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Autore: DaisyGomez    09/11/2012    7 recensioni
Questa storia parla di una ragazza di nome Effy Blake,dopo due anni trascorsi in una clinica di ricovero per motivi di autolesionismo decide di tornare a scuola,i ragazzi continuavano a prenderla in giro,questo la rendeva ancora piu' fragile,ma poi incontro' Justin Bieber che le cambio' la vita.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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                                  QUESTA E' REALE, QUESTA SONO IO. 


Ero con lui, precipitavamo, mi teneva la mano, volevo aggrapparmi, smettere di cadere ma lui non me lo permetteva.Sentii una voce,qualcuno mi stava chiamando,era mia madre che ripeteva che stavo facendo solo un brutto sogno,ogni volta che chiudevo gli occhi delle immagini mi invadono la mente,non erano immagine positive,tutt'altro...sono distrutta,stanca di tutto questo ma so che devo cominciare ad essere di nuovo la vecchia io,devo essere felice.

Sono passati soltanto tre giorni dal mio ritorno a casa,ma mi sembra ancora di esser rinchiusa in quella clinica alla quale ci sono stata dentro per due anni interi.Sono un'autolesionista.Dopo essermi buttata dell'acqua gelida sul mio viso per svegliarmi completamente,scendo al piano di sotto,dove stavano ad aspettarmi i miei genitori,pronti per far colazione insieme.Volevano tornare ad essere una famiglia,ma infondo sapevamo tutti che non ci sarebbero mai riusciti.Finsi un sorriso sul mio viso,mi sedetti a tavola e feci una colazione veloce per poi andar a scuola.I miei genitori vollero cambiare citta',hanno sempre avuto paura delle critiche dei ragazzi della mia scuola,ma a me non importa,non mi importa di cio' che pensano gli altri. 

Dopo aver finito di mangiare le frittelle,salii al piano di sopra e aprii l'armadio,presi la maglia piu' carina che avevo,era il primo giorno di scuola per me,volevo ottenere una buona impressione.Dopo essermi vestita corro in bagno e mi lavo i denti,mi guardo allo specchio e noto di non essermi ancora truccata,cosi' misi sul mio volto del phard e del correttore,per coprire le occhiaie che avevo a causa delle poche ore di sonno che riuscivo a fare ogni notte,aggiunsi anche della matita nera sugli occhi e dell'ombretto.Finisco di prepararmi e vado al piano di sotto,dove vedo mio fratello Adam che e' pronto per portarmi a scuola.

Appena arriviamo fuori scuola mi stringe la mano e sussurra un ''Non preoccuparti,ci sono io'' non pensavo di dirlo,ma gli voglio un bene dell'anima.Entriamo a scuola,tutti gli occhi li vedo puntati su di me,tutti sapevano la mia storia,tutti erano pronti per criticare e prendermi per pazza. Abbassai lo sguardo e continuavo a camminare,fino ad arrivare alla segreteria della scuola,per farmi dare il numero del mio armadietto.Preso il numero mi dirigo verso l'armadietto e cerco di mettere il codice,ma non riuscivo a ricordare come diamine funzionava quell'aggeggio.

Una mano si appoggio' sulla mia e mi inseri' il codice esatto del lucchetto,finalmente quello stupido armadietto si apre.Ringrazio chiunque sia stato e mi giro per vedere il volto di quella persona cosi buona da avermi aiutato nonostante,sicuramente,sapeva la mia storia.Era un viso angelico,un ragazzo con degli occhi color miele,capelli color grano e un sorriso che faceva invidia a chiunque. 
Delle farfalle svolazzavano nel mio stomaco,il mio viso divenne come il colore di un pomodoro dall'imbarazzo,la mia voce tremava nel dirgli uno stupido grazie,cosa mi stava succedendo? la sua voce,quando mi disse uno stupido ''prego'' mi fece andare in tilt,quella voce dolce e  sensuale,quel sorriso fottutamente perfetto. 

Dopo aver fatto la figura del cavolo con quel ragazzo,essendo che sembravo un imbranata,mi aiuto' a trovare la mia classe,avevamo la stessa lezione di filosofia,per fortuna.Avevo incontrato un ragazzo con cui parlare dopo tanto tempo,non parlo da molto con qualcuno,oltre la mia psicologa e i miei parenti.Mi misi all'ultimo banco,quando quel ragazzo,Justin,si sedette vicino a me.Appoggio' la sua cartella a terra e prese una matita,continuando a batterla sul banco.

''Perche' sei agitato?'' chiesi curiosa ''Quella professoressa che dovrebbe arrivare a momenti,mette ansia ed io non ho proprio aperto un libro.'' rispose continuando a battere quella matita sul banco,provocando un rumore fastidioso. ''Dai,non credo ti interroghi,in tal caso...tieni questo,ti porterà fortuna'' gli dissi,mettendo il mio bracciale portafortuna tra le sue mani. ''Grazie'' Rispose facendo un sorriso,strinse il braccialetto e smise di battere la matita contro il banco. 
  
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