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Autore: Luna_Morgan    09/11/2012    2 recensioni
2012. La Seconda Guerra Magica è ormai solo un lontano ricordo. Hogwarts ha ripreso normalmente la sua routine e il Mondo Magico è fuori pericolo. Quattro ragazzi si ritrovano a frequentare la scuola di Magia e Stregoneria. Cassandra ha una famiglia anticonvenzionale e troppi segreti da nascondere. Roxanne non ha più la sua famiglia ma uno stupido ripiego imposto dal Ministero della Magia. Lucas non ha più la sua vita normale. Patrick non ha più la sua adorata Adelaide. Per i legami dettati dal Filo Rosso chiamato destino le loro vite si incroceranno e tutti insieme supereranno gli ostacoli che il pretendere la felicità comporta. L'amicizia che nascerà fra le due ragazze è una vera e propria collisione di astri perché loro due sono astri, sono il Sole e la Luna così diversi tra di loro ma indispensabili l'uno per l'altro.
Genere: Commedia, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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Capitolo uno - Al Paiolo Magico
 

[Ultimi giorni del Settembre 2012]

– Vi odio!
Rox entrò nella sua stanza sbattendo forte la porta ed appoggiandosi ad essa con gli occhi chiusi, nella sua testa poteva ancora sentire le parole di quella strega al piano inferiore: '…sua madre è una sgualdrina, mentre suo padre un delinquente… non per altro è in prigione…' 
Oramai era stanca. Stanca di sentir sempre insultare i suoi genitori, stanca di stare con quella gente, stanca di portare quelle odiose lenti a contatto marroni perché i suoi occhi 'spaventavano chiunque'. Staccò la schiena dalla porta spostandosi davanti alla specchiera ed appoggiandosi al banco con le mani.
– Roxanne Vasilisa Dolohov. E’ ora di prendere esempio da papà ed evadere.
Scomparve momentaneamente nel bagnetto in corridoio e dopo aver buttato le lenti a contatto nel lavandino tornò a chiudersi nella stanza ed a specchiarsi. I suoi occhi erano finalmente del loro colore naturale, un bianco ghiaccio praticamente inumano che metteva spesso in soggezione gli adulti e spaventava i bambini. Notò il modo in cui si era vestita e truccata, era rivoltante e l’aveva fatto solo per quei due maghi che se ne stavano al piano di sotto a mangiare e parlare con i loro amici. Si spogliò rimanendo solo con indosso l’intimo di stoffa nera, aprì le ante dell’armadio di un qualche legno riciclato tirandone fuori tutti i vestiti e lanciandoli sul letto, prese un paio di jeans ed una t-shirt viola scuro infilandoli velocemente mentre da sotto il letto faceva uscire una grande valigia da viaggio ed un paio di stivali neri con un piccolo tacco che infilò senza problemi, prese i vestiti da sopra il letto e dopo averli liberati dalle grucce li buttò nella valigia che restava aperta ai piedi del letto. Rox si sedette di fronte alla specchiera e prese a togliersi dalla faccia l’ombretto rosa che era stata obbligata a mettere, una volta tornata alla normalità rovistò nel beauty trovando quasi subito eye-liner, matita e mascara. Cominciò con il primo tracciando una linea perfetta e sottile sulle palpebre che terminava con una "codina" rivolta all’insù, prese la matita passandola sulla rima interna dell’occhio ed infine passò il mascara, guardandosi ancora allo specchio notò il contrasto tra il nero e la pelle pallida, con un po’ di phard diede un leggero color pesca alle sue gote. Mise anche il beauty nella valigia dando un’occhiata distratta alla palletta di pelo nero che la guardava da sopra il letto.
– Prendo le ultime cose ed andiamo.
Dal cassetto del comodino prese varie cose che mise in valigia, la sua bacchetta, che nascose nello stivale destro, e la collana che il padre le aveva regalato, un cordino nero con attaccato un ciondolo a forma di Ankh. Mise quest’ultima al collo e sciolse i ricci capelli color sangue dalla coda in cui erano costretti, aprì la finestra, chiuse la valigia e la butto fuori da essa facendola volare con un Incantesimo di Levitazione. Dopo che anche la gatta nera fu uscita dalla casa si calò dal tetto e con un salto ed un atterraggio degno di una ginnasta professionista si trovò a pochi metri dalla principale finestra della casa che dava sulla sala da pranzo, colse alcune parole della donna bionda che le dava la schiena ‘… vi ripeto che potete stare tranquilli, è solo una bambina capricciosa e tra pochi minuti scenderà...’
– Fottiti!
Con quest’ultimo sussurro Rox diede le spalle alla casa e valigia alla mano si allontanò decisa a non tornare mai più in quel luogo.

