L’atmosfera in macchina era tesa.
Justin aveva aspettato che lei salisse per mettere in moto e partire per una destinazione sconosciuta. Stava cercando qualcosa da dirgli, ma le venivano in mente solo cose stupide. Justin guidava spedito con un’espressione indecifrabile sul volto, mentre Felicia guardava fuori dal finestrino.
Si fermarono al semaforo, e lui si girò a guardarla, scuotendo la testa.
“Che c’è che non va, Bieber?”
Il suono di quelle parole sembrò rompere una parete che si era creata tra di loro in quell’abitacolo.
“Non ti capisco, e dubito che mai lo farò…” il biondo inserì la marcia e ripartì, poi continuò, “hai un passato terribile e però alla prima occasione te ne vai con uno, tu puoi fare quello che ti pare, ma non mi sembra che tu ragioni molto sulle cose che fai!”
Nella sua voce non c’era rabbia, ma forse tanta delusione. Felicia, dal canto suo, cercava ancora delle parole, non voleva dargli torto perché non ne aveva ma farsi giudicare da lui non era proprio il massimo.
“Mi conosci appena, le cose vanno così da parecchio ormai, non voglio cambiare niente né ragionare…”
Sentì il ragazzo sbuffare. Si aspettava un’altra risposta invadente e apprensiva ma non arrivò, anzi Justin accese la radio e continuò a guidare senza degnarla di uno sguardo.
“Io ho fame” sentenziò il ragazzo.
“Bene, anche io…”
Accordato ciò, Justin parcheggiò di fronte a un locale molto vicino alla spiaggia, quando Felicia scese si accorse che erano quasi arrivati a Santa Monica.
“Come conosci questo posto?”
“Mi ci ha portato Ryan!”
La ragazza lo raggiunse mettendosi al suo fianco e gli prese la mano facendolo fermare.
“Non essere arrabbiato con me!” lo supplicò.
“Non lo sono, infatti… mi preoccupo solo per te, per questo ti ho portato a cena!” disse ridendo e indicando il locale che avevano di fronte.
Entrarono e presero posto vicino alle grandi vetrate da dove potevano ammirare il mare. Non toccarono l’argomento della festa per tutto il tempo, e cercarono di parlare di altro. Per quanto Felicia non volesse ammetterlo, Justin era proprio il suo tipo: bello, simpatico, protettivo, forse anche troppo…
“Quante ragazze hai avuto?”
“Un paio” disse mentre mandava giù un pezzo del suo pollo piccante “ho lasciato la mia ex un mese prima di venire qui.”
“E come si chiamava?”
“Caitilin, siamo stati insieme per parecchio tempo poi troppe incomprensioni, litigi, io poi sarei dovuto venire qui, la relazione era diventata davvero insopportabile! Ma siamo rimasti in ottimi rapporti, dopotutto.” Le rivolse un sorriso sincero, senza rimpianti: avrebbe voluto mostrare lo stesso atteggiamento, ma quella cicatrice le faceva sempre pensare che non sarebbe mai stata in grado di mantenerlo, quel sorriso.
“Era bella?” distolse quei pensieri dalla sua mente.
“Molto si, ma non quanto te…”
Avvampò tutto d’un tratto, e non era per la salsa piccante. “Non volevo imbarazzarti, scusa!”
Rise per fargli capire che tutto era apposto.
Dopo cena, scesero in spiaggia; Poco più in fondo qualcuno dava un party, mentre loro seduti sulla sabbia continuavano a parlare.  
Felicia si distese completamente, rivolgendo lo sguardo al cielo, “sdraiati” disse.
“Ho passato due ore a trovare cosa mettere sta sera e tu mi chiedi di sdraiarmi sulla sabbia? Sei impazzita?”
“Dio, che femminuccia che sei!” rispose, facendogli poi il verso.
Justin si fermò a guardarla con aria di sfida, mentre lei rideva della sua stessa imitazione.
“Ridi di me? Vediamo se ridi adesso…”
Justin prese a farle il solletico, e la vide contorcersi sotto le sue dita e ridere con le lacrime agli occhi, capì che tentava in tutti i modi di chiedergli di smettere ma le risa erano così tante che non riusciva a parlare. Felicia trovò un po’ di forza e spinse via il biondo, che attivando i suoi riflessi le prese il polso e la tirò veloce verso di sé. A un centimetro l’uno dall’altra, lei decise di non dargliela vinta e lo spinse fino a farlo finalmente sdraiare sulla sabbia.
Sembrava la stessa scena ripetuta ormai da mesi, e senza davvero pensarci, si mise su di lui. Non sapeva nemmeno perché l’avesse fatto, ma presa dal momento, dal posto, da lui posò le mani sul petto di Justin e piano iniziò a baciargli il collo. Sentì prima le sue mani posarsi sui suoi fianchi dolcemente, poi però lui fece forza e l’allontanò. “Non voglio essere un’ altra delle tue conquiste, non adesso e non così!” disse il biondo, guardandola dritta negli occhi.
“Scusa ma…” si chiese perché quella sera le parole non arrivassero proprio alle sue labbra, lei che tanto parlava, “…portami a casa.”
Più che un ordine sembrava una supplica. I due si misero in piedi e tenendosi debitamente a distanza, tornarono in macchina.


Hellllooooo :D
Ammazza che tristezza sta fine, eh?
Ce ne saranno di più allegri, prometto! è corto lo so, ma avrei dovuto inserire altre cose che invece riservo per dopo :3
Non dico molto, anzi niente, solo che voglio sapere cosa ne pensate, se vi piace, se non vi piace, e soprattutto cosa vi aspettate da tutto sto macello tra Justin e Felicia!!
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XOXO,
NEVE