con la musica, delle gite in treno improvvisare con le altre, dei gelati a mezzanotte,  e poi…chissà…” Riprese, ma la malinconia cominciava ad avere la meglio sull’eccitazione.

 

“Infondo qui è sempre stato il centro di tutto” continuò Marta “la scuola, la patente, le nostre risate, le nostre confidenze, le nostre serate film...”

Maddalena annuì con lo sguardo perso nel vuoto.

“Te la ricordi l’estate dei Nirvana?” chiese dopo un po’ con un sorriso colmo di tristezza.

 

Anche Marta sorrise scuotendo la testa con nostalgia.

 

“Beh non penso che potrei mai dimenticarla, l’Estate delle Estati…”

 

“Ti ho mai detto” sussurrò Maddalena “ che quell’estate ha un profumo ben preciso?”

 

“ah si? E sarebbe?” chiese Marta scetticamente incuriosita.

 

“Precisamente crema per il corpo al limone, con un tocco  lucidalabbra alla ciliegia e spray anti-zanzare. Li usavo sempre quell’estate, mentre ascoltavamo i Nirvana o quando stavamo in piedi fino all’alba per la maratona dei film. Ogni volta che sento questi profumi, torna subito quella stessa sensazione di libertà e di scoperta, quella stessa novità.

Io sono capace di ricreare l’estate dei Nirvana.”

Marta rimase colpita e intristita.

“Che bei tempi, adesso è tutto così diverso, sembra tutto così…sospeso, irreale, indefinito…” sospirò .

“Beh del resto…lo è!”confermo Maddalena “Che periodo assurdo”.

 

Camminarono ancora un po’ e si sedettero sullo schienale della solita panchina del solito paro vicino casa di Marta.

Stava cominciando a fare buio.

 

“Che strane le nostre notti prima dell’esame!” Sbottò Maddalena.

 

“Niente amori improvvisi, colpi di scena, nottate di follia e feste conturbanti, niente scene da film o nottate sulla spiaggia, non che ci sia il mare nei paraggi, ovvio…però….” Continuò Marta per lei.

 

“Solo libri, studio…beh più o meno… noia, ansia da prestazione, desiderio di libertà  misto a incertezza e a vaghe speranze!” disse Maddalena

 

“già”

 

“Decisamente non potrebbero mai fare un film sulla nostra vita!Sai che palle!”.

 

Risero tutte e due.

 

Restarono per un po’ in silenzio sulla panchina, mentre una brezza leggera  si alzava e spazzava via l’afa e l’umidità.

“Barcellona è progetto più a lungo termine che ci conviene fare!” disse  Marta.

“Puoi dirlo forte! E’ la luce alla fine del tunnel, anche se conoscendoci...non so...metterei in conto uno sciopero generale dei trasporti o qualcosa del genere, ma se tutto va bene…non vedo l’ora!!”

 

Fissavano sorridendo l’orizzonte  degli alberi e vi trovavano una certa eccitazione, una promessa di divertimento e libertà che le consolava.

 

Sospirarono.

 

“Comunque è la fine di un’era”mormorò Maddalena

“si” rispose l’altra

 

“E’ così che deve andare, qualcosa mi mancherà, qualcosa no” Maddalena sembrò rifletterci brevemente “Questo decisamente mi mancherà” disse poi,e si riferiva alle confidenze, all’estate e all’ amicizia, ma forse anche a tante altre cose.

 

“Per me è lo stesso”

 

Non avevano più voglia di parlare, bastava rimanere sulla panchina a guardare le foglie verdi scosse piano dal venticello, le voci della sera che scendevano, il profumo dei ricordi che risaliva alla memoria.

 

Non c’era niente di romanzato nella loro estate prima degli esami, niente di avventuroso o appassionante, noia, speranze per il futuro, paura per il presente, affetti e delusioni si mescolavano, avevano aspettavano l’estate per uscire con tutta la loro potenza.

 

Ma questi sentimenti erano così reali, concreti e delicati da risultare bellissimi in ogni caso.

Alla fine dell’estate si sarebbero delineate  le strade di ognuno, si sarebbero concretizzati i desideri o i timori, le aspirazioni e le vocazioni di tutti.

 

Nietzsche, Marziale, Freud,Ungaretti, Leopardi, Picasso, la matematica, la fisica, i compagni del liceo, i professori stronzi, simpatici o noiosi, gli istruttori di scuola guida che avevano fatto sognare e battere il cuore più di qualunque fighettino da discoteca, i pomeriggi con le amiche, a bere il the e a cazzeggiare tra chiacchiere e ricordi  tra poco non sarebbero stati che un pallido e strano riflesso, piacevole o meno, a seconda dei casi, ma appartenente ad un altro tempo, ad un’altra età.

Che magari sarà evocata dal profumo di un’estate futura.

  
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