~ * ~

 
Era a diversi isolati di distanza da quella che era stata la sua casa, o perlomeno un luogo dove andava a dormire, Roxanne si sedette su di una panchina dalla vernice verde scrostata che si ergeva solitaria sotto la luce azzurrognola della lampada alogena di un lampione; teneva la valigia accanto alle gambe e rovesciò all'indietro la testa facendo un grosso respiro e ricacciando indietro le lacrime salate che minacciavano di rovinarle il trucco. D'improvviso sentì qualcosa saltarle in braccio e strusciare il muso sul suo mento, abbasso lo sguardo verso la gatta e sorridendo prese ad accarezzarle il morbido pelo nero e le parlò guardandola negli occhi azzurri.
– Oh Zafira... solo te mi capisci e ti prometto che non torneremo più in quella casa.
Nel tepore della notte settembrina infilò una mano in tasca tirandone fuori un pacchetto di Malboro rosse e lo zippo nero con su inciso il marchio della sua famiglia ereditato dalla madre, una rosa d’argento con al centro un'onice, con le labbra estrasse dal pacchetto una sigaretta e l’accese, con l’accendino perché per alcune cose non le piaceva usare la magia; prese una lunga boccata di fumo soffiandolo poi in una nuvola che si dissolse velocemente.
– Forse… forse dovremo andare...
Un miagolio di assenso le giunse dal basso, allora la giovane strega si alzò puntando la bacchetta verso la strada e pronunciò ad alta voce:
– Nottetempo!
In brevissimo tempo il pullman viola scuro era davanti a lei, sorrise e si avvicinò portandosi dietro la valigia.
–Oh! Chi non muore si rivede!
La strega alzò gli occhi verso l’uomo che le aveva rivolto la parola ed un sorriso che dimostrava la sua felicità nel vederla.
–Ciao anche a te Stan!
Lasciando che l’uomo dagli occhi grigio-verdi le prendesse la valigia Rox entrò nel pullman tirando fuori da una tasca i soldi per pagarsi il biglietto.
– Oh lascia stare oggi biglietto gratis per i “clienti abituali”. 
Quell’uomo oramai sulla quarantina porse alla giovane un biglietto.
– Diretta al Paiolo Magico?
La strega gli fece un semplice cenno con la testa e dopo aver preso il biglietto salì fino al terzo piano, dove stava sempre quando viaggiava su quel bus, lasciando la gatta a tenere compagnia al bigliettaio e camminando tra i lettini occupati da maghi e streghe che non emanavano proprio un buon odore. Pensava di essere sola ed una volta raggiunto l’ultimo piano si lasciò cadere su di uno dei lettini bianchi stringendosi al petto il ciondolo, una lacrima solitaria scese fino alla tempia lasciando un’umida traccia nera dovuta al trucco.
– Ehi… tutto a posto?
Rox si tirò a sedere di scatto trovandosi faccia a faccia con un ragazzo dai capelli neri che le stava porgendo un fazzoletto.
– S-si, tutto okay…
Tolse la sbavatura con un dito mentre guardava come ammaliata quel ragazzo, ciò che l’aveva colpito erano gli occhi del ragazzo… uno verde e l’altro blu. Riscossasi da quella specie di trance ascoltò il ragazzo che ora le porgeva invece la mano destra
– Io mi chiamo Patrick
La rossa guardò la sua mano riluttante, non le piaceva il contatto fisico, e si limitò a rispondergli
– Io sono Roxanne... 
– Cosa ci fa una così giovane strega sul Nottetempo a quest’ora?
Roxanne rise ironicamente, come se quel Patrick non avesse minimo la sua età.
– Sono scappata di casa. Tu invece giovane mago?
Si mise a sedere accanto al finestrino tenendo le ginocchia al petto ed osservando quel ragazzo che, nonostante avesse visto i suoi occhi, si ostinava a discorrere con lei.
– Diciamo che sto ritornando a casa. Sai…
Lui parlò guardando direttamente ed attentamente gli occhi argentei di lei ed accennando un sorriso
– Sei carina.
La rossa scattò in piedi e prese a guardare fuori del bus mentre l’imbarazzo le imporporava le guance. 
– Tra poco sarà la mia fermata
Detto fatto; il Nottetempo frenò di colpo ed i due, presi alla sprovvista, finirono sul pavimento del bus l’una sopra l’altro. Contatto visivo. Erano a pochi centimetri di distanza, i loro respiri si mischiavano e le loro bocche si attraevano come due calamite. Passarono alcuni di secondi ed erano uniti in un bacio, puro e casto bacio sulle labbra.
– Rox devi scendere! Siamo al Paiolo!
La voce del bigliettaio riscosse i giovani, Roxanne si alzò in fretta e furia raggiungendo le scale e per l’ultima volta guardò il moro che, ancora confuso, era rimasto seduto a terra.
– Addio…
Fu solo un sussurro che probabilmente nemmeno giunse alle orecchie di Patrick. 
Recuperata la valigia e salutato Stan la strega si rintanò all’interno del “Paiolo Magico” seguita a ruota dalla sua gatta, Zafira. 
L’uomo dietro al bancone della reception, tutto intento a leggere chissà cosa sulla “Gazzetta Del Profeta”, evitò deliberatamente ed accuratamente il contatto visivo con lei porgendole distrattamente le chiavi della sua stanza. La rossa senza troppi complimenti se ne andò raggiungendo la sua stanza e, lasciata in un angolo la valigia, si buttò sul letto portandosi una mano alle labbra.
– Dovrei dirlo a Cass, non pensi?
La gatta balzò sul letto accanto a lei emettendo un miagolio di assenso, allora Rox prese il cellulare da una delle tasche anteriori dei jeans e cliccò su “nuovo messaggio”.

