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Autore: Cristo96    08/11/2012    1 recensioni
Versione shonen di IE.
Sono passati 5 anni dalla vittoria dell'FFI da parte dell'inazuma. Mark vive ancora tranquillamente nella sua città con Celia fino a quando uno sconosciuto non piomba in casa loro trascinandoli nella più grande, difficile, emozionante avventura di tutti i tempi!
ATTENZIONE: alcuni personaggi, stili di lotta, battaglie e poteri saranno spudoratamente copiati da altri manga o vidoegiochi
Genere: Avventura, Azione, Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Mark/Mamoru, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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 Dovevano fuggire.
Dovevano farcela.
Non sapeva neanche come avevano fatto  ad arrivare fin lì e a mandare in confusione il sistema difensivo ma non glene fregava. Voleva solo fuggire.
Aveva sofferto anche troppo, in quella cella infernale, sentiva ancora le corde stringergli le braccia e i tendini soffrire, sentiva ancora le ferite che quelle spade gli infliggevano, sentiva ancora i suoi pugni, ma sarebbe fuggito. E non da solo.
"Ehi, ragazzi di qua!" urlò ai suoi due compagni di fuga, gli unici che erano riusciti a scappare.
Avevano preparato tutto per la fuga, le bombe di fortuna erano state sistemate nei posti giusti, si erano preparati ad affrontare le guardie ed avevano tracciato il tragitto migliore per arrivare alla sala di controllo.
Ma non avevano calcolato che sarebbero arrivati loro. Gli alleati più vicini al Re Oscuro.
Gli Imperatori della Morte.
Si ricordava ancora la faccia dei suoi maestri, dei suoi amici, di coloro che gli hanno insegnato tutto quello che sapeva, distruggere l’unica via d’uscita e prepararsi ad una battaglia persa in partenza.
Ma non dovevano fermarsi, dovevano andare. Dovevano vivere anche per loro.
"Muoviamoci, siamo quasi arrivati ai teletrasporti!!" Urlò, sentendo il tipico rumore di quelle macchine. Erano prototipi sperimentali e, probabilmente, li avrebbe spediti ovunque ma sarebbe stato comunque un posto migliore di quell’inferno.
Una violenta esplosione Lo riscosse dai suoi pensieri. Il muro era ceduto e tra le macerie si vedeva una figura dai capelli lunghi ordinare a delle guardie di attaccarli.
Cazzo, sta per arrivare! Pensò, sapendo che ormai il tempo era agli sgoccioli, e si affrettò verso la sala.
"Aspetta idiota!! Ho solo programmato lo stato, se vai ora finirai in un posto a caso!!"  urlò il suo compagno, intento a programmare la macchina.
"Se non ti muovi, l’unico posto in cui andremo sarà dentro una bara! Muoviti!" rispose furioso, sapendo che il tempo era quasi esaurito. L’altro annuì e insieme si avviarono verso il sistema, dove il terzo e ultimo componente del gruppo aveva messo KO le guardie.
"Tti vuoi muovere !" disse semplicemente e lo prese di peso, poi si recarono verso la piattaforma viola posta sulla collina che in quell’istante si stava caricando di energia, come dimostrato dalle scariche di energia violetta. I tre affrettavano il passo quando un proiettile, sparato dalle guardie, lo centrò ad una gamba. Arrancò, soffrì ma continuò a correre, sorretto dai suoi compagni.
Non aveva nemmeno pensato ad un discorso strappalacrime ed ad incitare i due a lasciarlo lì, tanto sarebbe stato inutile. Siamo arrivati fino a qui insieme e ce ne andremo insieme! Pensò.
Rallentati dalla ferita, i tre si diressero più velocemente possibile verso la piattaforma, sempre più carica di energia, ma sembrava essere sempre troppo lontana.
E se non fossero arrivati in tempo, l’ipotesi più probabile era che li avrebbero uccisi ma, in fin dei conti, era anche la migliore.
Un’ultima esplosione, molto vicina a loro, lo scosse e si girò. La parte della scala dietro di loro era stata distrutta, rendendo quindi impossibile essere seguiti.
