MOMENTI NO
Il
sole si faceva largo fra le nuvole,
nonostante
stesse per tramontare,
e
ovviamente lo fece senza alcun risultato.
Una
giornata senza particolare luce,
né
felice, né triste.
Una
giornata strana e incomprensibile.
Le
nuvole sembravano non voler lasciare spazio al sole che,
prepotentemente
cercava di illuminare una piccola stanza asettica all’ospedale di Konoha.
Un
lettino bianco, coperto interamente da lenzuola che sapevano di pulito,
l’aria
impregnata di odore di medicinali.
Un
ragazzo sedeva composto sotto le coperte bianche, testa chinata verso il basso,
sguardo arrabbiato e irritato che osservava con ben poco interesse le mani che
riposavano in grembo a lui stesso.
Quella
posizione faceva ricadere i lunghi capelli corvini lungo le guance,
nascondendo
quegli occhi del medesimo colore adesso intenti a scrutare assentemente le
mani.
Una
ragazza, poco più in là, seduta su uno sgabello, sbucciava una mela nella
speranza di poter comunicare con il ragazzo accanto, mentre lasciava che i
corti capelli rosa le ricoprissero quelle distese verdeggianti che erano i suoi
occhi.
«ehm…Sasuke-kun…la
mela…»
mormorò
a bassa voce lei, porgendo quel piattino di ceramica bianca a Sasuke che, dal
canto suo, alzò lo sguardo su di lei, con un misto di interesse e stizza.
«non
la voglio»
disse
soltanto, riabbassando lo sguardo sulle coperte. Sakura sembrò non demordere e,
con la sua classica insistenza decise di riprovare con un approccio un po’ più
deciso.
«avanti,
lo sai che ti fa bene! Lo ha consigliato anche Tsunade-sama e io…»
non
fece in tempo a finire la risposta che l’altro sbuffò, alzando nuovamente la
testa per guardarla.
«non
te l’ho chiesto io e di quello che Tsunade dice non me ne importa un accidenti»
Sakura
tacque, afflitta da quel comportamento scorbutico.
Passarono
i secondi, minuti, forse e la situazione rimase uguale a quella di prima.
Sasuke
accennò uno sguardo alla ragazza che rimaneva affianco a lui, sempre e
comunque, in qualsiasi situazione, lei era perennemente presente.
Di
questo, Sasuke, non sapeva se fosse stato colpito da una benedizione o da una
maledizione.
Da
una parte le era grato per quella sua voglia di stargli vicino e di renderlo
partecipe della sua vita –anche troppo partecipe.
Dall’altra
non la sopportava, era troppo invadente ed un tipo come lui non era uno di
quelli che gli piace parlare a vanvera e avere tanta compagnia.
Quelle
parti si alternavano giorno a giorno, come a volte succedeva con Naruto.
E
quel giorno, non era giornata per Sakura.
Decisamente
no.
Troppa
frustrazione, delusione, rabbia, non sapeva bene cosa di preciso sentisse quel
giorno, ma l’ultima cosa che voleva, era essere compatito dalla sua compagna di
squadra.
«che
ci fai ancora qui? Sono le sette passate, tornatene a casa»
un
modo molto fine per dirle: vattene.
La
ragazza sussultò, colta impreparata da quell’affermazione taciuta per troppo
tempo.
Tempo
sofferto da Sasuke…
Lui
voleva stare s o l o
«oh
beh…pensavo che tu volessi un po’ di compagnia, ecco»
ci
tenne a precisare lei.
“oh
certo…perché non c’è MAI limite al peggio”
Sasuke
inarcò entrambe le sopracciglia, fissando con uno sguardo a metà fra il
divertito e l’incredulo la ragazza che sedeva affianco a lui.
«credi
che io voglia compagnia? Non mi è mai servita, grazie»
la
ragazza socchiuse le labbra in una “oh” pensosa, rivolgendo lo sguardo al
soffitto, portando un dito alle labbra in segno di concentrazione.
«però
durante l’esame di sopravvivenza non volevi mai stare da solo»
inutile.
Con lei era tutto completamente inutile.
Sasuke
non seppe se scoppiare a ridere o a piangere, e ovviamente, non fece nessuna
delle due cose. Si limitò a rivolgerle un’occhiata raggelante che la fece
rabbrividire appena.
«appunto,
era un esame di sopravvivenza. Adesso non mi sembra che ne stiamo facendo uno,
quindi posso anche fare a meno della tua compagnia»
la
ragazza provò a sorridere in un tentativo di sciogliergli il cuore, cosa che,
puntualmente, non avvenne. Quello non era il momento.
Sasuke
Uchiha era di cattivo umore e MAI insistere quando lo è.
«Sakura,
vattene e basta. Mi hai scocciato»
ovviamente
se il modo fine non funzionava, doveva passare a quello più pesante e
offensivo.
Sakura
Haruno era di buon umore e non avrebbe MAI lasciato che Sasuke rimanesse da
solo.
«avanti,
le visite terminano alle 19.30 quindi in questa mezz’oretta potresti sfogarti
un po’. Credo che tu abbia un po’ troppa rabbia repressa dentro di te»
oh
certo, la rabbia repressa ce l’aveva eccome Sasuke.
