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Autore: _ALE2_    26/05/2007    6 recensioni
Piove. Ed io odio la pioggia. Simboleggia tante cose, forse addirittura troppe.
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Roy Mustang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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In questa notte di pioggia...

In questa notte di pioggia

 

Serie: Full Metal Alchemist
Rating: verde
Pairing:
RoyXEd
Note:
Shonen ai

Dedicated to: tutte quelle che ci commentano…in particolare Setsuka e elyxyz
Declaimers: i personaggi non sono nostri ma della sensei  Hiromu Arakawa

 

Piove.

Ed io odio la pioggia.

Simboleggia tante cose, forse addirittura troppe.

Rappresenta la malinconia, rappresenta la mia debolezza, rappresenta la purificazione.

Piove incessantemente da due giorni.

Credo che sia un segno: oggi è l’anniversario della morte dei due Rockbell ed io sono stato il loro carnefice anzi, sono stato l’arma che li ha uccisi; è come se questo temporale si fosse premurato di non farmelo dimenticare.

Piove e i miei ricordi tentano di scivolare via con l’acqua, ma non posso permetterglielo: mi servono per andare avanti, ho bisogno di loro per ricordare a me stesso ed agli altri il motivo per cui io, Roy Mustang, arriverò in alto.

È già da qualche ora che sono uscito da casa; sto camminando per le strade deserte, girovagando qua e là senza una meta precisa. O per meglio dire, senza voler raggiungere la meta: avevo intenzione di andare a trovare Hughes, al cimitero. È una vita che non ci vado, a volte perché il lavoro me lo impedisce, troppe altre perché non ne trovo il coraggio. E nemmeno oggi faccio eccezione…

Troppi pensieri, troppe preoccupazioni mi affollano la mente, rendendomi difficile il solo riflettere; dovrei cominciare ad attivarmi per mantenere la promessa fatta, dovrei prepararmi allo scontro finale che, purtroppo, sono sicuro arriverà presto.

Ma non ci riesco.

La mia mente è concentrata su di un'unica cosa, su di un’unica persona: l’alchimista bambino che si comporta troppo da adulto; l’unico che è riuscito a strapparmi via il cuore e a non rendersene nemmeno conto…

Penso a te, Edward.

E la pioggia continua a scendere incessantemente.

Mi ha inzuppato i capelli, i vestiti, le ossa ma non m’importa.

Non m’importa se prenderò un malanno o non potrò usare la mia alchimia: oggi voglio sentirmi inerme, voglio non poter usare le mie fiamme, voglio essere incapace di difendermi da solo, voglio sentirmi normale, con tutto ciò che questa parola comporta.

Normale…

Nessuna responsabilità, nessun problema, nessun dolore… soltanto tu nella mia mente… i tuoi occhi e i tuoi capelli: l’oro più bello e splendente che abbia mai visto...

Se io fossi una persona normale, forse, non ti avrei nemmeno conosciuto; ma se adesso fossi uno qualunque, ti posso assicurare che non ti avrei nascosto nessuno dei pensieri che mi si stanno formando nella mente…

Non posso far a meno di ringraziare la tua perenne ricerca che ti tiene lontano dalla città, perché se adesso fossi a Central City, ti giuro che correrei a prenderti e ti direi tutto qui, sotto la pioggia, dove non ho difese, dove tutto scivola via e dove anche le mie folli parole finirebbero per infrangersi al suolo come l’acqua…

Già m’immagino la tua reazione: mi prenderesti per pazzo, mi urleresti contro o, forse, rimarresti semplicemente in silenzio ad osservarmi ed io ad osservare te; rimarremmo sotto la pioggia entrambi zitti e, per una volta, sarei io ad essere imbarazzato sentendomi i tuoi occhi puntati addosso, sarei io ad essere bisognoso di certezze e di protezione.

Forse ti stringerei, Edward, cercando di infonderti tutto il calore che posso trasmetterti attraverso queste braccia, e mi leverei questa maschera di cera, che ho tanto faticato a costruirmi, per farmi conoscere da te semplicemente per quello che sono, senza appellativi o cariche.

Direi… farei…

Alla fine, però, rimango sempre lo stesso sognatore che si limita soltanto a pensare a ciò che potrebbe essere se, per una volta, rinunciasse a fare quello che è giusto e si abbandonasse alle passioni.

