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Autore: Rory_chan    26/05/2007    8 recensioni
Sasuke aveva la coscienza pulita. Le aveva chiesto scusa. Anche se lei non lo sapeva. Non si sarebbe offesa, non lo faceva mai se si trattava di lui. Ma infondo, lo avrebbe dovuto perdonare. Per Sasuke quello, era decisamente un momento no. [SasuSaku un po' amara]
Genere: Triste, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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MOMENTI NO

MOMENTI NO

 

Il sole si faceva largo fra le nuvole,

nonostante stesse per tramontare,

e ovviamente lo fece senza alcun risultato.

Una giornata senza particolare luce,

né felice, né triste.

Una giornata strana e incomprensibile.

Le nuvole sembravano non voler lasciare spazio al sole che,

prepotentemente cercava di illuminare una piccola stanza asettica all’ospedale di Konoha.

Un lettino bianco, coperto interamente da lenzuola che sapevano di pulito,

l’aria impregnata di odore di medicinali.

Un ragazzo sedeva composto sotto le coperte bianche, testa chinata verso il basso, sguardo arrabbiato e irritato che osservava con ben poco interesse le mani che riposavano in grembo a lui stesso.

Quella posizione faceva ricadere i lunghi capelli corvini lungo le guance,

nascondendo quegli occhi del medesimo colore adesso intenti a scrutare assentemente le mani.

Una ragazza, poco più in là, seduta su uno sgabello, sbucciava una mela nella speranza di poter comunicare con il ragazzo accanto, mentre lasciava che i corti capelli rosa le ricoprissero quelle distese verdeggianti che erano i suoi occhi.

«ehm…Sasuke-kun…la mela…»

mormorò a bassa voce lei, porgendo quel piattino di ceramica bianca a Sasuke che, dal canto suo, alzò lo sguardo su di lei, con un misto di interesse e stizza.

«non la voglio»

disse soltanto, riabbassando lo sguardo sulle coperte. Sakura sembrò non demordere e, con la sua classica insistenza decise di riprovare con un approccio un po’ più deciso.

«avanti, lo sai che ti fa bene! Lo ha consigliato anche Tsunade-sama e io…»

non fece in tempo a finire la risposta che l’altro sbuffò, alzando nuovamente la testa per guardarla.

«non te l’ho chiesto io e di quello che Tsunade dice non me ne importa un accidenti»

Sakura tacque, afflitta da quel comportamento scorbutico.

Passarono i secondi, minuti, forse e la situazione rimase uguale a quella di prima.

Sasuke accennò uno sguardo alla ragazza che rimaneva affianco a lui, sempre e comunque, in qualsiasi situazione, lei era perennemente presente.

Di questo, Sasuke, non sapeva se fosse stato colpito da una benedizione o da una maledizione.

Da una parte le era grato per quella sua voglia di stargli vicino e di renderlo partecipe della sua vita –anche troppo partecipe.

Dall’altra non la sopportava, era troppo invadente ed un tipo come lui non era uno di quelli che gli piace parlare a vanvera e avere tanta compagnia.

Quelle parti si alternavano giorno a giorno, come a volte succedeva con Naruto.

E quel giorno, non era giornata per Sakura.

Decisamente no.

Troppa frustrazione, delusione, rabbia, non sapeva bene cosa di preciso sentisse quel giorno, ma l’ultima cosa che voleva, era essere compatito dalla sua compagna di squadra.

«che ci fai ancora qui? Sono le sette passate, tornatene a casa»

un modo molto fine per dirle: vattene.

La ragazza sussultò, colta impreparata da quell’affermazione taciuta per troppo tempo.

Tempo sofferto da Sasuke…

Lui voleva stare s o l o

«oh beh…pensavo che tu volessi un po’ di compagnia, ecco»

ci tenne a precisare lei.

“oh certo…perché non c’è MAI limite al peggio”

Sasuke inarcò entrambe le sopracciglia, fissando con uno sguardo a metà fra il divertito e l’incredulo la ragazza che sedeva affianco a lui.

«credi che io voglia compagnia? Non mi è mai servita, grazie»

la ragazza socchiuse le labbra in una “oh” pensosa, rivolgendo lo sguardo al soffitto, portando un dito alle labbra in segno di concentrazione.

«però durante l’esame di sopravvivenza non volevi mai stare da solo»

inutile. Con lei era tutto completamente inutile.

Sasuke non seppe se scoppiare a ridere o a piangere, e ovviamente, non fece nessuna delle due cose. Si limitò a rivolgerle un’occhiata raggelante che la fece rabbrividire appena.

«appunto, era un esame di sopravvivenza. Adesso non mi sembra che ne stiamo facendo uno, quindi posso anche fare a meno della tua compagnia»

la ragazza provò a sorridere in un tentativo di sciogliergli il cuore, cosa che, puntualmente, non avvenne. Quello non era il momento.

Sasuke Uchiha era di cattivo umore e MAI insistere quando lo è.

«Sakura, vattene e basta. Mi hai scocciato»

ovviamente se il modo fine non funzionava, doveva passare a quello più pesante e offensivo.

Sakura Haruno era di buon umore e non avrebbe MAI lasciato che Sasuke rimanesse da solo.

