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Autore: VilandraThePrincess    27/05/2007    0 recensioni
Dopo la cerimonia dei diplomi, Max, Michael, Isabel e Liz decidono di partire da soli, lasciando a Roswell Maria, Kyle e Jesse. La storia è ambientata 10 anni dopo "Roswell Ultimo Atto".
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Il rumore della sveglia riempì il silenzio che avvolgeva la stanza. Kyle si allungò e la spense. Poi si voltò e vide Maria ancora addormentata. Quando dormiva, era ancora più  bella. Così, attento a non svegliarla, si alzò dal letto e si preparò per una nuova giornata di lavoro nella sua officina. Già, la sua officina. Non gli sembrava vero che dopo anni di assistente meccanico, fosse riuscito a comprarsi un’officina tutta sua, con l’aiuto di Jim, ovviamente. Finì di prepararsi e uscì di casa, come al solito era in ritardo. Dopo non molto, anche Maria si svegliò, a causa dei pochi raggi di sole che la colpivano in pieno viso, mostrando tutta la sua bellezza. Era già in ritardo, così si preparò velocemente e uscì ancora più velocemente. Grazie al suo lavoro fisso come cantante nel nuovo locale aperto in città, si era potuta comprare una nuova auto. Non ne poteva più della vecchia Jetta, che ormai stava cadendo in pezzi. Anche se, più che altro, per tutti questi anni lei l’aveva tenuta per ricordo. Per ricordo di quegli anni in cui la vecchia “rossa” era stata indispensabile. Indispensabile per il Team Guerin-De Luca. Già. Non sapeva esattamente cosa provava quando pensava a quei tempi. Al gruppo che sembrava così unito, ma che ormai era sparito. A Michael. Probabilmente  provava solo odio, odio per averla lasciata a marcire in questa stupida cittadina, come spesso lei ripeteva. Ma ora non importava più, lei si era costruita una nuova vita, aveva un lavoro che lei amava, che le permetteva di fare quello in cui era più brava, cantare, aveva una nuova macchina che nessuno avrebbe sfasciato durante qualche inseguimento notturno, avevo un ragazzo che l’amava e che non le faceva mancare nulla. Già, chi avrebbe mai pensato che fra Kyle e Maria sarebbe scattata la scintilla?? Probabilmente nessuno. Anzi, sicuramente nessuno. Ma in dieci anni le cose cambiano, quando i tuoi migliori amici partono e ti lasciano con una videocassetta fra le mani, quando il ragazzo che amavi più della tua stessa vita ti lascia senza dire una parola, quando tutto ciò per cui ti eri messa nei casini parte e sai che non tornerà più. E allora rivaluti ciò che hai, rivaluti la vita intera, e pensi che probabilmente chi hai accanto, chi hai sempre avuto accanto negli ultimi anni, possa essere la persona giusta, o semplicemente qualcuno che ti faccia sentire nuovamente importante, dopo tanti anni che ti sentivi solo uno scarto.

Con questi pensieri nella testa, Maria si diresse verso il locale per consegnare gli spartiti delle canzoni che aveva deciso che avrebbe cantato la sera stessa, alla band.

Entrò nel locale e vide che seduto, come tutte le mattine per un drink veloce prima di recarsi a lavoro, vi era Jesse. Così si avvicinò con il miglior sorriso che potesse avere.

-“Hey, Jesse. Pensavo saresti tornato domani da Santa Fè!”

-“Maria, ciao! Si, lo pensavo anch’io, ma ho cambiato idea. Frances ha minacciato di lasciarmi se non fossi tornato subito, perché Adam stasera ha la sua prima partita di baseball, e pretendeva che io ci fossi!”

-“Oh, bè, giustamente, è un giorno importante per lui! Verremo anche io e Kyle.”

-“Bene, ne sarà molto felice, vi adora!”

Maria sorrise all’amico e si diresse verso la band. Lei pensava che Jesse non sarebbe riuscito a rifarsi una vita, esattamente come lei, ma era molto contenta di essersi sbagliata. Dopo un paio d’anni dalla partenza di Isabel, incontrò una ragazza durante uno dei suoi viaggi di lavoro fuori da Roswell, Frances. E subito se ne innamorò. Ne erano tutti molto sorpresi, pensavano lui si stesse comportando così semplicemente per rimpiazzare sua moglie, invece no. Lui l’amava davvero. Così la ragazza si trasferì a Roswell e dopo non molto ebbero un bambino. Adam. Il desiderio di Jesse e Frances era quello di sposarsi, ma, visto che Jesse era sposato con Isabel e non poteva divorziare dato che lei era chissadove a fare chissachè , decisero semplicemente di convivere. Jesse faceva sempre l’avvocato, ma rinunciò al lavoro di Boston, preferì rimanere a Roswell, continuando a lavorare per il padre di sua moglie.

