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Autore: Niniane_88    07/11/2012    4 recensioni
Parigi, 1896.
La giovane e ingenua Jacqueline sta per annunciare il suo fidanzamento con l'affascinante Claude. La povera Jeannette invece è sofferente per l'assenza del suo promesso sposo che l'ha inspiegabilmente abbandonata davanti all'altare e sembra scomparso nel nulla. Il giovane Henri è preoccupato per la salute del padre. La bellissima modella Fleur cammina senza timore per i vicoli bui della città. In una lontana abbazia qualcuno sta espiando le sue colpe.
Tante storie di vita, apparentemente senza alcun legame tra loro. Intrighi, equivoci, amori e tradimenti le renderanno un'unica storia: quella che state per leggere!
Genere: Commedia, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Storico
Capitoli:
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Capitolo V



Henri Sebastian Dupois stava rincasando, dopo una giornata particolarmente faticosa: insegnare in una scuola pubblica non era certo facile e stimolante come fare da precettore a uno o due allievi ed era molto più stancante. Tuttavia, Henri doveva considerarsi fortunato ad aver ottenuto quel posto: non poteva aspettarsi di avere un altro colpo di fortuna, come gli era capitato con le duchessine de Chalange, perché erano ormai poche le famiglie che decidevano di istruire i figli a casa. I collegi e le scuole di ogni genere fiorivano a Parigi: la marchesa de Leclerc era forse l’unica nobildonna che negli ultimi anni avesse deciso di tenere a casa la sue bambine.
Elenoire e Jacqueline avevano avuto un anziano precettore per qualche anno, poi un infarto se l’era portato via e la marchesa era stata molto severa e attenta nella scelta del sostituto: per Henri era stata una sorpresa enorme quando gli aveva comunicato che intendeva dare a lui l’incarico di completare l’istruzione delle sue figlie. All’epoca, infatti, aveva appena vent’anni e nessuna esperienza. Eppure la marchesa doveva aver visto in lui delle qualità spiccate, altrimenti non l’avrebbe mai assunto.
Così era iniziata la sua permanenza in casa de Chalange: Jacqueline aveva undici anni ed era una ragazzina timida e dolce; Elenoire ne aveva nove ed era più vivace ed estrosa. Entrambe erano intelligenti e molto studiose, anche se d’estate era difficile trattenerle in casa a fare i compiti. Henri ricordò con un sorriso i giorni assolati in cui entrambe le bimbe lo guardavano con occhi supplichevoli e riuscivano a indurlo a non dar loro troppo lavoro. Poi correvano in giardino felici e finalmente libere di poter giocare.
Era rimasto in quella casa per cinque anni e anche se sapeva che non avrebbe dovuto si era affezionato a entrambe le fanciulle, ma era stato solo quando Jacqueline aveva avuto sedici anni che Henri aveva capito con sgomento di essere innamorato di lei.
Non l’aveva fatto apposta e sapeva di non avere speranze: Jacqueline era troppo per lui. Eppure in un paio di occasioni aveva avuto l’impressione che i suoi sentimenti fossero ricambiati. Jacqueline era così dolce, così trasparente… non era capace di mentire, soprattutto con i suoi begli occhi castani e Henri era certo di aver letto qualcosa in essi. Qualcosa che somigliava molto all’amore e al desiderio. Si era perciò abbandonato a un sogno impossibile, anche se in ogni momento aveva cercato di ripetersi che tra lui e Jacqueline non poteva esserci nulla.
La marchesa doveva aver fiutato qualcosa, purtroppo, perché un giorno lo aveva convocato nello studio el defunto marito e gli aveva comunicato che desiderava che desse lezioni solo alla figlia minore, fino all’anno seguente: Jacqueline era infatti pronta per entrare in società e non aveva più senso farla studiare. Elenoire avrebbe potuto continuare ancora per un po’, poi anche per lei sarebbe giunto il momento di seguire le orme della sorella.
Henri aveva accettato le condizioni della padrona di casa con il cuore a pezzi: lo faceva soffrire enormemente l’idea di separarsi da Jacqueline e gli dispiaceva anche perdere Elenoire. Sapeva che una volta uscito da quella casa, le ragazze si sarebbero ben presto dimenticate della sua esistenza o, se avessero pensato a lui in futuro, l’avrebbero ricordato solo come il loro precettore.