~ * ~

 
Cassie se ne stava comodamente stesa sul letto a pancia in su, dalle sue labbra salivano leggere nuvolette di fumo che si andavano a confondere con l’aria umida della fine di agosto. Bonnie e Carole non erano ancora tornate dal lavoro quindi si poteva godere la sua Winston in santa pace, fece cadere la cenere nel piattino e prese un altro tiro. Gesti meccanici che ripeteva da ben due anni, aveva iniziato a fumare con Roxanne, la sua migliore amica, e da allora non aveva più smesso, per lei la sua sigaretta quotidiana era il momento in cui smetteva di pensare a tutto e tutti. Smetteva di considerarsi “quella strana” del suo quartiere solo perché aveva due madri e nessun padre. Smetteva di sentirsi sola e abbandonata a se stessa in quel paesino di bigotti. Ma soprattutto smetteva di sentire la mancanza di Rox perché la rossa le mancava ogni singolo giorno di vacanza. Non potevano stare, ovviamente, tutto il tempo al telefono e nemmeno spedirsi gufi perché i nuovi “genitori” della sua amica le controllavano anche la posta, non la biasimava se le considerava due orribili persone. Spense il filtro nel posacenere e cercò il cellulare che stava squillando da qualche parte nella borsa, le era appena arrivato un messaggio della sua migliore amica.
 