La mattinata passò veloce, come tutte le altre, così Maria e Kyle, come tutti i giorni, si incontrarono al Crashdown all’ora di pranzo. Il locale non era cambiato, il menù era sempre quello, sembrava che il tempo non fosse passato lì dentro. Forse, era l’unico luogo di Roswell a non esser cambiato. Kyle entrò nel locale già colmo di gente e incontrò subito lo sguardo della sua ragazza. Si sedette al suo tavolo, le diede un fugace bacio e subito fece la sua ordinazione alla cameriera che stava già prendendo l’ordinazione di Maria.

-“Allora tesoro, come sta andando la giornata per ora?” Kyle si rimboccò le maniche della tuta da meccanico.

-“Così, come al solito stressante, quei quattro cretini della band non riescono a imparare una delle canzoni che canterò stanotte al locale, e quindi mi tocca cambiarla. Ma dico, è chiedere troppo avere una band competente?? Me la merito infondo, no?? E’ solo grazie a me che il locale guadagna tutti quei soldi.” Sbuffò la giovane donna.

-“Oh, lo so bene, con la tua voce li amali tutti! Potrei essere geloso, sai?”

-“Ma lo sai bene che io ho occhi solo per te.” Maria si avvicinò lentamente a lui e lo baciò. Le ordinazioni dei due ragazzi arrivarono al tavolo. Dopo pranzo, salutarono il signor Parker e lasciarono il locale. Kyle sarebbe dovuto tornare in officina per qualche altra ora, mentre Maria aveva solo qualche ora di riposo, poi sarebbe dovuta andare a impartire lezioni di chitarra ai ragazzini. In quel modo, incrementava il suo stipendio del locale, in modo tale da poter pagare le rate della macchina nuova. Stavano per arrivare alle rispettive auto, l’uno nella mano dell’altra, quando ciò che si trovarono davanti li lasciò increduli. Gli occhi di Maria si inondarono di lacrime amare, che rimasero però all’interno di questi. Kyle, invece, rimase letteralmente a bocca aperta.

Erano loro? Erano veramente loro? Erano passati dieci anni, dieci lunghi, lunghissimi anni. Non era possibile, loro erano tornati. Ora erano tutti e sei l’uno di fronte all’altro, tutti assieme, come tempo fa. Le lacrime iniziarono a bagnare le rosee guance di Maria, mentre la bocca di Kyle non accennava a serrarsi. Davanti a loro, Max stringeva la mano di Liz, mentre fissava i suoi vecchi amici. Liz a sua volta stringeva la mano di suo marito, e anche i suoi occhi, come quelli della sua vecchia migliore amica, si inondarono di lacrime. Isabel, accanto a Liz, imitava il fratello fissando Maria e Kyle, senza muovere un muscolo. Maria li guardò tutti e tre. Uno per uno. Occhi negli occhi. Aveva paura, aveva paura di guardare il ragazzo, anzi l’uomo accanto a Max. Ma si voltò, e lo vide. Michael. Michael. Lo guardò dritto negli occhi, e vide lo stesso sguardo di 10 anni addietro. Vide gli stessi occhi nei quali tante volte, troppe volte si era persa. Incrociò quello sguardo che era capace di farla sciogliere, incrociò lo sguardo dell’uomo che aveva amato più di sé stessa. E in quel preciso istante, si sentì morire. Una lancia la colpì in pieno petto, non riusciva a respirare. Lui era così vicino per la prima volta dopo dieci anni, era estremamente strano risentire il suo sguardo poggiato su di sé. E,a sua volta, Michael guardò Maria. Non aveva nemmeno per un istante tolto lo sguardo da quella splendida donna, forse non aveva nemmeno notato che era mano nella mano con Kyle. Rimase quasi abbagliato, quanto gli era mancata, gli era mancata più di qualsiasi altra cosa. E ora era lì, di fronte a lui. Il suo sguardo si posò sulle mani intrecciate dei suoi vecchi compagni. In quel preciso istante si sentì mancare, le gambe sembravano essersi stancate di reggere il peso del suo corpo. Così distolse velocemente lo sguardo, ma non lo riposò su Maria. No. Non poteva. Sapeva che le cose sarebbero cambiate. Ma in questo modo. No, era assurdo.

Kyle si decise a chiudere la bocca e a levarsi dal volto l’espressione da baccalà, e prese la parola

-“Bene, è meglio se andiamo Maria”

-“No, no aspettate, vi prego!” Liz andò incontro ai due ragazzi, che ormai le avevano voltato le spalle.

