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Autore: SoleStelle    09/11/2012    1 recensioni
Questa storia è la terza e ultima parte della serie "Incubo..favola..realtà."
avrà 15 capitoli totali anche se due (prologo ed epilogo) saranno brevi, come sempre..
I protagonisti sono sempre loro: Sara e Riccardo.
Affronteranno, anche questa volta, tante avventure e tanti problemi ma per sapere cosa succederà dovrete leggere.
Dal testo:
[...] era un piccolo atto di protesta e lui me lo voleva negare già dal viaggio di nozze..
Siamo sicuri che questo matrimonio non fosse stato un errore? [...]

Buona lettura.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Incubo..favola..realtà.'
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Lo sentii prendermi in braccio e mi svegliai. Lo vidi andare verso la camera da letto e biascicai un ‘grazie’ assonnato. Mi appoggiò sul letto e, mentre andò dal suo lato, mi spogliai. Afferrai la sua maglia, che avevo già preparato sul letto, e me la infilai.
Mi infilai sotto le coperte mentre lo vidi prendere i miei vestiti e andare in bagno. Tornò, dopo poco, con solo i boxer addosso. Si infilò sotto le coperte e mi fiondai vicino a lui.
Mi accucciai sul suo petto e lo sentii protestare, leggermente contrariato.
“sei gelata” sussurrò, spostando la mia mano dal suo petto e stringendola nella sua.
“sto gelando” confessai. Mi strinse di più a se, riscaldandomi..
Stavamo insieme da sette anni e ancora non mi spiegavo come faceva ad essere così caldo.. era una stufa personale.. solo più attraente..
Dormire a casa dei miei genitori non era tra le cose più belle da fare.. ma dovevamo farcelo andare bene comunque..
 
Il mattino seguente fummo costretti a svegliarci prima del solito.
Ci infilammo in doccia a turno e ci preparammo, per quanto ci fosse possibile.
Uscimmo dalla dépendance e riconsegnai le chiavi a Theodor.
Sentii delle urla dal salone e mi voltai a guardare curiosa.. a casa mia si era sempre stati mattinieri ma non mi spiegavo le urla dei bambini.
“ci sono i suoi cugini” disse Theodor, rispondendo a quello che non avevo chiesto apertamente. Lo ringraziai dell’informazione e andai nel salone, seguita da Riccardo. Salutammo tutti poi mi impadronii di Andrea. Quella piccola peste, in braccio a mia madre, strillava come un matto per richiamare l’attenzione di qualcuno che lo togliesse da lei.
Lo presi in braccio, facendolo smettere di piangere, poi lo portai in giro per il salone e gli mostrai tutto quello su cui puntava gli occhi.
Dall’altro dei suoi otto mesi era già come il padre: un curioso di prima categoria.. ma ammettiamolo: essendo un Righetti non poteva essere altrimenti!
“dallo a me” disse mia madre, strappandomelo dalle mani. Ci rimasi male.. malissimo.
Mi sentii baciare la guancia e mi voltai, trovando mio cugino.
“la prossima sei tu.. non vorrai mica farti batte da quello la” sussurrò, indicando Matteo, vicino a mia madre. Scossi la testa.
“non succederà, lo sai” dissi. Mi voltai e raggiunsi Riccardo. “andiamo?” chiesi. Annuì e lo spinsi fuori, senza nemmeno salutare.
“non sei come lei!” urlò mio cugino Stefano. Scossi, nuovamente la testa e spinsi Riccardo più forte.
“amore siamo già arrivati” disse. Mi accorsi di essere già dalla macchina solo in quel momento.
Mi fermai.
“scusa” sussurrai. Mi abbracciò.
“cos’è successo?” chiese.
“nulla.. ma se non ci diamo una mossa arriveremo in ritardo in ufficio” dissi, salendo in macchina.
Salì anche lui e mise in moto.
“non ci avevo mai fatto caso ma sei brava con i bambini” disse. Spostai lo sguardo altrove.
“solo quando sono degli altri” risposi, troncando il discorso su cui stava andando a parare..
Lo avevamo già affrontato quando organizzavamo il matrimonio. Quando lo avevamo detto ad alcuni dei nostri amici la prima domanda che fecero fu se io fossi incinta, sentendosi rispondere, prontamente e categoricamente, che non lo ero.
Inutile dire che Riccardo si era accorto del modo in cui lo avevo detto e aveva voluto sapere il motivo di quella mia reazione.
“era una semplice constatazione su quello che ho visto, non stavo andando a parare li” disse, calmo, continuando a guidare.
“bene” dissi.
“perché devi reagire così ogni volta che si gira intorno all’argomento.. non si parlava di noi” disse.
“sai come la penso! Non voglio avere dei bambini, se non ti va bene sei liberissimo di chiedere il divorzio e farti una famiglia” sbottai. Approfittai del fatto che fossimo arrivati e scesi dalla macchina, troncando la discussione prima che si inoltrasse.
Entrai in casa veloce e corsi in bagno a truccami.
Uscii e lo trovai davanti al suo ‘armadio’ intento a vestirsi.
Andai davanti al mio e tirai fuori un vestito con le maniche al gomito.
Misi dei leggins, poi infilai il vestito. Tornai nella cabina armadio e infilai un decolté nero.
Tornai in camera e andai affianco a lui. Presi il mio profumo e me lo spruzzai, ignorandolo. Lo riappoggiai e mi voltai a prendere la borsa sulla poltrona accanto. Mi bloccò, afferrandomi il braccio, e mi fece voltare.
“non chiederò il divorzio per questo.. sapevo che non volevi avere figli ma ti ho sposata ugualmente. Ho deciso di costruire la mia famiglia con te e non ho bisogno di bambini per dimostrarlo.. sei mia moglie mi basta questo, ma se tua madre è una stronza non significa che anche tu non sarai una brava madre.. te l’ha detto anche Stefano prima” disse, calmo come se stesse parlando di uno progetto qualsiasi. Mi morsi il labbro, consapevole di aver reagito male, e spostai il mio sguardo lontano dei suo occhi. Aiutandosi con il braccio che mi stringeva mi attirò verso di se e mi abbracciò. “ora però calmati” aggiunse sussurrando, al mio orecchio. Mi lasciai abbracciai e agguantai la sua camicia, quasi fosse un anti-stress. “andiamo, su”. Mi spinse verso la porta, tenendomi abbracciata, pronto per andare in ufficio.
Ero in torto marcio.. avrei dovuto farmi perdonare..
 
 
 
 
--- --- ---
Note dell’Autrice:
beh, con una madre del genere chi non avrebbe gli stessi dubbi che ha la nostra Sara?!
Peccato perché io Riccardo ce lo vedevo a crescere un mini se.. immaginatevi un little Ricky quanto sarebbe stato carino.. *-*
   
 
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