Notte.
Estate. Un caldo soffocante riempie la
stanza nonostante siano le 2 passate.
Non dormo più. Neanche la finestra
spalancata pompa in camera aria fresca a
sufficienza. Sconfitto mi alzo. Lei si
muove appena nel letto, si è accorta nel
sonno che la disposizione dei corpi è
cambiata. Ma non si sveglia per fortuna.
Appoggio i piedi a terra e improvvisa
come un fulmine mi attraversa la mente
l'immagine di me che a piedi nudi
cammino sulla sabbia rovente delle due
di un pomeriggio d'estate. Cammino sul
parquet trascinandomi. A letto mi
sentivo completamente sveglio. Ora, da
sveglio, mi sento completamente
addormentato. Ma c'è troppo caldo, non
torno a dormire.
Vado nella stanza a fianco, non c'è da
aprire la porta: sono tutte spalancate
cercando una corrente d'aria che non si
forma mai. Tuttavia me la chiudo alle
spalle. Forse non voglio rischiare di
svegliarla. Forse voglio mettere su un
muro tra me e l'altra stanza.
Mi avvicino alla finestra spalancata
come nel deserto ad un'oasi. I gomiti
appoggiati sul davanzale, guardo fuori.
Mi investe un'aria fresca che mi fa
rabbrividire e chiedere per quale motivo
non riesca a passare la barriera della
finestra. Fuori la luna è piena. Forse
non piena, ma la luce è forte e
distinguo tutti i contorni delle cose
attorno a me. Il noce di fronte a casa è
pieno della sua vita estiva e le foglie
si muovono appena per la sottile bava di
vento che soffia creando un fruscio che
inizia a cullarmi. Un cane abbaia in
lontananza, un altro risponde. Alzo gli
occhi oltre il noce e guardo in
distanza, le luci della città si
intravedono lontane. I rumori no. Non
c'è nulla a parte il fruscio e i miei
pensieri. E quelli di rumore ne fanno. E
non smettono mai. E, complice il caldo,
non mi fanno dormire. Fare o non fare?
Andare o non andare? Dire o non dire?
Alla luce della luna riesco a vedere il
contorno delle mani che mi sono portato
al volto. Ho ancora quei due tagli nelle
dita. Allergia, che col caldo e col
sudore prude ancora di più e mi obbliga
a grattare fino a lacerare la pelle e a
far uscire il sangue. Come i pensieri
nella mia testa.