-“Si? E cosa abbiamo da aspettare?? Forse dobbiamo aspettare un’altra volta come quella notte nel deserto? No grazie, non ne abbiamo alcuna intenzione!” rispose Kyle con un tono che più freddo era impossibile.

-“Fateci spiegare almeno, vi prego! Non è stato facile per noi, ve ne rendete conto?” Liz stava piangendo. Piangeva perché la sua migliore amica non aveva nemmeno il coraggio di guardarla in faccia.

-“Bè, noi non vogliamo sentire! Non vogliamo sentire le vostre stupidate, ormai abbiamo chiuso quel capitolo.” Rispose Kyle voltandosi. Maria fece lo stesso. I suoi occhi stavano scoppiando, le lacrime uscivano copiosamente.

Liz si avvicinò all’amica.

-“Maria! Mi sei mancata da morire. Non puoi nemmeno immaginare quanto. Ti prego, ho tante cose da raccontarti!”

Maria alzò lo sguardo e guardò Liz. Il suo sguardo era esauriente. Era ferita, ferita come non lo era mai stata prima.

-“Cosa mi devi raccontare Liz? Di quanto è stato bello il matrimonio al quale non ho partecipato? Pretendi che sia tutto come prima, Liz? Pretendi questo? Dopo dieci anni tornate e pretendete che non sia successo nulla, che non ci abbiate lasciato qui a marcire mentre voi ve ne andavate?? Pretendete che, dopo averci tirato fuori dai giochi, noi vi accogliamo a braccia aperte?? Se pretendi questo, allora te lo puoi scordare! Non puoi capire quanto ho sofferto, Liz, non puoi capire.”

Ormai stava urlando. Urlava fuori quelle parole, sperando di sentirsi meglio non appena avesse finito, sperando di svegliarsi da quest’incubo.

Max avanzò e si mise accanto a sua moglie.

-“Lo sappiamo, lo sappiamo tutti noi, ma la decisione che abbiamo preso è stata..”

-“E’ stata l’unica possibile e bla bla bla. Lo so, Max, lo so. Conosco quello stramaledettissimo video a memoria, capisci??” Maria lo interruppe bruscamente.

Isabel imitò il fratello e si mise al suo fianco.

-“E pensi che per noi sia stato semplice?? Bè, se pensi questo ti sbagli Maria! Lasciarvi  qui è stato difficile, più di quanto tu possa immaginare. Ma l’abbiamo fatto per voi, è tanto difficile da capire? Sareste morti se foste venuti con noi!”

-“Io so solo una cosa, voi non siete morti! E comunque ce la saremmo cavata. Ma no, voi avete preferito partire da soli. Allora adesso non vi aspettate che noi ci saremo ancora per voi.”

Kyle era infuriato, e sputò fuori quelle parole. L’unico che ancora non si era unito a questa discussione era Michael. Ancora non aveva detto nemmeno una parola. Le voci si alzarono, parole forti e forse inappropriate volavano nell’aria. Così Michael decise di prendere in mano la situazione e di avvicinarsi al gruppo che ormai era immerso in una lite animata.

-“La volete smettere? Cosa risolvete facendo così? Insultandovi e dandovi la colpa l’un l’altro? E poi a voi chi vi dice che noi siamo tornati per voi? Noi siamo tornati perché fortunatamente l’FBI non ci da più la caccia, così siamo tornati a casa. Tutto qua. Adesso smettetela tutti quanti di fare gli idioti e andiamo dove stavamo andando, cioè al Crashdown.”

Detto questo si allontanò dal gruppo ed entrò nel Crashdown. Max, Liz e Isabel rimasero a guardarlo allontanarsi.

-“Noi… noi dobbiamo andare al Crashdown. Perciò…” Max non sapeva bene cosa dire.

-“Perciò tanti saluti e tante buone cose.” Kyle si voltò, prese nuovamente la mano di Maria e si diressero verso le proprie auto.

Gli altri seguirono Michael dentro il Crashdown.

Liz era incredibilmente emozionata di tornare a Roswell prima di incontrare Kyle e Maria, che l’avevano ferita ulteriormente con le loro parole. Comunque avrebbe rivisto i genitori. Non le sembrava vero dopo tutti questi anni.

I quattro ragazzi entrarono nel locale, il signor Parker era al bancone.

Jeff alzò lo sguardo e vide la sua bambina. Rimase immobile per qualche secondo, poi corse incontro all’adorata figlia. Erano dieci anni che entrambi aspettavano questo momento. Nel pomeriggio, anche Max e Isabel andarono dai genitori. Finalmente erano di nuovo a casa, l’importante era questo, e che fossero sani e salvi.

  
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