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Autore: Anna Beverley    08/11/2012    0 recensioni
Okinazaki è una piccola cittadina dell'Honshū, divenuta famosa per l'omonimo "l'Inferno di Okinazaki". In una casa, quattro cadaveri fatti a pezzi. Sulle pareti, la parola 'Jigoku' (inferno) scritta con il sangue. Sadako Mori, che si dice sia stata rapita, non fu mai più ritrovata.
Genere: Horror, Suspence, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza
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第3章 - Eichi no shinseii

 Ritratto di Sadako Mori - Autore: Eichi Murakawa

Sadako era stata male per una settimana, aveva avuto la febbre e si diede della stupida per non essersi coperta abbastanza ed essersi ammalata.
Ma era tornata, più decisa che mai a vedere Eichi. A dire tutto ad Eichi.
Un sorriso beato apparve sul suo volto: sarebbe stato splendido.
Attraversò il corridoio per dirigersi alla classe di Eichi, saltellando per la frenesia e l’eccitazione.
Spero di non fare qualche figuraccia. Si picchiettò la testa e sbuffò, cominciava a salire l’ansia e non voleva che ciò rovinasse tutto.
Rallentò il passo. Rallentava sempre di più. Passo dopo passo, di avvicinò alla porta dell’aula, era socchiusa. Sbirciò dentro per controllare che Eichi fosse lì e lo scoprì parlare con qualcuno.
Pensò di tornare più tardi ma qualcosa la bloccò.
“Eichi-kun, mi piaci.”
La ragazza pronunciò queste parole, con il volto rosso di imbarazzo. Sadako si irrigidì.Voleva andarsene ora più che mai, ma non riusciva a muoversi. Non riusciva a smettere di guardare la scena.
Eichi sorrise in silenzio. Non disse nulla ma la strinse tra le braccia. Miyoko spalancò gli occhi per la sorpresa e poi sorrise insieme ad Eichi. Erano insieme e nulla avrebbe potuto cambiare ciò. Erano felici e nulla avrebbe potuto portare via quell’ammontare di gioia.
Erano solo loro due, il resto era come una leggera brezza. Appena percepibile.
La campana suonò e Sadako finalmente si mosse e indietreggiò sentendosi le gambe molli, sbatté contro l’armadio di alluminio che aveva alle spalle provocando un forte rumore metallico.
Eichi e Miyoko preoccupati per il frastuono si precipitarono fuori dalla classe.
“Sadako-san? Che succede?”
Lei aveva gli occhi sgranati e respirava affannosamente.  Vide il volto del suo amore e una fitta le attraversò il centro del petto. Eichi si chinò su di lei per assisterla, Miyoko rimase indietro preoccupata.
“Non ti senti bene, Sadako? Vuoi che ti accompagniamo in infermeria?” Questa volta non era Eichi a parlare, ma la sua compagna poco più indietro. Un’altra fitta al petto, più forte della precedente: qualcosa si era rotto dentro Sadako. Questa volta, però, smise di respirare affannosamente e le gambe ripresero improvvisamente vigore. Si alzò in silenzio con la testa bassa e strinse i pugni. Un sorriso attraversò il suo volto, ma non era quello di sempre: era un sorriso diverso.
“Sto benissimo, ho avuto solo un calo di zuccheri.” Lo sguardo della ragazzina fu attraversato da un lampo di pazzia. Si finse allegra e si allontanò, rivolgendo il suo peggiore sorriso a Miyoko, la quale percepì una strana sensazione di paura.
“Eichi.. La tua amica.. Era un po’ strana..”
Ma Eichi non rispose. Continuò a fissare il punto dove fino a poco tempo prima c’era Sadako.
L’anta dell’armadio era tagliente ed era sporca di sangue che ancora gocciolava a terra con un leggero ticchettio.
 
Sadako corse in bagno. Non le importava se le lezioni erano cominciate, non le importava di niente. La testa le faceva male da impazzire e quando arrivò a destinazione si appoggiò al lavandino, stringendo i bordi con le dita, come se lo volesse spezzare. Si passò una mano sulla nuca e sentì i capelli bagnati e appiccicosi, si fece strada con le dita fino a sentire una strana apertura sulla pelle.
Premette in quel punto con forza e un dolore pungente la pervase come un lampo. Emise un lamento e si fissò la mano che prima si era passata tra i capelli: gocciolava di sangue.
La nuca pulsava dolorosamente, la testa le stava per esplodere. Se la strinse con le mani, come se volesse comprimerla. Sentiva il sangue che le sporcava il volto, le palpebre, le guance.
La ferita gocciolava copiosamente e lei era sempre più pallida ma nonostante le sue condizioni fisiche si lasciò andare in una fragorosa risata.
Rise per tutto quello che era successo. Rise per Eichi e per quella sgualdrina. Rise per il sangue che gocciolava, per il dolore, per tutti quelli che conosceva.
Rideva sempre più forte, alzando la tonalità, guardandosi le mani rosse, mentre la stanza girava con le sue risate, come un carillon a cui era stata messa una velocità troppo elevata.
E  con le risate cominciarono a scendere le lacrime, lacrime di sofferenza e di rabbia, lacrime che si impregnavano di sangue e cadevano sui suoi vestiti, che dalle labbra finivano sulla lingua della ragazza. Lacrime così salate.
Si portò le mani al collo, stringendolo sempre di più, grattandolo con le unghie. Grattava via tutto quello che era sbagliato in lei, strappando piano piano lo strato di pelle più superficiale. Graffiava con foga, come se risiedesse lì la fonte del suo dolore. Qualcosa dentro Sadako si era rotto e voleva tirarlo fuori. Il bruciore al collo peggiorava e la ragazza cominciò a vedere doppio ma non smise di ridere nemmeno per un attimo. Si avvicinò alla tazza del gabinetto e la abbracciò, sporcandola con il suo sangue.
“Ora tiro fuori tutto.” Rise sguaiata.
Infilò con forza due dita in gola fino a graffiarsi la parete interna della gola, ferendo la faringe.
Vomitò tutto quello che aveva nello stomaco più e più volte, sentendo la bile che bruciava sulle ferite appena inferte. Rise ancora.
Sentì dei passi veloci nel corridoio, qualcuno entrò in bagno. La testa le girava sempre più, persino le risate avevano perso di potenza, gli occhi le si chiudevano.
L’ultima cosa che vide fu il volto di una professoressa, poi il buio.


Ureshii desu ka, Eichi-kun?

 

"Sei felice, Eichi?"

Storia ed illustrazioni sono di proprietà di Anna R. Beverley. E' vietata la riproduzione completa o parziale.



 

  
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