«avanti, le visite terminano alle 19.30 quindi in questa mezz’oretta potresti sfogarti un po’. Credo che tu abbia un po’ troppa rabbia repressa dentro di te»

oh certo, la rabbia repressa ce l’aveva eccome Sasuke.

Già era una giornata in cui desiderava sparire dal mondo, e la rabbia emergeva.

Con la presenza di Sakura questa non faceva altro che aumentare.

Soprattutto quando lei insisteva.

C’era una parte che voleva parlarle, voleva sfogarsi, farsi sentire e volerla accanto.

Un’altra parte voleva che lei sparisse, che la smettesse di parlargli come se lui fosse un bambino piccolo, incapace di chiedere i suoi voleri da solo.

E ovviamente, quella era una giornata no, e la parte che non la sopportava prevaleva.

«non mi devo sfogare di nulla, voglio solo rimanere da solo e tu me lo stai impedendo. Và a casa e riposati altrimenti domani sarai stanca e non portai venire più»

tentare un approccio civile.

Fai finta di preoccuparti.

Lei ne sarà felice e ti sorriderà.

Dopodiché se ne andrà.

Ormai andava a finire sempre così.

«ti stai preoccupando per me?»

eccola la fatidica domanda. Sasuke la guardò prima di abbozzare un sorrisetto piuttosto storto e per nulla genuino.

Quando “sorrideva” lei era felice e lo lasciava in pace.

«si»

confermò, lasciando poi vagare lo sguardo per la stanza, fino a soffermarsi sulla finestra appannata a causa del freddo, quella finestra che rifletteva il volto di lei…

…che sorrideva…

«va bene, allora. Ci vediamo domani, Ok? Magari riesco a far venire anche Naruto!»

la sua voce suonava felice e speranzosa.

Sasuke annuì per nulla convinto, finalmente felice che lei si fosse voltata e che si stesse dirigendo verso la porta della stanza.

Sentì solo il suono della porta aprirsi e i passi incerti della ragazza…

…fermarsi.

«Sasuke-kun?»

il ragazzo sospirò rassegnato, alzando il capo per incontrare lo sguardo di lei.

«che vuoi, Sakura?»

voce secca e sicura, decisamente stanca.

Come al solito Sakura non vi fece caso e abbassò lo sguardo, arrossendo appena.

«scusa…se sono insopportabile. Lo sai che ti voglio bene»

non ebbe il coraggio di rialzare lo sguardo per incontrare quello di Sasuke, impaurita nel trovarci disapprovazione o esasperazione o qualcos’altro.

«certo, certo. Adesso và…sarei io che dovrei scusarmi»

continua a mentirle, lei va avanti solo con le bugie, solo con quelle và avanti a vivere…

…e ti lascerà in pace.

«e perché mai?»

cosa sicuramente strana sentire Sasuke Uchiha chiedere scusa.

«lo scoprirai»

e il mistero ovviamente faceva parte di lui. Sakura decise di non fare domande e di sorridere un’ultima volta.

«a domani allora»

finalmente i passi risuonarono nel corridoio ospedaliero, mentre la porta si richiudeva con un suono piuttosto forte, sbattuta involontariamente.

Certo, a domani.

Naruto lo sa, Kakashi lo sa…Sakura come al solito è l’unica che vive nelle bugie.

E come al solito era l’unica a non sapere che Sasuke Uchiha veniva dimesso la sera stessa.

Sasuke aveva la coscienza pulita.

Le aveva chiesto scusa. Anche se lei non lo sapeva. 

Non si sarebbe offesa, non lo faceva mai se si trattava di lui.

Ma infondo, lo avrebbe dovuto perdonare.

Per Sasuke quello, era decisamente un momento no.

 

Il giorno dopo, quando Sakura si presentò, nella stanza d’ospedale ovviamente non trovò nessuno.

Sempre con ovvietà ne rimase delusa e soprattutto offesa.

Nonostante potesse sembrarlo, Sakura non era una ragazza a cui piace essere illusa.

E per questo, nei giorni seguenti, agli allenamenti con il team 7 si era curata nell’evitare Sasuke Uchiha, di non rivolgergli più la parola e di non aiutarlo nel momento del bisogno,

anche in quelle rare volte in cui lui le chiedeva compagnia.

Per tutti ci sono momenti no, e magari anche per la ragazza più spensierata e sventata possono pesare.

 

Quel giorno, all’ospedale, anche per Sakura,

quello era decisamente un momento no.

E Sasuke Uchiha, lo aveva capito troppo tardi, anche solo per provare a rimediare.

[non che poi, ci avesse mai veramente provato]

 

END

 

Eh lo so, non è propriamente bella. Effettivamente l’ho scritta in un momento di MIA depressione. Spiegandolo alla meglio, cercavo di scaricare lo spoiler del nuovo capitolo di Naruto Shippuuden e la finestra di download mi si chiudeva quando arrivavo al 98% e il file ovviamente era danneggiato. Questo è sicuramente un momento assolutamente no.

Comunque, ditemi cosa ne pensate se magari i miei scleri portano a qualcosa di buono…-.-‘

Ringrazio anticipatamente chiunque la legga.

 

 

 

 

 

  
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