Da: Roxy
Cass sono successe alcune cose. Raggiungimi al Paiolo Magico, stanza 22. Ti spiegherò tutto poi. 
 
Scrisse velocemente “Un minuto e sono da te” e gettò il suo sgangherato Samsung di nuovo in borsa. Scese dal letto, prese il trench nero dall’armadio e chiamò Claude, il suo adorato allocco, con un fischio. Questo arrivò in pochi secondi e le porse la zampa, vi legò un foglietto e mormorò.
– Portalo a mamma Bonbon, è urgente.
l’animale volò fuori dalla finestra e la ragazza si avviò al camino. Prese della Polvere Volante dal sacchetto e con un colpo di bacchetta accese il fuoco, non amava viaggiare con il camino ma era la via più veloce che aveva per raggiungere il luogo d’incontro dato che ancora non poteva smaterializzarsi. – Paiolo Magico.
disse scandendo bene le parole e poi gettando la polvere tra le fiamme. Con un’esplosione verde svanì dal soggiorno di casa sua e ricomparve nella hall del Paiolo Magico spargendo ovunque fuliggine e cenere.
– Gratta e Netta! 
pronunciò l’incantesimo di pulizia ed in un nanosecondo tutto tornò più splendente di prima. Si avvicinò alla reception e chiese al tizio annoiato e tutto preso dall’articolo del giornaletto di gossip che stava leggendo.
– Scusi, può indicarmi la camera 22?
sfoggiò il suo miglior sorriso di circostanza. Il mago le indicò le scale lì vicino e borbottò.
– Al secondo piano, prima porta a sinistra.
e tornò a leggere l’articolo sul famoso Non-più-Magonò, che poi così tanto famoso non era dato che Cass ne aveva solo sentito parlare vagamente e mai visto in foto. Ringraziò il receptionist e corse su per le scale, ansiosa di riabbracciare la sua amica. Una volta davanti alla camera con la targhetta 22 che torreggiava inchiodata sulla porta bussò leggermente. Una Roxanne dall’aria stanca e colpevole come quella di un bambino beccato con le dita nella marmellata le aprì.
– Hey, sei arrivata davvero in pochi minuti… entra, ho tanto da raccontarti.
 mormorò con un mezzo sorriso. Una volta che tutte e due si erano accomodate Cassie la invitò a parlare.
– Che cosa ti è capitato, Rox? Hai la faccia di una che non dorme da mesi!
il tono era più preoccupato di quanto voleva dimostrare ma non poteva farci nulla.
– Beh… sono scappata da Kingston e non ho intenzione di tornare dai quegli… esseri orribili…
Disse la rossa trattenendo parole poco carine.
– Ma non è di questo che volevo parlarti anche perché è abbastanza normale. Vedi… durante il tragitto sul Nottetempo ho incontrato un ragazzo… non so chi fosse.. so solo che si chiama Patrick. Beh in sostanza gli sono caduta addosso e ci siamo baciati, solo a stampo ma pur sempre un bacio.
Pronunciò l’ultima frase tutta d’un fiato e si ritrasse un poco quasi per paura che la sua amica le tirasse uno schiaffo, dopotutto baciare un mago di cui non si conosce neanche il nome non è molto raccomandabile. Cassie dal canto suo era rimasta ancora alla frase “sono scappata da Kingston”, shockata dal coraggio smisurato dell’amica.
– Davvero non intendi tornare a casa? Capisco che non è davvero casa tua ma sempre meglio di questa bettola! Insomma, hai visto che posto squallido che è?
Gesticolava furiosamente in preda al panico.