Già
era una giornata in cui desiderava sparire dal mondo, e la rabbia emergeva.
Con
la presenza di Sakura questa non faceva altro che aumentare.
Soprattutto
quando lei insisteva.
C’era
una parte che voleva parlarle, voleva sfogarsi, farsi sentire e volerla
accanto.
Un’altra
parte voleva che lei sparisse, che la smettesse di parlargli come se lui fosse
un bambino piccolo, incapace di chiedere i suoi voleri da solo.
E
ovviamente, quella era una giornata no, e la parte che non la sopportava
prevaleva.
«non
mi devo sfogare di nulla, voglio solo rimanere da solo e tu me lo stai
impedendo. Và a casa e riposati altrimenti domani sarai stanca e non portai
venire più»
tentare
un approccio civile.
Fai
finta di preoccuparti.
Lei
ne sarà felice e ti sorriderà.
Dopodiché
se ne andrà.
Ormai
andava a finire sempre così.
«ti
stai preoccupando per me?»
eccola
la fatidica domanda. Sasuke la guardò prima di abbozzare un sorrisetto
piuttosto storto e per nulla genuino.
Quando
“sorrideva” lei era felice e lo lasciava in pace.
«si»
confermò,
lasciando poi vagare lo sguardo per la stanza, fino a soffermarsi sulla
finestra appannata a causa del freddo, quella finestra che rifletteva il volto
di lei…
…che
sorrideva…
«va
bene, allora. Ci vediamo domani, Ok? Magari riesco a far venire anche Naruto!»
la
sua voce suonava felice e speranzosa.
Sasuke
annuì per nulla convinto, finalmente felice che lei si fosse voltata e che si
stesse dirigendo verso la porta della stanza.
Sentì
solo il suono della porta aprirsi e i passi incerti della ragazza…
…fermarsi.
«Sasuke-kun?»
il
ragazzo sospirò rassegnato, alzando il capo per incontrare lo sguardo di lei.
«che
vuoi, Sakura?»
voce
secca e sicura, decisamente stanca.
Come
al solito Sakura non vi fece caso e abbassò lo sguardo, arrossendo appena.
«scusa…se
sono insopportabile. Lo sai che ti voglio bene»
non
ebbe il coraggio di rialzare lo sguardo per incontrare quello di Sasuke,
impaurita nel trovarci disapprovazione o esasperazione o qualcos’altro.
«certo,
certo. Adesso và…sarei io che dovrei scusarmi»
continua
a mentirle, lei va avanti solo con le bugie, solo con quelle và avanti a
vivere…
…e
ti lascerà in pace.
«e
perché mai?»
cosa
sicuramente strana sentire Sasuke Uchiha chiedere scusa.
«lo
scoprirai»
e
il mistero ovviamente faceva parte di lui. Sakura decise di non fare domande e
di sorridere un’ultima volta.
«a
domani allora»
finalmente
i passi risuonarono nel corridoio ospedaliero, mentre la porta si richiudeva
con un suono piuttosto forte, sbattuta involontariamente.
Certo,
a domani.
Naruto
lo sa, Kakashi lo sa…Sakura come al solito è l’unica che vive nelle bugie.
E
come al solito era l’unica a non sapere che Sasuke Uchiha veniva dimesso la
sera stessa.
Sasuke
aveva la coscienza pulita.
Le
aveva chiesto scusa. Anche se lei non lo sapeva.
Non
si sarebbe offesa, non lo faceva mai se si trattava di lui.
Ma
infondo, lo avrebbe dovuto perdonare.
Per
Sasuke quello, era decisamente un momento no.
Il
giorno dopo, quando Sakura si presentò, nella stanza d’ospedale ovviamente non
trovò nessuno.
Sempre
con ovvietà ne rimase delusa e soprattutto offesa.
Nonostante
potesse sembrarlo, Sakura non era una ragazza a cui piace essere illusa.
E
per questo, nei giorni seguenti, agli allenamenti con il team 7 si era curata
nell’evitare Sasuke Uchiha, di non rivolgergli più la parola e di non aiutarlo
nel momento del bisogno,
anche
in quelle rare volte in cui lui le chiedeva compagnia.
Per
tutti ci sono momenti no, e magari anche per la ragazza più spensierata e
sventata possono pesare.
Quel
giorno, all’ospedale, anche per Sakura,
quello
era decisamente un momento no.
E
Sasuke Uchiha, lo aveva capito troppo tardi, anche solo per provare a
rimediare.
[non
che poi, ci avesse mai veramente provato]
END
Eh lo so, non è propriamente bella.
Effettivamente l’ho scritta in un momento di MIA depressione. Spiegandolo alla
meglio, cercavo di scaricare lo spoiler del nuovo capitolo di Naruto Shippuuden
e la finestra di download mi si chiudeva quando arrivavo al 98% e il file
ovviamente era danneggiato. Questo è sicuramente un momento assolutamente no.
Comunque, ditemi cosa ne pensate se magari i
miei scleri portano a qualcosa di buono…-.-‘
Ringrazio anticipatamente chiunque la legga.