Era una di quelle giornate che preferisci dimenticare piuttosto che ricordare. Una di quelle giornate in cui già la mattina capisci che c'è qualcosa che non va, e il pomeriggio conferma i tuoi timori. Una di quelle giornate in cui vorresti aver avuto la febbre, la malaria, il colera, piuttosto che essere uscito letto. E poi, tutto questo accade per un semplice e stupido ascensore. Dovevo andare per corsa a scuola, quindi quella mattina mi sveglia di pessimo umore come mio solito, facendo una breve doccia a bollore per riscaldarmi e mettendo la divisa. Non avevo fame, quindi decisi di non are colazione e mi incamminai velocemente verso quell'edificio da me tanto odiato. Il cielo era plumbeo. E così era anche il mio umore, del più brutto grigio esistente. E poi, chissà perchè. Arrivai alla mia meta, non accorgendomi nemmeno di essere arrivata con 20 minuti di anticipo. Non c'era quasi nessuno e, non vedendo i miei amici, decisi di recarmi direttamente in classe e di aspettarli lì. Ero claustrofobico, quindi non pensai nemmeno all'eventualità di dover prendere l'ascensore. Peccato che le scale non fossero accessibili a quell'ora, causa l'assenza dei collaboratori scolastici. Merda. Fissai quell'ammasso di ferraglia davanti a me. No,no,no. Non vi ci sarei salito per nulla al mondo. Avrei aspettato l'arrivo dei bidelli, ma qualcosa nel mio piano andò storto. Non avevo tenuto conto di lui, mi ero scordato di lui per poco, ma l'avevo fatto. Louis arrivò con l'impeto di una tigre inferocita e , facendo appena a tempo a salutarlo, mi catapultò dentro l'arnese infernale e premette il pulsante del terzo piano. Merda,merda,merda. La paura mi stava sopraffacendo.
- Cazzo, Louis, lo sai che ho paura degli ascensori ! - dissi tremante.
Non rispose, mi sorrise appena. Probabilmente se n'era scordato, ma io non l'avevo fatto. Iniziai a sentire il cuore martellare nel petto e le gambe molli. Non mi ressi in piedi, caddi in ginocchio e accostai il viso alle gambe, cercando all stesso tempo di incanalare più aria possibile nei polmoni, ma non ci riuscivo. Dovevo essere in uno stato pietoso, tento che ad un certo punto lo sentii abbracciarmi.
- Scusa Hazza, me ne ero dimenticato, ti prego perdonami . - aveva la voce da cane bastonato e non riuscii a resistere.
Appena le porte si aprirono mi buttai fuore da quella macchinetta, lo presi per mano e lo trascinai quasi violentemente nel bagno maschile. Chiusi la porta a chiave e vi ci appoggiai la fronte per calmarmi quando parlò di nuovo.
- Harry, hey, tutto bene ? -
Sentii un sentimento invadermi, ma non seppi mai dire cosa fosse. So solo che lo presi, lo buttai contro il muro e mi fondai famelico sulle sue labbra, abbandonandomi ad un bacio che di casto non aveva niente. E lo senti rispondere e quell'effusioni. Dopo un po' ci staccammo privi di fiato.
- Se questa è la punizione per le cazzate che faccio, devo farti arrabbiare più spesso, Hazza. -
09/11/2012
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