– Cass, calmati. Respira e concentrati.
l’amica la prese per le spalle scuotendola leggermente come per spegnere una bambolina che iniziava ad urlare ramanzine quando tiri il filo.
– Ok, sono calma… ma l’argomento non è chiuso, solo rimandato. Parlami invece del tipo che hai baciato, era carino?
subito la bruna lasciò emergere il suo lato romantico, cambiando radicalmente discorso. Roxanne si lasciò sfuggire un sospiro di sollievo ma subito se ne pentì poiché era tutto tranne che fanatica delle storie d’amore ed avrebbe cento volte preferito parlare della sua “evasione”, ma la sua amica voleva sapere e non poteva tenerla troppo sulle spine.
– Beh… sì, sì era carino. E anche eterocromatico… per la prima volta non mi sono sentita strana – La rossa represse subito una sorta di sorriso che le stava affiorando alle labbra.
– Mhhh, capisco… qui qualcuno ha preso una bella cotta per uno sconosciuto.
Si mordicchiò le labbra mentre sorrise e picchiettò sulla spalla di Rox con fare canzonatorio.
– No di certo! Non lo rivedrò mai più. E’ stato solo un bacio insignificante. 
Mormorò fissando il pavimento ed ondeggiando per i colpetti di Cassie.
– Mh, stai mentendo sapendo di mentire, ti conosco troppo bene. Ma lasciamo stare. Volevo chiederti da giorni se hai rivisto tua madre ultimamente…
liquidò ancora una volta il discorso, Cassandra Richards era una maestra nel cambiare discorso alla velocità della luce.
– No perché tu l’hai vista?
accompagnò le parole con una scrollata del capo lasciando ondeggiare i ricci color del sangue.
– No, ma so che ha chiesto di te in giro per Londra dall’elfo della mia vicina che conosce il vostro elfo domestico. Dovresti mandarle un gufo o roba simile.
si accorse dell’enorme cretinata che aveva appena detto non appena finì di formulare la frase, la posta era filtrata dal Ministero anche da loro e Rox glielo fece presente subito dopo.
– Gli auror controllano ogni movimento della casa, figurati se non notano un gufo reale nero che porta una lettera a mio nome…
Sospirò mentre a Cassie si accendeva una lampadina in testa.
– Di un gufo reale nero sì ma di un allocco nano marroncino no, soprattutto se poi la lettera è firmata a mio nome!
Prese le mani dell’amica e la guardo in quegli stupendi occhi grigi che solo lei ad Hogwarts non temeva ed adorava.
– Hai ragione, come idea è contorta e degna di un trafficante di armi nucleari ma mi piace! C’è solo un problema, il tuo stupido allocco mi detesta, non mi permetterà mai di legargli una lettera alla zampa o solo di sfiorarlo…
Borbottò fissando la cicatrice a forma di beccata che Claude le aveva procurato al secondo anno quando aveva tentato di coccolarlo e poi di cruciarlo nel giro di tre minuti.
– Gli hai lanciato una Maledizione Senza Perdono, ti odierei anche io!
esclamò allora Cassie e scoppiarono tutte e due in una fragorosa risata. Appena tornarono alla normalità, la bruna sussurrò
– Mi sei mancata un sacco, Luna.
sbocciando in un sorriso che andava da una guancia all’altra.
– Anche tu, Sole, Anche tu…
e si abbracciarono per l’ennesima volta, sedute sopra un anonimo letto grigio in un’anonima stanza grigia del Paiolo Magico.

