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Autore: AxXx    08/11/2012    1 recensioni
Anno 1918. Dopo la fine della prima guerra mondiale le forze Bolschviche di Lenin stanno affrontando una guerra incredibilmente violenta per affermare la loro ideologia.
Gli assassini hanno una missione da compiere in questo pericoloso territorio.
Con i templari da una parte e un gruppo di assassini traditori dall'altra, un giovane assassino discendente di Ezio Auditore si dovrà confrontare con le forze in campo e soprattutto con il suo stesso credo per portare in salvo l'ultima discendente dei Romanov.
Questa è la mia prima storia unicamente di Assassin's creed. Non mi aspetto un capolavoro, ma vorrei davvero avere delle recensioni che mi permettano di migliorare, grazie a chi leggerà e dirà la sua anche se è una rcensione negativa.
Genere: Guerra, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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                 Fuga dai templari
 
 

 
Anastasia era circondata dai soldati mentre Nikolaj scuoteva la testa.
“Dovevamo immaginarlo, debole come vostro padre, non sapete prendere le decisioni difficili.” Disse con noncuranza mentre ordinava ai soldati di condurla in una stanza che le sarebbe stata offerta.
Ma lei aveva capito bene di essere una prigioniera.
Molto importante, certo, ma era prigioniera comunque.
“Mio padre non era debole!” Rispose lei adirata sbattendo entrambe le mani sulla scrivania dell’alto ufficiale.
“Non mi sembra abbia fatto qualcosa per fermare tutto questo!” Controbatté l’altro senza scomporsi.
In quell’istante un oggetto rotolò all’interno della stanza rompendo il vetro della finestra.
“Granata!!!” Urlò uno dei soldati gettandosi a terra trascinando con se anche Anastasia per proteggerla.
L’esplosione che seguì fu davvero incredibile: la scrivania andò in frantumi, schegge di pietra e legno volarono da per tutto ed alcuni soldati coinvolti nell’esplosione vennero mutilati ed uccisi.
La principessa fu schiacciata dal corpo dell’uomo che l’aveva protetta, ma riuscì comunque ad alzare la testa per vedere una persona incappucciata di bianco che entrava dalla finestra armata con una sciabola ed un revolver.
Era alto ed avrebbe detto che fosse cinese dai lineamenti che intravedeva sotto il cappuccio.
Era magro, alto e sembrava essere molto deciso.
Si avvicinò a le mentre il soldato si alzava e afferrava la pistola, ma prima che potesse puntarla, il misterioso individuo gli afferrò la testa e, con uno scatto repentino del braccio, gli spezzò il collo.
Lei rimase scioccata dalla rapidità di ciò che era successo e si spaventò a per il rumore del collo rotto.
L’uomo intanto si avvicinò ed estrasse la pistola dalla fondina.
“In un certo senso quel ragazzino ci ha fatto un favore, ora potremo persino dare la colpa ai bianchi per la vostra morte.” Disse puntandogliela alla testa.
Anastasia tenne gli occhi fissi sulla canna dell’arma che aveva davanti sentendo il cuore accelerare i battiti in maniera smisurata.
Si preparò a ricevere il colpo che avrebbe segnato la sua fine con una breve preghiera, ma il colpo non arrivò.
 
 
 
 
 