Ciononostante aveva continuato a svolgere il suo lavoro fino all’ultimo giorno, senza mai mostrarsi addolorato o arrabbiato con le sue allieve. Al momento di salutarsi aveva baciato la mano di Jacqueline senza lasciar trasparire alcuna emozione e aveva abbracciato delicatamente Elenoire: delle due sorelle, la prima era rimasta impassibile, la seconda invece era parsa sinceramente afflitta per quella separazione. Henri non dubitava che anche Jacqueline, almeno in quel momento avesse sofferto: sapeva che doveva essersi comportata così per nascondere i suoi veri sentimenti.
Ah, se solo fosse stato il conte Henri Sebastian de Rolland e non semplicemente monsieur Henri Dupois! Allora avrebbe potuto frequentare la sua amata in società e chiedere la sua mano. La marchesa avrebbe sicuramente acconsentito. Invece il destino aveva voluto che lui rimanesse nell’ombra, mentre quel bastardo di Claude Renard seduceva e poi abbandonava la povera duchessina.
Maledetto! pensò Henri con rabbia. Se non fosse perché tu esisti adesso io avrei tutto ciò che desidero.
Erano passati tre mesi dalla rottura del fidanzamento tra Renard e Jacqueline. Henri aveva sentito voci discordi sul perché dell’accaduto, ma non ci aveva messo molto a intuire la verità: Claude era stato infedele alla fidanzata e giustamente la marchesa l’aveva allontanato. In molti erano convinti che Jacqueline non avrebbe dovuto prendersela tanto, cos’era una scappatella, infondo? Un matrimonio poteva funzionare benissimo lo stesso. Henri però approvava con tutto il cuore la scelta di madame de Leclerc; approvava anche il coraggio della piccola Elenoire che addirittura era andata di persona a dire all’amante di Claude quello che si meritava… peccato che poi avesse anche impedito al cugino di far fuori il colpevole giovanotto, rivelando alla sorella che i due si erano sfidati a duello. Jacqueline era saltata in groppa al suo cavallo, alle cinque del mattino e si era precipitata all’inseguimento del piccolo duca de Chalange, scongiurando lo scontro.
Avresti dovuto lasciare che risolvessero la cosa tra loro, piccola mia… pensò Henri, scuotendo il capo.
Quella storia aveva fatto il giro di Parigi e aveva subito via via alcune modifiche, ma qualunque cosa fosse successo realmente, di una cosa Henri era certo: se ci fosse stato lui al posto di Claude non avrebbe voluto un’amante e non si sarebbe mai lasciato sfuggire dalle mani una ragazza come Jacqueline. Di tanto in tanto incontrava il giovane, per le vie di Parigi e doveva resistere all’impulso di prenderlo a calci. Quanto lo odiava! E allo stesso tempo lo invidiava: le doti di Claude Renard avrebbero potuto dare frutti davvero buoni se fossero state impiegate in modo migliore che non nella seduzione di una fanciulla innocente.
Henri aprì di malavoglia la porta del suo appartamento. Sapeva che era inutile rimuginare ancora: ormai Claude era a un passo dal diventare un ottimo partito per qualunque signorina dell’alta società. L’eredità del conte de Rolland stava a poco a poco affluendo nelle sue tasche e poco importava che avesse perso l’appoggio della famiglia de Chalange; tempo qualche mese e avrebbe senz’altro trovato qualcun’altra disposta a sposarlo. Avrebbe inventato una storia lacrimevole sul suo pentimento e avrebbe commosso un’altra Jacqueline.
L’unica consolazione di Henri era che almeno la "sua" Jacqueline era al sicuro: avrebbe sicuramente trovato un altro uomo, migliore di Claude.
Una magra consolazione certo, ma ormai Henri stava imparando ad accontentarsi. 


 
Da qualche tempo, al palazzo dei conti de Meunier, l’atmosfera era sempre gaia e serena. Il motivo era molto semplice: la contessina Jeannette stava finalmente superando la lunga depressione in cui era piombata dopo lo scandalo. La signorina aveva ripreso a mangiare con regolarità, a lavarsi ogni giorno, a indossare i suoi abiti più belli e riusciva a trascorrere un’ora o quasi fuori casa tutti i pomeriggi. Non aveva ancora avuto il coraggio di varcare il cancello e uscire nel vero senso della parola, ma il dottore, monsieur Julien Gaillard era dell’opinione che fosse ancora troppo presto. Jeannette aveva già fatto tanti progressi, sarebbe stato sciocco imporle anche di farsi vedere in mezzo alla gente, se ancora non se la sentiva. 