Il sistema di teletrasporto, comunemente detto “unica via di fuga da questo fottuto inferno” dai carcerati, poggiava infatti sulla cima di una collina a circa 400 metri, ripida e frastagliata. Le scale, costruite a spirale, attraversano l’intera struttura e sono l’unica maniera per arrivare in cima, a causa del terreno difficile da scalare e dai numerosi parafulmini, necessari al funzionamento della macchina.
L’esplosione, volontaria o no, era stata un colossale colpo di fortuna, infatti così ci avrebbero messo molto più tempo a raggiungerli.
Quasi rincuorati, i tre continuarono la salita e arrivarono, infine alla piattaforma, sul punto di attivarsi, e finalmente si rilassarono, pensando che stava tutto per finire
Fu a quel momento che gli venne il dubbio.
"Aspetta, ma sei sicuro che ci trasporterà tutti nello stesso pos……." non riuscì a terminare la frase che tutto fu avvolto da una luce violetta,e vide ogni cosa sparire.
L’ultima cosa che sentì prima di svenire era il dolore di un ennesimo colpo di pistola, questa volta al braccio.
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"Ti vuoi muovere, Celia? Ti sto aspettando da mezz’ora!" Sbuffò Mark mentre aspettava che la ragazza uscisse dal negozio dove si stava provando gli abiti da ormai troppo tempo.
Si stava pentendo amaramente di dover accompagnare la ragazza ma era costretto. Era ormai l’unico della vecchia Inazuma che ancora abitava in città e, dato che Celia doveva ancora finire il liceo, era stato “gentilmente convinto” da Jude Sharp, suo fratello maggiore, a tenere d’occhio la ragazza. Nonostante avesse 18 anni e fosse socievole con tutti, suo fratello la difendeva ancora come se fosse una bambina.
"Eccoci, ci abbiamo messo anche troppo poco tempo" commentò la ragazza appena uscita dal negozio. Era alta all’incirca 1.65 con corti capelli blu, un seno di medie dimensioni, gli occhi azzurro-grigio sempre nascosti dai suoi occhiali. Vestita nel 90% dei casi con l’uniforme scolastica della Raimon High. School e ciò la faceva sembrare una classica imbranata, se non fosse per il carattere esuberante, vivo ed estroverso e soprattutto per la katana che in quel momento teneva in mano. Andava infatti ad un corso di kendo ed era diventata esperta di Iaido*, e sarebbe tranquillamente capace di mozzare la mano di ogni ragazzo che si avvicinasse troppo…….
Si decisamente indifesa….. pensò il giovane 19enne al ricordo dell’anno scorso, quando Jude gli aveva fatto promettere di dare un occhio alla sorella.
"Ho bisogno di te Mark! Proteggi mia sorella mentre sono via!!"
"Ehm…. Jude, tua sorella non ha mica problemi di questo tipo, non è mica il tipo da……"
"Zitto tu, che capisci solo di calcio! Se non ci fossi io a proteggerla, a quest’ora sarebbe in mezzo alla strada!"
"Se lo dici tu……. Comunque, lo sai meglio di me che ho smesso di avere la mania del calcio un anno fa e….."
"Adesso non importa! Devi promettermi di proteggere Celia, è chiaro?!"
"E vabbè…… te lo prometto…"
Se avesse saputo che proteggerla implicava doveva sorbirsi le numerose gite nel centro commerciale avrebbe subito rifiutato ma, purtroppo, era tardi per lamentarsi, quindi decise di tornare in sé e prese le chiavi della macchina, sperando che la tortura fosse finita.
Speranza vana.
Infatti bisognava ancora aspettare la ragazza con cui Celia abitualmente andava a fare shopping, quella che Mark chiamava “La rompipalle”, ovvero la ragazza appena uscita dal negozio, Melany Fullfighter. Poco più alta di Celia, aveva lunghi capelli castano chiaro un e un viso ritenuto da molti estremamente carino. Peccato che in combinazione al suo carattere petulante e alla sua retromarcia come taglia di reggiseno la faceva passare per una quindicenne nonostante il 18 anni appena compiuti.
  Disse come al solito la nuova entrata con le braccia piene di buste di praticamente tutti i negozi, dall’abbigliamento ai trucchi.
