“Hey girl I’m waiting on ya, I’m waiting on ya…”
La sveglia suona come tutti i giorni alle 6.30, monotona. Io, anche se con fatica, mi sveglio strofinandomi gli occhi. Avete presente la famiglia felice? Quella dove la mamma e il fratellino ti portano la colazione a letto, ti dicono "buongiorno tesoro, hai dormito bene?", ecco io no. Nella mia famiglia è tutto diverso, ognuno occupa il bagno per 20 minuti nel prepararsi e poi si esce. Oggi sarà un giorno come tutti gli altri, sarò sempre la solita ragazza isolata in un angolo della mensa, si esatto, quelle ragazze non calcolate, le sfigate.
Nonostante questo, sono comunque obbligata ad andare in quel posto che tutti chiamano comunemente scuola. Solitamente prendo il pullman insieme ad una mia compagna di classe (avete presente quelle ragazze tutte magroline, carine e cagate da tutti?) solo che tra noi si può subito notare una differenza: lei è circondata di ragazzi.
Vabè, dopo questa distruzione di autostima mattutina, mi preparo al peggio:
“Hei obesa, ti conviene passare dalla porta anti-incendio perché da quella normale non passi di sicuro!”
“Cicciona come hai fatto a scendere dal letto questa mattina?”
Non facevo altro che ripetermi “non qui, non qui”, la gola mi bruciava e i miei occhi erano già pieni di lacrime pronte ad uscire, era troppo tardi, ma la giornata era ancora lunga…
“Perché piangi ciccia? Uno dei quattro frocetti è morto percaso?”
Sapete, se devo essere sincera, questa frase è quella che fa più male, ma cosa dovevo fare?
Mi asciugo  le lacrime ed entro in classe, dove ad aspettarmi c’è il mio unico amico, Christian.
Ecco, Christian è quel tipo di ragazzo che tutti adorerebbero: simpatico, divertente, carino e comprensivo. Ogni mattina tra noi non esiste il “ciao”, perché prima di quello ci sono gli abbracci, ma quel giorno non fu così..
“Nicky, ho una notizia!”
“Ti prego, fa che sia finalmente una buona notizia…..”
…..Mi passa un foglio…..
“i sogni diventano sempre realtà”
“Chri, mi spiace, ma non capisco..”
 …..Driiiiiiiiiiiiiin…..
Appena la campanella suona, esco nel corridoio (ovviamente dopo essere stata spinta a destra e sinistra) e vedo un manifesto, il quale dice che nella palestra della mia città faranno dei provini di danza per partecipare ad un’esclusivo video dei one direction. Non potete immaginare come io mi senta: felice, emozionata, fortunata, bella, perfetta…
ma dopo un primo momento realizzo il tutto, insomma, io? Una di quelle ragazze che sono solo “parte della folla”, non bella, non magra, e soprattutto… che non sa ballare?
Così decido di tornare immediatamente a casa cercando di non pensarci, ma ad un certo punto..