Arrivai giusto in tempo per vedere Yung Tojo puntare l’arma contro Anastasia.
In una frazione di secondo avevo già afferrato il coltello, preso la mira e lanciato l’arma ferendolo alla mano con cui la teneva.
“Odioso ragazzino!” Urlò il traditore mentre scattavo in avanti afferrando il braccio di Anastasia per portarla al sicuro dietro una poltrona mentre alcuni proiettili sparati dai soldati ancora vivi iniziavano a volare da tutte le parti.
“Dannazione, stai bene?” Chiesi subito mentre si riparava da due proiettili chi mi fischiarono vicino all’orecchio.
Lei si fermò un attimo a riprendere fiato, probabilmente per lo spavento.
Mi abbracciò un attimo.
“Grazie a dio sei salvo! Pensavo ti avessero ucciso!” Disse.
“Non è lo stile dei templari. Mi avrebbero torturato. Solo dopo mi avrebbero ucciso, ma io sono scappato prima.” Risposi affacciandomi per osservare la situazione.
Yung Tojo aveva ucciso quattro guardie e ne erano rimaste due ed anche il comandante Nikolaj era ancora in piedi e sparava contro il traditore.
“Assassini! Bastardi, vi ucciderò tutti!” Urlò il comandante bianco sparando tre colpi contro Yung che, con un agile scatto si riparò dietro ad un tavolo rovesciato.
Le ultime due guardie spararono contro di lui, ma il traditore era molto rapido e riuscì a mettersi di nuovo al riparo.
Io cercai subito una via di uscita da quella situazione, sapendo che le guardie sarebbero arrivate tra qualche minuto e non potevo permettermi di rimanere lì.
La finestra era l’unica uscita possibile, ma sarebbero dovuti passare proprio in mezzo alla sparatoria.
Improvvisamente un proiettile si piantò nella poltrona dietro la quale erano nascosti.
‘Maledetto templare!’ Pensai mentre osservavo il comandante Nikolaj che aggiustava la mira contro di noi.
Estrassi la pistola e feci fuoco verso il suo nascondiglio vicino ad un divano colpendolo alla spalla.
“Ammazzate quei bastardi!” Ordinò il furibondo ufficiale incitando i suoi uomini rimasti.
Peccato che uno dei soldati fu così sciocco da uscire dalla sua protezione proprio nel momento in cui Yung sparava e fu ucciso con un preciso colpo alla fronte.
L’ altro tentò di attraversare la stanza per raggiungere la porta, ma con un colpo di pistola lo uccisi, meglio ritardare quanto più possibile l’arrivo delle guardie.
“Morite! Assassini!!!” Urlò il comandante Nikolaj uscendo dal suo nascondiglio sparando contro Yung Tojo, che, senza lasciarsi intimorire, approfittò del momento in cui il comandante ricaricò per uscire dal nascondiglio e sparargli.
L’ufficiale templare cadde a terra morto.
“Ora siamo solo noi due, ragazzino.” Disse il traditore girandosi verso il mio nascondiglio, mentre mi decidevo sul da farsi.
“Tu vai al balcone e vedi se è possibile scendere, io lo tengo occupato.” Dissi ad Anastasia mentre uscivo dal mio nascondiglio estraendo la sciabola.
Lei corse al balcone mentre osservavo Yung impugnare la sua katana puntandomela contro.
Sapevo di non essere abile o forte quanto lui, ma potevo tenergli testa per alcuni minuti, il tempo sufficiente di trovare una via di fuga.
“Fatti avanti.” Dissi mettendomi in posizione.
Lui estrasse la sciabola e mi attaccò con un ampio fendente che parai con un abile mossa lanciando una stoccata rapida per farlo indietreggiare.
Il traditore, però si scansò rapidamente girando su se stesso lanciando un altro fendente diretto al mio braccio tentando di disarmarmi.
Parai il colpo con il piatto della lama in uno sprizzare di scintille e risposi con un fendente rapido diretto alla testa.
Il duello era molto squilibrato, soprattutto per il fatto che lui era più alto di me, quindi io dovevo sporgermi leggermente in avanti rendendomi un bersaglio facile.
