08/11/2012
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Il Dente di Leone è un fiore fragile. Per me somiglia ad una donna. Bella e delicata, ma che si può spezzare con un soffio.
Il rumore dell’acqua che gocciolava era diventato snervante.
Plick.
Plick.
Plick.
Somigliava allo sgocciolare del sangue. Del suo sangue. Sentiva la nausea pervadere il suo corpo. Si portò una mano alla bocca e un braccio a tenersi la pancia. Gli occhi serrati. Il corpo tremava.
Le donne non sono fragili! Una donna può brandire una spada e proteggere con tutta se stessa ciò che ritiene importante!
Probabilmente, era stata la macchinazione di qualcuno. Probabilmente, se fosse stata più attenta, avrebbe capito che non c’era speranza fin dall’inizio. Come un Dente di Leone il suo sogno era bello, candido, soffice, ma fragile. Troppo, troppo fragile. Era bastato il soffio di un bambino capriccioso per farne volare via ogni brandello.
Non ha senso. Non ha mai avuto senso fin dall’inizio. Non potevi salvarlo, semplicemente, non potevi.
Perché?
Perché?
Perché?
PERCHE’?!
No. Non era il momento di pensare a futili rammarichi. Aveva giurato sulla sua stessa vita che non sarebbe stata debole. Sarebbe stata il suo cavaliere. Prese un profondo respiro e impugnò il manico ormai sporco di sangue, della sua spada. La lama di diamante faceva giochi di luce sulle pareti. Nessuno possedeva un’arma simile. Bella, perfetta e tagliante come nessun altra cosa al mondo. Lui gliel’aveva affidata affinché potesse proteggerlo. Affinché potesse dimostrare che essere una donna non significava essere debole.Un rumore la fece voltare all’improvviso, gli occhi verdi che si fissavano sulla figura davanti a sé.
“Dandelion, mi sei mancata.”
Un lacrima scese, mentre l’odore del sangue iniziava a diventare opprimente.