Fanfic su artisti musicali > One Direction
Ricorda la storia  |      
Autore: PennarelliScarichi    07/11/2012    2 recensioni
Io non ho mai capito il motivo per cui io e te continuavamo ad andare via, a scappare l'uno dall'altro,ad ignorare il fatto che le nostre mani erano perfettamente compatibili,come i nostri cuori.
Non ho mai capito cosa ci spingeva così tanto a correrci in contro e poi a invertire la rotta,a ferirci,distruggerci e a ricostruirci da soli. Io non ho mai capito il nostro continuo scappare l'uno dall'altro. Ma so perché tornavamo. So perché ogni volta sembrava tutto organizzato come quando compri un biglietto per un concerto o una qualunque stronzata: noi sapevamo che entrambi saremmo tornati. Perché era amore.
E prendimi pure per pazzo,ma lo urlerei al mondo.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
( http://www.youtube.com/watch?v=1SHK4J392rI  LA MERAVIGLIA )

                         

Ma poi rivedo i suoi occhi, e solo nell'attimo in cui mi guarda capisco che mi è mancata e mi ha riempito più di quanto io stesso credessi.

                                                                                                                  Londra,13 Dicembre.

La stazione divenne per un periodo di tempo la mia meta.
Ricordo ancora i visi che incontravo oltrepassando la pedana,quasi traballante,tra un binario e l'altro.Visi tutti diversi, persone alla ricerca  di tempo,di sogni, con la paura di perdere il proprio treno.
Li ho sempre  considerati e li considero tuttora, un inizio:di cosa?Ognuno ci vede quel che vuole.
I treni (come le occasioni)  passano veloci e non tornano più. Non gli stessi, perlomeno.

La mia vita era suddivisa tra ' lavoro al panificio' e scuola: prendevo il treno,mi sedevo, leggendo un libro, magari. Osservando dal finestrino come il mondo da lì passava  veloce, scandendo i minuti. Vedevo ogni volta nuovi visi , persone sconosciute, tutte diverse tra loro. A volte anche strambe e singolari. Si muovevano, cercando posto, tra le file dei vagoni, tra il ronzio continuo delle rotaie.
C'era però una ragazza  che ogni qualvolta viaggiassi su quel treno, incontravo, solamente di vista.
Teneva sempre in mano un quaderno, una specie di block notes. Lo faceva oscillare, con una mano, poi con due. Infine lo metteva dentro la sua borsa, nera, con una tasca laterale strappata, malridotta dal tempo. Stava sempre in piedi, non cercava mai un posto, nemmeno lontanamente. Si teneva ai bordi del treno, appoggiando le dita al vetro. Non l’ho mai sentita parlare, se ne stava lì, lontano dal mondo, viaggiando in silenzio. Non osava mischiarsi tra la gente.
I suoi occhi chiari girovagavano per tutto il treno, in cerca di qualcosa di interessante da guardare: quando non trovavano nulla,si concentravano sul block notes.
Succedeva così,ogni giorno la stessa storia.
Saliva,cercava qualcosa di interessante e tornava delusa sul block notes.

Mi viene da ridere a pensarci, ma Dio solo sa quanto volevo essere io quell'oggetto che poteva attirare la sua attenzione,anche solo per un secondo.

Non credo che le persone riescano a sparire così,da un giorno all'altro.
Forse sarebbe più corretto dire 'da un'ora all'altra', anche se sono piuttosto sicuro che lei sia sparita da un minuto all'altro.
Comunque, non so se si sparisce così,ma ho il sospetto che non sia giusto.
È vero, l'ho conosciuta all'improvviso,quasi per caso. Non  l'ho vista seduta su un soffice divano di una libreria del centro,nè  seguita con lo sguardo mentre in una sera di Settembre saliva su un taxi.
Io l'ho conosciuta come si conosce la vita, ho sbattuto contro di lei come l'acqua fredda quando ti tuffi, come l'aria quando apri la finestra.
Ricordo che il rumore lento delle rotaie accompagnava quella mattina grigia e, quando mi capitò  tra le braccia,così per caso su quel treno, i suoi appunti volarono letteralmente via.
Li guardavamo entrambi sparpagliarsi sui vetri appannati  di un inverno che non faceva sul serio, che ci prendeva in giro.
Mi abbassai  per raccogliere tutto ,mentre gli altri passeggeri ci guardavano divertiti:e poi è successo. Cosa? Ha sorriso, ed io ho pensato che senza di lei non sarei stato niente.

Non sapevo quali erano le sue paure,le sue passioni,i suoi  amori.
Ma era quello il bello: a me bastava così.
Non  l'ho scelta. L'ho guardata, e  da è arrivata la consapevolezza di non poter tornare più indietro.
È strano,lo so,ma quando (nei giorni seguenti)  fissavo i suoi occhi...mi sentivo a casa: sentivo i miei genitori, il sorriso caldo di mia mamma e le feste passate insieme a mia sorella.
Hai presente quando devi fare un esame importante? Quando l'ansia percorre ogni singola vena del tuo corpo?Quando cominci a pienarti la testa di 'Dopo,se,quando avrò finito."?Ecco,fissare i suoi occhi era  come fare  il viaggio di ritorno,quando quell'ansia non c'è più.

Da quel giorno,dopo la pioggia di appunti e quindi il nostro incontro,ogni mattina, l'aspettavo impaziente. Roba da pazzi,eh?
Aspettavo di vederla  prima di andare a lavorare alla panetteria, prima di andare a scuola.
Aspettavo di vedere la ragazza con gli occhi di ghiaccio e i capelli di un colore che,ancora oggi, amo  da impazzire.
Lo so che è da matti,che magari non mi ha neanche mai notato su quel treno.
Ma già che ci siamo,già che forse questo stupido foglio finirà tra gli oggetti smarriti della stazione, perchè non provare a parlarle? Forse sono fortunato e queste parole arrivano a lei.