Il medico continuava a visitarla quasi ogni giorno, ma quelle visite si stavano progressivamente trasformando in semplici colloqui, nei quali l’infelice Jeannette gli confidava i suoi pensieri e il suo stato d’animo. La più grande preoccupazione di monsieur Gaillard era che la fanciulla non riusciva ancora a rinunciare al vizio del bere, quando si sentiva particolarmente affranta: Jeannette gli assicurava che si stava sforzando al massimo, ma finché non avesse superato del tutto quella dipendenza, il dottore non intendeva smettere di tenerla d’occhio. 
Tra i due, a dire il vero, si stava instaurando una vera amicizia: Jeannette si era tanto estraniata dal mondo, da perdere di vista tutte le sue conoscenze e il dottore era la persona che più le era stata accanto. O meglio, era l’unica persona a cui lei avesse consentito di avvicinarsi. Fu con molta naturalezza che Jeannette prese a chiamarlo per nome, quand’erano soli e con altrettanta naturalezza gli chiese di fare la stessa cosa con lei.
Julien Gaillard era un bell’uomo, non più giovanissimo, ma dotato di notevole fascino. Aveva occhi e capelli scuri, la carnagione ambrata e un fisico asciutto. Ogni volta che entrava in casa de Meunier, le domestiche, le cameriere, le cuoche facevano a gara per sbirciarlo, mentre percorreva i corridoi che ormai conosceva a memoria fino alla camera della sua paziente. Era una persona che ispirava sicurezza e un medico dotato di esperienza, perciò i padroni di casa avevano fiducia in lui. Se così non fosse stato, non avrebbe potuto vedere Jeannette tanto spesso e parlare con lei tanto a lungo.
Un po’ alla volta iniziò a riferirle i pettegolezzi che sentiva in città, oppure le ultime notizie sull’esposizione universale. Tra i racconti che le fece ci fu anche quello della rottura del fidanzamento della duchessina de Chalange: in quell’occasione la contessina si mostrò particolarmente attenta e partecipe, forse perché la disavventura della sua giovane amica le ricordava il suo matrimonio mancato.
- E pensare che li ho presentati io! – commentò, sconsolata – Credevo che Claude fosse un bravo ragazzo!
- Ha un carattere molto leggero temo. – rispose monsieur Gaillard – O molto astuto.
- Opterei per la seconda ipotesi. – disse Jeannette – E’ un furbo, senz’altro. Lo diceva anche Maximillen, che pure era suo amico.
Fu una sorpresa per il dottore sentirla nominare il fidanzato senza che a questo seguisse uno scoppio di pianto o una crisi isterica. Jeannette stava davvero migliorando.
- Spero che uno dei prossimi giorni avrete voglia di fare una passeggiata. - le disse con cautela, approfittando dell'occasione propizia - L’autunno volge al termine e sarebbe un peccato che vi perdeste quest’ultimo tiepido sole.
Jeannette rabbrividì.
- Non saprei dove andare. – obiettò, subito timorosa.
Julien Gaillard sorrise, rassicurante: - Non serve andare chissà dove. Basteranno pochi passi, la prima volta. Vi accompagnerò io… e vostra madre, naturalmente.
La fanciulla si morse il labbro inferiore, incerta.
- E va bene. – accondiscese infine – Ma solo pochi passi e solo se voi sarete con me.
Il medico sorrise, esultando dentro di sé per la piccola vittoria appena ottenuta.
- Vi prometto che verrò con voi, Jeannette. Sono certo che vostra madre non avrà nulla in contrario.
Fu così che il giorno seguente, la contessina de Meunier lasciò per la prima volta dopo tanti mesi la sua casa per una breve, ma salutare passeggiata.
La tenevano sottobraccio la madre, la contessa Danielle de Meunier e il suo medico, Julien Aubert Gaillard.


 
La luce filtrava appena attraverso le tende della stanza. Era ormai sera e il pallido sole autunnale se ne stava andando.
Sul letto, coperti soltanto da candide lenzuola, Claude e Fleur si scambiavano tenere effusioni, i corpi intrecciati come rami d’albero. 
Era la prima volta che si vedevano dopo tre mesi di lontanaza: infatti, a seguito del guaio con la duchessina de Chalange, Claude aveva pregato la sua amante di attendere e di mantenere la massima discrezione finché le acque non si fossero un po’ calmate.
