Anime & Manga > Kuroshitsuji/Black Butler
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Autore: Domino_Tabby_    08/11/2012    5 recensioni
Una semplice ragazza compare alla magione Phantomhive, salvata dal maggiordomo Sebastian.
Questo nuovo membro della servitù cambierà la vita ai personaggi?
Rieccomi (purtroppo) con una nuova fic...ora potete disperarvi.
"Non piansi, era inutile.Avevo sprecato le mie lacrime troppe volte.
Le preghiere non bastavano per sopravvivere."
***
"Nessuno mi può capire perché nessuno ha mai provato.
Io sono un rifiuto lasciato sul ciglio della strada, calpestato da tutti e ignorato.
Una cartina che aspetta il giorno in cui il vento la spazzerà via."
***
Spero di avervi incuriosito,
Adieu Chers Lecteurs!
-Tappy
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Stavo correndo in un prato, mentre lacrime calde mi solcavano il viso.

Abbassai lo sguardo e lanciai un grido quando vidi che l'erba era nera e sporcata di un liquido rosso.

Non mi ci volle molto per capire che era sangue.

Di tanto in tanto erano sparsi cadaveri di persone qua e la, mezzi distrutti e in putrefazione, che emanavano un odore vomitevole.

 

Sentii il ruggito della bestia dietro di me, il motivo per cui stavo scappando, e ricominciai a correre.

Il campo terrificante sembrava infinito, e mi mancava il fiato quando ci pensavo.

 

Mentre sfrecciavo inciampai in qualcosa (credo fosse un cadavere) e caddi per terra, o meglio, caddi in acqua.

Mi ritrovai in un lago, mentre affondavo sempre di più.

Era gelido e io ero nuda.

 

La cicatrice enorme che andava dal mio cuore al fianco destro si aprì lentamente mentre scendevo giù, sempre più giù.

Pensai davvero che quella fosse la mia fine, quindi chiusi gli occhi, nell'attesa che il fiato mi mancasse.

 

Charlotte...

 

Qualcuno stava sussurrando il mio nome

Una voce mostruosa.

 

Charlotte...

 

Sembrava venire da proprio davanti a me.

 

Apri gli occhi, Charlotte.

 

No, non volevo aprire gli occhi, sapevo già che qualcosa di orripilante mi attendeva.

 

Sentii delle mani rugose che mi toccavano la cicatrice.

Urlai di dolore quando queste la aprirono sempre di più.

Aprii gli occhi e...

 

-AAAAAH!- spalancai le pupille, stringendo convulsamente le coperte.

-BASTA!- gridai.

 

-Charlotte..?-

Sobbalzai quando mi ritrovai faccia a faccia con Sebastian.

 

Avevo il cuore che pulsava a mille e grondavo di sudore freddo.

In bocca avevo un sapore amaro, mentre tremavo.

 

-L-le mani...le mani m-mi hanno p-preso...- balbettai scoppiando a piangere.

Tra un singhiozzo e l'altro il maggiordomo mi diede delle gentili carezze sulla testa.

 

-Era solo un sogno, Charlotte.- sussurrò al mio orecchio.

Io tirai su con il naso e annuii.

 

Quando mi fui calmata mi misi in piedi.

-Adesso a lavoro, oggi abbiamo il Signor Lau come ospite.-

 

Una scossa mi percosse la colonna vertebrale.

-Sebastian?- chiesi con voce calma.

 

Lui si girò, la mano sulla manopola.

-Si?-

 

-Io avevo chiuso la porta a chiave.-

Il moro non lasciò il sorriso di prima.

 

-Era aperta quando sono venuto.- mentì egli.

Lo capii subito. Era bravo a dire bugie, ma io ne sapevo molto di più di lui.

 

-Ah, ok.- per quella volta lasciai perdere, avrei scoperto prima o poi perché mi aveva mentito, e perché la porta non era chiusa a chiave.

 

Quando se ne fu andato misi il vestito da cameriera e andai a svolgere i miei compiti.

 

Verso l'ora del Té una carrozza si accostò al cancello.

Il signor...come si chiamava? Ah sì, il signor Lau deve essere arrivato.”

 

Nell'androne Sebastian mi diede l'ordine di avvisare il padroncino nel suo ufficio.

Mi avviai a passi spediti.

 

Arrivata alla porta enorme dello studio mi fermai di colpo.

Avevo avuto pochi contatti con il conte, di solito era Sebastian sempre al suo fianco, e lo vedevo di rado.

 

A malapena mi ricordavo il suo volto e ora venivo di colpo a chiamarlo.

Bussai leggermente sul legno massiccio.

 

-Avanti.- disse una voce giovane, quasi seccata.

-Bocchan, è arrivato il signor Lau. Il signor Sebastian mi ha detto di chiamarla.- risposi entrando e inchinandomi.