~ * ~

 
Lucas stava gironzolando per le vie di Diagon Alley con il suo nuovo amico Patrick. Si erano conosciuti un paio di giorni prima al Ministero della Magia, Luke era lì per definire gli ultimi dettagli del suo ritiro dall’Albo dei Maghinò e Patrick stava aspettando suo padre. Si presentarono quando il moro chiese al famoso Non-più-Magonò se il posto accanto al suo era occupato e lui rispose di no, subito trovarono molte cose di cui parlare per esempio di come Luke fosse stato ammesso ad Hogwarts, degli anni che Patrick vi aveva passato e così via. Appena la signora Clochard richiamò il figlio per tornare a casa i due ragazzi si diedero appuntamento a Diagon Alley il giorno dopo per le ultime spese, dopotutto mancavano solo due giorni all’inizio della scuola.
– Allora Lucas, nervoso per domani? Sarà il tuo ultimo giorno da Magonò! – gli chiese il ragazzo moro.
– Si, un po’… tu non sei felice di tornare a scuola?
l’altro non staccava gli occhi dalle scarpe, era talmente in ansia per la scuola nuova… di certo non avrebbe studiato Algebra e Letteratura in una scuola di Magia.
– Si, lo sono ma non lo dimostro tanto… adoro Hogwarts e per me è un po’ come una seconda casa e sarà lo stesso anche per te, lo sento.
gli rivolse un sorriso sghembo e salì le scalette di Madama McClan. Una mezz’oretta dopo uscirono dal negozio con le divise nuove di zecca nelle buste, Patrick tirò fuori dalla tasca la lista di Hogwarts per il quinto anno e spuntò la voce “Divisa nuova”.
– Allora… dove si va?
chiese all’amico che si stava chiudendo la pesante giacca scura. Lui guardò tutte le shoppers che aveva per le mani e costatò:
– A me non serve altro… a te?
 gli rigirò la domanda avviandosi verso il marciapiede.
– Anche io ho comprato tutto. Ti va una burrobirra?
Luke annuì e i due si diressero verso uno dei bar sulla strada adiacente a Diagon Alley. Passarono vicino al negozio di animali, fra i vari versi dei gufi e dei gatti sentirono un rumore come di ferro che cozza sul vetro. Luke si voltò a vedere da dove proveniva il rumore e vide una piccola palletta di pelo nero che lo guardava attraverso la vetrina. Si avvicinò mosso dall’improvvisa tenerezza suscitata da quella bestiolina ed appoggiò una mano sul vetro. Entrò velocemente nel negozio e chiese all’uomo quanto valeva l’animaletto ma lui gli rispose che per il famoso Non-più-Magonò era gratis. Luke odiava sfruttare la sua fama ma in quel caso non poté che accettare di buon grado e lasciare al commerciante un autografo per la nipote; avrebbe fatto di certo più soldi vendendolo a qualche rivista di gossip. Uscì fuori dalla bottega e raggiunse Patrick che guardò divertito la gabbietta.
– Ma che dolce esserino… sarà questo l’animale che porterai ad Hogwarts?
gli chiese cercando di accarezzare il gatto infilando l’indice tra le sbarre della gabbietta.
– Credo di si… ti va di venire con me, Mortimer?
questo miagolò lievemente e il ragazzo lo prese come un si.
– Ora andiamo al bar? Sono stanco morto… le ragazze sono davvero esseri superiori se adorano tramortirsi facendo shopping!
Esclamò e tornò sulla sua strada seguito a ruota da Lucas e il nuovo arrivato Mortimer.

*Angolo delle due pazze*

Buonsalve gente! come sempre qui parlano Delilah e MissLuna
Anche questo coso è stato un parto però il risultato mi piace molto :'3 il gattino ci stava, io li metterei ovunque... *sparge gatti in giro per la città(?)*. Ancora i miei personaggi non si sono incontrati ma presto arriverà il tanto atteso(seh...) momento *^* lasciateci un commentino, i consigli sono sempre ben accetti. ♥
Hola polpetine di furrr ♥ Che dire, che ne pnsate del capitolo? E dei personaggi? Da parte mia ho creato Roxanne e Patrick, così diversi eppure così simili... cosa ve ne pare? Altro da dire? Vi amo, amo mia moglie ed amo le recensioni
Baci e Pan di Stelle a tutti, Dede e Lulu.

   
 
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