Anastasia intanto si girò.
“Non possiamo uscire!” Urlò cercando di sovrastare il rumore delle lame che cozzavano.
‘Dannazione!’ Pensai, mentre mi abbassavo per evitare l’ennesimo fendente, attaccando il traditore alle gambe.
Indietreggiavo inesorabilmente sotto i colpi del mio avversario.
Se fossi stato solo io, avrei potuto fuggire saltando sui cornicioni vicini, ma Anastasia non possedeva la mia agilità ed io non ero abbastanza forte da portarla con me.
Intanto nel corridoio si sentivano i passi affrettati delle guardie che correvano verso la stanza di Nikolaj.
Ormai ero spacciato: se non fossi morto per mano di Yung, sarei caduto fucilato dai soldati dell’armata bianca.
Improvvisamente, però notai un briciolo di salvezza, mentre ormai duellavo sul balcone a pochi passi da Anastasia che sembrava cercare di superarci senza essere colpita.
Per raggiungere la stanza non avevo salito la torre in linea retta verso l’alto, ma la finestra si trovava sul lato del castello che dava sulla strada e proprio su di essa stava passando un camion scoperto che conteneva del fieno.
Eravamo ad una ventina di metri d’altezza e se fossi riuscito a saltare al momento giusto con la ragazza, non avremmo dovuto farci male.
Il problema era Yung Tojo, che non mi lasciava tregua costringendomi a concentrarmi sul duello, senza darmi il tempo di calcolare quando il camion sarebbe stato abbastanza vicino per saltare.
Decisi di tentare il tutto per tutto: indietreggiai per evitare un affondo per poi scattare in avanti con un rapido fendente, nel tentativo di disarmarlo.
Non avevo contato che lui sarebbe stato molto più veloce di quanto avessi sospettato: con un veloce scatto si abbassò sotto la lama della mia spada e mi afferrò il polso non appena completai l’arco del fendente.
Tentai di liberarmi facendo pressione sulle dita del mio avversario, ma lui usò l’altra mano per colpirmi al braccio con la sua spada, facendo cadere la mia.
A quel punto tentai di rifilargli un calcio che evitò scansandosi e posizionandosi alle mie spalle stringendomi il collo con la mano destra, mentre con l’altra mi tratteneva il braccio, impedendomi di reagire.
“Requiescat in pace, ragazzino.” Mi sussurrò all’orecchio pronto a spezzarmi il collo.
Fortuna volle che si fosse dimenticato di Anastasia.
Lei infatti era riuscita ad aggirarci e ad afferrare il fucile di una delle guardie.
Con tutta la forza che aveva sollevò la pesante e rudimentale mazza e la calò proprio tra capo e collo di Yung Tojo.
Quello urlò di dolore lasciandomi andare, tenendosi la nuca nel tentativo di arginare il dolore.
Il colpo non era così forte da ucciderlo, ma io ero libero. Raccolsi la sciabola, ma quando stavo per sferrare il colpo di grazia un gruppo di venti guardie fece irruzione nella stanza.
Guardai oltre il balcone notando che il camion era vicinissimo.
“Dobbiamo saltare!” Urlai afferrando Anastasia per la vita.
“Cosa!? Sei matto!!” Protestò lei cercando di divincolarsi.
Mi gettai oltre il bordo nello stesso istante in cui una salva di proiettili ci volava a dosso andando ad impattare contro la protezione del balcone.
Forse fu la fortuna, il destino o Dio che ci proteggeva, ma secondo i miei calcoli avremmo dovuto schiantarci, invece cademmo dritti, dritti nel fieno.
“Mio Dio, come abbiamo fatto?” Chiese Anastasia che respirava forte per lo spavento.
“Il salto dell’aquila funziona sempre, anche se questo era un po’ rocambolesco.” Risposi io cercando di non mostrarmi altrettanto teso.
Aspettammo pochi minuti, prima che il camion si fermasse.
Scendemmo cauti stando attenti a non essere visti e, come immaginavo, ci trovavamo davanti alla stalla che gli ufficiali usavano per far riposare i loro cavalli.