 

-Mmmh...si...- borbottò il ragazzino scrutando con l'occhio dei fogli.

Non mi ricordai che aveva una benda sull'occhio destro.

Stavo per andarmene quando Ciel mi chiamò.

 

-Mi dica, bocchan.-

 

Lui non mi degnò neanche di uno sguardo.

-Ti...trovi bene qui?-

 

Rimasi piuttosto stupita a quella sua domanda.

-Prego?- domandai. -Temo di non aver capito, mi scusi.-

 

Lui alzò l'occhio blu oceano al cielo, sbuffando.

-Io ti ho salvato dalle strade di Londra, è stato un mio ordine che ho dato a Sebastian, e mi stavo chiedendo se ti turbasse qualcosa: la servitù, la villa o che cosa ne so io.-

 

Scossi la testa, facendo ondeggiare la coda.

-La ringrazio molto, ma non c'è nulla al momento che mi turbi.-

 

Ma che vuole 'sto qui? Se non mi sbrigo a pulire poi Sebastian mi uccide!”

 

Lui fece un ghigno.

-Sappi però che se vorrai potrai ritornare alla vita che avevi sempre, se solo me lo chiedi.- incrociò le braccia al petto.

 

Mi sta prendendo in giro questo stronz...intendo, questo moccioso? Chi si crede di essere?!”

 

-Sono felice che mi abbia dato la possibilità di scegliere, bocchan. Spero passi una buona giornata, arrivederci.-

 

Mi inchinai e chiusi la porta alle mie spalle.

Una volta fuori ebbi la tentazione di sbattere un piede sonoramente sul pavimento.

 

-Chi si crede di essere quel bamboccio!?- dissi a bassa voce, avviandomi in cucina, a pulire.

 

Borbottando insulti cominciai a sciacquare le posate, il servizio da té e i piatti.

Può sembrare strano, ma lavare mi faceva scaricare tutta la rabbia.

 

Dopo un paio d'ore il cielo cominciò a tingersi di un arancione che pian piano sfumava, tramutandosi in viola per poi lasciare spazio al grigio e al nero.

 

All'ora di cena mi sedetti al tavolo, insieme agli altri servitori.

-Dov'è Finny?- chiese Bard addentando un pezzo di pane.

 

Mey Rin alzò le spalle e io la imitai.

Dopo neanche un secondo si sentì un tonfo vicino alla porta che dava al giardino, seguito da un pianto infantile.

Ci precipitammo fuori all'istante.

 

-Finny? Tutto ok?-

Il biondo era disteso per terra, il viso sporco e delle ferite sui bracci.

 

-Io..s-sono..scivolato e ho rotto un vaso, e mi sono ferito con i cocci!- esclamò tra le lacrime.

 

La cameriera lo aiutò a rialzarsi, mentre io corsi a prendere le fasce e le medicazioni.

 

Si mise seduto su una sedia mentre gli disinfettavo le ferite e i graffi.

Sorrisi pensando a quante volte avevo fatto questa stessa azione con i miei fratelli minori.

 

Chissà dove sono adesso...mi mancano...”

 

-Che sbadato che sei, dovresti vedere dove metti i piedi.- dissi soffiandogli il naso.

-Ma quanti anni hai?- chiesi ridacchiando.

 

Lui si portò un indice alle labbra.

-Mmmh...ne ho..quindici! O sedici...non ricordo. So solo che sono più piccolo di te!-

 

Anche se ha tra i quindici e sedici anni sembra che ne abbia almeno sette...”

 

Gli diedi un buffetto sulla guancia mentre mi sedevo al tavolo.

Presi al volo un pezzo di pane e lo addentai avidamente.

 

La sera mi ritirai in camera e presi il libro che mi aveva dato Sebastian.

Passai la mano sulla copertina in pelle.

In caratteri dorati era scritto il titolo : “Le rose di Annabeth”

 

-Sembra una novella romantica...-bisbigliai.

 

In una sola notte arrivai quasi alla fine del libro.

Più volte , leggendo, arrossii.

Non ero abituata a generi come questo, e lo trovai un po'...rosso.

Non che ci fossero scene esplicite, però in tutta la mia vita avevo letto solo romanzi filosofici, di avventura e cose varie ma non mi ero mai cimentata in questo settore.

 

Fuori era già notte inoltrata e le stelle splendevano come gemme quando sentii un leggero bussare alla porta.

Mi alzai, per andare ad aprire.

 

Chi è a quest'ora? Ormai è quasi mezzanotte...”

SPAZIO AUTORE:
Salve a tutti, spero vi sia piaciuto anche questo capitolo.
Quando ho visto che delle persone hanno messo la storia tra le Preferite e le Seguite vi giuro che volevo spiccare il volo dalla felicità.
Sono davvero contenta che apprezziate la mia storia!
Adieu
-Tappy

  
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