Ma io non sono e sarò mai così, caro Full Metal: io sono quello che odia perdere il controllo, quello che ha fatto della giustizia e dell’onore le sue ragioni di vita, quello che pensa sempre prima a cosa è meglio fare per ottenere qualcosa di più e dopo a cosa è meglio per se stesso…

Eppure so per certo, Edward, che se tu venissi da me adesso e mi chiedessi di abbandonare tutto, io lo farei perché l’amore che provo per te sarebbe capace di soffocare il mio senso di giustizia e la personalità che mi sono abilmente costruito… ma non c’è pericolo perché tu non me lo chiederai mai, non verrai mai da me a domandarmi affetto o qualcos’altro e forse, è meglio così.

Sono arrivato alla stazione senza nemmeno accorgermene.

Cosa penso di aspettare?

Chi penso di aspettare?

Spero veramente che in questa notte di pioggia ci possa essere un lieto fine? Sono davvero convinto che tu in questo istante esca da quell’edificio e che io ti confessi tutto?

A quanto pare sono più disperato di quello che pensavo…una cosa del genere non potrà mai accadere, eppure il cuore e le mie gambe si rifiutano di abbandonare questa sciocca speranza.

Ormai è tardi ed io non so neanche per quanto tempo sono rimasto qui imbambolato, ad aspettarti.

Potrei dire che è stato un pomeriggio inutile, ma direi l’ennesima idiozia: pensando a te, Edward, non so come ma ho trovato il coraggio necessario per entrare in quel luogo dove riposa lui.

Mi dirigo a passo fermo verso il cimitero, vi entro, ignorando il fango che schizza sui miei pantaloni, ed arrivo davanti alla sua tomba.

I raggi cremisi di un sole morente riescono a squarciare per un attimo le nubi nere e ad illuminare la lapide chiara; il suo nome inciso risalta troppo ai miei occhi, che ancora non si sono abituati a non rivederlo più.

Almeno questa volta piove sul serio.

Non sento più le gocce d’acqua tamburellarmi insistenti sulla testa, mi volto di scatto e la vedo: Glacier è qui davanti a me, che mi copre con un ombrello. Mi sorride.

“Da questa mattina, ho come avuto la sensazione che ti avrei incontrato qui…”

Non riesco a risponderle nulla e mi limito a sorriderle: è una donna eccezionale quella che ho di fronte.

“Penso sia ora di tornare a casa…”

A quelle parole, la guardo.

Il Destino ha fatto si che proprio lei mi riportasse alla realtà e  francamente, non poteva esserci una scelta migliore: è per persone che hanno perso tanto come lei che ho scelto di essere quello che sono.

Mi incammino al suo fianco e la tua immagine, Full Metal, mi ritorna in mente per l’ennesima volta.

La scaccio via.

Adesso sono tornato ad essere il Colonnello Roy Mustang, il Flame Alchemist e non posso pensarti.

Adesso non posso essere indifeso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Un bacio a tt!

Già sappiamo quello che pensate: “Avete pubblicato ieri e oggi già tornate a rompere?” Ebbene si! Siamo tornate, tutto grazie a Kuma-chan che ha corretto questa cosa oscena che avevo scritto… volevo ringraziare tutte le ragazze che hanno commentato la fiction “Alla fine è l’unica cosa che conta…” siete davvero grandi!!! Comunque dato che a furor di popolo mi avete chiesto di far leggere la lettera a Roy, sto iniziando a pensare di continuarla…chissà con l’aiuto di Kuma-chan

A proposito, io Alessandra approfitto per informarvi che alla fine abbiamo fatto pace… comunque non pensate troppo bene della mia Neko…lei è perfida! Ha scritto quella ficcy così, mi ha ingannata pensavo lo avesse fatto solo per far pace, ed invece da perfetta Mustang qual è, subito ne ha approfittato per farmi venire i sensi di colpa perché dice che non lavoro abbastanza…(è logico io cerco sempre un secondo fine a mio vantaggio buahahahah nd neko) Cmq Vabbè, detto questo vi chiedo COMMENTATEEEEE!!! arrivederci ai prossimi lavori (si mi sembro una hostess!!! XDXD) e aspettate la fine della scuola che abbiamo altre ficcy in cantiere!!!

 UN BACIO A TUTTI!!! ALE&ALE

  
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