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Autore: GreenParadise    09/11/2012    2 recensioni
"Ma era amore il suo? Era innamorata? Che cos’era quello che provava?
Cos’era tutto quello?
Non aveva ancora trovato una definizione ai suoi sentimenti, ma forse il segreto era proprio quello: non catalogare . In fondo, loro due, non avevano catalogato il loro rapporto: non erano amici, ma nemmeno semplici conoscenti, non stavano insieme, ma i loro discorsi nascondevano qualcosa che non si può restringere ad un semplice rapporto di amicizia.
Loro cos’erano?
Non lo sapeva, ma sapeva di volerlo."
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Finn Hudson, Kurt Hummel, Mercedes Jones, Rachel Berry | Coppie: Finn/Rachel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Non mi sono mai cimentata sui Finchel, ma ho avuto un'ispirazione che parte da un'esperienza personale e la coppia più appropriata per "interpretarla" ho ritenuto che fosse proprio quella formata da Finn e Rachel. Ovviamente la loro storia sarà trattata da un punto di vista diverso rispetto a quello a cui siamo abituati, ma spero che riuscirà ad essere comunque interessante.




Non riusciva a spiegare a sé stessa cosa le stava capitando.
Non si era mai sentita così, mai niente e nessuno le aveva fatto perdere completamente la voglia di vivere, di uscire, di leggere, di fare qualsiasi qualcosa.
Niente, ma soprattutto nessuno.
Nessuno.
Perché, anche se non voleva ammetterlo fino in fondo, sapeva qual era la ragione del suo malessere, lo sapeva benissimo, ma non poteva accettare il fatto di trovarsi in quella situazione per qualcuno a cui non credeva di tenere così tanto.
Eppure era lì, cellulare in mano, speranza nel cuore, ricordi nella mente..
Perché quello stupido apparecchio non squillava?

“Ricorderò la paura che, che bagnava i miei occhi, ma dimenticarti non era possibile.”

Non era possibile. Dimenticarti.
In quel momento non sapeva ancora come sarebbero andate le cose fra loro due, ma non voleva, soprattutto non poteva dimenticarlo, almeno non per il momento.
Il suo pensiero la tormentava giorno e notte, ad occhi aperti e chiusi, non c’era un secondo che la sua immagine scomparisse dalla sua mente, non un attimo, né un giorno. Mai.


“Ricorderai la paura che ho sperato provassi, provandola io, che tutto veloce nasca e veloce finisca.”

Aveva paura, un enorme paura di perderlo, ma non sapeva se lui stesse provando la stessa cosa, non le era dato motivo di saperlo dato che non conosceva i suoi pensieri, non sapeva cosa stesse facendo, dov’era mentre lei non faceva altro che pensare a lui e al momento in cui finalmente lo avrebbe rivisto.

“C' è differenza tra amare ed ogni sua dipendenza. “Ti chiamo se posso" o  "Non riesco a fare senza". Soffrendo di un amore raro che più lo vivo e meno imparo.”

Ma era amore il suo? Era innamorata? Che cos’era quello che provava?
Lei che non aveva mai avuto qualcuno di importante nella sua vita, lei che l’unico ragazzo che aveva avuto lo ricordava ancora con un sorriso sulle labbra: primo superiore, lui due anni più grande e lei appena una bambina che voleva sentirsi grande. Una tenera storiella durata poco, troppo poco e con troppa leggerezza per catalogarla come “amore”; era affetto, affetto sì, aveva voluto bene a quel ragazzo e lo voleva bene tutt’oggi, ma a quell’età non poteva capire cosa significava amare o perlomeno il suo amore era qualcosa di ridotto, qualcosa appropriata alla maturità di quell’età.
Ma in quel momento come poteva classificare ciò che stava provando?
Non lo sapeva, non sapeva davvero come spiegare quella spontanea felicità che nasceva ad ogni suo messaggio, quell’agitazione prima di un loro incontro, quella paura di non riuscire a parlare, il timore di apparire stupida ai suoi occhi e quella tristezza che prendeva piede proprio quando lui non si faceva sentire..
Cos’era tutto quello?
Non aveva ancora trovato una definizione ai suoi sentimenti, ma forse il segreto era proprio quello: non catalogare. In fondo, loro due, non avevano catalogato il loro rapporto: non erano amici, ma nemmeno semplici conoscenti, non stavano insieme, ma i loro discorsi nascondevano qualcosa che non si può restringere ad un semplice rapporto di amicizia.
Loro cos’erano?
Non lo sapeva, ma sapeva di volerlo.

“E resterà com' è, dirselo adesso e farlo lo stesso però dopo niente cambierà.”

La canzone continuava ad andare avanti nel suo iPod e nella sua mente ed ogni parola rispecchiava ciò che provava o perlomeno, non sapeva a cosa stava pensando Tiziano Ferro quando la scrisse, ma poteva benissimo adattare ogni sua parola a ciò che stava provando.
E sì, continuava a ripetersi di mettersi l’anima in pace, di rassegnarsi e di voltare pagina come aveva già fatto tante volte, com’era abituata a fare sempre, ma questa volta no, questa volta non avrebbe messo tutto da parte senza una coerente spiegazione. E niente cambiava, niente cambiava perché più pensava a lui e più necessitava di spiegazioni, più si ripeteva di non pensarlo, più la sua immagine le ritornava in mente..
Ma cosa doveva fare?

 
“E ogni tuo abbraccio sarà un dono, anche se in fondo sarò solo, senza volerlo, senza saperlo.. "

Ma era Tiziano che l’aveva conosciuta in un momento della sua vita che lei stessa non ricordava e le aveva dedicato una canzone o era semplicemente il destino che quella mattina le aveva fatto sentire quel brano?
Ma si ripeteva che non importava darsi una spiegazione, tutto quello che voleva in quel momento era averlo, riprenderselo e prima o tardi ci sarebbe riuscita.
Non avrebbe mollato, non questa volta.







Ecco a cosa servono le recensioni! :D

Una ragazza,che ringrazio tantissimo,mi ha fatto notare che sarebbe quasi impossibile che Rachel si indentificasse in Tiziano Ferro,ma nell'impeto di scriverla,non ho badato molto a questa cosa.. In compenso,credo che ogni difetto dovrebbe diventare un fattore positivo e dato che nelle FF non si fa altro che liberare la nostra fantasia,prenderò e spero prenderete anche voi,questo piccolo dettaglio come una cosa positiva!
E se vi va,la storia continua ancora..






   
 
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