Il campo era in subbuglio: la notizia della morte del comandante Nikolaj aveva allarmato gli ufficiali minori che avevano dato inizio ad una vera caccia all’uomo, dato che sembrava che nessuno fosse stato catturato.
‘Il che significa che anche Yung Tojo è sopravvissuto.’ Pensai allarmato mentre ci inducevamo nelle stalle.
C’erano decine di cavalli, di tutte le razze, soprattutto cavalli da guerra: rapidi, forti e letali quanto una spada se venivi travolto.
La stalla era abbastanza ampia da poter ospitare più di cento box. Tutti pieni.
Vedendo il fieno mi venne un idea.
“Anastasia. Prendi due cavalli e libera tutti gli altri, io faccio una cosa.” Dissi mentre mi avviavo verso il mucchio di fieno più grande.
Lei aveva preso due cavalli non troppo robusti, ma dalle zampe forti; celta saggia in quanto avremmo avuto più bisogno della velocità che della forza.
“Allora che vuoi fare, mi sussurrò lei, mentre teneva i cavalli per le briglie.
Per tutta risposta io tirai fuori l’accendino bruciando alcune sterpaglie e feci la stessa cosa con altri tre gruppi di fieno.
“Appena il fumo sarà abbastanza denso e le fiamme si saranno alzate aprirò le porte, scoppierà il panico e noi ne approfitteremo, raggiungeremo le porte dell’accampamento prima che qualcuno possa seguirci.” Spiegai mentre mi posizionavo alle porte della scuderia pronto ad aprirla.
Il tempo sembrò dilatarsi per diverse ore, ma quando spalancai le porte sapevo che erano passati solo pochi minuti.
I cavalli scapparono ad una velocità folle abbattendo le tende dei soldati, mentre un gruppo di pochi soldati cercava di rimettere gli animali in ordine, ma erano troppo pochi.
Anastasia mi affiancò con il secondo cavallo ed io montai subito incitando l’animale al galoppo più rapido seguito dalla ragazza.
I soldati erano troppo impegnati con i cavalli per occuparsi di noi, così riuscimmo a percorrere metà strada senza che nessuno ci individuasse.
Solo dopo iniziarono i problemi.
Alcuni ufficiali ci riconobbero ed ordinarono ai soldati  di fare fuoco, ma fortunatamente i cavalli liberi ci attorniarono rendendo difficile ai soldati prendere la mira su di noi, solo alcuni tentarono di sbarrare il cancello formato da spesso metallo, ma furono travolti dagli animali in corsa.
I proiettili ci volavano intorno senza ferirci e dopo pochi minuti eravamo fuori dal campo degli Zaristi, lontano dai templari.
“Ce l’abbiamo fatta!” Esultai senza fiato.
Avevo ricevuto un addestramento molto stoico, ma mi ero trovato parecchie volte a guardare in faccia la morte, ma a quanto pare gli antichi assassini mi avevano protetto ed ero riuscito ed uscire da questa situazione pericolosa con Anastasia.
“Ora che facciamo?” Chiese lei scuotendo la testa.
“Ora ce ne andremo, temo che dovremmo correre per due giorni senza sosta per mettere distanza tra noi e loro.” Spiegai io.
Volevo allontanarmi il più possibile dalla zona di guerra,
“Non so se riuscirò a resistere, ma farò del mio meglio.” mi assicurò lei con uno sguardo deciso.
“Bene, a proposito, grazie per avermi aiutato con Yung.” Gli dissi gentilmente.
“L’ho fatto con piacere, e poi mi sei venuto a cercare quando potevi fuggire, ti dovevo restituire il favore.” Rispose lei scrollando le spalle.
Con queste parole ci inoltrammo nella boscaglia lasciandoci alle spalle l’accampamento dei Templari.

 
 
 
 
 
 
 
Allora, scusate il ritardo, ma ho aggiornato il prima possibile.
Ecco il primo scontro con i traditori, il nostro Nathan ha rischiato grosso, eh?
Comunque grazie ad Anastasia è riuscito ad uscirne quasi illeso.
Il prossimo capitolo dovrà attendere, dato che sono un po’ impegnato, a presto e recensite.
AxXx  

  
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