Rispose rapidamente Mark, beccandosi come al solito un’occhiataccia fulminante dalle due. Poi continuò: "Ok, ma prima Markuccio…. Sai che sei sempre più….." Rispose Melany cercando di mettersi in una posa sexy, ma assomigliando più ad una pornobimba che ad una gnocca, e infatti Mark guardandola con aria delusa risposecome al solito: "Fai prima a chiedermi se ti posso accompagnare a casa, appari sexy come uno scorfano morto."
"COSA?!!" Urlò la ragazza colpendo come al solito Mark con un violento pugno lanciandolo lontano mentre Celia, che in quel momento sembrava l’unica normale, pensava Non cambierà mai……  certo se Mark smettesse di provocarla, sarebbe meglio.
Intanto il castano si era rialzato e, come al solito, prese le due e le, ignorando come al solito le loro lamentele, le trascinò fuori dal negozio.
Si, come al solito un venerdì pomeriggio del cazzo.
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"Guarda che non è questa casa mia! Casa mia è più avanti! Ma possibile che sbagli sempre strada!!" Sbraitava Melany per il gravissimo errore di Mark, equivalente a 3 metri di camminata.
"Scusa tanto se non mi sono fermato esattamente domani al tuo palazzo, Sua maestà!"
"Eh, no! Non puoi avere torto e ironizzare!!"
"Ah, si? Non lo fai sempre te?"
"Ma come ti permetti, brutto figlio di………"
Mentre i due stavano litigando per le solite cavolate, Celia si scorse ad osservare la casa dell’amica.
L’abitazione di Melany era a due piani e possedeva un piccolo giardino, all’interno del quale vi era un singolo albero, dal quale fiorivano petali di ciliegio, segno della primavera in corso. Le mura, di colore giallo, davano un idea di delicatezza e solidità allo stesso tempo. Al pianterreno c’era la cucina e un piccolo salotto mentre tutte le stanze erano al piano superiore.
La casa è stata acquistata dai genitori di Melany, due ricchi affaristi, che a causa del lavoro non sono mai presenti quindi adesso l’unica stanza praticamente usata è la camera della giovane, inconfondibile date le tende decorate a pony rosa.
Proprio su quest’ultima Celia stava posando gli occhi quando vide un’ombra apparire all’improvviso ed abbassarsi, scomparendo dal suo campo visivo.
"Ccccc-c-c-c’è qualcuno in casa!!!" Gridò attirando l’attenzione dei due.
"Cosa! A casa mia?! AHHHHHHHHHHHHHH!!!"Urlò spaventata Melany mentre Mark, in quanto più grande trai tre, cercò di calmare le due e di mettere a fuoco la situazione.
"Calmatevi, adesso ci penso io! Celia, chiama la polizia! Melany, apri la porta! Vedrò di sorprenderlo!" Disse e poi prese la Katana di Celia, con l’intenzione di usarla a’mo di bastone.
Aveva fatto un po’ di pratica con la spada, ma non era al livello dell’amica quindi aveva deciso di stordirlo col manico.
Silenziosamente aprì la porta e si avvicinò alla camera dove si trovava lo sconosciuto ed entrò nella camera urlando:"FATTI SOTT…. "
Si sarebbe aspettato tutto, ma non un ragazzo ferito e sanguinante disteso svenuto sul letto di Melany.
 
 
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*Iaido: Stile di combattimento Giapponese: consiste nell’estrarre la spada dal fodero, eseguire un rapido fendente e poi richiudere la lama. Lo stile di Goemon di Lupin III per intenderci.
 
Ehila! Questa è diciamo la prima ff che scrivo ed è praticamente una shonennizzazione ( non so se ho scritto bene ma chissene) di Inazuma Eleven con l’aggiunta di 4 personaggi per far centrare meglio la storia.
Dico subito che, come in tutti gli shonen ci saranno scene comiche, scene serie e soprattutto molte battaglie spesso ispirate a molti altri manga e anime (soprattutto OP e FT, vi consiglio di vederli!) e che la storia è ambientata tra IE e GO e che alcuni personaggi saranno ooc.
Accetto tutte le recensioni, sia positive che negative e….
Al prossimo capitolo.
 
  
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