Nel frattempo aveva sbrigato alcuni affari… e aveva ereditato tutte le sostanze del defunto conte de Rolland. Il denaro, il palazzo, la residenza di campagna, ogni cosa che era appartenuta al suo lontano zio adesso era sua. 
L?alta società parigina era molto incuriosita dal suo successo e dalla sua ascesa sociale e Claude non dubitava che presto avrebbe potuto tornare a mostrarsi in pubblico senza temere che si parlasse male di lui: da personaggio eccentrico qual era, sapeva che la sua vita avventurosa avrebbe attirato più consensi che critiche e che tutti avrebbero finito col dimenticare la sua condotta non proprio irreprensibile durante il periodo in cui era stato fidanzato a Jacqueline de Chalange. Avrebbe trovato senz’altro un’altra fidanzata, magari più matura e forte della prima. Bastava cercare con attenzione, Parigi pullulava di fanciulle in età da marito.
Fleur aveva accettato con coraggio la sua decisione e per una volta non aveva fatto storie, ma nonostante il sollievo per questo suo nuovo atteggiamento remissivo, Claude si era sorpreso a desiderarla intensamente nei mesi in cui le era stato lontano: forse perché, dopotutto, era l’unica donna che lo conoscesse davvero bene.
Finalmente era tornato da lei, in quel pomeriggio di ottobre e quando la porta si era aperta non le aveva nemmeno dato il tempo di parlare: l’aveva baciata furiosamente, presa in braccio e portata di peso sul letto. Avevano fatto l’amore in silenzio, per ore, fino a quando il reciproco desiderio non si era saziato.
Solo allora Fleur, stanca e felice, gli aveva chiesto di raccontarle cos’avesse fatto in quei mesi: avevano parlato a lungo, riso anche, soprattutto della sciocca Elenoire de Chalange. Claude non poteva fare a meno di trovare comico il modo in cui la piccola peste aveva mollato uno schiaffo a Fleur, anche se si era sforzato di apparire serio e contrito davanti alla costernazione della sua donna.
Dopo aver parlato si amarono di nuovo, con ancor più passione di prima.
Ma ad un tratto Fleur si fece molto seria.
- Claude? – sussurrò contro le labbra del giovane.
- Dimmi. – mormorò lui, baciandola teneramente.
- So che non dovrei… so che è stupido… ma…
- Ma? – Claude sorrise, divertito.
- Io ti amo.


 
Elenoire de Chalange era in camera sua e scriveva a velocità forsennata nel suo diario.
Anche se a quell’ora avrebbe dovuto essere a letto, non aveva nessuna voglia di dormire. Jacqueline stava ancora piangendo nell’altra stanza… come tutte le sere. Elenoire si chiedeva si sua sorella avrebbe mai superato lo shock per il tradimento di Claude.
Con un sospiro si alzò e uscì, chiedendosi come avrebbe potuto consolarla, questa volta. Avvicinò l’orecchio all’uscio della camera di Jacqueline e sentì distintamente i singhiozzi che provenivano dall'interno.
Il suo stupore fu enorme quando, d'improvviso udì la sorella pronunciare distintamente una parola. Un nome.
- Henri!
Elenoire trattenne a stento un'esclamazione di meraviglia e corse di nuovo in camera sua, emozionantissima. 
Se Jacqueline pensava ad Henri nel momento del dolere significava che non aveva dimenticato l’uomo che era stato davvero innamorato di lei e che forse, chissà, ancora l’amava! 
Henri è nel suo cuore. si disse Elenoire, intenerita. Come Jean Michael è nel mio…




Buonasera a tutti, anzi mi sa che devo dire buonanotte! Sono così felice di aver aggiornato! Non so se si è capito, ma adoro Henri! Adoro anche Elenoire, il cugino Jean Michael e la povera Jeannette, mentre invece detesto Fleur e Claude soprattutto quando sono insieme. Dovete sapere che i personaggi di questa storia non danno retta agli ordini dell'Autrice... fanno tutto quello che vogliono e i capitoli quasi si scrivono da soli.
Spero che vi siano piaciuti tutti quanti. Vi prego, se potete, di perdere un minuto e darmi il vostro parere... le recensioni aiutano sempre molto gli autori soprattutto se sono mirate!
Un bacione e buonanotte a tutti!
Niniane
   
 
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