Cara te,
scusami se questa lettera non ha un ricevente preciso,ma non ho mai avuto il coraggio di parlarti e,di conseguenza, sapere come ti chiami.
Ma 'te' va bene,no?Tanto a chi potrei mai scrivere?
Forse sarai ancora una volta su quel treno di pochi anni fa, e ti guarderai intorno per cercarmi: immagino il tuo sguardo  curioso, i lati della bocca leggermente alzati che lasciano intravedere i tuoi denti.Mi dispiace,ma non mi troverai seduto dietro di te...ho lasciato quella vita già da tanto tempo.
Spesso ci penso a quei giorni,ai giorni in cui ero il semplice Harry Styles dai capelli riccioli.
Non ero il ragazzo che adesso fa tanto scalpore ...ero un semplice adolescente.
Non che la vita di adesso mi faccia schifo,amo i miei amici e tutte le persone che incontro,ma mi manca il fatto che in certe occasioni potevo starmene nella mia solitudine,ecco.
Mi manca il fatto che potevo passeggiare con le cuffiette,il cappuccio e i miei pensieri.
Ma che te lo dico a fare? Potrei passare per un presuntuoso e un ingrato,ma credimi,io non sono così.

Ci ho pensato a lungo (voglio dire, il tempo non mi è mancato,no?) e finalmente ho capito quello che mi piaceva di te.
Mi piacevi  perché avevi  sempre l’aria di qualcuno che stava  per andare in un posto migliore di quello in cui si trovava, l’aria di una  che era a un passo dal trovare la risposta.
Quel tipo di persona  che sa in quale cassetto si trova il suo sogno e deve solo decidersi ad aprirlo.
Forse per il tuo sorriso sarcastico,  per i tuoi commenti sempre attenti e pungenti con gli altri. Oppure il modo in cui tenevi le mani in tasca,ti giravi  con indifferenza e ti allontanavi  a passo calmo alzando solo il mento con un cenno per salutarci tutti, tutti noi che restavamo su quel treno.
Il passo tranquillo con cui te ne andavi , come se fosse stabilito e naturale quel  tuo non trattenerti mai più del dovuto, come se fosse ovvio che c’era  talmente tanto altro mondo altrove che non ti si poteva  chiedere più di quella minima attenzione che concedevi .
È questo che mi attirava e respingeva irresistibilmente verso di te.

Io non ho mai capito il motivo per cui io e te continuavamo ad andare via, a scappare l'uno dall'altro,ad ignorare il fatto che le nostre mani erano perfettamente compatibili,come i nostri cuori.
Non ho mai capito cosa ci spingeva così tanto a correrci in contro e poi a invertire la rotta,a ferirci,distruggerci e  a ricostruirci da soli. Io non ho mai capito il nostro continuo scappare l'uno dall'altro. Ma so perché tornavamo. So perché ogni volta sembrava tutto organizzato come quando compri un biglietto per un concerto o  una qualunque stronzata: noi sapevamo che entrambi saremmo tornati. Perché era amore.
E prendimi pure per pazzo,ma lo urlerei al mondo.
ERA AMORE.

Non so neanche il perchè di questa mia lettera,ma ieri notte ti ho sognato.
Eri lì,seduta come sempre. Con il tuo block notes,il sorriso di sempre e i capelli arruffati.
Mi guardavi,ma senza dire nulla. Finalmente ero io la ragione della tua attenzione,e non sai quanto ero felice!
È che quando ti svegli una mattina e l’hai sognato, hai sognato che tu e il tuo amore eravate insieme, ti rimane quel retrogusto di tristezza per tutto il giorno. È inevitabile,non credi?

E la tristezza si impossessa di ogni mio atomo,di ogni mia cellula. Adesso.
'Se solo avessi reagito,avessi avuto la forza...'

Credimi quando ti  dico che io quegli occhi non li dimenticherò mai più.
Erano di un colore che ti infilavano la paura sotto la pelle, e poi erano talmente chiari che riuscivi a leggerci dentro. Portavi  dentro un’ingenuità disarmante, e forse anche un po'  di rabbia. E più guardavo i tuoi occhi, più avevo voglia di curare quella rabbia con le mie labbra.

Ancora oggi è così? Hai  sempre in ogni occasione il sopracciglio pronto ad alzarsi,la risposta in tasca e la noncuranza nell’alzare le spalle e alzare i tacchi? Vorrei saperlo,davvero.
Ora la finisco, smetto di sporcare 'sta carta di buio.

Forse il coraggio dovevo trovarlo,non credi?
Invece no, vincono orgoglio e paura. Perchè ciò che è troppo semplice non piace, bisogna complicarlo a tutti i costi.
Non voglio però arrivare a quel livello. A quello dove di solito uno scrive 'Spero che ti ricorderai di me' o stronzate varie,perchè m'è sempre saputo di addio.
Io non voglio farmi ricordare,non voglio essere uno di quei pensieri che attraversano la tua mente quando sei sul treno. Io voglio esserci.
Perciò,il nostro è più un arrivederci.

Sono belli gli arrivederci,no?
Tuo (anche se non l'hai mai saputo) Harry.



E a te che stai leggendo, do solo un consiglio: OSA.
Non arrivare al mio livello, non arrivare ad aspettare il tuo amore alla stazione.
Perchè sì,è quello che sto facendo io: sono qua,seduto come uno stupido aspettando di rivederla,come si aspetta un treno.
Ma è quella la cosa sbagliata, le persone non sono treni! Non si aspettano,si vivono.
Quindi vivitela.

 

  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > One Direction / Vai alla pagina dell'autore: PennarelliScarichi